13 Febbraio 2019 - 8 Adar 5779 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Giuseppe Momigliano e
Davide Assael. Nella sezione pilpul una riflessione di Alberto
Cavaglion, Francesco Lucrezi e Francesco Lotoro.
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Usa, Israele e mondo arabo
si incontrano a Varsavia
Era
nata come una conferenza in funzione anti-iraniana poi il Segretario di
Stato Usa Mike Pompeo ha deciso di ammorbidire i toni e allargare il
tema al futuro del Medio Oriente. In ogni caso l'attenzione è tutta su
Varsavia dove, scrive La Stampa, arriveranno delegazioni guidate da
ministri di Arabia Saudita, Emirati Arabi, Bahrein, Marocco, Oman,
Yemen, Giordania. Mentre Egitto eTunisia manderanno solo dei
viceministri. “Fatte le sottrazioni – spiega il quotidiano - vuol dire
che Teheran può contare sul sostegno o la neutralità di Algeria, Libia,
Sudan, Libano, Siria, Iraq, Kuwait, Qatar, oltre che su quello della
Zltrchia, potenza sunnita non araba”. Non ci sarà la delegazione
palestinese, che all'ultimo ha deciso di partecipare in polemica con
gli Stati Uniti, mentre, come preannunciato, sarà presente il Primo
ministro israeliano Benjamin Netanyahu. “Il premier israeliano –
afferma La Stampa - ha avviato un'offensiva diplomatica nei Paesi
musulmani sunniti, con visite in Oman, in Ciad e a fine marzo anche in
Marocco. Le strette di mano serviranno anche ad aprire nuove porte.
Vista in questa prospettiva il vertice fa comunque gioco alla politica
mediorientale del duetto Trump-Netanyahu anche se ha lasciato freddi i
maggiori Paesi europei, con l'eccezione della Gran Bretagna, che
invierà il ministro degli Esteri Jeremy Hunt”.
Politico cittadino.
Sul Corriere Claudio Magris riflette sulla distinzione tra privato
cittadino e politico e se, nel caso coincidano, si possa fare una
distinzione tra le due identità, in particolare se si possano
distinguere in due categorie le sue dichiarazioni. “Il politico è
anzitutto un cittadino, cittadino per eccellenza; Polis vuol dire
città, la comunità di tutti i cittadini rappresentati dal politico che
si occupa con particolare impegno e responsabilità dei problemi di
tutti”. Non c'è dunque distinzione”. Altrimenti si potrebbe per assurdo
immaginare ad esempio un Ministro o un altro esponente politico che, in
tale sua veste ufficiale, nel giorno della Memoria della Shoah esprime
la sua ferma condanna dell'atroce sterminio degli ebrei e poi, in
un'altra circostanza e in un'altra sede, dichiara una sua personale
simpatia per i carnefici dei Lager. Un Ministro che prende posizione
nei riguardi di eventi cruciali del proprio odi altro Paese parla
sempre anche come Ministro, Ministro di un preciso Governo”.
Giardino dei Giusti, lavori bloccati.
“La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Milano, su
pressione del Ministero dei Beni Culturali, ha notificato la
sospensione dei lavori di riqualificazione del Giardino dei Giusti”, a
darne notizia, l'associazione Gariwo che sottolinea come il “progetto,
nelle sue varie articolazioni, è stato approvato tre volte dalla
conferenza dei servizi, tre volte dalla Giunta del Comune di Milano e
ha avuto parere favorevole (anche se non dovuto) da parte della
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Milano e superato
il vaglio del Tar, che ha respinto il ricorso di Italia Nostra e di
alcuni Comitati”. “L'intervento - comunica il ministero dei Beni
culturali - è stato momentaneamente sospeso al solo fine di verificare
che le modifiche siano compatibili con l'assetto previsto dal progetto
dell'architetto Bottoni”. Per il Comune di Milano però, riportano
Repubblica e Corriere sul loro dorso milanese, l'intervento del
ministero è una vera e propria un'intrusione. “Non è grave solo il
fatto in sé, legato al Giardino dei giusti - afferma l'assessore
all'Urbanistica, Pierfrancesco Maran, che ha riferito sulla questione
in Consiglio comunale - è grave che un ministro si arroghi il diritto
di commissariare Milano per un pugno di voti. Siamo maturi per
scegliere sulla nostra memoria”.
Antisemitismo, il dibattito nei democratici Usa.
Sui quotidiani italiani, il dibattito sull'antisemitismo nel partito
democratico dopo la polemica generata dalle dichiarazioni sui social
della nuova deputata Ilhan Omar. La Speaker della Camera Pelosi,
sottolinea La Stampa, è intervenuta, pretendendo le scuse di Omar, che
sono arrivate poco dopo via Twitter: “L'antisemitismo è reale e io sono
grata agli alleati e colleghi ebrei, che mi stanno istruendo sulla
storia dolorosa dei troppi antisemiti. La mia intenzione non è mai
quella di offendere il mio elettorato o gli ebrei americani nel loro
complesso. Dobbiamo tutti riflettere sulle nostre critiche, come mi
aspetto che la gente mi ascolti quando altri mi attaccano per la mia
identità. Perciò mi scuso inequivocabilmente”. “Le sbandate
democratiche aiuteranno Trump”, sintetizza il Foglio parlando della
questione.
Milano, punire chi insulta.
Nove persone sono state iscritte nel registro degli indagati dalla
procura di Milano per gli insulti contro la Brigata Ebraica al corteo
del 25 aprile. “L'ipotesi di reato è per tutti quella di manifestazione
non autorizzata, cui si potrebbe aggiungere l'aggravante della
istigazione all'odio razziale. - scrive il Giornale Milano - Quattro
rispondono anche di minacce, uno di resistenza a pubblico ufficiale,
due di getto pericoloso di oggetti. I nove nomi finiti nel rapporto
della Digos sono di altrettanti appartenenti all'area antagonista”.
Segnalibro.
Continua a far parlare di sé il nuovo libro di Giovanni Grasso, Il caso
Kaufmann (Rizzoli), sull'amore tra “un ebreo e un'ariana durante il
nazismo”. “È un romanzo forte e intenso e al tempo stesso fine e
delicato. - sottolinea sull'Osservatore Romano la storica Anna Foa - La
descrizione del clima razzista che cresce, delle violenze antiebraiche,
dei pettegolezzi che si trasformano in pericolose delazioni, ci dice
sul clima di consenso a Hitler più di molti libri di storia, come
spesso succede in molti romanzi. Pochissimi dei personaggi del libro ne
escono puliti”.
Un saggio appena uscito in Germania (Die Kriegsverbrecherlobby),
firmato dal giornalista Felix Bohr, ricostruisce i tentativi del
cancelliere socialdemocratico Willy Brandt di chiedere la grazia per
Herbert Kappler, il boia delle Fosse Ardeatine, condannato in Italia
all'ergastolo. A parlare del saggio che getta una luce diversa su
Brandt, Tonia Mastrobuoni su Repubblica.
Azerbaigian ed ebraismo.
“In Azerbaigian vivono la comunità degli ebrei della Montagna (o del
Caucaso), quella degli ebrei dell'Europa e quella degli ebrei della
Georgia. Tra di noi ci sono delle differenze dovute anche alle nostre
origini diverse, noi veniamo dalla Persia, gli altri dall'Europa e
dalla Georgia, ma il tempo di unirci è giunto”, a raccontare questa
realtà all'Osservatore Romano – che racconta in un reportage
dell'Azerbaigian e delle sue diverse anime religiose - un
rappresentante della comunità ebraica locale, Milix Yevdayev.
Mahmood a Tel Aviv.
“Rappresenterò l'Italia all'Eurovision con Soldi. Non vedo l'ora”. La
conferma è arrivata ieri dallo stesso Mahmood, il vincitore a sorpresa
del Festival di Sanremo. Per ufficializzare la sua partecipazione
all'Eurovision Song Contest, che si svolgerà dal 14 al 18 maggio presso
l'Expo di Tel Aviv, il cantante italoegiziano ha utilizzato Instagram
(Avvenire).
Il pericolo Iran.
“A quarant'anni dalla rivoluzione islamica in Iran, l'influenza degli
ayatollah persiani sul confinante Iraq, paese a maggioranza araba, è
sempre più forte. Tanto forte che chi osa denunciarla ad alta voce può
finire all'altro mondo. E successo al poeta iracheno Alaa Mashzoub,
noto oltre che per i suoi versi, anche per le critiche contro le
interferenze straniere nel suo paese e la corruzione dilagante
specialmente nell'esecutivo guidato da partiti sciiti foraggiati da
Teheran”, scrive oggi il Fatto Quotidiano. Di altri omicidi per mano
iraniana parla invece il Foglio, parlando delle esecuzioni dei
giornalisti da parte del regime di Teheran e in particolare ricordando
la figura di Simon Farzami, giornalista ebreo giustiziato dopo un
processo di 7 minuti.
Le piante vedono e ascoltano.
“Un team dell'Università di Tel Aviv, guidato da Lilach HadanyeYossi
Yovel, ha dimostrato che le piante sentono e riconoscono il battito
d'ali dell'impollinatore che si avvicina e, rapidamente, aumentano la
concentrazione di zuccheri nel nettare, rendendosi più attraenti”,
racconta oggi Tuttoscienze (Stampa).
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
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