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IL MUSEO DELL'EBRAISMO ITALIANO DI FERRARA

Il Meis e lo sblocco dei finanziamenti
"25 milioni per completare il lavori"  

Come promesso nelle scorse settimane, il ministero dei Beni per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo ha sbloccato lo stanziamento di 25 milioni di euro per il completamento del progetto edilizio del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara. Ad annunciarlo, il ministro Dario Franceschini che ha sottolinea come “un’idea così importante” come il Meis “non si può lasciare a metà”. Lo sblocco, ha spiegato il ministro, “consentirà adesso di portare a compimento il processo fondativo dell’istituzione voluta nel 2003 dal Parlamento, con una legge votata all’unanimità dalla Camera e dal Senato”. “Siamo grati per questo ripristino diretto al completamento dei lavori della struttura del Museo. - afferma a Pagine Ebraiche il direttore del Meis Simonetta Della Seta – e con l'occasione confermiamo l'impegno del gruppo di lavoro del Meis in questa sua missione dai tanti significati”. Per il presidente del Meis Dario Disegni la notizia del ripristino dei fondi “ci carica di una crescente responsabilità per lo sviluppo di una intensa e qualificata attività che, attraverso mostre, convegni, dibattiti, programmi per le scuole, sappia rendere sempre più il Meis un essenziale polo culturale, educativo, di incontro e confronto”. E in questa direzione, sottolinea il direttore Della Seta, significativo sarà l'appuntamento della Conferenza plenaria dei Musei ebraici europei, che vedrà dal 17 al 20 novembre riunirsi a Ferrara oltre cento tra direttori e curatori provenienti da tutto il continente. Sul tavolo, il confronto sulle sfide e le opportunità dei musei ebraici nell'Europa del XXI secolo. Altro appuntamento in agenda del Meis, ricordato da Della Seta, l'inaugurazione martedì 13 dell'esposizione “Ferrara Ebraica”, che sarà aperta in occasione del Premio letterario “Adelina della Pergola” istituito dall’Adei Wizo. 

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IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE ISRAELIANO RIVLIN ALLA SENATRICE A VITA

"Liliana Segre lotta per un mondo migliore. 
Sarebbe un onore ospitarla in Israele"

Il Presidente d'Israele Reuven Rivlin ha inviato nelle scorse ore alla senatrice a vita Liliana Segre un messaggio di solidarietà, invitandola ufficialmente a visitare Israele. "Cara senatrice Liliana Segre, sono inorridito per la notizia che minacce antisemite abbiano reso necessario protezioni per assicurare la sua incolumità” le parole del Presidente Rivlin. “Come sopravvissuta alla Shoah, lei ha vissuto le terribili e tragiche conseguenze dell'antisemitismo quando non viene fermato; come senatrice a vita della Repubblica Italiana, sono stati riconosciuti (i suoi) "meriti patriottici eccezionali"; come attivista per la giustizia e contro il razzismo e l'antisemitismo, lavora instancabilmente per un mondo migliore”. “Il suo caso, purtroppo, - la considerazione di Rivlin - è l'ennesimo terribile esempio della realtà degli ebrei in Europa di oggi, ma credo che la risposta più appropriata sia quella di continuare a fare ciò in cui crede. Uguaglianza, diritti umani, accettazione dell'altro e tolleranza sono la chiave dell'ebraismo e dei valori umani universali. Sono le fondamenta su cui si basa la nostra vita, e senza di loro, siamo meno umani”. Poi l'invito ufficiale in Israele: “Sarebbe un grande onore, personale e per lo Stato di Israele, darle il benvenuto a Gerusalemme e a visitare Israele".

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IL PROGETTO UCEI E UGEI DEDICATO A LAUREATI E STUDENTI UNIVERSITARI

Chance 2 Work, tempo di colloqui

Secondo Career Fair di Chance 2 Work, il progetto per l’ingresso nel mondo del lavoro organizzato da Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Unione Giovani Ebrei d’Italia che si rivolge a laureati e studenti universitari tra i 18 e i 35 anni. L’iniziativa si è svolta a Roma, alla John Cabot University, partner della seconda edizione del corso. Numerose le aziende, di vari settori, con cui sei dei partecipanti a Chance 2 Work hanno avuto l’opportunità di presentarsi. Al loro fianco anche Raffaella Di Castro, referente del progetto. 

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IL FESTIVAL DEL CINEMA DELLA CAPITALE

Al MedFilm, l’israeliano Lapid protagonista

Più antico festival di cinema della Capitale, il MedFilm da 25 anni affronta ed esplora tutte le sponde culturali del Mediterraneo. Un impegno culturale che, sottolinea Ginella Vocca, presidente e fondatrice del festival, “con coraggio si colloca al centro delle controversie, delle visioni, delle differenze e delle diffidenze”. Tra i protagonisti di quest’edizione il regista israeliano Nadav Lapid, vincitore con il suo “Synonymes” dell’Orso d’oro alla sessantanovesima edizione della Berlinale. Al centro la vicenda di Yoav, che alla fine del servizio militare scappa a Parigi con pochissime cose, uno zaino mezzo vuoto e un po’ di conoscenza della lingua. A poche ore dal suo arrivo, anche quel poco gli viene però sottratto. Yoav si trova così completamente nudo, costretto a ripartire da zero.
Ma, come già raccontato su Pagine Ebraiche a poche ore dal trionfo berlinese, non c’è solo l’imprevedibile: “Yoav aveva già fatto la scelta più drastica possibile per chi intende lasciarsi alle spalle una vita, un’identità, un paese: non pronuncerà più una sola parola della sua lingua materna. Niente ebraico: le parola hanno il potere di creare mondi, il loro rifiuto dovrebbe, nelle sue intenzioni, poterli distruggere”. Un film parzialmente autobiografico, spietato ed estremo, che ha suscitato e continua a suscitare reazioni forti. La proiezione al MedFilm è in programma quest’oggi alle 18 (Savoy 2).

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IL CONGRESSO DELLA FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI ITALIA-ISRAELE

Difendere l'immagine d'Israele e lotta all'odio,
un confronto sulle sfide del futuro 

È in corso a Roma il trentesimo congresso della Federazione delle Associazioni Italia Israele, con 33 sezioni da tutto il Paese a confronto su vari temi: dalla difesa dell’immagine dello Stato ebraico e del suo diritto ad esistere alla lotta contro l’antisemitismo, anche alla luce degli ultimi episodi di cronaca. La riunione si svolge alla presenza del ministro per gli affari europei Enzo Amendola e dell’ambasciatore israeliano Dror Eydar, intervenuti entrambi nel corso della mattinata.
Un’azione forte a difesa dei diritti e delle libertà di tutti, una crescente mobilitazione sociale davanti a fatti di odio come nel caso degli attacchi di cui è vittima la senatrice a vita Liliana Segre, l’intensificazione dei rapporti commerciali e di cooperazione tra Italia e Israele, la riaffermazione del Mediterraneo come crocevia internazionale: questi, per il ministro, alcuni punti chiave da sviluppare.
Ad aprire i lavori la relazione del presidente della federazione Giuseppe Crimaldi, che ha sottolineato: “Il razzismo che assieme ai peggiori rigurgiti di estremismi che in troppi hanno a lungo sottovalutato resta un’ombra nerissima che ci troverà sempre in primissima linea a combatterla. Affinché non si sprofondi in quella tenebra della ragione che genera solo mostri”.
“In trent’anni – la riflessione condivisa con i partecipanti da Noemi Di Segni, presidente UCEI – abbiamo e avete attraversato sfide esterne e criticità anche organizzative al vostro interno, ma un punto fermo è la vostra vicinanza e presenza. Ed è proprio la voce non ebraica, non israeliana, che in parallelo a quello nostra deve farsi sentire e richiamare coscienze e popolazione pensante ad agire. A tutti i livelli: sport, spettacolo, accademia, legislatore, istituzioni di governo a livello nazionale e locale”.

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IL DOCUMENTARIO NELLE SALE ITALIANE DAL 11 AL 13 NOVEMBRE

Anne Frank. Vite parallele al cinema

“Il diario di Anne Frank rappresenta un incredibile insegnamento, uno strumento capace di offrire una reale comprensione delle esperienze umane del passato sino al nostro presente e quindi nel nostro futuro. Lo trovo fondamentale ed è per questo che ho voluto prendere parte al progetto”. Così l'attrice Helen Mirren nello spiegare perché ha deciso di prestare la sua voce al documentario “Anne Frank - Vite parallele” di Sabina Fedeli e Anna Migotto. Il film, che sarà proiettato dal 11 al 13 novembre nei cinema italiani, alterna le parole del celebre Diario alle voci di cinque donne internate da adolescenti nei lager ma che - a differenza di Anne – sopravvissero alla Shoah. Il documentario è stato prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital in partecipazione con RAI Cinema, in collaborazione con l’Anne Frank Fonds di Basilea e con il Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa mentre l'iniziativa delle proiezioni ha ricevuto il patrocinio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Il progetto è stato presentato negli scorsi giorni a Milano, alla presenza tra gli altri del vicepresidente UCEI Giorgio Mortara che ha sottolineato la volontà dell'Unione di far inserire la pellicola nel quadro delle iniziative portate avanti con il Miur nelle scuole italiane.

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LA COMMEMORAZIONE ALLA STAZIONE SANTA MARIA NOVELLA

Binario 16, Firenze non dimentica

Solenne commemorazione al binario 16 della stazione ferroviaria di Santa Maria Novella in ricordo della partenza del primo convoglio di deportati verso i campi di sterminio, che avvenne il 9 novembre del 1943. Erano presenti tra gli altri i gonfaloni della Regione Toscana, della Provincia e del Comune di Firenze con le chiarine. Hanno assistito alla cerimonia numerose autorità civili e religiose quali rappresentanti del Comune di Firenze e altri Comuni limitrofi, il questore, un rappresentante della curia e l’imam.
Ad intervenire l’assessore Alessandro Martini in rappresentanza del sindaco, il presidente della Comunità ebraica David Liscia, il rabbino capo rav Gadi Piperno, che ha avuto il benvenuto di Firenze in questa sua prima uscita pubblica, un rappresentante dell’Aned e Marta Baiardi dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana che ha inquadrato il periodo storico.

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Rassegna stampa

Meis, sbloccati i finanziamenti
per completare i lavori

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Roghi di libri
Per la seconda volta in pochi mesi la libreria “Pecora elettrica” a Centocelle è stata divorata dalle fiamme. Questa volta la sera prima della sua nuova riapertura.
“Non c’è alcun altro mezzo come il rogo per rendere totale una distruzione. I terremoti, come eventi naturali, o la distruzione di città, come fenomeno storico, lasciano dietro di sé delle rovine e dalle rovine si può ricostruire un passato. Dalla cenere non rinasce niente, se non la fenice del mito. Questo lo sapevano bene le élite al potere in tutti i tempi”.
Leo Löwenthal, I roghi dei libri, Treccani 2019, p. 32.
                                                                          David Bidussa, storico delle idee
La demoralizzazione della storia
Puntuale arriva il contrappasso, ancorché tra le righe del pensiero di senso comune, così come è a ragione degli amministratori che lo hanno ufficializzato con un rifiuto: non si va ad Auschwitz se non si passa, prima o dopo, dalle foibe. In quanto si tratta di luoghi di crimine, l’uno e le altre, tra di loro intrecciati (per meglio dire, intrecciabili). Un piccolo trittico, fatto di luoghi significativi in quanto pieni, se non esondanti, di storia: Predappio (Mussolini e il fascismo), Auschwitz (Hitler e il nazismo), Basovizza (Tito e il comunismo). Perché ricordare, commemorare e condannare gli uni e non evidenziare gli altri? C’è forse qualcosa da nascondere, riflettono gli interessati, che hanno prodotto una tale decisione. Quindi, i treni della memoria sono «di parte».
Claudio Vercelli, storico
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