Non una, ma due feste di Chanukkah alla Casa Bianca. Nella prima tra gli ospiti otto sopravvissuti alla Shoah. Nella seconda i familiari di Meadow Pollack, una delle ragazze rimaste uccise nell’attentato alla scuola di Parkland in febbraio. Stando al racconto di chi vi ha partecipato, segnala la stampa ebraica americana, il clima era particolarmente allegro e festoso. E nel discorso di Donald Trump non sono mancati riferimenti non solo al significato della festa, ma anche alla realtà di Israele oggi e al rapporto con la sua amministrazione.
Trump ha definito Israele una nazione “potente e maestosa” e ha assicurato che gli Usa “saranno sempre al fianco” dello Stato ebraico. In particolare, è stata ricordata la recente iniziativa di riconoscimento di Gerusalemme quale sua capitale e del conseguente trasferimento dell’ambasciata statunitense da Tel Aviv alla nuova sede.
“Il fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme – ogni giorno, in ogni parte del mondo”. Sono le parole di Umberto Eco, da Il fascismo eterno, a concludere 1938 Diversi, il documentario di Giorgio Treves da domani nelle sale. Presentato fuori concorso alla Biennale del cinema a Venezia, il film illumina i meccanismi di persuasione messi in atto dal regime fascista mostrando come, nel giro di pochi mesi, la propaganda riuscì a trasformare gli ebrei da “diversi” a nemici della nazione. Articoli, vignette, fumetti e filmati dell’epoca si alternano alle riflessioni degli studiosi e alle voci dei testimoni nell’impatto di una ricostruzione che strappa lacrime e rabbia.
e non ha bisogno di leader) o da interessi personali. Leggi
L'indagine
Pregiudizio
antisemita
in crescita
In crescita considerevole la percezione dell’antisemitismo in Italia. È quanto emerge dalla sesta indagine sulla Memoria condotta dall’istituto di ricerca SWG in collaborazione con la redazione di Pagine Ebraiche. Leggi
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In crescita considerevole la percezione dell’antisemitismo in Italia. Leggi
PAGINE EBRAICHE - L'INTERVISTA
Schama: "La Storia è un’arte"
Harvard, un’intera classe con il fiato sospeso. Il docente non rinuncia al suo inconfondibile aplomb britannico e vola sulla grande Storia e sulle storie di tutti, spiega l’arte e l’eroismo, l’identità e la politica. Tutto si frammenta e si ricompone in un caleidoscopio prodigioso, sbalorditivo. Poi, come talvolta accade di fronte a ciò che è enormemente complesso ed estremamente semplice allo stesso tempo, uno studente rompe l’incanto: “Professor Schama, i miei genitori non pagano volentieri una retta di decine di migliaia di dollari per farmi uscire dalle sue lezioni più confuso di quanto non ci sia entrato”. Simon Schama si interrompe giusto un attimo, gli rivolge senza scomporsi uno sguardo intenerito: “Caro amico, questo è esattamente l’unico motivo per cui valga la pena di pagare una retta. Un fenomeno che si chiama educazione”.
Quattro minuti di ritardo gli hanno salvato la vita. Judah Samet, 81 anni, lo scorso 27 ottobre si stava recando come ogni Shabbat alla sua sinagoga conservative, la Tree of Life di Pittsburgh. “Ero in ritardo di quattro minuti. Invece delle 9:45, ci sono arrivato alle 9:49, forse 9:50”. Per una manciata di minuti si è ritrovato fuori dalla sinagoga diventata il teatro della più grave strage antisemita di sempre negli Stati Uniti. Undici persone uccise per mano di un estremista di destra al grido di “gli ebrei devono morire”.
Quattro minuti di ritardo gli hanno salvato la vita. Judah Samet, 81 anni, lo scorso 27 ottobre si stava recando come ogni Shabbat alla sua sinagoga conservative, la Tree of Life di Pittsburgh. “Ero in ritardo di quattro minuti. Invece delle 9:45, ci sono arrivato alle 9:49, forse 9:50”. Per una manciata di minuti si è ritrovato fuori dalla sinagoga diventata il teatro della più grave strage antisemita di sempre negli Stati Uniti. Undici persone uccise per mano di un estremista di destra al grido di “gli ebrei devono morire”.
“Ad Auschwitz ho visto tutto, ho visto il male. Ho visto anche quello che non credevo possibile”.
Sono parole di Alberto Sed, uno degli ultimi Testimoni italiani della Shoah ancora in vita. Memoria dell’orrore e coraggio della testimonianza al servizio delle nuove generazioni. Per lui, venerdì scorso, l’importante traguardo dei 90 anni. Un appuntamento festeggiato (a sorpresa) al Tempio Bet Michael di Monteverde. In tanti, hannoinfatti salutato, applaudito, stretto a sé. Amici di lunga data, ma anche tanti giovani. Rappresentanti comunitari e Maestri. Un lungo commosso abbraccio. Leggi
La lezione dei maestri
Una quantità impressionante di cibo: 2,5 milioni di tonnellate, il 23% del totale prodotto. È ciò che finisce al secchio in Israele in un anno. È quanto emerge dal rapporto di Leket recentemente pubblicato. C’è una possibile obiezione, che potrebbe suonare così: “d’accordo, c’è abbondanza dunque le cose avanzano e si buttano. Segno di ricchezza, che male c’è?” A parte l’ovvia risposta che “magari l’abbondanza fosse per tutti”, c’è che secondo questo rapporto tale quantità di spreco fa aumentare i prezzi del cibo stesso, togliendo così ulteriormente la possibilità di acquisto per chi non ne ha.
Un bimbo immunodepresso dopo pesanti cure per una leucemia, una classe che non ha potuto frequentare perché forse non tutti i suoi compagni sono stati vaccinati, e un assedio sui social contro la sua famiglia fatto di insulti e minacce e schedature personali. Una famiglia, colpevole di proteggere lo stato immunitario del proprio figlio, si ritrova così, all'improvviso, bersaglio di improperi e accuse e attacchi brutali. Una famiglia trattata da appestata, circondata, anziché da affetto e calore umano, da odio e disprezzo.
Chi si lamenta del Me too, chi profetizza esagerazioni, chi rimpiange i bei tempi andati della goliardia libera e spensierata. Poi la Cassazione annulla una sentenza di secondo grado, emanata da un tribunale italiano nei mesi scorsi e non tre secoli fa. I giudici di Ancona, di fronte a una ragazza di 22 anni che denuncia uno stupro, pensano bene di stabilire il seguente concetto: poiché la ragazza era troppo mascolina e poco avvenente, è improbabile che sia stata stuprata.
Un volume edito in America (Hitler and Abductive Logic. The Strategy of a Tyrant, Lanham, Boulder, New York, Toronto, Lexington Books, 2014) e ora tradotto in Italia (Ben Novak, La logica di Adolf Hitler - Immaginazione, razionalità, politica, a cura di Vincenzo Pinto, edizioni Free Ebrei – Gennaio 2019) consente di guardare al passato per (cercar di) capire il presente e di scongiurare il futuro. L’opera mira a carpire il segreto del fascino di Hitler, anche se la sorpresa potrebbe risiedere nella mancanza del segreto stesso.
Pochi giorni fa un breve servizio di uno dei tg RAI mostrava alcune donne con talled e tefillin in preghiera davanti al Muro Occidentale cacciate in malo modo da un gruppo di haredim. La descrizione fornita era abbastanza asettica, una cronaca più che altro, ma certo induceva giustamente ad accusare di maschilismo intollerante gli ebrei religiosi che maltrattavano delle donne devote.
Nella seconda metà del 1938, mentre, in sequenza, comparivano il Manifesto sulla Razza, firmato da Nicola Pende e altri medici fascisti e le leggi razziste che, in continuo crescendo, limitavano tutte le attività degli ebrei in Italia, un giovane avvocato (34 anni) di Genova, Salvatore Jona era stato incaricato dalla famiglia Viola di Torino, rinomati industriali, produttori di cioccolato, di vendere la Tenuta Paradiso (circa 750 giornate piemontesi ≈ 285 ha) situata nel territorio di Isola S. Antonio lungo la riva del Po nel territorio di Valenza.