Ephraim Mirvis, rabbino capo di Gran Bretagna
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Pirkei Avot, L'Etica dei Padri, Hillel ci insegna che dobbiamo essere
discepoli di Aronne il Sommo Sacerdote, per essere "ohev Shalom v'rodef
shalom", per amare la pace e perseguire sempre la pace. Per questo la
Gemara ci dice che è così importante, che ogni singola mattina nelle
nostre preghiere lodiamo Dio, che "Oseh Shalom u'voreh et hakol", "Fa
la pace e crea tutto", indicando che nulla ha valore se non c'è la pace.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee | Adamo
e Eva, mangiando la mela, hanno intrapreso il cammino della coscienza
(si sono “visti nudi”), hanno avuto accesso alla storia (il giardino
dell’Eden ne era privo) e dunque sono diventati soggetti. L’uscita dal
paradiso terrestre è stata un’opportunità, solo uscendo da lì diventava
possibile vivere.
È ciò che scrive il sinologo François Jullien nel suo Il gioco dell’esistenza(Feltrinelli).
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Milano, l'iniziativa fascista
"No a ogni rievocazione”
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“La
manifestazione che CasaPound sta organizzando a Milano è oltremodo
oltraggiosa. Auspico che il prefetto e il questore la vietino”. Così il
sindaco di Milano Giuseppe Sala sul tentativo del movimento neofascista
di organizzare il 23 marzo a Milano delle rievocazioni per il centesimo
anniversario dei Fasci italiani di combattimento. Il Comune si è dunque
pronunciato chiaramente e ora si attendono, sottolinea Repubblica
Milano, le decisioni di questore e prefetto. “Chiediamo di vietare
questo raduno che arrecherebbe un grave oltraggio a Milano e all’intero
Paese nel tragico anniversario della nascita del fascismo”, le parole
del presidente dell’Anpi Milano Roberto Cenati.
Compravendite a Gerusalemme. Sul Sole 24 Ore Carlo Marroni racconta la
complessa storia dietro alla cessione di un piccolo appezzamento di
terra sul Monte degli Ulivi, a Gerusalemme: ad aggiudicarsi il lotto
con “affaccio sul lato orientale della Città Vecchia e sovrastante la
valle di Giosafat”, “la Fundacion Domus Jerusalen, con sede a Panama, –
spiega Marroni – ente che fa capo ai neo-catecumenali, l’organizzazione
cattolica molto ramificata, soprattutto nel mondo di lingua spagnola,
ma anche in Italia. Prezzo finale: 5,1 milioni di euro”. Sempre
Marroni, in un altro articolo, ricorda invece il negoziato infinito tra
Israele e Santa Sede sulla proprietà legata al luogo dove si trovano la
Tomba di Davide e, nella tradizione cristiana, il Cenacolo. A proposito
di passaggi di proprietà contesi, l’Espresso pubblica un’inchiesta in
cui si parla di una “speculazione edilizia da due miliardi di euro”
sempre a Gerusalemme, con protagonisti missionari salesiani,
un’imprenditrice israeliana e un gruppo imprenditoriale italiano.
Studi rabbinici al femminile. “La prima donna italiana ad iscriversi ad
un programma di studi rabbinici ortodossi in Israele”. A raccontare il
nuovo impegno della regista milanese Miriam Camerini, il portale
americano d’informazione ebraica Forward in un articolo a firma di
Simone Somekh. “A Beit Midrash Har’el, la prima yeshiva ortodossa di
Gerusalemme che ordina sia rabbini maschi che femmine, – si legge
nell’articolo – può seguire liberamente il curriculum rabbinico guidato
da una facoltà di rinomati studiosi, come il rabbino Herzl Hefter e il
rabbino Daniel Sperber”.
Storia e responsabilità. “Pio XII non poteva fermare i treni, ma doveva
scomunicare i nazisti”, così lo storico Marcello Pezzetti, intervistato
dal Corriere in merito al ritrovamento di un fondo nascosto alla
Farnesina. “Si tratta – spiega il quotidiano – di documenti della
diplomazia italiana, redatti da11938 al 1943, relativi alle
persecuzioni razziali. Appunti per il Duce, telegrammi e note
riservatissime, oggi riprodotti nel saggio Solo il dovere oltre il
dovere (Gangemi editore). Da essi si evince che nelle ambasciate e nei
consolati, così come a Palazzo Venezia e a Palazzo Chigi, all’epoca
sede del ministero degli Esteri, tutti sapevano tutto dell”Endlösung
der Judenfrage’, la ‘soluzione finale della questione ebraica’”.
Musica e ignoranza. Polemiche sul festival jazz sardo Musica sulle
Bocche, in programma ad agosto, a causa di un vergognoso messaggio
contro Israele e a favore del Bds fatto recapitare dal direttore
artistico della manifestazione, Enzo Favata, al musicista musicista
israeliano Eyal Lerner (Repubblica). Goffo il tentativo successivo di
scusarsi di Favata ma intanto il Comune di Santa Teresa di Gallura,
partner dell’evento, ha deciso di sospendere ogni iniziativa legata
alla realizzazione del Festival “in attesa delle necessarie e opportune
valutazioni in merito alle decisioni da intraprendere”.
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cordoglio
nell'italia ebraica
Graziella
Viterbi (1926-2019)
Profondo
cordoglio nell’Italia ebraica per la scomparsa di Graziella Carucci
Viterbi.
Nata nel 1926 a Padova, era la madre del rav Benedetto Carucci Viterbi,
rabbino e preside delle scuole ebraiche di Roma, e di suo fratello
Emanuele Carucci, affermato attore italiano.
Discendente da una famiglia di grandi rabbini e intellettuali italiani,
fu la moglie dell’editore Beniamino Carucci, appassionato diffusore
della cultura ebraica in Italia e autore di indimenticabili, preziose
pubblicazioni.
Fondamentale il suo apporto alla ricostruzione delle vicende che videro
per protagonista la città di Assisi al tempo delle persecuzioni
antiebraiche, cui si sottrasse grazie all’aiuto della rete di
assistenza clandestina che lì operò e che vide in prima linea esponenti
del clero locale.
Graziella arrivò ad Assisi assieme ai suoi cari, acquisendo in quei
mesi la falsa identità di Graziella Vitelli e potendo contare sul
costante supporto del vescovo Giuseppe Placido Nicolini e degli altri
protagonisti della Rete del coraggio. Una vicenda cui è spesso tornata
con parole di gratitudine, in numerosi colloqui e testimonianze che
sono seguiti (una delle quali davanti a papa Bergoglio, da lei
incontrato nel 2013).
Dopo la guerra fu instancabile animatrice nel mondo della cultura e
dell’azione di assistenza nel corso delle drammatiche migrazioni
ebraiche che contrassegnarono il secondo Novecento.
I funerali di Graziella Viterbi si svolgeranno lunedì 11 marzo a Roma
al cimitero del Verano. Dopo la funzione la salma proseguirà verso il
cimitero ebraico di Padova, dove avverrà la sepoltura.
A Emanuele, al rav Benedetto, a tutti i loro cari il commosso pensiero
della redazione.
La Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di
Segni ha espresso, a nome di tutti gli ebrei italiani, profondo
cordoglio.
In un messaggio ai giornalisti, il direttore della Comunicazione e
della redazione Ucei, Guido Vitale, ha espresso il profondo dolore per
la perdita di una grande amica e ha comunicato che la prossima sessione
di Redazione aperta, il seminario estivo di formazione giornalistica
che raggiunge quest’anno la dodicesima edizione, sarà dedicata alla
memoria di Graziella e alla sua esemplare vicenda di ebrea italiana.
Sia il ricordo di Graziella benedizione per le nuove generazioni e per
i valori che gli ebrei italiani hanno il compito di testimoniare e di
trasmettere di generazione in generazione.
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pagine ebraiche - dossier oltreconfine
Lugano, il segno di rav Kantor
È
il 1919 quando, a Grande Guerra appena conclusa, con molti
stravolgimenti in corso in Europa e nel mondo, si affaccia a Lugano un
primo nucleo di ebrei chassidici. Vengono dall'Est attraversato da
turbolenze, sul lago Ceresio trovano tranquillità e rifugio. E così il
piccolo nucleo, con il tempo, diventa una vera e propria Comunità.
In tanti, a Lugano, ricordano questa presenza d'impatto. La via Maderno
sede della sinagoga costruita a metà del secolo scorso popolata da
centinaia di studiosi e rabbini, con il caffettano e molti figli al
seguito. Ristoranti casher, hotel casher, l'yiddish patrimonio
linguistico comune. La sinagoga il punto di riferimento. E ancor prima
i locali del ristorante Venezia, dove fino agli Anni Cinquanta e
Sessanta ci si ritrovava in preghiera.
Oggi, di quel nucleo gradualmente dispersosi a New York, Londra,
Anversa e Gerusalemme, praticamente nulla resta. Salvo la sinagoga, che
è ancora un luogo vivo di identità e incontro. È però cambiato del
tutto l'assetto comunitario: da oltre 10 anni infatti la comunità è
gestita da un rabbino del Movimento Chabad, il newyorkese Yaakov
Kantor. Quando lo incontrammo la prima volta, sette anni fa, per il
primo dossier Oltreconfine, il suo arrivo era relativamente fresco.
Oggi è possibile tracciare un bilancio più esaustivo.
"Intanto, devi aggiornare il conto dei miei figli: adesso siamo ad
otto" sorride rav Kantor. Un'immissione di vitalità che sta giovando a
una Comunità che, sottolinea, è molto particolare nel suo genere.
"Siamo circa 300 in tutto il Ticino, dalle provenienze più disparate ed
eterogenee. Le famiglie più radicate nel cantone possono vantare due o
tre generazioni qui, non di più. Un mix molto interessante e
stimolante".
Adam Smulevich, Pagine Ebraiche marzo 2019
(nell'immagine, il rabbino Yaakov Kantor su un battello in servizio sul Lago Ceresio, in occasione della festa di Lag Ba Omer) Leggi
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belgio, la condanna del terrorista islamista
"Museo ebraico di Bruxelles,
fatta giustizia per le vittime"
“La
comunità ebraica nel suo insieme ha subito le conseguenze di questo
terribile attacco antisemita. Credo che la giustizia sia la risposta
della democrazia al terrorismo e che ne abbiamo la prova nel giudizio
appena pronunciato”, così Michèle Hirsch, avvocato del Comitato di
coordinamento delle organizzazioni ebraiche del Belgio, dopo la
pronuncia della sentenza di condanna di Mehdi Nemmouche, il terrorista
responsabile della strage islamista al Museo ebraico di Bruxelles del
24 maggio 2014. Nell'attacco armato erano state assassinate quattro
persone. Il Tribunale belga, dopo due mesi di processo, ha riconosciuto
la responsabilità di Nemmouche e ha condannato anche il suo complice,
Nacer Bendrer, che ha fornito le armi per la strage. Leggi
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Carte e cartine |
Nei
giorni scorsi ha avuto ampia eco sulla stampa nazionale ed
internazionale la dichiarazione dell’attuale Pontefice nel merito
dell’apertura agli studiosi, a decorrere dall’anno entrante, degli
archivi riservati di Pio XII. Si tratta di uno dei passaggi critici che
nel passato sono stati fatti ripetuto oggetto di richieste alle quali,
nel giudizio di molti osservatori, sono state contrapposte reticenti
risposte. Fatti salvi i diversi criteri vigenti in ogni Stato riguardo
all’accessibilità - nel corso del tempo - di documenti concernenti
questioni e affari pubblici (o comunque su atti e carte personali ma
rilevanti per la sicurezza del paese in questione), ovvero alla loro
desecretazione, il merito delle polemiche ruota da molto tempo intorno
alla più generale valutazione della figura di Pio XII. Più che
all’accessibilità alle sue carte – che pure sicuramente riveleranno un
indiscutibile valore testimoniale, peraltro come per ogni protagonista
del proprio tempo – da diversi decenni la sua figura è stata infatti
preventivamente avviluppata, e quindi compressa, intorno a due letture
molto radicalizzate, in simmetrica opposizione.
Claudio Vercelli
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