Rassegna stampa
Fascisti in piazza
Saluti romani, teste rasate e slogan fascisti nel presidio convocato da Fratelli d’Italia fuori dal Parlamento, dove ieri sera il governo Conte ha ottenuto la fiducia. “Niente bandiere di partito. Ma i caratteri dello striscione ‘ladri di sovranità’ – racconta Repubblica – sono in gotico neo fascista, assai caro alla destra romana. Arrivano in migliaia, gente comune, pensionati, 30mila sparano gli organizzatori di Fratelli d’Italia, si fa presto a riempire la piazzetta transennata. Facce da festa di Atreju, catapultate un lunedì mattina a far massa per i vicoli del centro”. L’effetto assedio, si legge, “è perfettamente riuscito”.
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INFORMAZIONE - INTERNATIONAL EDITION
Polanski conquista Venezia
La drammatica vicenda di Alfred Dreyfus, ufficiale francese ingiustamente accusato di spionaggio in un caso che ancora oggi viene considerato emblematico dell’antisemitismo europeo, conquista nella trasposizione di Roman Polanski il Gran Premio della Giuria al Festival del cinema di Venezia. Questa la notizia in apertura dell’ultima uscita di Pagine Ebraiche International Edition.
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La convivenza civile da riconquistare
C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole. In pochi giorni l’atmosfera si è alquanto distesa e l’aria un po’ rasserenata. Dagli schermi vengono sparate meno invettive e meno inviti all’odio. Si può sperare che il paese ritorni a una politica che non badi solo ad aumentare il peso elettorale dei partiti, ma si preoccupi dei problemi veri della gente. Il lavoro, la difficoltà ad arrivare a fine mese, il futuro dei giovani. E, perché no, l’applicazione di leggi e regole che valgono per tutti allo stesso modo e rendono possibile la convivenza civile, una società in cui il cittadino rispetta ogni altro cittadino e non ne discrimina nessuno. C’è bisogno di parole che uniscono, e non di infuocati discorsi che seminano odio e dividono. C’è bisogno di qualche piccola verità contro il fiume di fake news da cui siamo stati sommersi negli ultimi anni.
Dario Calimani, Università di Venezia
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Freud a San Siro
I tifosi (non sostenitori, tifosi) dell’acclamata squadra della capitale morale d’Italia, spiegano a Romelu Lukaku: “Ci spiace molto che tu abbia pensato che quanto accaduto… sia stato razzismo. Devi capire che l’Italia non è come molti altri paesi europei dove il razzismo è un vero problema. Capiamo che possa esserti sembrato ma non è così. In Italia usiamo certi ‘modi’ solo per ‘aiutare la squadra’ e cercare di rendere nervosi gli avversari”. Non si spiega, nella lettera, in cosa consistano i richiami ai “certi modi” et pour cause (non si voleva essere volgari).
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Ottanta anni dopo
Nel settembre di ottanta anni fa l’esercito tedesco avanzava spedito in Polonia, fiaccando facilmente una strenua ma impotente resistenza. Entro la fine del mese il paese era ormai parte del Terzo Reich, che a spron battuto – nel quadro di una pesantissima occupazione – costruiva le strutture dell’isolamento, della persecuzione di massa, dell’imprigionamento e della distruzione della più numerosa comunità ebraica europea. Nel cosiddetto Governatorato Generale (comprendente i distretti di Cracovia, Lublino, Radom, Varsavia e Leopoli con la Galizia orientale) e nel Warthegau (con il distretto di Lođz), due delle regioni in cui era stata divisa la Polonia dopo la conquista, veniva messa a punto durante pochi mesi l’organizzazione della più efficiente macchina burocratico-amministrativa che la Germania nazista era stata sino allora capace di realizzare contro la popolazione ebraica.
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