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10 Marzo 2019 - 3 Adar II 5779
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Ephraim Mirvis, rabbino capo di Gran Bretagna
In Pirkei Avot, L'Etica dei Padri, Hillel ci insegna che dobbiamo essere discepoli di Aronne il Sommo Sacerdote, per essere "ohev Shalom v'rodef shalom", per amare la pace e perseguire sempre la pace. Per questo la Gemara ci dice che è così importante, che ogni singola mattina nelle nostre preghiere lodiamo Dio, che "Oseh Shalom u'voreh et hakol", "Fa la pace e crea tutto", indicando che nulla ha valore se non c'è la pace.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Adamo e Eva, mangiando la mela, hanno intrapreso il cammino della coscienza (si sono “visti nudi”), hanno avuto accesso alla storia (il giardino dell’Eden ne era privo) e dunque sono diventati soggetti. L’uscita dal paradiso terrestre è stata un’opportunità, solo uscendo da lì diventava possibile vivere.
È ciò che scrive il sinologo François Jullien nel suo Il gioco dell’esistenza(Feltrinelli).
 
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Milano, l'iniziativa fascista
"No a ogni rievocazione”
“La manifestazione che CasaPound sta organizzando a Milano è oltremodo oltraggiosa. Auspico che il prefetto e il questore la vietino”. Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala sul tentativo del movimento neofascista di organizzare il 23 marzo a Milano delle rievocazioni per il centesimo anniversario dei Fasci italiani di combattimento. Il Comune si è dunque pronunciato chiaramente e ora si attendono, sottolinea Repubblica Milano, le decisioni di questore e prefetto. “Chiediamo di vietare questo raduno che arrecherebbe un grave oltraggio a Milano e all’intero Paese nel tragico anniversario della nascita del fascismo”, le parole del presidente dell’Anpi Milano Roberto Cenati.

Compravendite a Gerusalemme. Sul Sole 24 Ore Carlo Marroni racconta la complessa storia dietro alla cessione di un piccolo appezzamento di terra sul Monte degli Ulivi, a Gerusalemme: ad aggiudicarsi il lotto con “affaccio sul lato orientale della Città Vecchia e sovrastante la valle di Giosafat”, “la Fundacion Domus Jerusalen, con sede a Panama, – spiega Marroni – ente che fa capo ai neo-catecumenali, l’organizzazione cattolica molto ramificata, soprattutto nel mondo di lingua spagnola, ma anche in Italia. Prezzo finale: 5,1 milioni di euro”. Sempre Marroni, in un altro articolo, ricorda invece il negoziato infinito tra Israele e Santa Sede sulla proprietà legata al luogo dove si trovano la Tomba di Davide e, nella tradizione cristiana, il Cenacolo. A proposito di passaggi di proprietà contesi, l’Espresso pubblica un’inchiesta in cui si parla di una “speculazione edilizia da due miliardi di euro” sempre a Gerusalemme, con protagonisti missionari salesiani, un’imprenditrice israeliana e un gruppo imprenditoriale italiano.

Studi rabbinici al femminile. “La prima donna italiana ad iscriversi ad un programma di studi rabbinici ortodossi in Israele”. A raccontare il nuovo impegno della regista milanese Miriam Camerini, il portale americano d’informazione ebraica Forward in un articolo a firma di Simone Somekh. “A Beit Midrash Har’el, la prima yeshiva ortodossa di Gerusalemme che ordina sia rabbini maschi che femmine, – si legge nell’articolo – può seguire liberamente il curriculum rabbinico guidato da una facoltà di rinomati studiosi, come il rabbino Herzl Hefter e il rabbino Daniel Sperber”.

Storia e responsabilità. “Pio XII non poteva fermare i treni, ma doveva scomunicare i nazisti”, così lo storico Marcello Pezzetti, intervistato dal Corriere in merito al ritrovamento di un fondo nascosto alla Farnesina. “Si tratta – spiega il quotidiano – di documenti della diplomazia italiana, redatti da11938 al 1943, relativi alle persecuzioni razziali. Appunti per il Duce, telegrammi e note riservatissime, oggi riprodotti nel saggio Solo il dovere oltre il dovere (Gangemi editore). Da essi si evince che nelle ambasciate e nei consolati, così come a Palazzo Venezia e a Palazzo Chigi, all’epoca sede del ministero degli Esteri, tutti sapevano tutto dell”Endlösung der Judenfrage’, la ‘soluzione finale della questione ebraica’”.

Musica e ignoranza. Polemiche sul festival jazz sardo Musica sulle Bocche, in programma ad agosto, a causa di un vergognoso messaggio contro Israele e a favore del Bds fatto recapitare dal direttore artistico della manifestazione, Enzo Favata, al musicista musicista israeliano Eyal Lerner (Repubblica). Goffo il tentativo successivo di scusarsi di Favata ma intanto il Comune di Santa Teresa di Gallura, partner dell’evento, ha deciso di sospendere ogni iniziativa legata alla realizzazione del Festival “in attesa delle necessarie e opportune valutazioni in merito alle decisioni da intraprendere”.
 
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  davar
la tragedia area e le parole di netanyahu
"Siamo vicini all'Etiopia"
Condoglianze anche da Israele per la tragedia dell’aereo di linea etiope caduto nelle scorse ore con 157 persone a bordo, tra cui due israeliani e otto italiani. Era partito da Addis Abeba ed era diretto a Nairobi: la compagnia aerea ha fatto sapere che non ci sono sopravvissuti. “Inviamo le nostre condoglianze all'Etiopia e alle famiglie delle vittime”, ha dichiarato il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, aprendo la riunione di gabinetto settimanale. Netanyahu ha aggiunto che “se c'è qualcosa che Israele può fare per aiutare l'Etiopia in questo momento, lo farà”.
Netanyahu ha poi parlato delle nuove tensioni al confine con Gaza: l'aviazione militare israeliana, rispondendo al razzo sparato dal movimento terroristico di Hamas nella notte, ha colpito diversi obiettivi strategici dell'organizzazione palestinese  all'interno della Striscia di Gaza. “Hamas non ci metta alla prova”, le parole del Premier, affermando che Israele farà di tutto per proteggere la calma sul confine.
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cordoglio nell'italia ebraica
Graziella Viterbi (1926-2019)
Profondo cordoglio nell’Italia ebraica per la scomparsa di Graziella Carucci Viterbi.
Nata nel 1926 a Padova, era la madre del rav Benedetto Carucci Viterbi, rabbino e preside delle scuole ebraiche di Roma, e di suo fratello Emanuele Carucci, affermato attore italiano.
Discendente da una famiglia di grandi rabbini e intellettuali italiani, fu la moglie dell’editore Beniamino Carucci, appassionato diffusore della cultura ebraica in Italia e autore di indimenticabili, preziose pubblicazioni.
Fondamentale il suo apporto alla ricostruzione delle vicende che videro per protagonista la città di Assisi al tempo delle persecuzioni antiebraiche, cui si sottrasse grazie all’aiuto della rete di assistenza clandestina che lì operò e che vide in prima linea esponenti del clero locale.
Graziella arrivò ad Assisi assieme ai suoi cari, acquisendo in quei mesi la falsa identità di Graziella Vitelli e potendo contare sul costante supporto del vescovo Giuseppe Placido Nicolini e degli altri protagonisti della Rete del coraggio. Una vicenda cui è spesso tornata con parole di gratitudine, in numerosi colloqui e testimonianze che sono seguiti (una delle quali davanti a papa Bergoglio, da lei incontrato nel 2013).
Dopo la guerra fu instancabile animatrice nel mondo della cultura e dell’azione di assistenza nel corso delle drammatiche migrazioni ebraiche che contrassegnarono il secondo Novecento.
I funerali di Graziella Viterbi si svolgeranno lunedì 11 marzo a Roma al cimitero del Verano. Dopo la funzione la salma proseguirà verso il cimitero ebraico di Padova, dove avverrà la sepoltura.
A Emanuele, al rav Benedetto, a tutti i loro cari il commosso pensiero della redazione.
La Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha espresso, a nome di tutti gli ebrei italiani, profondo cordoglio.
In un messaggio ai giornalisti, il direttore della Comunicazione e della redazione Ucei, Guido Vitale, ha espresso il profondo dolore per la perdita di una grande amica e ha comunicato che la prossima sessione di Redazione aperta, il seminario estivo di formazione giornalistica che raggiunge quest’anno la dodicesima edizione, sarà dedicata alla memoria di Graziella e alla sua esemplare vicenda di ebrea italiana.
Sia il ricordo di Graziella benedizione per le nuove generazioni e per i valori che gli ebrei italiani hanno il compito di testimoniare e di trasmettere di generazione in generazione.
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pagine ebraiche - dossier oltreconfine
Lugano, il segno di rav Kantor
È il 1919 quando, a Grande Guerra appena conclusa, con molti stravolgimenti in corso in Europa e nel mondo, si affaccia a Lugano un primo nucleo di ebrei chassidici. Vengono dall'Est attraversato da turbolenze, sul lago Ceresio trovano tranquillità e rifugio. E così il piccolo nucleo, con il tempo, diventa una vera e propria Comunità.
In tanti, a Lugano, ricordano questa presenza d'impatto. La via Maderno sede della sinagoga costruita a metà del secolo scorso popolata da centinaia di studiosi e rabbini, con il caffettano e molti figli al seguito. Ristoranti casher, hotel casher, l'yiddish patrimonio linguistico comune. La sinagoga il punto di riferimento. E ancor prima i locali del ristorante Venezia, dove fino agli Anni Cinquanta e Sessanta ci si ritrovava in preghiera.
Oggi, di quel nucleo gradualmente dispersosi a New York, Londra, Anversa e Gerusalemme, praticamente nulla resta. Salvo la sinagoga, che è ancora un luogo vivo di identità e incontro. È però cambiato del tutto l'assetto comunitario: da oltre 10 anni infatti la comunità è gestita da un rabbino del Movimento Chabad, il newyorkese Yaakov Kantor. Quando lo incontrammo la prima volta, sette anni fa, per il primo dossier Oltreconfine, il suo arrivo era relativamente fresco. Oggi è possibile tracciare un bilancio più esaustivo.
"Intanto, devi aggiornare il conto dei miei figli: adesso siamo ad otto" sorride rav Kantor. Un'immissione di vitalità che sta giovando a una Comunità che, sottolinea, è molto particolare nel suo genere. "Siamo circa 300 in tutto il Ticino, dalle provenienze più disparate ed eterogenee. Le famiglie più radicate nel cantone possono vantare due o tre generazioni qui, non di più. Un mix molto interessante e stimolante".

Adam Smulevich, Pagine Ebraiche marzo 2019

(nell'immagine, il rabbino Yaakov Kantor su un battello in servizio sul Lago Ceresio, in occasione della festa di Lag Ba Omer)
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belgio, la condanna del terrorista islamista
"Museo ebraico di Bruxelles,
fatta giustizia per le vittime"

“La comunità ebraica nel suo insieme ha subito le conseguenze di questo terribile attacco antisemita. Credo che la giustizia sia la risposta della democrazia al terrorismo e che ne abbiamo la prova nel giudizio appena pronunciato”, così Michèle Hirsch, avvocato del Comitato di coordinamento delle organizzazioni ebraiche del Belgio, dopo la pronuncia della sentenza di condanna di Mehdi Nemmouche, il terrorista responsabile della strage islamista al Museo ebraico di Bruxelles del 24 maggio 2014. Nell'attacco armato erano state assassinate quattro persone. Il Tribunale belga, dopo due mesi di processo, ha riconosciuto la responsabilità di Nemmouche e ha condannato anche il suo complice, Nacer Bendrer, che ha fornito le armi per la strage.
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pilpul

Carte e cartine
Nei giorni scorsi ha avuto ampia eco sulla stampa nazionale ed internazionale la dichiarazione dell’attuale Pontefice nel merito dell’apertura agli studiosi, a decorrere dall’anno entrante, degli archivi riservati di Pio XII. Si tratta di uno dei passaggi critici che nel passato sono stati fatti ripetuto oggetto di richieste alle quali, nel giudizio di molti osservatori, sono state contrapposte reticenti risposte. Fatti salvi i diversi criteri vigenti in ogni Stato riguardo all’accessibilità - nel corso del tempo - di documenti concernenti questioni e affari pubblici (o comunque su atti e carte personali ma rilevanti per la sicurezza del paese in questione), ovvero alla loro desecretazione, il merito delle polemiche ruota da molto tempo intorno alla più generale valutazione della figura di Pio XII. Più che all’accessibilità alle sue carte – che pure sicuramente riveleranno un indiscutibile valore testimoniale, peraltro come per ogni protagonista del proprio tempo – da diversi decenni la sua figura è stata infatti preventivamente avviluppata, e quindi compressa, intorno a due letture molto radicalizzate, in simmetrica opposizione.

Claudio Vercelli
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