IL TOUR IN MEDIO ORIENTE DEL SEGRETARIO DI STATO USA MIKE POMPEO
"Usa e Israele, alleati a prescindere dai leader"
Prende il via il tour mediorientale del
Segretario di Stato Usa Mike Pompeo. In agenda, rinsaldare l'alleanza
tra diversi paesi della regione in chiave anti-Iran e del suo braccio
armato libanese Hezbollah. Prima tappa della missione americana, il
Kuwait, poi Israele e Libano. “Vado in Israele per l'importante
rapporto che abbiamo”, ha sottolineato Pompeo ai giornalisti, spiegando
che la sua presenza a Gerusalemme non rappresenta, a poche settimane
dalle elezioni, un endorsement del Primo ministro Benjamin Netanyahu.
“Col tempo, i leader cambieranno in entrambi i paesi. È il rapporto che
conta, non importa chi c'è alla guida”, le parole del Segretario
Usa.
A Gerusalemme Pompeo “si incontrerà con una serie di funzionari
regionali per discutere di questioni e delle sfide regionali dovute
all'Iran e ai suoi alleati”, ha spiegato il Dipartimento di Stato Usa.
"Il segretario riaffermerà sia privatamente che pubblicamente
l'incrollabile impegno americano per la sicurezza di Israele e per il
suo diritto all'autodifesa”.
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LA NUOVA SFIDA DEL CICLISTA GIOVANNI BLOISI
Nel nome del capitano Levi,
la Memoria a colpi di pedale
Una
nuova appassionante sfida per Giovanni Bloisi, il ciclista della
Memoria che i nostri lettori già conoscono per le sue imprese frutto di
passione civile e tenacia. Dopo aver raggiunto a pedali i più
importanti luoghi del ricordo europei legati alla Shoah, dopo aver
macinato chilometri per portare nuova luce e attenzione sulle vicende
di Sciesopoli ebraica, l’ex colonia fascista di Selvino che nel
dopoguerra ospitò centinaia di bambini sfuggiti all’annientamento, ad
attenderlo c’è adesso un itinerario inedito sulle tracce di un gruppo
di ebrei in lotta contro il regime che in bicicletta oltrepassarono le
linee nazifasciste per aggregarsi agli Alleati e per svolgere in un
secondo momento un ruolo di primaria importanza nell’immigrazione dal
Sud Italia verso il nascente Stato ebraico. La dedica di questo nuovo
viaggio primaverile per cui intensamente si sta allenando è al capitano
Enrico Levi, figura simbolo dell’Aliyah Bet, di cui negli scorsi mesi
ricorrevano i 100 anni dalla nascita. Il viaggio, che ha tra i suoi
sostenitori i comitati provinciali Anpi di Milano, Varese e Padova,
UCEI, Comunità ebraica di Padova, Associazione Italia-Israele di Milano
e l’associazione Figli della Shoah, può contare tra gli altri sul
lavoro preparatorio dello studioso Marco Cavallarin e ricalcherà quello
che prese avvio a Padova il 19 settembre 1943.
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ERETZ - MACHSHEVET ISRAEL
Rav Shagar e i dilemmi della traduzione
Nella sua ultima
rubrica Il Sabbatico in onda su RaiNews ogni sabato sera, Alberto
Melloni ha dato voce al filosofo della scienza Giulio Giorello per
raccomandare tre libri: l’Ulisse di James Joyce (24 ore della vita
dell’ebreo irlandese Leopold Bloom), l’Etica di Spinoza e Il Dio dei
migranti. Pluralismo, conflitto, integrazione, appena edito da Il
Mulino, definito un “libro di civiltà”. Non certo libri di
intrattenimento popolare. Dei primi due Giorello ha segnalato
specifiche traduzioni, delle molteplici in circolazione, e dell’Ulisse
ci ha tenuto a dire di averlo letto nell’originale inglese (of course).
A rincalzo Melloni, annunciando una nuova fase del Sabbatico che d’ora
in avanti esplorerà il lessico del mondo religioso, ha ragionato
sull’importanza del lemma ‘traduzione’, riferendosi anzitutto ai testi
sacri: la Septuaginta, la Vulgata, la Bibbia di Lutero... Temi
difficili da divulgare. Tuttavia, scelta pedagogica stimolante, che dà
a pensare. Chi legge in traduzione spesso non pensa di “leggere in
differita” ed è giusto ricordare che tradurre un testo sacro
dall’ebraico significa accettare una serie di rischi, primo tra tutti
la riduzione della polisemìa intrinseca alla lashon ha-qodesh, alla
lingua del sacro/santo, e che dunque l’impoverimento dei significati è
il prezzo da pagare alla comprensione per chi quella lingua non conosce
perdendo tutto se non venisse tradotta. La filosofia del Novecento ha
molto elaborato sul tema del linguaggio e quello relativo della
traduzione: Heidegger, Gadamer, Ricoeur, George Steiner... Ma il
pensiero ebraico non è stato zitto: penso non solo a Rosenzweig,
Benjamin e Levinas, ma soprattutto a Rav Soloveitchik e a Rav Shagar.
Massimo Giuliani, docente al Diploma Studi Ebraici UCEI
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Rassegna stampa
Il coraggio di Lorenzo
Sarà
sepolto a Kobane Lorenzo Orsetti, il volontario fiorentino ucciso
dall’Isis mentre combatteva al fianco dei curdi. Una vicenda che ha
suscitato profonda commozione nell’opinione pubblica, ma che per molti
è da considerarsi a tempo.
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Roma - Beautiful Israel
Un mondo sostenibile,
l’esperienza israeliana
La difesa dell’ambiente è uno dei grandi temi di queste giornate, anche
per via dei milioni di giovani che in tutto il mondo sono scesi in
piazza seguendo l’esempio di Greta Thunberg. Quali opportunità, quali
sfide dunque per la società contemporanea?
A dare una risposta a questa domanda è un convegno organizzato da
Italian Council Beautiful Israel insieme all’Università Europea di
Roma. L’appuntamento, nella sede di via degli Aldobrandeschi 190, è per
questo venerdì alle 9.
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IL PROGETTO DELL'ARTISTA GIORGIO ORTONA
Emanuele, il tram, la salvezza
Una Memoria dipinta su tela
Emanuele
Di Porto ha appena 13 anni quando sfugge alla retata del 16 ottobre del
’43, salvato dai tranvieri dell’Atac che lo ospitano per 48 ore in un
tram di Roma. Una vicenda che ha recentemente raccontato in alcuni
documentari e che ha emozionato Giorgio Ortona, artista di origine
tripolina emigrato in Italia assieme a migliaia di suoi correligionari
in fuga dai pogrom antiebraici degli Anni Sessanta.
Ortona, pittore di fama già protagonista alla Biennale di Venezia nel
Padiglione Italia, chiede di poter visitare i depositi dell’Atac, e qui
trova molto materiale su cui lavorare: i tram da riparare, i tram da
lavare, il deposito dove tenere la sabbia che permette ai convogli di
frenare, la bacheca con il medagliere che riporta il numero dei tram in
servizio, i biglietti degli autobus, gli uffici e il bar dei lavoratori.
Da questo lavoro di ricerca nascono alcuni dipinti, che saranno al
centro della mostra “Emanuele salvato dall’Atac”, che sarà ospitata al
polo museale dell’Atac dal 2 all’8 aprile in collaborazione con il Benè
Berith di Roma.
LA NOTA DELL'ASSOCIAZIONE
Gariwo e i Giardini dei Giusti
Nel
corso degli anni molte città hanno preso ad esempio Milano e il
progetto lanciato da Gariwo con il Giardino dei Giusti del Monte Stella
(dal 2008 gestito dall’Associazione per il Giardino dei Giusti di
Milano, composta da Gariwo, Comune di Milano e UCEI). Sono nati così
dei Giardini in molte città italiane e del mondo in cui onorare donne e
uomini, simbolo della lotta per la libertà e la democrazia. “Per questo
è stata lanciata GariwoNetwork, una rete informale per facilitare lo
scambio di esperienze tra tutti i soggetti impegnati su questi temi,
anche attraverso una piattaforma digitale a disposizione degli utenti
registrati, distinta dalle pagine del sito destinate alla pubblicazione
dei contenuti prodotti dalla redazione. Gariwo – spiega l'associazione
- non è responsabile di quanto viene pubblicato sulla piattaforma
GariwoNetwork, né della scelta delle figure da onorare nei molti
Giardini che, pur ispirandosi al lavoro e al modello di Giardino
proposto da Gariwo, gestiscono autonomamente tutte le proprie
iniziative”.
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La caduta di Aman
La
figura di Aman, a partire dal racconto della Meghillà di Ester, così
come sempre è stata vissuta nel sentire del popolo ebraico, rappresenta
il nemico che in ogni tempo si attiva col proposito di sterminare e
distruggere gli ebrei, senza pietà e quasi senza averne egli stesso un
vero e proprio interesse; le parole di Aman sono dai tempi biblici
esemplari dell’odio e del pregiudizio che non tollera l’esistenza degli
ebrei nella loro diversità "esiste un popolo sparso e disseminato tra
le nazioni, in tutte le provincie del tuo regno, le loro leggi sono
differenti da quelle di ogni altro popolo e non adempiono alle leggi
del re e il re non trae vantaggio dal tollerarlo. Se al re piace, sia
scritto di annientarli…” (Ester 3,8).
Giuseppe Momigliano, rabbino
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Matrimoni e specie diverse
A volte il dibattito politico offre
spunti di straordinaria comicità. Visti gli attuali interpreti, del
resto, non c’è da stupirsene. In piena polemica sull’ormai famoso
convegno di Verona sulla famiglia, Giorgia Meloni twitta così contro i
5Stelle, in aperta polemica con l’appuntamento veronese: "Loro invece
sono per la droga libera, la propaganda gender, i MATRIMONI MISTI…". Al
che interviene l’ex ministro Calenda ricordando che l’espressione
matrimoni misti utilizzata in quel modo è roba da Ku Klux Klan.
Davide Assael, ricercatore
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Ticketless - Nomi, nomignoli
Sarebbe
utile indagare più a fondo sul nome degli ebrei. Nel Piemonte, si sa, è
precoce l’omaggio a casa Savoia: Vittorio, Carlo, Amedeo, Emanuele, ma
aveva già fatto capolino qualche Bonaparte e più tardi si vedrà pure
qualche Crémieux e Dante in secondo nome. Interesserebbe sapere quando
e dove si afferma la romanità: Augusto, Giulio, Livio o la grecità
(Aristide). Cesare è diffuso in area lombarda, lo ricorda con spirito
caustico nelle memorie Cesare Cases. Tanto desiderio di approfondire la
questione si è risvegliato in me questa settimana leggendo un piccolo,
ma denso libro di Marilì Cammarata ( Mandolino Ravenna, negoziante e possidente, Trieste, Ed. del Solstizio), che ricostruisce la storia della famiglia Ravenna a Rovigo fra Settecento e Ottocento.
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Periscopio – La spirale
Abbiamo
già avuto modo di denunciare la terribile spirale antisemita che va
sempre più avviluppando, giorno dopo giorno, due tra i maggiori Paesi
europei, la Polonia e l’Ungheria. Due nazioni di grandissima civiltà,
ricche di storia, cultura, arte, che hanno entrambe assai sofferto per
la feroce invasione nazista, e che dei giorni bui paiono invece privare
evidentemente nostalgia, magari proprio col pretesto di urlare al mondo
che loro, polacchi e ungheresi, sono sempre stati antinazisti, e che
chi lo nega diventa automaticamente antipolacco o antiungherese.
Francesco Lucrezi, storico
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