Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui        3 Aprile 2019 - 27 Adar II 5779
LA NOTA DEL RABBINO CAPO DI ROMA DOPO QUANTO ACCADUTO A GENOVA

“Circoncisione, servono regole e competenze.
L'esperienza ebraica può essere un modello”

“L’aumento dei casi in cui la circoncisione ha provocato serie e terribili conseguenze è dovuto al fatto che questa pratica, diffusa in diverse tradizioni religiose e culture, è stata effettuata da personaggi privi delle competenze necessarie, spesso provenienti da paesi stranieri”.
È quanto afferma il rabbino capo di Roma, rav Riccardo Di Segni, commentando la morte di un neonato nigeriano sottoposto in modo clandestino a circoncisione nella sua casa di Genova. Ultimo di una serie di drammatici episodi che hanno fatto parlare la stampa nazionale.
“Da parte nostra – prosegue il rav – riteniamo imprescindibile che la questione delle circoncisioni rituali vada regolata per garantire e coniugare il diritto religioso e il diritto alla salute del bambino. Le comunità ebraiche praticano la circoncisione da millenni in Italia nel rispetto delle regole di tutela della vita e della salute dei bambini. Questo perché la tradizione ebraica impone che la circoncisione debba essere effettuata solo da personale qualificato e riconosciuto dalle autorità rabbiniche”.
Il rabbino capo sottolinea ancora: “Siamo autoregolamentati nel pieno rispetto della legge e della incolumità dei neonati. Non chiediamo sovvenzioni pubbliche per l’esecuzione dei nostri riti. Mettiamo volentieri a disposizione dei legislatori la nostra esperienza e riteniamo che le decisioni opportune debbano essere condivise con le autorità religiose evitando iniziative che potrebbero produrre l’effetto contrario aumentando i fenomeni clandestini e incontrollati”.
PAGINE EBRAICHE DI APRILE - IL DOSSIER LEGGERE PER CRESCERE

Edith Oppenheim-Jonas e l'antieroe del quotidiano

Bonario e maldestro, goffo e sentimentale, l’antieroe della famiglia svizzera si chiama Papa Moll. Il leggendario personaggio, non certo un pontefice, ma un papà come ce ne sono tanti, con la sua famiglia (moglie, tre figli e un bassotto chiamato Tschips) continua a lanciarsi da oltre mezzo secolo in un’avventura dopo l’altra. E il mondo dell’editoria per l’infanzia della Confederazione elvetica lo sopporta come un flagello inevitabile considerandolo allo stesso tempo un nume tutelare. A confronto con una produzione editoriale per l’infanzia e la gioventù che potrebbe a buon diritto rivendicare il primato di essere considerata la prima al mondo per la sua qualità, gli album vecchio stile di questo personaggio che imperversa da oltre mezzo secolo sembrano davvero fuori dal tempo. Ma il Papa Moll non cede, le sue avventure continuano a ritmo serrato. In uno dei volumi più recenti, il ventisettesimo di un’opera che prosegue senza cedere il passo alla demenza digitale e alla maleducazione del gusto, questo personaggio inossidabile trova nuovi amici in una comitiva di portatori d’handicap in gita. Il giovanissimo lettore, guidato da questo personaggio che svolge il compito di rappresentare con un inconfondibile humor transalpino le miserie e la grandezza dell’uomo medio, dello svizzero che “si alza presto, ma si sveglia tardi”, si accosta al mondo della diversità e frantumando fraintendimenti e imbarazzi comprende facilmente il valore di una società che accoglie e mette a proprio agio individui di ogni specie offrendo a ognuno le migliori opportunità.
Neanche a dirlo, per la famiglia Moll cominciano nuove amicizie, si aprono altri orizzonti, fino a comprendere che in fondo le persone più inquietanti e problematiche rischiano talvolta di essere proprio i cosiddetti normali. Dietro al successo del Papa Moll c’è il segreto di tutti i grandi personaggi. In un mondo in cui anche Paperino sembra soffrire di qualche crisi di identità, reggere nel tempo, conquistare sempre nuovi giovanissimi lettori, non è cosa da poco. E chi ha determinato la formula magica del successo dovrebbe essere considerato con attenzione. Proprio ora che l’editoria svizzera per l’infanzia è protagonista della Bologna Children’s Book Fair, il più prestigioso avvenimento al mondo dedicato alla produzione editoriale per la gioventù, è il momento di rendere omaggio a Edith Oppenheim-Jonas (1907-2001).
PAGINE EBRAICHE E DAFDAF ALLA BOLOGNA CHILDREN'S BOOK FAIR

Leggere per crescere con Vittorio Giardino

Tanti i grandi ospiti della Bologna Children’s Book Fair, la quattro giorni di fiera dedicata all'editoria per l'infanzia in corso nel capoluogo emiliano (1-4 aprile). Tra loro, il celebre maestro della storia disegnata Vittorio Giardino, fermatosi a sfogliare il dossier Leggere per crescere al centro del numero di Pagine Ebraiche attualmente in distribuzione. Il giornale dell'ebraismo italiano assieme al giornale per bambini DafDaf sono tra i protagonisti, come da tradizione, della rassegna bolognese, punto di riferimento per editori, autori, illustratori, agenti letterari, distributori, insegnanti, traduttori e per tutte le figure che operano nel mondo dei contenuti per l’infanzia.

IL PROGETTO ARCHITETTONICO PER RICORDARE L'ESEMPIO DI NONANTOLA

Villa Emma, Memoria con l’arte

Svariate decine di progetti in lizza da più città italiane, europee ed extraeuropee, per dar forma a un luogo che conservi nel tempo il ricordo dei ragazzi ebrei che trovarono ospitalità a Villa Emma a Nonantola, in provincia di Modena, tra l’estate del ’42 e la primavera del ’43. Una competizione partecipata e ad alto livello qualitativo quella che ha visto prevalere lo Studio Bianchini e Lusiardi Associati di Cremona, con un progetto che si fonda sul raddensamento, fisico e simbolico, dei percorsi e delle relazioni umane che ebbero per protagonisti i 73 giovani accolti nel comune emiliano e da lì aiutati a scappare in Svizzera dopo l’otto settembre. Un itinerario artistico segnato da piccole seggiole, “simbolo di accoglienza e ospitalità per eccellenza, realizzate in bronzo e collocate nelle vicinanze di alcuni punti chiave della vicenda”.
Questo l’esito del concorso “Davanti a Villa Emma”, arrivato negli scorsi giorni alle battute finali con la premiazione dei vincitori e l’inaugurazione di una mostra che ha messo insieme tutte le proposte presentate. Tra i partecipanti, assieme ai rappresentanti istituzionali locali e regionali, al direttore della Fondazione Villa Emma Fausto Ciuffi, la presidente UCEI Noemi Di Segni, il direttore della Fondazione Cdec Gadi Luzzatto Voghera e Adachiara Zevi in qualità di presidente di giuria della competizione.


Rassegna stampa

Estrema destra, blitz all’alba
Si è da poco conclusa un’operazione delle forze dell’ordine con quattro arresti nel mondo dell’estrema destra torinese. Operativi dalle prime ore di questa mattina i carabinieri del Ros, supportati dai militari dei comandi provinciali di Torino e Cuneo. “Tra le accuse che vengono mosse agli arrestati ci sono quelle di tentato omicidio aggravato e continuato e produzione di aggressivi chimici” scrive tra gli altri il sito di Repubblica. I quattro arrestati graviterebbero nell’area del blocco studentesco, gruppo che rimanda a Casa Pound.
Anche quella di ieri è stata una giornata piuttosto inquietante per quanto concerne le iniziative di forze neofasciste. Nel quartiere di Torre Maura a Roma barricate contro l’arrivo di settanta rom ospiti di un centro di accoglienza. A fomentare la rivolta proprio Casa Pound.
“La memoria corre al novembre 2014, all’assalto al centro di accoglienza della vicina Tor Sapienza, poche settimane prima che scoppiasse lo scandalo di Mafia capitale. O a Casale San Nicola, quartiere residenziale di ville lungo la Cassia, insorto nel 2015 per lo stesso motivo. Anche lì la rabbia dei residenti provocò, proprio come ieri, proteste, cassonetti rovesciati e auto in fiamme. Anche lì, come a Torre Maura – spiega Repubblica – a soffiare sul fuoco c’erano le organizzazioni di estrema destra”.
In prima linea, come riporta il Corriere, anche Forza Nuova. Questo il messaggio diffuso nelle scorse ore: “Siamo pronti a innalzare le bandiere nere e i tricolori dietro le barricate romane che resistono all’invasione e alla sostituzione etnica”.
“Essere paragonato a Yitzhak Rabin è il miglior complimento che mi si possa fare in assoluto”. Così Benny Gantz, il principale sfidante di Benjamin Netanyahu alle prossime elezioni israeliane, in risposta a una domanda di Repubblica durante un incontro con la stampa a Tel Aviv. “Tutti i grandi leader di questo Paese – sostiene Gantz – hanno saputo mettere da parte la propria affiliazione politica. Rabin con l’accordo di pace con la Giordania e poi gli accordi di Oslo, Begin che era di destra ma fece l’accordo con l’egiziano Sadat, Sharon con il ritiro da Gaza e Barak con quello dal Libano. Spero di entrare a far parte di questo club”.
Tornano i buu razzisti nelle curve degli stadi italiani. Vittima questa volta è il giovane talento della Juventus e della Nazionale Moise Kean, preso di mira da un gruppo di tifosi del Cagliari.  

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QUI ROMA

Chiesa e farisei, un convegno 
per superare i pregiudizi

La Chiesa e i farisei: un rapporto complesso, che ha causato più di un inciampo nel Dialogo ebraico-cristiano contemporaneo. Più volte, nel corso del suo pontificato, Bergoglio ha infatti additato i farisei come esempio negativo, come categoria di riferimento per indicare quel che non va e deve essere corretto. Parole che, da molti, sono state interpretate come benzina sul fuoco dell’incomprensione. Perché i farisei furono il gruppo religioso più significativo fino alla distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme e l’ebraismo rabbinico ne è derivazione diretta. Inevitabile quindi una certa preoccupazione  
QUI ROMA - LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO

Amore proibito a Norimberga


Un amore proibito nella Germania di Hitler che camminava spedita verso la Shoah. Ispirato a una storia vera, Il caso Kaufmann è il primo romanzo del giornalista Giovanni Grasso, dal 2015 consigliere del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la stampa e la comunicazione.
Un romanzo “bello, forte e delicato” come scrive la storica Anna Foa nella recensione che apre le pagine culturali di Pagine Ebraiche di aprile in distribuzione. “Forte, nella descrizione del clima razzista che cresce, delle violenze antiebraiche, dei pettegolezzi che si trasformano in pericolose delazioni, in un racconto che ci dice sul clima di consenso ad Hitler più di molti libri di storia. Forte, nella descrizione del degrado crescente delle coscienze degli individui, del controllo e della delazione, della violenza del potere, della vasta complicità delle masse”.
Il libro sarà presentato domani, giovedì 4 aprile, alla Fondazione Marco Besso. LA CERIMONIA SULLA COLLINA TORINESE

Pian del Lot, la memoria
dei partigiani eroi


Solenne commemorazione nella collina torinese al Pian del Lot dei partigiani massacrati dai nazifascisti il 2 aprile 1944, tra i quali il diciannovenne ebreo Walter Rossi, detto “Zanzara” per la sua esile corporatura, attivo in Val Pellice.
Alla cerimonia, insieme ad alcuni familiari delle vittime, ai rappresentanti delle associazioni partigiane e a ragazzi delle scuole torinesi, sono intervenuti il vicesindaco Guido Montanari, il rappresentante del Consiglio Regionale del Piemonte Elvio Rostagno e il presidente della Comunità ebraica torinese Dario Disegni.
Il tempo delle parole
La prima Mizvah che viene data ai figli d’Israele come popolo è quella del kiddush hachodesh, la consacrazione del novilunio come segno d’inizio del mese e come elemento fondante del calendario ebraico, a partire dal mese in cui stava per compiersi la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto.
“L’Eterno disse così a Mosè e ad Aharon, in terra d’Egitto – Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo dei mesi dell’anno” (Esodo 12, 1-2). Nel suo commento alla Torah, R. Ovadyà Sforno si sofferma particolarmente sull’espressione “Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi”. 
Giuseppe Momigliano, rabbino
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Ticketless  - Kurt Arndt (1910-1984)
Si è svolta a Torino, domenica scorsa, una giornata di studio dedicata ad un dimenticato Maestro. A trentacinque anni dalla scomparsa due suoi allievi, Alberto Somekh e Chaim Magrisos, hanno voluto commemorare Moshe Kurt Arndt e mi hanno invitato a recare una breve testimonianza. Nei primi anni Ottanta ho avuto modo di avvicinarlo e di ammirarne il valore. Di lui si sa ben poco, la voce del dizionario biografico on line sui Rabbini d’Italia è scarna e incompleta. Come i veri Maestri il suo insegnamento era tutto concentrato nel rapporto umano con i discepoli. Non credeva fosse utile lasciare opere scritte. Ma c’è altro da aggiungere. L’Italia al pari di altri intellettuali ebrei tedeschi fuggiti dal nazismo era stato il suo “rifugio precario”, ma l’Italia, anche l’Italia ebraica non è stata generosa con lui.
Alberto Cavaglion
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La tredicesima tribù
Tra poco è Pesach, momento in cui si rivive l'uscita dall'Egitto e dalle sue logiche gerarchiche, in nome di una società egualitaria. Secondo un'antica leggenda, anche le popolazioni gitane si sono unite al popolo ebraico nel suo "esodo". Il termine gitani pare avere proprio l'origine nel nome "egizi". Molte, del resto, le vicinanze fra i due popoli. In un vecchio e bellissimo documentario di Ruggero Gabbai (Cici daci dom, noi zingari d’Italia) viene intervistata una studiosa che ricorda come, secondo antiche leggende, le popolazioni rom e sinti formerebbero la tredicesima tribù di Israele, di cui, come noto, si sarebbe persa ogni traccia.
Davide Assael, ricercatore
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Israele, dopo le elezioni
Le prossime elezioni in Israele rappresentano, evidentemente, un passaggio importante non solo per i cittadini di quello stato, e per tutti coloro che ad esso si sentono, a vario titolo, legati, ma anche per i generali equilibri politici internazionali, non solo del Medio Oriente. Logico, quindi, che i mezzi d'informazione dedichino a tale evento un'attenzione notevole, assai superiore a quella che meriterebbe un evento analogo in un qualsiasi altro stato di analoghe dimensioni e altrettanto numerosa popolazione.
Francesco Lucrezi, storico
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