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 24 Gennaio 2019 - 18 Shevat 5779
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav

Yosef Labi,
rabbino
di Verona
Quando il Faraone mandò via gli Ebrei, Hashem non li condusse attraverso la terra dei Filistei, pur essendo vicina, (e più corta) perché assistendo ad una guerra, il popolo avrebbe potuto rammaricarsi e fare ritorno in Egitto. Invece li fece deviare attraverso il deserto verso il mare. La strada più corta presentava difficoltà che probabilmente il neonato popolo non sarebbe stato capace di affrontare; probabilmente, ci avrebbe ripensato ed avrebbe scelto di ritornare alla schiavitù in Egitto. Anche la strada alternativa non era facile.

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Giorgio Berruto
Provo a chiamare memoria performativa quella memoria che non tiene a distanza il ricordo ma lo assimila, inevitabilmente lo trasforma e lo perpetua facendone qualcosa di vivo e attuale. È lo stesso principio in base a cui ogni anno durante il seder di Pesach milioni di ebrei a tutte le latitudini escono dall’Egitto. Sono sostanzialmente due i modi con cui relazionarsi con il passato nel tentativo di valorizzarlo: rinchiuderlo al sicuro all’interno delle teche di un museo o nelle pagine di un libro di storia, per preservarlo nel modo più fedele possibile; oppure viverlo, e così facendo inevitabilmente trasformarlo, cioè tradirlo
 
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Migranti, l'Italia divisa
Prosegue il trasferimento di migranti dal Cara di Castelnuovo di Porto, chiuso in applicazione del decreto sicurezza, e prosegue la polemica politica. “Mi date del nazista? Fate un torto a chi ne fu vittima. Non ci sono deportazioni. In questi giorni si ricorderà quello che accadde veramente di drammatico in passato; noi stiamo chiedendo il rispetto delle regole: diritti e doveri”, afferma il ministro degli Interni Matteo Salvini che, scrive La Stampa, “per la prima volta sembra sulla difensiva. l blitz al centro di accoglienza di Castelnuovo di Porto, la redistribuzione in giro per l’Italia di tanti richiedenti asilo senza una parola di spiegazione, come anche il disinteresse per centinaia di disperati che scivoleranno fatalmente nella clandestinità, ha mostrato il volto più cattivo della sua amministrazione”.
 
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  davar
la cerimonia solenne
Quirinale, Memoria al femminile
Uno sguardo al femminile. Sugli orrori del passato e sul futuro da costruire insieme, nel nome dei valori di libertà, uguaglianza, democrazia. “Donne nella Shoah”: una declinazione oggi al centro della solenne cerimonia per il Giorno della Memoria svoltasi al Quirinale, con interventi del Capo dello Stato Sergio Mattarella, della Presidente UCEI Noemi Di Segni, del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti e della Testimone Edith Bruck.
A inquadrare il tema anche una riflessione introduttiva della professoressa Milena Santerini, vicepresidente del Memoriale della Shoah di Milano, e i brani eseguiti dal pianista Francesco Lotoro con l’accompagnamento vocale di Cristina Zavalloni.
Presenti alla cerimonia, che è stata condotta da Francesca Fialdini, il Premier Giuseppe Conte, il Presidente della Camera Roberto Fico, i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
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l'intervento del capo dello stato
"Rifiutare l'indifferenza"
"Noi Italiani, che abbiamo vissuto l’onta incancellabile delle leggi razziali fasciste e della conseguente persecuzione degli ebrei - ha affermato Mattarella - abbiamo un dovere morale. Verso la storia e verso l’umanità intera. Il dovere di ricordare, innanzitutto, Ma, soprattutto di combattere, senza remore e senza opportunismi, ogni focolaio di odio, di antisemitismo, di razzismo, di negazionismo, ovunque esso si annidi. E di rifiutare, come ammonisce spesso la senatrice Liliana Segre, l’indifferenza: un male tra i peggiori".
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l'intervento della presidente ucei
"L'odio problema di tutti"
"Lo sforzo di ognuno di noi è necessario, affinché si possa costruire una società in cui violenze, stravolgimenti e separazioni di famiglie non trovino più posto. Un’Italia in cui l’odio razzista non sia considerato il problema dell’Altro ma di tutti. Su cui le istituzioni e le più alte cariche dello Stato che ci rappresentano e che operano per, e assieme a noi, concentrino i loro sforzi, e su cui - ha detto Di Segni - poggiare la trave portante della casa comune che si desidera costruire".
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il concorso miur-ucei
Ricordo, i giovani protagonisti
















I giovani, anche quest’anno, protagonisti della solenne cerimonia al Quirinale. La casa di tutti gli italiani è stata infatti la sede della premiazione del concorso “I giovani ricordano la Shoah” promosso da MIUR e UCEI. Disegni, elaborati, video testimonianze: un impegno di Memoria sviluppato attraverso diverse forme espressive.
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la campagna #weremember
"Europa, una radice ebraica"
Il World Jewish Congress chiede una maggiore attenzione nel mondo della scuola al contributo ebraico dato all’Europa e alla storia della Shoah. Una richiesta arrivata in seguito alla pubblicazione di uno speciale rapporto che ha rilevato che 1 europeo su 4 non considera l’antisemitismo come un problema. Il rapporto è stato lanciato in occasione di un evento speciale al Museo ebraico del Belgio dal Commissario europeo per la giustizia, Věra Jourová.


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qui milano - l'iniziativa a san vittore
Nel segno di Arpad Weisz
“Arpad Weisz fu il più giovane allenatore a vincere il campionato di Serie A, a soli 34 anni con l’Inter (allora Ambrosiana). Poi portò anche il Bologna alla vittoria. Eppure del suo destino, dopo l’introduzione delle Leggi razziste del ’38, i giornali non scrissero nulla”. Dal carcere di San Vittore, a Milano, il vice-direttore di Sky Sport Matteo Marani racconta la difficoltà di ritrovare traccia del destino del grande allenatore ungherese nonostante fosse una celebrità sportiva negli anni ’30 in Italia, con le leggi razziste diventò praticamente un fantasma. Marani ne ha ricostruito la storia, attraverso un meticoloso studio d’archivio e grazie al carteggio tra il figlio di Weisz e un bambino bolognese, suo compagno di scuola.
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qui livorno - la proposta
Le responsabilità del fascismo

e la topografia da cambiare
La proposta di modificare in “nazifascismo” la denominazione attuale a Livorno di via degli ebrei vittime del nazismo viene esplicitamente palesata alla presenza del vicesindaco della città Stella Sorgente e dell’assessore Francesco Belais (delegato anche alla toponomastica) dal produttore Dario Coen in occasione della presentazione livornese, al Cisternino di Città (ex Casa della Cultura), del docufilm “1938 – Quando scoprimmo di non essere più italiani”, avvenuta nell’ambito delle iniziative per il Giorno della Memoria.


Gadi Polacco
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qui torino - il confronto
Est Europa, l'odio che torna
Un dialogo a tre voci quello organizzato dall’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini nelle sale del Polo del 900 di Torino, per ragionare attorno al tema della rinascita dell’antisemitismo nell’Europa dell’Est e il rinnovarsi di pregiudizi antiebraici nei Paesi ex comunisti. A portare il loro contributo la giornalista de La Stampa Anna Zafesova, fino al 2004 corrispondente del quotidiano torinese a Mosca; Carla Tonini, docente di storia dell’Europa Orientale presso l’Università degli studi di Bologna, e Anna Szwarc Zając, mediatrice culturale sui temi legati alla storia del Novecento della Polonia, il suo paese di origine.


Alice Fubini

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la missione israeliana in friuli venezia giulia
Trieste, patto per la formazione
Nuove occasioni di incontro per il rafforzamento della cooperazione tra Italia e Israele. A Trieste, nel palazzo della Regione, l’assessore regionale a Lavoro, Formazione, Università e ricerca Alessia Rosolen ha incontrato ieri una delegazione guidata da Haim Bibas, sindaco della città di Modi’in e presidente dell’Unione delle municipalità di Israele.
La delegazione è in Friuli Venezia Giulia per l’illustrazione del progetto “Fvg-Israele, patto per la formazione – Apprendimento costante è condizione basilare per un lavoro stabile e strutturato” che è oggi presentato alla stampa.


(Foto di Giovanni Montenero)
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qui torino - il lutto
Miryam Disegni (1935-2019)
Si è spenta nella sua Torino Miryam Disegni, molto conosciuta e apprezzata nella Comunità ebraica torinese, di cui fu assidua frequentatrice, sino agli ultimi giorni, sia alle funzioni del Tempio, sia agli eventi culturali.
Nipote diretta del Rabbino Dario Disegni, fu l’unica studentessa – nella sua breve durata negli anni dopo la guerra – del Liceo Ebraico torinese, di cui fu Preside il prof. Florio Foa e che annoverò tra gli altri studenti i futuri Rabbini Roberto Bonfil, Luciano Caro e Giuseppe Laras, allievi anche della locale Scuola Rabbinica Margulies.
Laureatasi in Matematica all’Università di Torino, Miryam Disegni, prima di far rientro a Torino, insegnò per lunghi anni Matematica alla Scuola Ebraica di Via Sally Mayer a Milano.
Oggi la cerimonia funebre a Torino.


(Nella foto, da sinistra: Miryam Disegni, il prof. Florio Foa, Carlo Baconcini, Rav Dario Disegni, Luciano Caro, Giuseppe Laras, nel cortile della Scuola Ebraica di Via Sant’Anselmo a Torino, 1953)

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jciak
I bambini di rue Saint-Maur 209
Al numero 209 di rue Saint-Maur, a Parigi, abitano trecento persone. Un terzo di loro, dice il censimento del 1936, è ebreo. Sono polacchi, italiani, romeni, rifugiatisi in Francia per scampare alla persecuzione antisemita. Il loro mondo, ricostruito con tanto dolore e fatica, crolla la notte del 16 luglio 1942, quando inizia la retata del Vélodrome d’hiver e la milizia francese bussa alle porte. La loro storia torna a noi nel bellissimo I bambini di Rue Saint Maur 209, diretto da Ruth Zylberman, oggi nelle sale per il Giorno della Memoria. Riannodando il filo di quel passato, la regista ha rintracciato i vecchi inquilini del palazzo a Parigi, New York, Tel Aviv, Melbourne e li ha accompagnati nei luoghi dell’infanzia per ridare voce e volti a una minuscola comunità spezzata dalla Shoah.


Daniela Gross
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  pilpul
Setirot - Noi e loro
“Come i rabbini fanno i bambini” è un volume pubblicato un paio di anni fa da Giuntina, scritto da Delphine Horvielleur e – ciò che soprattutto me lo ha fatto acquistare – consigliatomi dalla mia amica Miriam Camerini, prima donna italiana a entrare alla yeshivà Beit Midràsh Har’El di Gerusalemme, il cui programma di studi per il conseguimento della semichà (ordinazione rabbinica) è aperto a donne e uomini insieme.

Stefano Jesurum, giornalista
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Parole di carta
La mostra senese Voci di carta. Le leggi razziali attraverso i documenti della città di Siena, inaugurata il 26 ottobre e visitabile presso l’Archivio di Stato cittadino, sarà meritoriamente prorogata fino al 15 febbraio. L’esposizione, curata da Cinzia Cardinali, Anna Di Castro e Ilaria Marcelli, racconta la legislazione razzista italiana e le sue conseguenze capillari nella vita quotidiana di quanti erano stati classificati come appartenenti alla “razza ebraica”.

Sara Valentina Di Palma
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Vittime del nazifascismo
Nel corso di una recente proiezione a livorno del documentario da me co prodotto “1938 – quando scoprimmo di non essere più italiani” alla presenza di un folto pubblico e delle autorità cittadine, ho proposto ufficialmente e pubblicamente una piccola gigante modifica toponomastica della città dalle leggi livornine. “Via ebrei vittime del nazismo” dovrebbe diventare “Via ebrei vittime del nazifascismo”.

Dario Coen
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La Brigata a fumetti
Non è la prima volta che vicende della storia del popolo ebraico vengono narrate per mezzo dell’illustrazione e dei cartoons. Basti pensare al celebre Maus, di Art Spiegelman, – pubblicato in due album nel 1989 e nel 1991 e tradotto in italiano a distanza di tre anni – dove al centro della narrazione è la tragedia della Shoah.
L’album La Brigata Ebraica – pubblicato in questi giorni all’interno della collana “Comics Historica” dell’editore Mondadori – ci conduce invece nel periodo immediatamente successivo alla fine della II guerra mondiale, dal giugno 1945 ai giorni che precedono la proclamazione dello Stato d’Israele.


Valentino Baldacci
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Hezbollah, nemico persistente 
Nel teatro metafisico e apocalittico di Hezbollah, il Partito di Dio, nato nel 1982 a seguito dell’operazione israeliana del Libano del sud contro l’OLP, non è solo Israele a rappresentare il male assoluto ma lo sono gli ebrei in quanto tali. L’antisemitismo è una componente persistente della formazione radicale musulmana sciita, mano longa dell’Iran in Medioriente.

Niram Ferretti
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