Yosef Labi,
rabbino
di Verona
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Quando
il Faraone mandò via gli Ebrei, Hashem non li condusse attraverso la
terra dei Filistei, pur essendo vicina, (e più corta) perché assistendo
ad una guerra, il popolo avrebbe potuto rammaricarsi e fare ritorno in
Egitto. Invece li fece deviare attraverso il deserto verso il mare. La
strada più corta presentava difficoltà che probabilmente il neonato
popolo non sarebbe stato capace di affrontare; probabilmente, ci
avrebbe ripensato ed avrebbe scelto di ritornare alla schiavitù in
Egitto. Anche la strada alternativa non era facile.
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Giorgio Berruto
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Provo
a chiamare memoria performativa quella memoria che non tiene a distanza
il ricordo ma lo assimila, inevitabilmente lo trasforma e lo perpetua
facendone qualcosa di vivo e attuale. È lo stesso principio in base a
cui ogni anno durante il seder di Pesach milioni di ebrei a tutte le
latitudini escono dall’Egitto. Sono sostanzialmente due i modi con cui
relazionarsi con il passato nel tentativo di valorizzarlo: rinchiuderlo
al sicuro all’interno delle teche di un museo o nelle pagine di un
libro di storia, per preservarlo nel modo più fedele possibile; oppure
viverlo, e così facendo inevitabilmente trasformarlo, cioè tradirlo
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Migranti, l'Italia divisa
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Prosegue
il trasferimento di migranti dal Cara di Castelnuovo di Porto, chiuso
in applicazione del decreto sicurezza, e prosegue la polemica politica.
“Mi date del nazista? Fate un torto a chi ne fu vittima. Non ci sono
deportazioni. In questi giorni si ricorderà quello che accadde
veramente di drammatico in passato; noi stiamo chiedendo il rispetto
delle regole: diritti e doveri”, afferma il ministro degli Interni
Matteo Salvini che, scrive La Stampa, “per la prima volta sembra sulla
difensiva. l blitz al centro di accoglienza di Castelnuovo di Porto, la
redistribuzione in giro per l’Italia di tanti richiedenti asilo senza
una parola di spiegazione, come anche il disinteresse per centinaia di
disperati che scivoleranno fatalmente nella clandestinità, ha mostrato
il volto più cattivo della sua amministrazione”.
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la cerimonia solenne Quirinale, Memoria al femminile Uno
sguardo al femminile. Sugli orrori del passato e sul futuro da
costruire insieme, nel nome dei valori di libertà, uguaglianza,
democrazia. “Donne nella Shoah”: una declinazione oggi al centro della
solenne cerimonia per il Giorno della Memoria svoltasi al Quirinale,
con interventi del Capo dello Stato Sergio Mattarella, della Presidente
UCEI Noemi Di Segni, del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti e
della Testimone Edith Bruck.
A inquadrare il tema anche una riflessione introduttiva della
professoressa Milena Santerini, vicepresidente del Memoriale della
Shoah di Milano, e i brani eseguiti dal pianista Francesco Lotoro con
l’accompagnamento vocale di Cristina Zavalloni.
Presenti alla cerimonia, che è stata condotta da Francesca Fialdini, il
Premier Giuseppe Conte, il Presidente della Camera Roberto Fico, i due
vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Leggi
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l'intervento del capo dello stato "Rifiutare l'indifferenza" "Noi
Italiani, che abbiamo vissuto l’onta incancellabile delle leggi
razziali fasciste e della conseguente persecuzione degli ebrei - ha
affermato Mattarella - abbiamo un dovere morale. Verso la storia e
verso l’umanità intera. Il dovere di ricordare, innanzitutto, Ma,
soprattutto di combattere, senza remore e senza opportunismi, ogni
focolaio di odio, di antisemitismo, di razzismo, di negazionismo,
ovunque esso si annidi. E di rifiutare, come ammonisce spesso la
senatrice Liliana Segre, l’indifferenza: un male tra i peggiori". Leggi
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il concorso miur-ucei Ricordo, i giovani protagonisti
I
giovani, anche quest’anno, protagonisti della solenne cerimonia al
Quirinale. La casa di tutti gli italiani è stata infatti la sede della
premiazione del concorso “I giovani ricordano la Shoah” promosso da
MIUR e UCEI. Disegni, elaborati, video testimonianze: un impegno di
Memoria sviluppato attraverso diverse forme espressive. Leggi
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qui torino - il lutto Miryam Disegni (1935-2019) Si
è spenta nella sua Torino Miryam Disegni, molto conosciuta e apprezzata
nella Comunità ebraica torinese, di cui fu assidua frequentatrice, sino
agli ultimi giorni, sia alle funzioni del Tempio, sia agli eventi
culturali.
Nipote diretta del Rabbino Dario Disegni, fu l’unica studentessa –
nella sua breve durata negli anni dopo la guerra – del Liceo Ebraico
torinese, di cui fu Preside il prof. Florio Foa e che annoverò tra gli
altri studenti i futuri Rabbini Roberto Bonfil, Luciano Caro e Giuseppe
Laras, allievi anche della locale Scuola Rabbinica Margulies.
Laureatasi in Matematica all’Università di Torino, Miryam Disegni,
prima di far rientro a Torino, insegnò per lunghi anni Matematica alla
Scuola Ebraica di Via Sally Mayer a Milano.
Oggi la cerimonia funebre a Torino.
(Nella
foto, da sinistra: Miryam Disegni, il prof. Florio Foa, Carlo
Baconcini, Rav Dario Disegni, Luciano Caro, Giuseppe Laras, nel cortile
della Scuola Ebraica di Via Sant’Anselmo a Torino, 1953)
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jciak I bambini di rue Saint-Maur 209 Al
numero 209 di rue Saint-Maur, a Parigi, abitano trecento persone. Un
terzo di loro, dice il censimento del 1936, è ebreo. Sono polacchi,
italiani, romeni, rifugiatisi in Francia per scampare alla persecuzione
antisemita. Il loro mondo, ricostruito con tanto dolore e fatica,
crolla la notte del 16 luglio 1942, quando inizia la retata del
Vélodrome d’hiver e la milizia francese bussa alle porte. La loro
storia torna a noi nel bellissimo I bambini di Rue Saint Maur 209,
diretto da Ruth Zylberman, oggi nelle sale per il Giorno della Memoria.
Riannodando il filo di quel passato, la regista ha rintracciato i
vecchi inquilini del palazzo a Parigi, New York, Tel Aviv, Melbourne e
li ha accompagnati nei luoghi dell’infanzia per ridare voce e volti a
una minuscola comunità spezzata dalla Shoah.
Daniela Gross Leggi
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Setirot
- Noi e loro
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“Come
i rabbini fanno i bambini” è un volume pubblicato un paio di anni fa da
Giuntina, scritto da Delphine Horvielleur e – ciò che soprattutto me lo
ha fatto acquistare – consigliatomi dalla mia amica Miriam Camerini,
prima donna italiana a entrare alla yeshivà Beit Midràsh Har’El di
Gerusalemme, il cui programma di studi per il conseguimento della
semichà (ordinazione rabbinica) è aperto a donne e uomini insieme.
Stefano Jesurum, giornalista
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Parole di carta
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La
mostra senese Voci di carta. Le leggi razziali attraverso i documenti
della città di Siena, inaugurata il 26 ottobre e visitabile presso
l’Archivio di Stato cittadino, sarà meritoriamente prorogata fino al 15
febbraio. L’esposizione, curata da Cinzia Cardinali, Anna Di Castro e
Ilaria Marcelli, racconta la legislazione razzista italiana e le sue
conseguenze capillari nella vita quotidiana di quanti erano stati
classificati come appartenenti alla “razza ebraica”.
Sara Valentina Di Palma
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Vittime del nazifascismo |
Nel
corso di una recente proiezione a livorno del documentario da me co
prodotto “1938 – quando scoprimmo di non essere più italiani” alla
presenza di un folto pubblico e delle autorità cittadine, ho proposto
ufficialmente e pubblicamente una piccola gigante modifica
toponomastica della città dalle leggi livornine. “Via ebrei vittime del
nazismo” dovrebbe diventare “Via ebrei vittime del nazifascismo”.
Dario Coen
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La Brigata a fumetti |
Non
è la prima volta che vicende della storia del popolo ebraico vengono
narrate per mezzo dell’illustrazione e dei cartoons. Basti pensare al
celebre Maus, di Art Spiegelman, – pubblicato in due album nel 1989 e
nel 1991 e tradotto in italiano a distanza di tre anni – dove al centro
della narrazione è la tragedia della Shoah.
L’album La Brigata Ebraica – pubblicato in questi giorni all’interno
della collana “Comics Historica” dell’editore Mondadori – ci conduce
invece nel periodo immediatamente successivo alla fine della II guerra
mondiale, dal giugno 1945 ai giorni che precedono la proclamazione
dello Stato d’Israele.
Valentino Baldacci
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Hezbollah, nemico persistente
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Nel
teatro metafisico e apocalittico di Hezbollah, il Partito di Dio, nato
nel 1982 a seguito dell’operazione israeliana del Libano del sud contro
l’OLP, non è solo Israele a rappresentare il male assoluto ma lo sono
gli ebrei in quanto tali. L’antisemitismo è una componente persistente
della formazione radicale musulmana sciita, mano longa dell’Iran in
Medioriente.
Niram Ferretti
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