Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui       26 Giugno 2019 - 23 Sivan 5779
LA MOSTRA AGLI UFFIZI 

"Italia ebraica, una trama a colori" 

La lavorazione dei tessuti è tra le più antiche forme d’arte e, in campo ebraico, fin dai tempi biblici i tessuti sono stati presenti e protagonisti. 
Nel bene e nel male, nelle vicende di compiuta integrazione ma anche in quelle di maggior criticità, l’arte del tessuto si è imposta come perno espressivo e come testimonianza imprescindibile di vitalità e costituisce oggi una chiave di lettura preziosa per comprendere secoli e millenni di storia. 
La mostra “Tutti i colori dell’Italia ebraica. Tessuti preziosi e stoffe dall’antica Gerusalemme al prêt-à-porter moderno”, curata da Dora Liscia Bemporad e Olga Melasecchi (direttrici rispettivamente dei Musei ebraici di Firenze e Roma) e inaugurata quest’oggi nelle Gallerie degli Uffizi, ne è un riuscito esempio. Un percorso che dagli ornamenti del Tempio di Salomone accuratamente descritti nella Bibbia ci porta fino a Emanuele Luzzati, Maestro del disegno contemporaneo, ottenendo la ribalta prestigiosa del più importante museo italiano. 
“Siamo di fronte a una rassegna di ampissimo respiro su un tema mai affrontato prima in una grande mostra e che già da tempo meditavo di realizzare, finché gli Uffizi e un gruppo di specialisti d’eccezione lo hanno reso possibile” racconta il direttore delle Gallerie Eike Schmidt.
Un’occasione di conoscenza rara, con il visitatore che – afferma il padrone di casa – “rimarrà sorpreso dalla varietà e ricchezza degli oggetti esposti, spesso mai visti prima, che spaziano dai solenni parati liturgici ai doni diplomatici, dagli abiti ai ricami, dai ritratti al prêt-à-porter e molto altro”. Per Schmidt queste sono “le fitte, preziose trame del popolo ebraico in Italia”.
Sacro e profano, storia di un popolo e cronaca familiare. Un intreccio che disegna trame “che trovano il filo conduttore nella predilezione per questi manufatti, rivelandoci inoltre le ragioni per cui spesso gli ebrei ne furono e ne sono collezionisti esperti e studiosi competenti”.
“I preziosi paramenti cerimoniali – spiega Dario Disegni, presidente della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia – rappresentano una delle poche forme di espressione artistica che la popolazione ebraica ha potuto praticare direttamente e ci rammentano le rigide restrizioni a cui essa fu soggetta all’epoca dei ghetti, quando il commercio di stracci e tessuti usati costituiva una delle pochissime attività consentite agli ebrei. Quest’antica consuetudine si tradusse poi, con l’emancipazione, nel collezionismo di opere tessili, nonché nell’imprenditoria e nel design di questo settore”. Grazie alla mostra, ha poi osservato, “si ricongiungono opere affini per tecnica, epoca o provenienza, che nel tempo sono tuttavia andate smembrate tra le collezioni di prestigiosi musei in tutto il mondo”. Con l’occasione inoltre unica offerta ai depositi delle comunità italiane di dar visibilità “a opere straordinarie, tuttora vissuta, talvolta inedite e talaltra appositamente restaurate”.
LA MOSTRA AGLI UFFIZI 

Aròn di Pisa, una testimonianza suggestiva

Ad aprire la mostra “Tutti i colori dell’Italia ebraica” un suggestivo aròn pisano restaurato per l’occasione, il più antico di Toscana. Un’operazione coordinata dalla professoressa Dora Liscia Bemporad, che ha ricostruito mesi di intenso lavoro nel corso di una serata nei giardini del Tempio cui sono anche intervenuti il presidente della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia Dario Disegni, che proprio a Firenze ha convocato la riunione conclusiva del Consiglio uscente, il vicepresidente della Comunità ebraica fiorentina David Liscia, il rabbino capo Amedeo Spagnoletto, Giorgia Calò in rappresentanza della Comunità ebraica di Roma, il presidente della Comunità ebraica di Pisa Maurizio Gabbrielli e Federico Prosperi, suo referente per i beni artistici.

LA CONFERENZA IN BAHREIN

Paesi del Golfo, per Israele un'opportunità 

La Conferenza “Peace to Prosperity” in Bahrein, con al centro la questione israelo-palestinese, è stata per lo più criticata dai media internazionali. La due giorni in corso a Manama – organizzata da Jared Kushner, genero e consigliere del presidente Usa Donald Trump – è stata l’occasione per la Casa Bianca per presentare il proprio piano per rilanciare l’economia palestinese e riaprire i negoziati di pace. Un piano definito da diversi analisti come irrealizzabile (50 miliardi di dollari la cifra da raccogliere tra Stati Uniti e paesi del Golfo), criticato perché non tocca le grandi questioni politiche (l’esistenza o meno di uno Stato palestinese, Gerusalemme, i profughi) e rifiutato dall’Autorità nazionale palestinese ancora prima d’essere svelato.

 

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LA MOSTRA 

Bologna ebraica, i segni riscoperti del passato

Gli straordinari reperti di uno dei più ampi cimiteri ebraici medievali del mondo, rinvenuto alcuni anni fa a Bologna in via Orfeo, poco lontano dalle mura trecentesche, sono finalmente visibili dopo anni di studi e restauri in una mostra che intende ricostruire un passato glorioso, di cui poco si sa.
“La Casa della Vita. Ori e Storie intorno all’antico cimitero ebraico di Bologna”, curata e organizzata dal Museo Ebraico di Bologna che la ospita, dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Città metropolitana di Bologna e con la collaborazione della Comunità ebraica di Bologna, rappresenta un’occasione davvero stimolante di conoscenza.

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Rassegna stampa

Il no della Corte

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha respinto la richiesta di sbarcare in “un porto sicuro” avanzata dalla Sea Watch 3, l’imbarcazione bloccata da 14 giorni davanti a Lampedusa e con a bordo 42 persone. I giudici europei hanno anche chiesto al governo di Roma di continuare a fornire assistenza alla nave. “È una posizione molto cauta quella adottata dalla Cedu” afferma a La Stampa l’avvocato Anton Giulio Lana, presidente dell’Unione Forense per i Diritti Umani. “È verosimile che la stessa Corte risenta di un clima europeo profondamente cambiato rispetto a quando, fino ad alcuni anni fa, la sensibilità su questi temi era completamente diversa”.
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Cori ebraici, respiro europeo

Un evento dal respiro internazionale nel segno della musica ebraica con la partecipazione di 240 tra musicisti e coristi provenienti da cinque Paesi europei. È il Festival dei Cori Ebraici Europei, organizzato dal Coro Ha-Kol di Roma e dalla European Association of Jewish Choirs (EUAJC), che prenderà il via domani a Ferrara su iniziativa del Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah (Meis) e del Teatro Comunale ‘Claudio Abbado’.
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Dal Libano alla Tunisia,
l'esempio dei Giusti

Un nuovo Giardino dei Giusti in Libano e il conferimento in Tunisia del Premio Mohamed Abid 2019. Sono le due iniziative che nei prossimi giorni vedranno protagonista l’associazione Gariwo, impegnata a diffondere il messaggio positivo dei giusti di ieri e di oggi.


 
 
 
 
Contraddizioni di vita ebraica nella Diaspora

Nella Parashà di Shelach, la Torah narra il tragico esito della missione degli esploratori inviati da Mosè in terra di Canaan, quella delegazione dei dodici capitribù che avrebbe dovuto riferire le qualità del paese e predisporre il popolo all’ingresso nella terra promessa dal Signore rientra tracciando – con la sola eccezione di Giosuè e Calev – uno sconfortante resoconto sul carattere agguerrito degli abitanti.
 
Rav Giuseppe Momigliano
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Ticketless  - La gran bonaccia delle Antille

Rav Pierpaolo Pinhas Punturello ha aperto una discussione importante. Ha commesso un solo sbaglio, imperdonabile. Dicendo di aver gettato un sasso nello stagno, si è servito di una metafora inadatta al meraviglioso mare aperto che è l’ebraismo. Gli suggerisco una sostituzione. Non ha gettato un sasso nello stagno, ma lo ha gettato nella gran bonaccia delle Antille.
Il riferimento è al più celebre dei racconti politici di Italo Calvino. Lì si parla (1957) dell’immobilismo in cui si trovava il partito comunista al tempo di Togliatti e si racconta di una nave corsara (il PCI), che a causa di una prolungata bonaccia rimane ferma di fronte ai galeoni dei Papisti (la DC).
Alberto Cavaglion
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Il nostro ruolo in Europa 

Davvero impressiona leggere l’intervista della capitana della nave SeeWatch, Carola Rackete, rilasciata ieri a Repubblica. Stati che si rifiutano di far sbarcare persone cedendo ai peggiori umori dei propri cittadini, porti chiusi di fronte a uomini e donne attraccati da giorni in mezzo al mare, indifferenza totale alla sofferenza degli altri. Insomma, nuove Exodus una dietro l’altra. E l’ebraismo europeo che ruolo gioca in tutto questo? 
Davide Assael
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Periscopio - Religione e religiosità
Collegandomi a quanto ho avuto modo di scrivere nella mia nota settimanale di mercoledì scorso, riguardo ai concetto di laicità e di libertà “di religione” e “dalla religione”, vorrei svolgere qualche breve considerazione riguardo alla parola che è al centro di tali nozioni, e il cui significato si dà spesso per scontato, come se si trattasse di una nozione ovvia, da tutti conosciuta e da tutti intesa nello stesso modo.
Francesco Lucrezi
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