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10 Ottobre 2019 - 11 Tishri 5780

alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di Giorgio Berruto, Stefano Jesurum, Maria Teresa Milano, Sara Valentina Di Palma e Valentino Baldacci.
 
 
"Halle, giornata drammatica
per chi crede nella convivenza"
“Una giornata drammatica per chi crede a un’Europa di pace, speranza e convivenza”. In evidenza, tra gli altri sul Corriere della sera, le parole con cui la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha ieri commentato, al termine dello Yom Kippur, i fatti di Halle.
“I fatti di Halle, nella loro tragica dinamica, ci riportano a un altro 9 ottobre, di 37 anni fa, quando ad essere colpito fu il Tempio Maggiore di Roma e a perdere la vita un bambino di appena due anni, Stefano Gaj Taché. Oggi era Yom Kippur, il solenne digiuno che costituisce il momento più sacro dell’anno ebraico. Allora era Shemini Atzeret, la conclusione di Sukkot, la Festa delle Capanne, un altro momento dalla forte valenza simbolica. Non abbiamo dimenticato – ha scritto in un messaggio inviato in serata all’ambasciatore tedesco Viktor Elbling – e mai dimenticheremo”.
A Josef Schuster, presidente del Consiglio centrale ebraico in Germania, cui ha espresso il cordoglio dell’ebraismo italiano, ha invece scritto: “Un episodio drammatico, sconvolgente, che ci lascia attoniti. La reazione a quanto accaduto questo pomeriggio dovrà essere forte. E non basterà assicurare il responsabile o i responsabili, se ve n’è più di uno, alla giustizia. È arrivato il momento che l’Europa intera, senza tentennamenti, agisca contro ogni pulsione estremista e destabilizzante. Contro chi predica odio, diffonde violenza e porta morte. Ne va del futuro dell’Europa stessa”.
Numerosi i quotidiani che scelgono di aprire con quanto accaduto ieri in Germania e sulla minaccia neonazista concretizzatasi nei morti di Halle. “L’odio antisemita – racconta il Corriere – colpisce nel cuore della ex Ddr, dove un cittadino su quattro vota l’estrema destra che accarezza i neonazisti, ma è l’intero Paese a doversi confrontare con i suoi fantasmi. È una città deserta e in stato d’assedio quella in cui arriviamo nel pomeriggio. Isolata per ore dal resto del Paese, con centinaia di poliziotti in tenuta anti-sommossa e decine di volanti e mezzi blindati a ogni angolo di strada. Un silenzio pesante, interrotto solo dalle sirene”. Sottolinea La Stampa: “La situazione si va chiarificando ora dopo ora: nonostante all’inizio si fosse pensato al blitz di un commando, anche sull’onda delle notizie di un’altra sparatoria nella vicina Landsberg, si tratterebbe invece del delirio solitario di un killer neonazista. Solitario ma non per questo meno letale”. Così Repubblica descrive il killer: “Un ‘lupo solitario’, deciso a conquistarsi un ruolo nella comunità bruna di Internet, e pronto per questo ad aprire il fuoco su persone scelte a caso. È questo il profilo di Stephan Balliet, neonazista di 27 anni e protagonista della sparatoria di Halle: un estremista che con tutta probabilità sognava di emulare Anders Breivik, il massacratore norvegese dei ragazzi, e che, almeno allo stato delle indagini, sembra aver agito da solo”. Repubblica ospita anche un intervento del politologo Yascha Mounk, che dice: “Minacce ignorate per anni. Noi ebrei non possiamo più sentirci al sicuro”.

Kurdistan, la lettera dei familiari di "Orso". Occhi del mondo puntati su quel che sta accadendo in Kurdistan. Su Repubblica un estratto della lettera aperta al governo e alle istituzioni dei familiari di Lorenzo Orsetti, il combattente italiano ucciso sette mesi fa dall’Isis mentre lottava a fianco dei curdi in Siria. “Vi scriviamo – si legge – per chiedervi: volete abbandonare chi ha combattuto l’Isis? Lorenzo è stato riconosciuto come un esempio di partigiano internazionalista e antifascista. Attraverso la sua scelta di vita e la sua morte ha fatto conoscere a tanti la realtà che si sta costruendo nel Rojava, nel nord-est della Siria, dove la democrazia nasce dal basso, fondata sul rispetto delle diversità sociali e culturali. Questa realtà, costruita col sangue di oltre 11mila curdi e 36 volontari internazionali, è minacciata e potrebbe essere distrutta”.

"Razzisti in curva, daspo a vita". Con l’introduzione del daspo a vita Lazio e Roma sembrano voler contrastare in modo più incisivo comportamenti razzisti e antisemiti in curva. Scrive il Corriere: “Unite contro il razzismo. Senza essersi messe d’accordo, ma ispirate dagli stessi principi. Dopo la Roma, anche la Lazio lancia la sua offensiva, eclatante e dura: se saranno individuati gli autori del saluto romano in occasione della partita contro il Rennes, questi non potranno più entrare all’Olimpico quando giocherà la squadra biancoceleste”. Per Paolo Conti, che firma un editoriale sulla prima pagina del Corriere Roma, “la città fa il gol più bello”. Sottolinea l’editorialista: “Si potrebbe dire, con un luogo comune, incredibile ma vero. Roma, per una volta, offre una lezione di civiltà e di consapevolezza a molte altre città italiane. Non solo, ma questa lezione (incredibile, e due) viene dal mondo del calcio”.

"Scuola, la Storia al centro". “Condivido l’idea che la Storia debba tornare ad essere centrale nel modello formativo delle nostre scuole: in buona parte lo è”. Parole del ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, che si sarebbe deciso per questa impostazione didattica, segnala Repubblica, “incalzato dalla senatrice a vita Liliana Segre”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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