10 Ottobre 2019 - 11 Tishri 5780
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"Halle, giornata drammatica
per chi crede nella convivenza" “Una
giornata drammatica per chi crede a un’Europa di pace, speranza e
convivenza”. In evidenza, tra gli altri sul Corriere della sera, le
parole con cui la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Noemi Di Segni ha ieri commentato, al termine dello Yom
Kippur, i fatti di Halle.
“I fatti di Halle, nella loro tragica dinamica, ci riportano a un altro
9 ottobre, di 37 anni fa, quando ad essere colpito fu il Tempio
Maggiore di Roma e a perdere la vita un bambino di appena due anni,
Stefano Gaj Taché. Oggi era Yom Kippur, il solenne digiuno che
costituisce il momento più sacro dell’anno ebraico. Allora era Shemini
Atzeret, la conclusione di Sukkot, la Festa delle Capanne, un altro
momento dalla forte valenza simbolica. Non abbiamo dimenticato – ha
scritto in un messaggio inviato in serata all’ambasciatore tedesco
Viktor Elbling – e mai dimenticheremo”.
A Josef Schuster, presidente del Consiglio centrale ebraico in
Germania, cui ha espresso il cordoglio dell’ebraismo italiano, ha
invece scritto: “Un episodio drammatico, sconvolgente, che ci lascia
attoniti. La reazione a quanto accaduto questo pomeriggio dovrà essere
forte. E non basterà assicurare il responsabile o i responsabili, se ve
n’è più di uno, alla giustizia. È arrivato il momento che l’Europa
intera, senza tentennamenti, agisca contro ogni pulsione estremista e
destabilizzante. Contro chi predica odio, diffonde violenza e porta
morte. Ne va del futuro dell’Europa stessa”.
Numerosi i quotidiani che scelgono di aprire con quanto accaduto ieri
in Germania e sulla minaccia neonazista concretizzatasi nei morti di
Halle. “L’odio antisemita – racconta il Corriere – colpisce nel cuore
della ex Ddr, dove un cittadino su quattro vota l’estrema destra che
accarezza i neonazisti, ma è l’intero Paese a doversi confrontare con i
suoi fantasmi. È una città deserta e in stato d’assedio quella in cui
arriviamo nel pomeriggio. Isolata per ore dal resto del Paese, con
centinaia di poliziotti in tenuta anti-sommossa e decine di volanti e
mezzi blindati a ogni angolo di strada. Un silenzio pesante, interrotto
solo dalle sirene”. Sottolinea La Stampa: “La situazione si va
chiarificando ora dopo ora: nonostante all’inizio si fosse pensato al
blitz di un commando, anche sull’onda delle notizie di un’altra
sparatoria nella vicina Landsberg, si tratterebbe invece del delirio
solitario di un killer neonazista. Solitario ma non per questo meno
letale”. Così Repubblica descrive il killer: “Un ‘lupo solitario’,
deciso a conquistarsi un ruolo nella comunità bruna di Internet, e
pronto per questo ad aprire il fuoco su persone scelte a caso. È questo
il profilo di Stephan Balliet, neonazista di 27 anni e protagonista
della sparatoria di Halle: un estremista che con tutta probabilità
sognava di emulare Anders Breivik, il massacratore norvegese dei
ragazzi, e che, almeno allo stato delle indagini, sembra aver agito da
solo”. Repubblica ospita anche un intervento del politologo Yascha
Mounk, che dice: “Minacce ignorate per anni. Noi ebrei non possiamo più
sentirci al sicuro”.
Kurdistan, la lettera dei familiari di "Orso". Occhi
del mondo puntati su quel che sta accadendo in Kurdistan. Su Repubblica
un estratto della lettera aperta al governo e alle istituzioni dei
familiari di Lorenzo Orsetti, il combattente italiano ucciso sette mesi
fa dall’Isis mentre lottava a fianco dei curdi in Siria. “Vi scriviamo
– si legge – per chiedervi: volete abbandonare chi ha combattuto
l’Isis? Lorenzo è stato riconosciuto come un esempio di partigiano
internazionalista e antifascista. Attraverso la sua scelta di vita e la
sua morte ha fatto conoscere a tanti la realtà che si sta costruendo
nel Rojava, nel nord-est della Siria, dove la democrazia nasce dal
basso, fondata sul rispetto delle diversità sociali e culturali. Questa
realtà, costruita col sangue di oltre 11mila curdi e 36 volontari
internazionali, è minacciata e potrebbe essere distrutta”.
"Razzisti in curva, daspo a vita".
Con l’introduzione del daspo a vita Lazio e Roma sembrano voler
contrastare in modo più incisivo comportamenti razzisti e antisemiti in
curva. Scrive il Corriere: “Unite contro il razzismo. Senza essersi
messe d’accordo, ma ispirate dagli stessi principi. Dopo la Roma, anche
la Lazio lancia la sua offensiva, eclatante e dura: se saranno
individuati gli autori del saluto romano in occasione della partita
contro il Rennes, questi non potranno più entrare all’Olimpico quando
giocherà la squadra biancoceleste”. Per Paolo Conti, che firma un
editoriale sulla prima pagina del Corriere Roma, “la città fa il gol
più bello”. Sottolinea l’editorialista: “Si potrebbe dire, con un luogo
comune, incredibile ma vero. Roma, per una volta, offre una lezione di
civiltà e di consapevolezza a molte altre città italiane. Non solo, ma
questa lezione (incredibile, e due) viene dal mondo del calcio”.
"Scuola, la Storia al centro". “Condivido
l’idea che la Storia debba tornare ad essere centrale nel modello
formativo delle nostre scuole: in buona parte lo è”. Parole del
ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, che si sarebbe deciso per
questa impostazione didattica, segnala Repubblica, “incalzato dalla
senatrice a vita Liliana Segre”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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