Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui        24 Settembre 2019 - 24 Elul 5779
LA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO AL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE 

"Not in my name, insieme per tutelare le donne"

La lotta contro la violenza sulle donne, in particolare giovani e adolescenti, è tra i temi che al giorno d'oggi richiedono una sempre più forte consapevolezza e incisività d'azione. “Not in my name. Ebrei, Cattolici e Musulmani in campo contro la violenza sulle Donne”, progetto che è il risultato di una collaborazione tra Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Comunità Religiosa Islamica Italiana e Ateneo Pontificio Regina Apostolorum sotto l’egida del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si propone di offrire soluzioni condivise nel segno dei valori comuni che uniscono oltre le differenze ma anche del pragmatismo. E quindi con una serie di interventi mirati nelle e con le scuole, annunciati in queste ore nella sede del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. 
“La violenza sulle donne è una realtà inaccettabile ed è un tema di grande attualità - ha sottolineato in apertura Livia Ottolenghi, assessore alla Scuola, Formazione e Giovani dell'UCEI – Per questo abbiamo deciso di metterci insieme, ebrei, cattolici, musulmani, come portatori di valori e dare un messaggio chiaro: nessuna violenza deve e può trovare nella fede un'attenuante o una giustificazione. Il nostro obiettivo è poi quello di puntare soprattutto sui giovani, sulle future generazioni, a loro è diretto questo progetto”. A leggere i saluti del ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti, il dirigente della direzione generale per lo Studente Giuseppe Pierro. Il ministro, nel suo messaggio, ha sottolineato come iniziative come “Not in my name sono importanti per insegnare alle nuove generazioni la cultura del rispetto reciproco”.
A mettere a punto il programma formativo di Not in my name sono state Raffaella Di Castro, coordinatrice di progetti culturali e di formazione per l'UCEI, e Domitilla Melloni, pedagogista e fondatrice della Società di Analisi Biografica a Orientamento Filosofico (Sabof) e della Scuola Superiori Philo Pratiche Filosofiche di Milano.
Fine ultimo della proposta formativa è la sensibilizzazione e la consapevolezza critica dei giovani ai pregiudizi, alle discriminazioni e alle violenze di genere, tramite il metodo della pedagogia attiva e con il supporto anche dei valori etici universali di cui le tre religioni sono portatrici. 
IL CONFERIMENTO A ROMA DELL'ALTA ONORIFICENZA DELLO YAD VASHEM

Cencelli e Gessini, l'eroismo di due famiglie
Giuste tra le Nazioni

Negli anni bui della persecuzione, della Shoah, alcuni uomini e donne sono andati contro corrente e “hanno agito per salvare la vita di ebrei, per preservare il popolo eterno, per mantenere la speranza in un mondo migliore, nel quale la tirannia sarebbe stata sconfitta. Ci hanno aiutati a mantenere la fiducia nel bene umano”. Tra loro, Armando e Luisa Cencelli, Ludovico Gessini e sua figlia Iole: uomini e donne che “hanno salvato la famiglia Terracina. Non solo salvato; hanno rischiato la vita per questo, e non lo hanno fatto per ricevere una ricompensa o un premio. La loro più grande ricompensa è vedere oggi i discendenti della famiglia Terracina vivi e operosi”. Nella tradizione ebraica si dice “chi salva una vita salva il mondo”:  “Guardate quanti mondi avete salvato. I discendenti dei sopravvissuti, e i discendenti dei loro discendenti, per sempre, vivranno tutti grazie al gesto di Ludovico Gessini e sua figlia Yole, e di Armando e Luisa Cencelli.”. Le sentite parole dell'ambasciatore designato d'Israele in Italia Dror Eydar in occasione della consegna a Roma della medaglia di Giusti tra le nazioni alle famiglie Cencelli e Gessini. Davanti ai famigliari di Giulio Terracina, che i Cencelli nascosero in casa durante la persecuzione nazifascista, il commosso evento organizzato al Centro ebraico il Pitigliani. “Mi ricordo quella mattina quando il padre ci portò Giulio, bambino di sette anni. Disse a mio padre 'Armando, ci portano tutti via'. E lasciò suo figlio da noi perché lo nascondessimo. E per me divenne un fratello”, la testimonianza di Massimiliano Cencelli, commosso per il riconoscimento e per le parole dell'ambasciatore. A rendere omaggio alla sua famiglia e ai Gessini, anche gli interventi della presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, del presidente del Pitigliani Bruno Sed e della Fondazione Museo della Shoah di Roma. 



Rassegna stampa

Italia, Francia e Germania prima intesa sui migranti
In un summit a La Valletta, Italia e Malta hanno firmato un accordo con Francia e Germania per la redistribuzione automatica dei richiedenti asilo e l’obiettivo è allargarlo ad altri Paesi europei. Il trasferimento vale solo per chi viene soccorso in mare, non per chi sbarca sulla costa, spiega Repubblica che comunque giudica positivamente l’intesa. Per il Corriere si tratta di “un primo passo dell’Europa” nei confronti dell’Italia.“Un passo decisivo – afferma il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese – Perché vuole dire che l’Italia non è più sola, noi e Malta da oggi siamo considerati la porta d’Europa”.
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INFORMAZIONE - INTERNATIONAL EDITION  

Napoli, il presidente tedesco 
in visita in sinagoga

Per il pubblico internazionale di Pagine Ebraiche, sul notiziario International la visita del Presidente della Repubblica Federale di Germania Frank-Walter Steinmeier alla sinagoga di Napoli, nel corso della sua giornata nella città partenopea. L’incontro con i vertici della comunità e con alcuni sopravvissuti alla Shoah è stata un’occasione per Steinmeier per ascoltare la storia dell’ebraismo napoletano e la testimonianza di quanto avvenuto in quei luoghi durante la Seconda Guerra Mondiale.

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L'Uzbekistan e il passato interrotto
L'Uzbekistan è un paese laico. La maggioranza è musulmana, ma in giro non ci sono burka, e i hijab sono rari.
Il viaggio prevede una cena (vegetariana, per l'occasione) in casa di un collezionista di Bukhara. Grande patio, stanze distribuite tutto attorno per due piani di casa. Si entra direttamente in sala da pranzo: grande, vivace di forme e di colori, raffinata e arabeggiante. Fra gli affreschi alle pareti, per lo più di disegni floreali, ci sono sorprendentemente due splendidi Maghen David con iscrizioni in ebraico a mo' di kamea, amuleti che invocano la benedizione per la casa. Sulla fascia superiore di una parete, poi, una grande iscrizione ebraica dedica la sala allo Shabbat e alle festività.
Dario Calimani, Università di Venezia
La formazione dei giuristi
Apprendiamo che il Comitato direttivo della Scuola Superiore della Magistratura, nell’ambito della programmazione mirata ad una regolazione dell’offerta formativa anche in rapporto all’attualità dei fenomeni di rilevanza giudiziaria, ha deliberato di procedere alla organizzazione di un corso straordinario su “Le disposizioni penali in materia di neofascismo, negazionismo e crimini d’odio”.
Si tratta di una pregevole iniziativa, che però si rivela assai delicata. Abbiamo notato come alcune sentenze in materia si situino in un’area ideale che difficilmente saprebbe essere ascritta alla legittimità o al merito.
Emanuele Calò
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Popolo sovrano e cittadini
Il 26 agosto di duecentotrenta anni fa l’Assemblea Costituente nata dal giuramento della Pallacorda approvava la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. Una visione del mondo che con occhio apparentemente naturalistico e falsamente religioso per secoli aveva suddiviso l’umanità in caste ancestrali, insopprimibili, invalicabili e riservato tutto il potere ai ceti elevati crollava sotto il peso insostenibile della crisi economica e delle differenze sociali, per lasciare il posto a una prospettiva del tutto nuova in cui gli uomini ritrovavano se stessi riconoscendo nell’uguaglianza naturale già sancita da Jean-Jacques Rousseau (Trattato sull’origine della disuguaglianza fra gli uomini, Il contratto sociale) la propria base comune, sulla quale edificare la futura immagine della società e dello Stato.
David Sorani
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