STORIA 1938, il registro della vergogna
 Capristo Fabre / IL REGISTRO / Il Mulino
Direttori generali, professori, insegnanti, ingegneri e chimici, operai
della Zecca, postini e maestre elementari. Uno studio rigoroso per
raccontare con nuovi elementi la cacciata degli ebrei dallo Stato
italiano, grazie allo studio dei protocolli della Corte dei Conti. Uno
sguardo nuovo e approfondito per riflettere, attraverso il filtro della
storia e della ricerca, sugli effetti delle Leggi razziste e sul
significato del loro ricordo a poco più di 80 anni dalla promulgazione
da parte del fascismo. L'elenco, spiegano gli autori de Il registro
Annalisa Capristo e Giorgio Fabre, è stato ricostruito sulla base dei
registri di protocollo e raccoglie tutti i decreti "di cessazione" e
"di liquidazione" di tutti i dipendenti ebrei dello Stato italiano che
percepivano uno stipendio e la cui eliminazione doveva essere
registrata per legge dalla Corte. E insieme ad essa l'eventuale spesa
che si sarebbe in conseguenza dovuta accollare lo Stato. I registri dei
protocolli sono divisi per ministero di provenienza dell'atto, e dunque
contengono i nomi di tutti i dipendenti ebrei, suddivisi ministero per
ministero. "Si dispone così per la prima volta - riflettono gli autori
- dell'intero quadro delle decisioni prese sui dipendenti ebrei statali
dispensati dal servizio nel 1938. E si tratta senza dubbio di un quadro
complessivamente grande, se non enorme".
Adam Smulevich, Pagine Ebraiche, febbraio 2019
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memoria
La denuncia di Elie Wiesel contro chi non agì

Elie Wiesel / IL MONDO SAPEVA / Giuntina
Nell’ottobre del 1999, nell’aula magna dell’Università di Friburgo in
Svizzera, Elie Wiesel pronuncia un discorso incentrato sul rapporto tra
passato e futuro, dal quale emerge l’interrogativo: come fare i conti
con un passato gravido di orrori come quello dell’Europa del Novecento?
Che fare dei cumuli di cadaveri, dei bambini assassinati, della
complicità silenziosa di chi sapeva ed è rimasto a guardare? Questo
discorso del grande autore, testimone della Shoah e premio Nobel per la
Pace nel 1986, rappresenta un formidabile appello a resistere alla
tentazione della violenza e alla banalizzazione della memoria. E sullo
sfondo Wiesel ci pone una domanda, terribile e attuale: se Auschwitz
non è riuscito a eliminare l’ingiustizia, cosa potrà riuscirci?
Il testo, finora inedito in Italia, è ora pubblicato da Giuntina, in un
agile volume di ottanta pagine, dal titolo “Il mondo sapeva. La Shoah e
il nuovo millennio”.
Scrive l’autore: “All’epoca non sapevamo. Non sapevamo che il mondo
libero sapeva. Altrimenti, credetemi, non avremmo potuto resistere.
Eppure, sapevano. Roosevelt sapeva. Churchill sapeva. In Vaticano
sapevano. Qui, da voi, in questo paese neutrale, sapevate. E i vostri
predecessori, amici miei – perché vi considero miei amici – anche i
vostri predecessori sapevano.”
mdp
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tradizione
Il Talmud babilonese affronta il Digiuno
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storia
La lezione dei maestri antifascisti
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Michael Ascoli (a cura di) / TALMUD BABILONESE: TRATTATO TA`ANIT/ Giuntina
Il titolo è sobrio, senza giri di parole. Ta'anit, Digiuno: nulla più e
nulla meno di un confronto a tu per tu con uno dei più misteriosi e
profondi fenomeni della tradizione religiosa. La fuga dalla fame e dal
bisogno è forse la leva più immediata e forte del nostro essere nel
mondo. Perché, allora, varie religioni, e tra queste l'ebraica,
scelgono la privazione come via verso il divino, come un modo per
interagire con le forze invisibili che reggono la natura e i cuori
degli uomini? Il volume pubblicato da Giuntina, con la solita
accuratezza, è il terzo del grande progetto di traduzione italiana del
Talmud babilonese. Il trattato sul digiuno è complesso, sobrio,
profondo. Proprio come difficile è la sfida dell'astinenza e della
rinuncia. Una sfida che va riservata ai momenti di crisi, come ultimo
rimedio quando lo stato abituale delle cose è sul punto di alterarsi, o
la sciagura è già avvenuta.
Giulio Busi,
Il Sole 24 Ore Domenica, 3 febbraio 2019
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Massimo Castoldi / INSEGNARE LIBERTÀ. STORIE DI MAESTRI ANTIFASCISTI / Donzelli
Com'è importante la figura del maestro in una società civile. Sotto una
dittatura, poi, quanto pesano la sua dignità, il suo coraggio per far
sì che i bambini a lui affidati crescano nel rispetto delle regole dei
rapporti umani cancellate dal regime, qualsiasi regime. E uscito da
Donzelli un libro di Massimo Castoldi, professore di Filologia italiana
all'Università di Pavia, studioso della memorialistica della
Resistenza: Insegnare libertà. Storie di maestri antifascisti. Un libro
amaro, doloroso, commovente, utile a far capire perché quel passato
deve davvero passare per sempre, soprattutto oggi che il fascismo
sembra venga guardato con indulgenza. (Sere fa, durante il programma di
Lilli Gruber, Luciano Canfora spiegò con limpidezza a un giornalista di
idee nerastre, ignorante anche nel linguaggio, che cosa significa la
parola fascistoide, purtroppo tornata nel clima di una certa politica
del nostro tempo).
Corrado Stajano, Corriere della Sera,
1 febbraio 2019
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