Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui         21 Novembre 2019 - 23 Cheshvan 5780
L'AMAREZZA DI RIVLIN 

Israele a rischio elezioni: l'ultima chance della Knesset

Per la prima volta nella storia di Israele, il mandato di formare una coalizione di governo è direttamente nelle mani della Knesset. Dopo i tentativi falliti in ordine da Benjamin Netanyahu e Benny Gantz, il Presidente d’Israele Reuven Rivlin ha constatato con amarezza la situazione politica del paese: “Questo triste risultato politico è arrivato dopo un secondo turno elettorale che è stato imposto ai cittadini israeliani quando la ventunesima Knesset ha votato per dissolversi. Questo è un punto basso nella storia dello Stato d’Israele” ha detto Rivlin incontrando il presidente della Knesset Yuli Edelstein. Ora i parlamentari, per evitare terze elezioni, avranno 21 giorni per trovare al loro interno un collega in grado di dare un esecutivo al paese.

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LA CONCLUSIONE DEL PROCESSO PARTECIPATIVO CON GLI STUDENTI 

Firmarono il Manifesto della Razza,
Roma li cancella dalla toponomastica

“Dobbiamo imparare a conoscere la storia per capire chi siamo stati e scegliere come vogliamo essere. Con questo atto voi avete fatto una scelta di campo, avete scelto e preso una posizione. E si può scegliere solo se si è consapevoli”.
Parla agli studenti romani la sindaca Virginia Raggi. E lo fa al cinema Andromeda, in un giorno speciale, quello che segna la conclusione del processo partecipativo che ha portato a una diversa intitolazione delle strade che fino a poche ore fa portavano il nome degli scienziati Edoardo Zavattari e Arturo Donaggio, firmatari nel ’38 del Manifesto della Razza.
Al loro posto eminenti figure che risaltano per percorsi di vita e impegno accademico ben diverso: il medico Mario Carrara, che rifiutò il giuramento di fedeltà al fascismo; Nella Mortara, tra le primissime docenti donna di Fisica alla Sapienza, ed Enrica Calabresi, ordinaria di Entomologia a Pisa, che subirono entrambe i provvedimenti antiebraici del regime, con quest’ultima che si suicidò per evitare la deportazione.
“Voi attraverserete sempre le strade della città e quando alzerete lo sguardo domani capirete che i nomi indicati hanno sempre una storia e un significato” ha sottolineato Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, rivolgendosi agli studenti romani. 

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LA CERIMONIA AL PALAZZO DI GIUSTIZIA 

Torino si inchina agli avvocati espulsi nel '38

“Forse mai prima di oggi l’aula magna di questo Palazzo di Giustizia è stata così gremita ed è la testimonianza dell’importanza di questo evento”. L’occasione a cui fa riferimento Giovanni Canzio, già Primo Presidente della Corte di Cassazione, è la commemorazione voluta dall’Ordine degli avvocati di Torino per i 54 colleghi ebrei che 80 anni fa furono esclusi dalla professione a causa delle Leggi razziste. Una targa ora ricorda tutti i loro nomi: “Perché l’odio e l’indifferenza verso l’altro non debbano più ripetersi e perché sia bandita ogni discriminazione” il monito che compare sulla scritta, svelata al Palazzo di Giustizia alla presenza di alcuni discendenti di chi subì l’insulto dell’espulsione e della cancellazione dell’albo per il solo fatto di essere ebreo. “Fu il direttorio fascista a prendere questa decisione ignominiosa e non un presidente del consiglio dell’Ordine perché erano stati soppressi” ha sottolineato la presidente dell’Ordine degli avvocati di Torino Simona Grabbi, che ha svelato la targa assieme al presidente della Corte d’Appello Edoardo Barelli Innocenti.

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L'OSSERVATORIO OSCAD SI PRESENTA

Crimini di odio, la risposta italiana

Una panoramica sui crimini d’odio in Italia e a livello internazionale, la loro definizione e il loro inquadramento giuridico. Sono alcuni dei temi toccati nell'intervento all’Università di Roma tenuto dal prefetto Vittorio Rizzi, vicecapo della Polizia nonché presidente dell’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad). Di fronte agli studenti di psicologia – dopo i saluti del preside della Facoltà di Medicina e Psicologia Fabio Lucidi e del direttore del Dipartimento di Psicologia Pierluigi Zoccolotti – il prefetto ha toccato il tema dell’hate speech, analizzando sotto diverse prospettive, tracciando collegamenti dalla letteratura classica per arrivare alle definizioni presenti nelle direttive Ue e nelle carte internazionali.

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Rassegna stampa

Verso nuove elezioni 
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Setirot – Blowin' in the Wind
Di fronte all’uragano chiassoso e indiavolato di parole che imperversa sui cosiddetti social, fatico a emettere altro rumore. È per questo che lo scorso appuntamento con Setirot lo avevo sostanzialmente delegato a Václav Havel. Questa settimana lo affido al buon vecchio Bob Dylan. Che nel 1962 – cinquantasette anni fa! – scrisse e musicò Blowin’ in the Wind, l’intramontabile canzone di sapore pacifista che viene considerato una sorta di manifesto delle giovani generazioni di allora. E che ancora oggi, in un certo senso, ispira molti di noi.
 
Stefano Jesurum
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Se anche Berlino brucia
Peter è un bambino di cinque anni che non ricorda che cosa sia un bicchiere di latte. Quando, nella cantina, ha a disposizione un frammento di vetro sporco con il dito traccia la sagoma di bombe e granate, che invece ha visto spesso recentemente. Adesso che è tornata la primavera, vorrebbe cogliere una margherita in cortile, di sopra, ma non rimanerci perché tra i fiori e i cavoli piantati da Frau Koehler, la portinaia, ci sono brandelli di corpi in putrefazione. Peter è anche orgoglioso di aver incontrato Herr Hitler nel bunker insieme ad altri bambini qualche tempo prima e non perde occasione di raccontarlo a chiunque gli capiti a tiro.
 
Giorgio Berruto
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Ritorna ogni anno
"Io del progresso non mi lamento / anzi, vi dico, ne son contento”, scriveva Gianni Rodari in Ritorna ogni anno…ed io mi associo anche se di progresso ne vedo davvero poco. Ogni anno infatti ritornano nel seguente ordine: panettoni e pandori – sempre più precocemente, e secondo i miei calcoli di questo passo ce li ritroveremo in giro già per ferragosto. 
 
Sara Valentina Di Palma
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La sinistra e Israele 
Alcuni recenti episodi hanno riproposto il problema – non nuovo – del rapporto tra la sinistra italiana e lo Stato d’Israele o, se si vuole, con il sionismo.
Il primo di questi episodi è l’intitolazione a Yasser Arafat di un tratto del lungomare di Palermo. La giunta Orlando è una giunta di sinistra e l’omaggio ad Arafat segue quello tributato da un’altra giunta di sinistra, quella di Napoli, alcuni anni fa, con la concessione della cittadinanza onoraria ad Abu Mazen.
Valentino Baldacci
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