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 11 Novembre 2019 - 13 Cheshvan 5780

alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di Anna Foa, Daniela Fubini e Viviana Kasam.
 
 
Iraq, feriti cinque soldati italiani
La mano dell'Isis dietro l'attacco
Proseguono le indagini a Kirkuk, in Iraq, per capire chi c'è dietro l'attacco in cui  cinque soldati italiani sono rimasti feriti: l'esplosione di un ordigno artigianale li ha investiti mentre erano di ritorno da una missione. I soldati, una ventina di uomini delle  forze speciali, avevano appena svolto “un'attività di mentoring e training (supporto e addestramento) alle forze locali, impegnate nella lotta contro l'Isis”, racconta il Corriere. E proprio i terroristi dell'Isis potrebbero essere i responsabili dell'attentato. “Due dei soldati hanno riportato solo abrasioni e microfratture e sono subito stati giudicati fuori pericolo. Degli altri tre, - riporta Repubblica - uno avrebbe perso alcune dita di un piede, un altro avrebbe subito la parziale amputazione delle gambe e il terzo un'emorragia interna”. La Stampa racconta chi sono le forze speciali italiane prese di mira: si tratta di “militari d'élite con grande esperienza”. Alle forze armate è arrivata intanto la solidarietà per il gravissimo attentato dal Presidente Mattarella (Repubblica) così come, tra gli altri, dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Dalla Difesa confermano invece il proseguo della missione anti-terrorismo in Iraq. Nella zona di Kirkuk, e nella provincia di Suleimaniyah, le intelligence di molti Paesi, spiega Repubblica, “segnalano un aumento dell'attività terroristica. Solo nella prima metà di ottobre, da quando i marines si sono spostati a proteggere i pozzi di petrolio dell'americana Conoco e l'offensiva turca è partita, ci sono stati più di 30 attacchi del Califfato nero”. Secondo il generale in congedo Marco Bertolini, intervistato dal Corriere, “da quando Trump ha annunciato il ritiro degli americani dall'est dell'Eufrate, si stanno rimescolando le alleanze in tutta la grande area del Kurdistan, area sempre più instabile”.

Rivlin e l'invito in Israele a Liliana Segre. I quotidiani riportano della solidarietà espressa dal Presidente d'Israele Reuven Rivlin alla senatrice a vita Liliana Segre per gli attacchi antisemiti di cui è stata bersaglio (La Stampa). Per l'occasione, Rivlin ha invitato in Israele la senatrice per una visita ufficiale. Anche lo Yad Vashem è intervenuto sugli attacchi a Segre e in un comunicato si augura che “le autorità italiane agiscano per assicurare la sicurezza della senatrice e degli altri ebrei italiani” (Repubblica). Intanto a Milano appuntamento questa sera davanti al Memoriale della Shoah (18.30) per la manifestazione in solidarietà della senatrice Segre e contro l'odio, a cui ha aderito tra gli altri la Comunità ebraica locale. “È un dovere della cittadinanza esserci, perché le autorità capiscano che siamo di fronte a una situazione molto grave. Occorre reagire, dopo quel che succede attorno alla figura di Liliana”, le parole di Roberto Jarach, presidente del Memoriale a Repubblica Milano.

Spagna sempre in stallo. L'ennesima elezioni in Spagna non porta ai socialisti il risultato che auspicavano: sono il primo partito ma non sfondano (28%). Il Pp ha recuperato qualche seggio ed è l'alleato possibile per il governo mentre preoccupa l'avanzata del partito di estrema destra Vox, terza forza in Parlamento (Corriere). “Vox, almeno in apparenza, non rifiuta la democrazia. Il suo discorso è xenofobo, populista e ultra liberale in campo economico”, afferma lo scrittore Eduardo Mendoza a La Stampa. Secondo Mendoza, il leader di Vox Santiago Abascal non ambisce ad “essere Francisco Franco, in realtà vuole diventare un Salvini. Lo si è visto nel dibattito tv, gli avversari credevano di aver di fronte un fascista classico”.

Danimarca, profanato cimitero ebraico. “Noi abbiamo il più antico cimitero ebraico della Danimarca e noi lo proteggeremo sempre, come proteggiamo tutti i cimiteri". Così il sindaco di Randers, ha commentato la profanazione del cimitero Ostre Kirkegard della cittadina nell'ovest della Danimarca, definendola "codarda e spregevole". Sono 84 le lapidi del cimitero, la cui fondazione risale al 1807, che sono state vandalizzate (Fatto Quotidiano e Giornale).

Roma, incontro con il ministro degli Interni. Questa mattina il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ha incontrato i vertici della Comunità ebraica di Roma, di cui è stata ospite, e dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. “Lamorgese, - scrive il Corriere Roma segnalando l'incontro - per sensibilità personale e per conoscenza dei fenomeni, ha sempre seguito con attenzione tutti i drammatici segnali dell'allarmante ritorno dell'antisemitismo nel nostro Paese”.

L'Europa secondo l'ex capo del Mossad. Sull'inserto del Foglio, intervista al generale Danny Yatom, ex capo del servizio segreto israeliano, sulla situazione del Medio Oriente, dove “l'occidente ha giocato di rimessa: prima l'errore americano di ritirare le truppe dalla Siria, poi l'incapacità europea di far sentire una voce forte e unitaria. Il mondo libero deve mettere insieme le forze per stabilizzare il medio oriente senza abbandonarlo all'influenza russa. Il problema non riguarda il ritiro di mille soldati ma, più in generale, la ridefinizione del ruolo americano in senso isolazionista”.

Ricordando papà Erbstein. Susanna Egri, figlia dell'allenatore del Grande Torino Erno Egri Erbstein, ricorda la figura del padre in un'ampia intervista sul Corriere, raccontando come la famiglia fu costretta a lasciare l'Italia per le Leggi razziste e come scampò alla Shoah in Ungheria.
 
A Parigi, distorsioni in piazza. In una breve il Corriere riporta delle polemiche in Francia scaturite dall'immagine di “una bimba, in piazza contro l'islamofobia, con la stella gialla, come facevano i nazisti con gli ebrei. La tesi: i musulmani in Francia come gli ebrei sotto Hitler. Un paragone che ha suscitato scandalo”.


Daniel Reichel
twitter @dreichelmoked
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