Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui     6 Ottobre 2019 - 7 Tishri 5780
IL DOSSIER DI PAGINE EBRAICHE DI OTTOBRE

Fatti e persone, il bilancio di un anno

Una sensazione di instabilità ha accompagnato l’anno ebraico 5779 da poco conclusosi. Le elezioni europee hanno raccontato di un’Europa segnata da populismi e sovranismi; i terremoti e contrasti della politica italiana hanno generato ulteriori preoccupazioni e incertezze; la sensazione di un aumento della rabbia, del pregiudizio, dell’antisemitismo si è diffusa tra i cittadini. Ma in questo orizzonte fragile sono emerse allo stesso tempo le grandi opportunità di dare un nuovo impulso all’Europa, al Paese e, nel suo piccolo, al mondo ebraico. Nelle pagine del dossier “Fatti e persone” su Pagine Ebraiche di ottobre in distribuzione, curato da Daniel Reichel, il bilancio del lavoro propositivo condotto in un anno dalle diverse realtà dell’ebraismo italiano per trasformare instabilità e incertezze in occasioni di crescita.

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IL DOSSIER DI PAGINE EBRAICHE DI OTTOBRE

I ragazzi dell'Avanti tutta

 

Due passi e una boccata d’aria alla vigilia del nuovo anno. Se le coincidenze o gli impegni familiari ti portano fino a Berlino, una pausa di riflessione prima di tuffarsi nella folla di alcune delle sinagoghe più vivaci d’Europa prende un significato particolare. Inutile cercare monumenti o scorci spettacolari, meglio arrendersi all’evidenza di una città magmatica, la cui bellezza è di essere calamita e orizzonte di tutta la gioventù europea, sogno da raggiungere per molti ragazzi italiani e laboratorio di crescita ebraica senza pari al mondo. Per questo, lontano dall’Unter der Linden, dalla Porta di Bandeburgo e dalla Alexanderplatz, i miei due passi avrebbero voluto rendere omaggio al massimo poeta che il mondo di lingua tedesca abbia mai conosciuto, l’ebreo di Düsseldorf Heinrich Heine. 
Nel suo indimenticabile saggio che spiega come anima e cultura tedesca e anima e cultura ebraica non possano mai prescindere una dall’altra (Requiem tedesco, Storia degli ebrei in Germania) lo storico israeliano Amos Elon spiega che negli anni più bui della dittatura, nonostante i roghi dei libri, la persecuzione, l’assassinio e la cancellazione di ogni traccia di ebraismo, la poesia di Heine era talmente centrale, talmente necessaria e insostituibile, che non si riuscì mai a cancellarla dalle antologie scolastiche. Per evitare l’imbarazzo di ammettere quello che la cultura europea deve agli ebrei, non le parole eterne di Heine, ma solo la sua firma era stata cancellata e sostituita con la dicitura “autore ignoto”. 
I gerarchi impazziti non potevano offrire migliore dimostrazione che quando cancella la propria matrice originaria l’Europa cammina cieca verso il baratro. Oggi la Heinrich Heine Strasse è un vialone che non potrebbe essere più anonimo fra Kreuzberg e Mitte, alle spalle del museo ebraico più dinamico d’Europa. Ma andare a camminare proprio lì, attraversare i suoi grandi spazi vuoti e incerti ancora segnati dalle cicatrici del muro che lo tagliava di netto, aiuta a incontrare la propria riflessione. Dove oggi il traffico scorre indifferente, passare dal settore orientale a quello occidentale della città è stato a lungo un sogno irraggiungibile. Proprio lì le guardie della dittatura comunista spezzarono senza pietà, nell’aprile del 1962, la vita del ventitreenne Klaus Brueske. Aveva tentato di sfondare la cortina di ferro lanciando a tutta velocità il suo autocarro contro il posto di confine. Un folle colpo di acceleratore, il salto verso il nulla. I compagni di avventura nell’urto spaventoso furono proiettati, feriti, ma salvi, a Berlino Ovest. Il corpo del ragazzo rimase senza vita nella carcassa del mezzo crivellato dalle pallottole. Altri 140 ragazzi di Berlino caddero dopo di lui invocando la libertà. Il muro, di cui a giorni si celebra il trentennale della caduta, era stato da poco innalzato. Avanti a tutta forza. Un colpo folle, un gesto inevitabile. 
Quando la libertà suona le sue trombe non tutti sono capaci di restare indifferenti. Oggi la grande stampa europea proclama in copertina l’eroismo del comandante Carola Rackete. La trentunenne che chiamano il “Capitano Europa” infiamma i giovani nelle piazze e chiede a chi governa perché non ha risposto alla sua invocazione d’aiuto lanciata prima di sfondare a tutta forza, con un inesorabile colpo al timone della Sea Watch, il blocco del porto di Lampedusa. Non è qui la sede per definire le ragioni e i torti. Ma per dire che nel nuovo anno, se non vogliamo tradire la nostra anima di minoranza attiva e necessaria, dobbiamo augurarci di trovare anche noi lo slancio per procedere, con i nostri ideali, verso la libertà. Avanti tutta.

Guido Vitale, dossier Pagine Ebraiche di ottobre

L'INAUGURAZIONE DELLO SPAZIO RINNOVATO A MILANO 

"Giardino dei Giusti, luogo vivo di riflessione"

“Avendo conosciuto gli ingiusti, tanti, ho sempre trovato straordinario il coraggio dei giusti. Non si tratta solo di un titolo: giusto è chi ha fatto una scelta eroica. Per questo, dopo Yad Vashem, sono molto contenta che ci sia un luogo anche nella mia Milano che li onori”.
Con queste parole, sul nostro notiziario di venerdì, la Testimone della Shoah e senatrice a vita Liliana Segre commentava quello che è il grande evento della giornata milanese in corso: l’inaugurazione del nuovo Giardino dei Giusti di tutto il mondo nel Parco del Monte Stella, dopo i lavori di riqualificazione. Una giornata ricca di attività: concerti, reading, dibattiti, laboratori per i bambini e visite guidate per presentare uno spazio per attività educative e culturali aperto alla città.
Proprio Segre ha oggi portato la sua testimonianza e ha partecipato al taglio del nastro inaugurale insieme alle autorità cittadine, a Gabriele Nissim presidente di Gariwo, al vicepresidente UCEI Giorgio Mortara e a Marco Rasconi della Commissione centrale di beneficenza della Fondazione Cariplo. Una folla sta partecipando ai numerosi eventi previsti per la giornata odierna, assieme ai rappresenti delle istituzioni e delle comunità religiose.

IL PREMIO LUSSU ALLA SENATRICE A VITA 

"Liliana Segre, voce di Memoria e democrazia"

È andato alla Testimone della Shoah e senatrice a vita Liliana Segre il premio alla carriera dell’edizione 2019 del festival cagliaritano che porta il nome di Emilio Lussu, intellettuale sardo antifascista che fu tra i fondatori del Partito d’Azione, deputato tra il 1921 e il 1924, fondatore assieme a Carlo Rosselli e Fausto Nitti del movimento Giustizia e Libertà, protagonista della Resistenza a Roma e quindi ministro del governo Parri e del primo De Gasperi. Un riconoscimento, quello alla senatrice, che mette al centro il suo impegno per la Memoria, la democrazia, la difesa dei diritti fondamentali.

IL PROGETTO PROMOSSO DALL'UCEI 

"Nazione, Popolo, Religione": a Genova
insegnanti a scuola di ebraismo

Ha preso il via da Genova il nuovo progetto di formazione per insegnanti incentrato sull’ebraismo, frutto della collaborazione tra la Comunità ebraica locale e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. A curare il primo incontro, “Ebrei: Nazione, Popolo, Religione”, il pedagogista Saul Meghnagi (nell'immagine), coordinatore UCEI del progetto. Quarantasei gli insegnanti che hanno preso parte all’iniziativa d’avvio del corso, ideato dopo le sollecitazioni arrivate dagli stessi docenti. Il percorso formativo, che parte dall’assunto che “l’ostilità e l’intolleranza muovono sovente dalla mancanza di conoscenza della ricchezza, della complessità e del divenire storico delle culture”, è accreditato sulla piattaforma Sofia in cui il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca inserisce le esperienze educative che ritiene di sostenere. Un risultato significativo, commentato con soddisfazione da Meghnagi.

IL LIBRO DEL PROFESSOR GIULIANI PRESENTATO AL SENATO 

La Shoah e il nuovo patto per un mondo senza odio

È possibile distruggere nuovamente le tavole della legge che Mosè ha riscritto sul monte Sinai? O mandare in frantumi l’alleanza tra il Creatore e il creato sancita con Noè dopo il diluvio? Per Massimo Giuliani, docente di Pensiero ebraico nelle Università di Trento e di Urbino e di Filosofia ebraica nel Diploma dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, autore del saggio Le Terze tavole. La Shoah alla luce del Sinai, pubblicato dalle Edizioni Dehoniane con prefazione di Maria Cristina Bartolomei, “le seconde tavole della legge divina sono state infrante dall’arroganza umana che nel cuore del ventesimo secolo ha pianificato, organizzato ed eseguito sin nei dettagli lo sterminio del popolo ebraico, cifra di ogni odio verso l’altro in quanto diverso da noi, ma anche icona del rifiuto di quella visione morale del mondo che identifichiamo ancora con la rivelazione sinaitica”.
Il volume, presentato negli scorsi giorni nella Biblioteca del Senato, analizza le principali interpretazioni ebraiche della Shoah su diversi piani: teologico, etico, religioso e politico. Una lettura particolarmente stimolante, come hanno sottolineato i diversi relatori intervenuti alla presentazione romana.
”È possibile un nuovo umanesimo dopo Auschwitz? Il libro di Giuliani ci indica senz’altro una via” ha affermato Liliana Segre, Testimone della Shoah e senatrice a vita. “Serve – ha poi aggiunto Segre – un nuovo pensiero della relazione umana, grazie al quale le differenze possano tornare a convivere e crescere insieme”.

GLI AUGURI PER IL 5780 

Un anno per la lettura

Un augurio di buon anno a tutti gli iscritti e ai lettori. E un augurio di cuore anche alla redazione di Pagine Ebraiche, pubblicazione ben fatta, sempre utile e stimolante.

David Liscia, presidente della Comunità ebraica di Firenze 

GLI AUGURI PER IL 5780 

Un anno per la dolcezza

Gli auguri dolci e sinceri di Shanà Tovà dal presidente di lunga data dell’antico nucleo ebraico monferrino, piccolo e incredibilmente attivo. Nel 5779 abbiamo celebrato il 50esimo anniversario del restauro della sinagoga, un luogo caro alla nostra Comunità e di cui siamo molto orgogliosi.

Salvatore Giorgio Ottolenghi, presidente Comunità ebraica di Casale Monferrato



Rassegna stampa

"Italia smetta di aiutare
i terroristi di Teheran"

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La scelta dei simboli
Sulla questione dei simboli da porre sulla parete di qualsiasi aula scolastica si è tornati a discutere.
Una volta che si sia deciso che quella parete non debba rimanere vuota, quale porre? Dipende se il simbolo che si propone ha una funzione progettuale (parla di che cosa si vorrebbe per domani) o descrittiva (chi siamo). In entrambi i casi il simbolo che si sceglie ha una funzione educativa: in un caso concepisce l’educazione costruzione progettuale espressa da un progetto ideologicamente orientato (diventare qualcuno diverso da ciò che si è ora oppure difendere ciò che si è già) o universalistica e, dunque, inclusiva. Nel primo caso dipende dal progetto che si ha (non tutti abbiamo uno stesso progetto in merito a valori, contenuti, credi religiosi, convinzioni politiche…). Nel secondo caso dalla soglia minima che riconosciamo essere un contenuto che non distingue. Ovvero che parla di me come di chiunque.
                                                                          David Bidussa, storico delle idee
Greta, i suoi fratelli e le sue sorelle
Dire qualcosa di sensato nella ridda aggressiva di affermazioni e controaffermazioni che si susseguono, nei social network così come in altri ambiti, rispetto ai giovani che manifestano sul clima (demagogici, disinformati, “servi di Soros” – quest’ultimo oramai un classico per alcune parti politiche -, opportunisti, furbetti dello sciopero, consumisti e cos’altro per certuni; santi e “rivoluzionari”, nuovi sessantottini destinati a salvare il mondo, per altri) diventa sempre più difficile. Poiché ogni cosa viene travolta dal gusto dell’invettiva – che spesso si trasforma in ingiuria – così come dal bisogno di introdurre ossessivi distinguo, quasi che dalla critica del giudizio si fosse passati ad un indiscriminato giudizio critico a prescindere (Kant non c’entra, almeno in questo caso).
 
Claudio Vercelli, storico
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