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26 Agosto 2019 - 25 Av 5779

alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di Anna Foa, Daniela Fubini e Viviana Kasam.
 
 
 
Minaccia iraniana senza confini,
Israele contrattacca su più fronti

Siria, Iraq, Libano. Sono i terreni di scontro della guerra a bassa intensità che da mesi vede fronteggiarsi Israele e Iran. Il regime di Teheran ha aumentato la sua influenza in tutto il Medio Oriente e promesso la distruzione dello Stato ebraico, che ha risposto con durezza a ogni minaccia: nelle scorse ore, come raccontano anche i quotidiani italiani (Stampa e Repubblica), l'esercito israeliano ha infatti colpito una base iraniana alle porte di Damasco, da dove i Pasdaran si preparavano a colpire il nord di Israele con aerei telecomandati; ha fatto saltare un convoglio di armi iraniane in Siria e ha inviato due droni in Libano, nel cuore di Beirut. “Ogni Paese che consenta che il suo territorio sia usato per attacchi contro Israele — ha affermato il premier israeliano Netanyahu -, ne subirà le conseguenze”. Su La Stampa si riporta l'analisi di Amos Harel di Haaretz, secondo cui Israele ha accelerato le azioni anti-iraniane anche per la preoccupazione di eventuali aperture da parte del presidente Trump su un nuovo accordo nucleare con Teheran.

Visite a sorpresa al G7. A proposito di Iran, l'arrivo del ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif a Biarritz durante il G7 ha sorpreso molti dei partecipanti. Il presidente francese Macron ha spiegato che Zarif non è stato invitato al meeting, ma a un incontro franco-iraniano e che il presidente Usa Trump era stato avvisato del suo arrivo. “L'impressione – scrive il Corriere - è che Macron e Trump si siano assegnati i ruoli del poliziotto buono e del poliziotto cattivo nei confronti dell'Iran. Gli Usa non rinunciano alle loro iniziative autonome e alle sanzioni economiche contro il regime degli ayatollah, ma non si oppongono a che la Francia tenti la strada del negoziato”. Il Giornale parla di “azzardo per l'intesa nucleare” da parte dell'Eliseo.

Stragi naziste in Italia. “Provo solo vergogna per quello che i tedeschi vi hanno fatto. La nostra responsabilità non ha fine”. Parole del presidente della Repubblica federale tedesca Frank-Walter Steinmeier da Fivizzano, località toscana dove è stata commemorata una delle stragi naziste in Italia (tra il 17 e il 25 agosto del 1944 furono trucidate 174 persone, come racconta La Stampa). Al fianco di Steinmeier, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a chiedere perdono, anche per le omissioni: “Furono, insieme, italiani e tedeschi a scatenare la follia omicida contro una popolazione inerme, fatta di anziani, bambini e donne, alcune anche incinte. - le parole del presidente riprese da diversi quotidiani (Repubblica e Stampa tra gli altri) - Ma i nostri due popoli riuscirono a riprendere in mano il proprio destino e risalire dagli abissi in cui li avevano trascinati il nazismo e il fascismo, contribuendo alla costruzione dell'Unione Europea. Questi tragici avvenimenti assegnano a noi tutti una grave responsabilità. La storia ci insegna che, di fronte alla barbarie, interi secoli di civiltà possono venire annientati in un istante”.

Italia, trattative per un nuovo governo. Proseguono le trattative tra i Cinque Stelle e il Partito Democratico per la formazione di un nuovo governo, ma la strada è in salita. Sul Corriere, Maurizio Breda riporta la situazione vista dal Quirinale: “Uno spiraglio minimo alla fine sembra essersi aperto. Una breccia ancora strettissima e disagevole, ma sufficiente a far pensare a Sergio Mattarella che la trattativa tra i 5 Stelle e il Pd possa concludersi con la nascita di un governo. Ecco il provvisorio risultato dei contatti che si sono intrecciati nel weekend fra il Quirinale e gli emissari dei partiti coinvolti nel negoziato. Il nodo resta quello del premier. Con i grillini che insistono su Conte. E con i democratici che, pretendendo 'discontinuità' altrimenti si avrebbe 'un rimpastone'”.

Boris Pahor, oltre un secolo di testimonianza. Trieste e Lubiana festeggeranno oggi con due appuntamenti i 106 anni dello scrittore Boris Pahor. “Dei suoi numerosi libri il più famoso è Necropoli, testimonianza dell'atroce esperienza nei lager nazisti. - ricorda il Corriere - Ma l'indomito Pahor ha attraversato tutti gli orrori del 'secolo breve': la disgregazione dell'Impero asburgico, la Grande guerra, lo squadrismo, il fascismo, la guerra d'Africa. Si è battuto contro la Jugoslavia comunista che perseguitava gli slavi cattolici, contro l'Italia che non ha mai fatto chiarezza sui crimini dei fascisti contro gli sloveni”.

Mario Pirani, racconto di una vita. Si intitola “L'uomo che visse tre volte” la pellicola di Irish Braschi che racconta l'intensa vita di Mario Pirani e che sarà presentata a Milano il 13 settembre in anteprima al Festival internazionale del documentario “Visioni dal mondo, immagini dalla realtà”. Nel documentario, con Neri Marcoré a fare da narratore/alter ego di Pirani, vengono toccati diversi capitoli della vita del giornalista e scrittore romano, come ricorda oggi Repubblica: “La famiglia borghese ebraica, la tragedia delle persecuzioni razziali ('Rimasi per ore chiuso in un armadio nella chiesa: l'abbaiare dei cani lupo, le raffiche di mitra, quei rumori sono impressi per sempre nella mia mente'), gli anni da funzionario del Pci, quelli da dirigente dell'Eni, poi il lavoro come giornalista a Repubblica”.

Segnalibro. Sul Fatto Quotidiano Furio Colombo recensisce positivamente il romanzo Soif (sete) di Amelie Nothomb mentre Mario Avagliano sul Mattino racconta il lavoro di ricerca di Mauro Canali e Clemente Volpini in Mussolini e i ladri di regime. Gli arricchimenti illeciti del fascismo (Mondadori).

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
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