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5 Aprile 2019 - 29 Adar II 5779



Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di rav Alberto Sermoneta, di Gadi Luzzatto Voghera, Anna Segre, Francesco Moises Bassano.
 
 
L'estrema destra e le periferie
L’ultimo episodio, che continua a far parlare l’opinione pubblica, è quello di Torre Maura. Ma è da tempo che l’estrema destra cavalca il disagio urbano. Una vera e propria “operazione periferie” presentata con allarme da Repubblica: “Fomentare le rivolte per prendere i quartieri-polveriera, quelli dove la gente dice ‘siamo pieni di problemi’, e lì innalzare ‘bandiere nere’ e ‘tricolori’. Soffiare sui tizzoni ardenti delle periferie abbandonate nel solco degli slogan e delle politiche dei nazionalisti al governo. Poi, speculando sulla costruzione dell’emergenza, si va all’incasso: legittimazione, consenso”.

"Orgoglioso di mio figlio". Il Fatto Quotidiano intervista il padre di Simone, il ragazzino che ha sfidato gli estremisti di CasaPound nella periferia romana. Il padre si dice orgoglioso del figlio, ma invita a non farne una bandiera della sinistra. “Quelli che davano i calci ai panini – afferma l’uomo – sono tutti ragazzi che ho visto crescere e che purtroppo non potevano non avere che quell’indirizzo. La situazione familiare è quella che è”. La sinistra, aggiunge, “forse ancora non ha capito il motivo per cui è stata scavalcata dalla destra, sorpasso difficilmente colmabile”.

Mancini in campo per Kean. I buu razzisti a Moise Kean scaldano il mondo del calcio. A intervenire è tra gli altri Roberto Mancini, ct della nazionale, che ieri ha affermato: “Ciò che è stato fatto a Kean è insopportabile. Non ne posso più dei buu razzisti. Devono finire. Non bisogna evitare di prendere posizione e servono azioni anche dure. Non dico che cose simili accadano in tutte le partite. Di sicuro accadono troppo spesso”. Il Corriere dello sport titola: “Il ct in campo per Moise”.

Amsterdam e il no al Memoriale. Un labirinto di nomi degli ebrei olandesi uccisi dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Questo il progetto architettonico e artistico di Daniel Libeskind per Amsterdam, approvato all’unanimità dall’amministrazione comunale. A bloccarlo sono stati però i cittadini della capitale che hanno fatto causa, “ottenendo una sospensione dell’avvio ai lavori, perché il memoriale non è di loro gradimento, e tra il resto costringerebbe all’abbattimento di 24 alberi che ora crescono nella zona” (La Stampa).

Rinascimento, la mostra al Meis. Il Venerdì presenta la mostra “Il Rinascimento parla ebraico”, curata da Giulio Busi e Silvana Greco, che sarà inaugurata nei prossimi giorni al Meis. “Ancora più del Risorgimento, quell’epoca cruciale ha forgiato l’identità italiana” sottolinea la direttrice del museo Simonetta Della Seta. “Tra alti e bassi, aperture e chiusure, è anche grazie al capitale ebraico che nelle corti e nei Comuni è potuto nascere e prosperare un irripetibile laboratorio intellettuale” afferma il presidente del Meis Dario Disegni.

Un secolo di Bauhaus. La Stampa celebra i 100 anni del Bauhaus, movimento che “per poco più di dieci anni incarnò l’utopia delle avanguardie moderne sulla possibilità di costruire un mondo nuovo”. È il 1933 quando la scuola dovette chiudere per via della dittatura nazista. Un momento a seguito del quale “il Bauhaus diventa mito e idea che si diffonde nel mondo grazie all’esodo forzato dei suoi allievi e professori verso il Nord America e in Palestina, dove Tel Aviv diventerà la prima città moderna realizzata secondo la visione della scuola di Dessau”.

Segnalibro. Sul Venerdì Corrado Augias presenta il libro “Babij Jar”, di Anatolij Kuznecov (1929-1979), appena pubblicato da Adelphi. “Il nome di Babij Jar – si legge – è meno noto di quello di Auschwitz, eppure il raccapriccio che suscita, per chi sa di quale scempio fu teatro, è forse persino superiore”. Mentre Adriano Sofri, sul Foglio, parla della biblioteca del filosofo Carlo Michelstaedter recentemente ritrovata a Gorizia.

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