Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui      12 luglio 2019 - 9 Tamuz 5779
Il Labour divorato dai veleni dell'antisemitismo

Daniel Reichel @dreichelmoked

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"Ci vogliono gli argani per scuotere
il Rabbinato italiano!"

Ho seguito con attenzione e anche con curiosità quello che si è andato via via scrivendo su queste colonne (e pure su colonne meno strutturate) riguardo ai rabbini di oggi. Senza aver nessuna pretesa di ‘fare storia’ né di dare lezioni a nessuno, può essere utile andarsi a leggere i maggiori giornali ebraici di oltre cent’anni fa, il Corriere israelitico (con sede a Trieste, diretto dal rabbino Dante Lattes e da suo cognato Riccardo Curiel) e il Vessillo israelitico (diretto dal rabbino Flaminio Servi a cui succedette il figlio Ferruccio, con sede a Casale Monferrato). Entrambi i giornali (e altri) sono accessibili tramite il sito del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea.
Gianfranco Di Segni, Collegio rabbinico italiano
Il mito fasullo del nazionalismo
“In quest’ora d’immenso disinganno spetta a quanti ebrei in Italia hanno potere nella stampa, negli uffici, nelle cattedre, di farsi maestri di verità e di giustizia, ricordando che Mazzini non voleva il corpo, ma l’anima della nazione, cioè un’Italia grande, buona, morale, capace di adempiere una missione nel mondo”. Nel luglio del 1919, cent’anni fa, il maestro Guglielmo Lattes tuonava dalle pagine del Vessillo Israelitico contro il mito fasullo della “vittoria mutilata” (che prudentemente non citava) e intravedeva all’orizzonte i pericoli di un nazionalismo inteso male, violento e aggressivo, che imperversava per mezza Europa. Cent’anni fa.
 
Gadi Luzzatto Voghera, direttore Fondazione CDEC
Maturità senza storia
Scusate se torno su questo argomento adesso, quando ormai nessuno più pensa alla scuola, ma per correttezza non potevo parlarne prima della conclusione degli esami di stato. Temo che i firmatari dell’appello contro l’abolizione del tema storico alla maturità abbiano peccato di eccessivo ottimismo: il problema non è il tema storico (che tanto non era scelto quasi da nessuno) ma proprio la storia; il fatto è che per diplomarsi (anche con voti alti) nella scuola superiore italiana di oggi (in un qualunque ordine di scuola, compresi i licei) conoscere la storia non è affatto necessario.
Non è una novità di questa maturità: ogni anno ci sono tre materie (o coppie di materie) affidate a commissari esterni, che sono stabilite dal Ministero, e tre affidate a commissari interni scelti dai Consigli di Classe. Dunque, ogni volta che la storia non è affidata a un commissario esterno (circa un anno ogni due), in realtà può benissimo non esserci. 
Anna Segre
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L'esempio di Aharon
“… E piansero Aharon trenta giorni, ogni casa di Israele”. Rashì commenta “ogni casa di Israele” dicendo: “uomini e donne, poiché Aharon sapeva mettere la pace, sia fra litiganti, sia fra mogli e mariti”. I Rabbini della mishnà, (avot 1 mishnà 12) ci insegnano:
“siate fra i discepoli di Aharon, ama la pace insegui la pace, ama le creature e avvicinale alla Torà”. 
Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna
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Levi e i nuovi fascisti d’Italia
“Intervistatore: Non le sembra che in Italia il ricordo di Auschwitz si sia assopito?”
“Primo Levi: È probabile che in Italia sia meno pesante che non in Germania, per la ragione geografica o storica che la strage sia avvenuta localmente in Germania e non in Italia. E questo ha concesso alla maggior parte degli italiani di trovarsi un alibi facile, cioè “queste cose le hanno fatte loro, non le abbiamo fatte noi”. Ma le abbiamo cominciate noi. Il nazismo in Germania è stato una metastasi di un tumore che era in Italia, è un tumore che ha condotto alla morte la Germania e l’Europa, vicino alla morte insomma, al disastro completo. E non sono soltanto i 4 milioni di Auschwitz, ma sono i 6 e 7 milioni di vittime di ebrei, e sono i 60 milioni di morti nella Seconda guerra mondiale che sono il frutto del nazismo e del fascismo. Questa è una cosa che io personalmente non posso dimenticare per motivi evidenti ma vorrei che anche gli altri insomma tutti quelli che non sono stati in un lager o in un campo di concentramento, le ricordassero e le sapessero. Cioè che i lager, Auschwitz, erano la realizzazione del fascismo, era il fascismo integrato, completato. Aveva quello che in Italia mancava, cioè il suo coronamento.” […].
Francesco Moises Bassano
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