IL CESSATE IL FUOCO RAGGIUNTO ALL'ALBA E VIOLATO DALLA JIHAD ISLAMICA
Israele-Gaza, una fragile tregua
Poche ore dopo l'annuncio del raggiunto cessate il fuoco tra Israele e il movimento terroristico della Jihad islamica, da Gaza sono partiti cinque missili. Una violazione della tregua appena siglata che non ha però trascinato a nuove ostilità. La fragile calma in queste ore sta tenendo e i cittadini del Sud d'Israele provano a tornare alla normalità dopo il lancio da Gaza di oltre 450 missili (90 per cento intercettato dal sistema Iron Dome - nell'immagine un razzo caduto in una scuola di Ashdod). “Lo Stato di Israele ha dimostrato ancora una volta in questo ciclo di combattimenti che non resta inerte quando la sicurezza dei suoi cittadini è minacciata. D'altra parte, abbiamo chiarito perfettamente che non siamo interessati a un'escalation e che la risposta alla calma sarà la calma”, ha sottolineato in il Presidente israeliano Reuven Rivlin, parlando della volontà d'Israele di far cessare il round di scontri con Gaza. “Voglio esprimere il mio sostegno a tutti i cittadini israeliani, che hanno dimostrato ancora una volta la loro capacità di resilienza. - ha aggiunto Rivlin - È questa resilienza che permette alle nostre forze di sicurezza di fare il loro vitale lavoro nel modo più professionale possibile, come hanno fatto questa volta. I miei ringraziamenti e il mio apprezzamento, a nome di tutti gli israeliani, ai nostri soldati e ai loro comandanti, membri delle forze di sicurezza, di intelligence e delle squadre di soccorso”.
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IL DRAMMA DI QUESTE ORE E IL PROGETTO PRESENTATO A GERUSALEMME
Venezia e l’acqua devastatrice,
una risposta ebraica alla crisi
L’immagine di Venezia devastata lascia senza fiato. Un dolore che è dei veneziani, prima di tutto. Ma che è sentimento diffuso nel Paese e nel mondo intero. La mobilitazione per la solidarietà è globale.
Ci saranno grandi interventi da fare e ferite da ricucire. I responsabili di questo sfacelo, se delle colpe umane saranno accertate, dovranno pagare. Soprattutto sarà però necessario un improcrastinabile scatto di consapevolezza. La posta in gioco è enorme. Come molti osservatori indicano il futuro stesso di Venezia è a rischio.
Presentato nelle scorse settimane a Gerusalemme, dove è ancora in mostra nell’ambito della Biennale che vi si sta svolgendo, il progetto “Living Under Water” ideato da Beit Venezia cerca di indicare una via attraverso la storia e i valori ebraici. Un progetto sofisticato, cui è dedicato ampio spazio sul numero di novembre di Pagine Ebraiche, ma che è al tempo stesso alla portata di tutti attraverso parole, immagini, un percorso ben costruito. Il risultato dell’elaborazione concettuale originata dalla creatività di sei artisti che sono stati invitati nel 2018 in Laguna per un confronto sul tema del cambiamento climatico svoltosi nell’arco di tre settimane, coinvolgendo in alcuni incontri anche la comunità ebraica.
“Una città unica e fragile” si legge nella presentazione del progetto, illustrato a Gerusalemme dalle due anime di Beit Venezia, i professori Giuseppe Balzano e Shaul Bassi. “L’arte ebraica – il loro messaggio – può aiutarci a continuare a vivere al di sopra dell’acqua”.
“Living Under Water” parla attraverso le immagini, evidentemente. Ma in realtà si è andati molto oltre, condensando in una riuscita zine distribuita a Gerusalemme il meglio della riflessione ebraica, contemporanea e non, sulla tutela del creato e sulle scelte che questa ci impone.
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QUI MILANO - LA MOSTRA AL MEMORIALE DELLA SHOAH
Il tratto di cento Giusti
Il Giusto è un uomo come tutti gli altri. Le azioni che gli hanno fatto attribuire questo appellativo, spesso le ha commesse quasi senza accorgersene, d’istinto. I Giusti sono esempi di virtù per tutta l’umanità, indistintamente dalla fede e dalle origini etniche. Sono sia personaggi famosi, sia uomini semplici. Tutti i giusti che ho ritratto hanno agito spontaneamente e con grande coraggio, rischiando la propria vita.” Parole dell’artista Jean Blancheart che ha rappresentato in 18 tavole originali (nell'immagine il Giusto tra le Nazioni Raoul Wallenberg) l'esempio di alcune donne e uomini capaci di alzare la propria voce contro l'odio e l'oppressione. Le tavole fanno parte della mostra che sarà inaugurata in queste ore al Memoriale della Shoah di Milano dal titolo “100 giusti del mondo”: un'esposizione frutto della collaborazione tra Blancheart e il presidente di Gariwo Gabriele Nissim che insieme hanno dato vita al volume “100 giusti del mondo” pubblicato da Mondadori Electa. Nella mostra così come nel volume a cui è ispirata vengono raccontate le storie di 100 Giusti, persone che in diverse situazioni e luoghi hanno mostrato integrità e coraggio, aiutando chi in quel momento era vittima di discriminazioni, a rischio della propria incolumità.
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QUI ROMA
Canti liturgici e sinagoghe del Novecento,
porte aperte al Centro Bibliografico
Un pomeriggio per discutere di canti liturgici ebraici e sinagoghe del Novecento. È la proposta del Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che per quest'oggi alle 17.30 organizza un incontro sul tema arricchito dall’inaugurazione della mostra “Sinagoghe italiane anni Venti” (allestita con la collaborazione dell’archivio fotografico F.A.C.E). Ad intervenire, moderati da Gisèle Lévy, saranno il rav Riccardo Di Segni, Pasquale Troìa e Claudio Di Segni.
Al Centro Bibliografico torneranno poi ad aprirsi le porte domenica 17, per il secondo appuntamento con le aperture straordinarie per illustrare al pubblico il patrimonio archivistico e librario, organizzate in collaborazione con la Regione Lazio.
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LA CERIMONIA A PALAZZO STROZZI
Firenze, apre il consolato israeliano
Una cerimonia ufficiale tenutasi ieri pomeriggio a Palazzo Strozzi ha dato il via alle attività del Consolato d’Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia da poco istituito nel capoluogo toscano. Tra i presenti, accanto al console onorario Marco Carrai, il segretario leghista Matteo Salvini (unico leader nazionale che ha partecipato all’iniziativa). Così il neoconsole Carrai, che aveva al fianco tra gli altri l’ambasciatore israeliano Dror Eydar: “Sento il popolo e la cultura ebraica come la mia seconda pelle. È straordinario come un paese in perenne equilibrio tra la pace e la guerra, circondato da nemici che lo vorrebbero vedere distrutto, sia uno dei posti più all’avanguardia nei settori tecnologici e culturali”.
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Rassegna stampa
Raggiunto il cessate il fuoco,
ma da Gaza ancora razzi
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Setirot – Il senso della speranza
“La speranza non ha niente a che vedere con l’ottimismo. La speranza non è la convinzione che ciò che stiamo facendo avrà successo. La speranza è la certezza che ciò che stiamo facendo ha un senso. Che abbia successo o meno” (Václav Havel).
Queste parole dicono tutto. Anche oggi. Soprattutto oggi.
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Bella Ciao
Occhiello: I canti partigiani che fanno irritare gli ebrei
Titolo: La Shoah macchiata da ‘Bella Ciao’
Catenaccio: La manifestazione di solidarietà con la senatrice a vita trasformata in un’iniziativa contro la destra
Luogo e data: il quotidiano Libero, pagina 8, 13 novembre 2019
In questo modo Libero presenta la notizia della manifestazione “Milano non odia. Insieme per Liliana” che si è svolta la sera di lunedì scorso davanti al Memoriale della Shoah presso la Stazione centrale di Milano, il luogo da cui partivano i treni diretti ad Auschwitz. Nonostante la pioggia erano presenti oltre 5000 persone, che hanno espresso solidarietà a Liliana Segre e ribadito la necessità di una linea chiara contro l’antisemitismo in giorni di astensioni, dubbi distinguo, insulti online, strumentalizzazioni varie.
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Campagna aggressiva
C’era una volta una serena campagna, vicino ad una città antica dalla piazza a conchiglia. La città era rinomata per la sua fiera identità di antica storie e sentite feste, che ne facevano un caso unico di religione civica di successo per i suoi miti fondatori giunti sino ai giorni nostri, rielaborazione di tradizioni e microcosmi interni di piccoli quartieri che negli anni sono stati studiati come caso esemplare per qualità della vita da sociologi e antropologi di tutto il mondo. Così la campagna, spopolatasi rapidamente con la fine del lavoro mezzadrile ed altrettanto rapidamente ripopolatasi da turisti in cerca di ameno riposo, nuovi imprenditori green, ex cittadini attratti dalla tranquillità e da costi meno elevati.
Sara Valentina Di Palma
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Nel 2015 Maurizio Molinari pubblicò ben due libri, «Jihad. Guerra all’Occidente» (Rizzoli, Milano) e «Il Califfato del terrore. Perché lo Stato islamico minaccia l’Occidente» (Rizzoli, Milano). Adesso il direttore de La Stampa dedica il suo nuovo libro allo stesso argomento («Assedio all’Occidente», La nave di Teseo, Milano 2019), ma i soggetti sono completamente cambiati, come suggerisce lo stesso sottotitolo: «Leader, strategie e pericoli della seconda guerra mondiale». Il «califfo» Al Baghdadi è stato eliminato, lo «Stato islamico» può ancora dare qualche colpo di coda, ma non costituisce più un pericolo globale, come si temeva qualche anno fa. Adesso l’«assedio all’Occidente» viene da altre direzioni, viene dall’accendersi di quella «seconda guerra fredda» che vede protagonisti Cina, Russia, Turchia, Iran, Corea del Nord, che, in maniera diversa, “assediano” l’Occidente.
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Il trentesimo Congresso nazionale della Federazione delle Associazioni Italia Israele, celebrato nella splendida cornice del Pitigliani, nel cuore di Roma, si è concluso con un successo di numeri e di fatti che qui elenco: 29 su 33 le associazioni partecipanti, 94 i congressisti accreditati che hanno effettivamente partecipato; tre le nuove associazioni entrate a far parte della Federazione, che così si aggiungono al resto già indicato: Napoli-Bezalel, presieduta dal professor Francesco Lucrezi; Poggiomarino (Salerno), presieduta dal consigliere di prefettura a Roma Dario Annunziata; e “Massa Carrara-Apuana”, presieduta dal dottor Adelindo Frulletti.
Giuseppe Crimaldi, presidente Federazione delle Associazioni Italia Israele
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