L'APPELLO DEL PRESIDENTE DELLO EUROPEAN JEWISH CONGRESS
"Europa rigetti estremismo e populismo"
Un appello a tutti i popoli d’Europa a rigettare estremismo e populismo e a scegliere nell’urna per la difesa dei valori e delle libertà fondamentali. A lanciarlo, in una nota diffusa nelle scorse ore, è lo European Jewish Congress.
“Abbiamo assistito a una costante e inquietante crescita dei partiti estremisti, sia da sinistra che da destra, oltre che all’ascesa di partiti populisti. Ci preoccupa l’idea che il trend possa proseguire in queste elezioni” sottolinea il presidente EJC Moshe Kantor. “Questi partiti – riflette infatti – sono un pericolo per l’Europa, per la democrazia e per tutte le minoranze, inclusa quella ebraica”.
Kantor ha così commentato gli ultimi sondaggi, che davano a queste forze un considerevole risultato elettorale: “Solo attraverso una stretta cooperazione politica ed economica possiamo assicurare pace e prosperità all’Europa, la miglior prospettiva per tutte le nostre comunità. Al tempo stesso dobbiamo lavorare insieme alle forze moderate in questa lotta all’estremismo”. Il presidente del consesso europeo si è inoltre detto “profondamente sconcertato” per il fatto che antisemitismo e attacchi ad altre comunità religiose siano oggi il carburante per accrescere il bacino elettorale di alcuni partiti. E ha poi rivolto un appello trasversale affinché ci si opponga con forza “ai tentativi di restringere il diritto degli ebrei a vivere in Europa”.
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IL PRIMO MINISTRO NETANYAHU AL LAVORO PER FORMARE L'ESECUTIVO
Israele, passi avanti per un nuovo governo
Secondo i quotidiani israeliani, è a buon punto la formazione del prossimo governo d'Israele. Una fonte coinvolta nei negoziati per la creazione della coalizione ha infatti affermato all'emittente Kan che sono stati fatti progressi significativi. Il ministro Yariv Levin, braccio destro del Primo ministro Benjamin Netanyahu, incontrerà sabato sera il leader di Yisrael Beiteinu Avigdor Lieberman e i rappresentanti dei partiti religiosi Shas, Yahadut HaTora e dell'Unione dei partiti di destra. Lieberman vuole il ministero della Difesa per sé, dopo averlo occupato nella scorsa legislatura prima di dimettersi in polemica con Netanyahu per questioni legate a Gaza. Alti funzionari ddi Yisrael Beiteinu hanno detto che i colloqui tra Netanyahu e Lieberman si sono svolti in una buona atmosfera e la fiducia tra i due si starebbe rafforzando, in particolare in merito alla gestione della questione sicurezza e della Striscia di Gaza. Su altri punti, come il tema legato alle pensioni, i colloqui procedono e si sviluppano. Tuttavia, Yisrael Beiteinu ha ribadito la sua posizione sul disegno di legge sulla coscrizione obbligatoria legata agli studenti delle scuole religiose: Lieberman e i suoi (5 seggi in totale) vogliono l'adozione del provvedimento e dicono che i partiti religiosi dovranno accettare la legge esattamente nella stessa forma con cui è stata adottata dalla Knesset in prima lettura.
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ERETZ - IL PREMIO DAN DAVID
“La difesa della democrazia”
Una tavola rotonda che ha per titolo “Democrazia sotto assedio” non può che colpire, anche all’interno di una università, luogo naturale per indagini senza paraocchi sul presente e su tutti gli altri tempi. Nel quadro della consegna dei premi Dan David del 2019, si è tenuta una discussione, a tratti non molto edificante, su quanto la democrazia liberale di stampo inglese e nordamericana, emersa vincitrice dopo la Seconda guerra mondiale, sia appunto sotto assedio e se abbia speranze di sopravvivenza. La mancanza del punto interrogativo alla fine del titolo della tavola rotonda non è stato purtroppo un errore di stampa.
Dalla sua istituzione nel 2002, il premio Dan David, distribuito dalla omonima Fondazione e ospitato nell’Università di Tel Aviv, riconosce l’eccellenza accademica di studiosi di tutto il mondo con tre premi annuali, ciascuno del valore di un milione di dollari. I premi sono improntati a quello che Ariel David, direttore della Fondazione e figlio del fondatore del premio, Dan, definisce “nomadismo disciplinare”, e scorrendo la lista dei professori e accademici che negli anni hanno ricevuto il premio salta agli occhi l’estremo eclettismo delle materie rappresentate.
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ELEZIONI COMUNITARIE - OLYMPIA FOÀ E CARLOTTA JARACH IN CONSIGLIO
Milano ebraica, il futuro è dei giovani
Il 4 giugno si terrà la prima riunione del nuovo Consiglio della Comunità ebraica di Milano, che per i prossimi anni sarà guidata da Milo Hasbani. La sua lista – Milano ebraica – ha infatti ottenuto la maggioranza (10 consiglieri su 19) grazie alle 11.553 preferenze raccolte contro le 10.753 della lista Wellcommunity di Raffaele Besso. Ad affiancare il presidente Hasbani, nove consiglieri tra cui due volti giovani, quelli di Olympia Foà (30 anni) e Carlotta Jarach (25), che hanno ottenuto rispettivamente 801 e 750 preferenze. “Non mi aspettavo per niente questo successo – spiega Carlotta, già presidente dell'Unione giovani ebrei d'Italia e membro della Commissione Giovani dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – Credo che il fatto di aver messo al centro i giovani concretamente, candidando me ed Olympia ma anche proponendo un piano ben strutturato, sia stato recepito positivamente. Non ho i dati ma spero che le nostre candidature abbiano aiutato a portare più giovani a votare. E un ottimo segnale in questo senso lo abbiamo avuto lo scorso 9 maggio: a un evento elettorale per under 35 sono venute 100 persone. Un risultato incredibile, se si pensa che alle iniziative Ugei a Milano spesso purtroppo non riuscivamo a portare più di 20 persone. E invece questa volta c'erano giovani del Bene Akiva, del Hashomer Hatzair e persino qualcuno che ha manifestato l'interesse a iscriversi o reiscriversi alla Comunità”.
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Rassegna stampa
Mattarella al Memoriale
“L’abisso del male è inimmaginabile e il dovere della Memoria è la base per il futuro, per la convivenza del futuro”. È il messaggio del Capo dello Stato Sergio Mattarella, ieri in visita al Memoriale della Shoah su invito della senatrice a vita Liliana Segre. “Mattarella – scrive Repubblica – è il primo presidente italiano a visitare il museo inaugurato nel 2013 attorno al Binario 21. Tutta l’emozione di Segre, che da qui partì a 13 anni verso Auschwitz con suo padre, si vede quando dopo mezz’ora esce, accompagnando un Mattarella commosso”. In una intervista il presidente del Memoriale Roberto Jarach afferma: “La visita del presidente è un riconoscimento importante del ruolo che il Memoriale può svolgere nella formazione delle coscienze giovanili del Paese”.
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L'iniziativa il 2 e 3 giugno
Il Limmud a Parma
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QUI TORINO - SEGNALIBRO
Nessuno ritorna a Baghdad
“Tutto è cominciato lì, a Baghdad, all’inizio del Novecento, o forse qualche millennio prima; a Baghdad dove Flora, Ameer e Violette sono rimasti giovanissimi e soli quando Norma, madre inquieta destinata a mutarsi in matriarca senza età, è partita prima di tutti gli altri, per inventarsi una nuova vita oltreoceano”. È Baghdad il luogo da dove il viaggio di Norma, la protagonista del nuovo libro della scrittrice e giornalista Elena Loewenthal, prende il via, e da dove inizieranno a muoversi via via tutti gli altri personaggi: tra New York, Gerusalemme, Madrid, fino all’Islanda, e poi Londra e Teheran. Una vicenda familiare che si incrocia con la storia delle prime persecuzioni degli ebrei negli anni Quaranta, in un arco temporale che dal 1944 giunge fino al 2019, abbozzando un (forse) 2020, un abbandono in incipit a cui si susseguono incontri e scontri tra i figli e la madre, mentre la vita scorre e la geografia del mondo trova spazio tra le pagine del libro attraverso i viaggi e i movimenti delle figure umane che lo compongono.
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Liberi dai beni materiali
Dichiarerete sacro il cinquantesimo anno e proclamerete libertà nel paese, per tutti i suoi abitanti, per voi sarà un giubileo (yovel), ritornerete ciascuno al proprio possesso fondiario e (tutti) ritorneranno alla propria famiglia” (Levitico 25,10). La proclamazione di libertà cui il testo fa riferimento, come spiega Rashì, è evidentemente rivolta alla liberazione degli schiavi, anche quelli che avevano rinunciato alla libertà, che la Torà stabilisce per loro a conclusione dei sei anni di servizio, (Esodo 21, 1-6), tornavano comunque definitivamente nella piena autonomia in occasione dell’anno del yovel, che ricorreva al termine di un percorso di quarantanove anni.
Rav Giuseppe Momigliano
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Ticketless - Cabas diventa Caffaz
Sulla scia della bella rubrica che Marco Belpoliti su www.doppiozero.com ha inaugurato in questi giorni, pubblico anch’io, questa settimana, una foto a testimonianza dell’impegno civile di Primo Levi. Nella immagine in alto lo si vede stringere la mano a Pertini il giorno in cui si recò a Roma per consegnargli la prima copia del numero monografico sulle leggi razziali pubblicato dalla rivista fiorentina “Il Ponte”. Si era nel 1978. Nessuno in Italia parlava della “infamia” delle leggi razziali. Proprio nessuno. Altre erano le colpe del Re, non quella di aver firmato quelle leggi come oggi tutti sanno e ripetono. Quel fascicolo ci appare oggi una cattedrale nel deserto.
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Manifestazioni e bandiere
In politica, si sa, niente avviene per caso. Soprattutto in tempi in cui la comunicazione sembra essersi sostituita ai contenuti ideologici. Non può, quindi, passare inosservata la bandiera di Israele ancora una volta apparsa in una manifestazione organizzata dal leader leghista Matteo Salvini. Dopo il raduno estivo di Pontida è toccato ora alla reunion della destra europea, a Milano lo scorso sabato.
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Periscopio - Piano di pace
Tra poco, quindi, il mondo vedrà quali sono i contenuti del famoso piano di pace americano (“l’accordo del secolo”) per il Medio Oriente a cui, da ormai molto tempo, sta lavorando Jared Kushner, il brillante genero del Presidente Donald Trump (e quindi – in virtù di tale legame familiare – l’unico tra i suoi collaboratori a non potere essere disinvoltamente licenziato: elemento, questo, che lo pone in una evidente posizione di forza e autorevolezza, fino alla scadenza – nel 2021 o 2025 – del mandato del potente suocero).
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Controvento - La riscossa dei libri
Credevate che i libri fossero finiti, che i Millennials e la generazione Z, cresciuti a emoji, video e musica a tutto volume, non sappiano che cosa farsene della parola scritta e stampata? Nossignori, Il nuovo Rinascimento editoriale si chiama BookTube, e tra i nuovi influencer ci sono i BookTubers, ragazzi (in America li chiamano young adults) che si riprendono mentre raccontano le loro esperienze libresche. VideoSelfies, insomma. Nato in sordina sei anni fa in America, Inghilterra e Canada, ora è un fenomeno mondiale, e i BookTubers costituiscono una comunità in continua espansione, che va dal Giappone alle Filippine, dal Sudamerica all’Islanda. Con BookTube si definiscono un insieme di canali che hanno per tema la lettura, in un modo però totalmente diverso da quello di noi dinosauri, abituati alle pagine letterarie dei giornali e ai critici paludati e autorevoli.
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Vita, nomi e suoni
Nel monumentale documentario Shoah di Claude Lanzmann, l’ebreo ceco Richard Glazar (nell’immagine in basso) ricordava che a Treblinka c’era un cantante d’opera ebreo polacco di nome Salve; un giorno, mentre fuori dal Block si alzavano le fiamme della combustione di cadaveri, Salve “cominciò a salmodiare in lingua yiddish un canto a me sconosciuto: Dio mio, Dio mio, perché ci hai abbandonati? Fummo già dati alle fiamme in passato ma giammai rinnegammo la Tua Santa Legge”; le fiamme dei roghi erano già alte ma Salve nel Block continuava a cantare in yiddish.
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