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 7 Gennaio 2020 - 10 Tevet 5780

 


alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di rav Michael Ascoli, Dario Calimani, Emanuele Calò e David Sorani.
 
 
 
Da Teheran ancora minacce
contro Stati Uniti e Israele
Bare con le bandiere americana e israeliana, slogan di odio, promesse di morte. I funerali del generale Soleimani a Teheran lasciano intendere settimane difficili per la regione mediorientale. “Zeinab, la figlia del generale invoca giorni bui per Usa e Israele” titola tra gli altri il Corriere, focalizzando l’attenzione sulle parole della donna e sulla sua richiesta di vendetta. Ha detto Zeinab, avvolta nel chador: “Verranno giorni bui per gli Stati Uniti e Israele, le famiglie dei soldati americani in Medio Oriente passeranno le loro giornate aspettando la morte dei loro figli”. In Israele intanto il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha convocato il Consiglio di difesa per valutare nuove eventuali misure di prevenzione. “Lo Stato ebraico – spiega La Stampa – teme di diventare bersaglio di razzi e missili su due fronti Al Nord ci sono gli ordigni dell’Hezbollah libanese e quelli piazzati a ridosso del Golan in Siria. Nella Striscia di Gaza operano due alleati di Teheran. Uno strettissimo, la Jihad islamica. L’altro, Hamas, si è riavvicinato alla Repubblica islamica proprio in occasione dell’uccisione del comandante dei Pasdaran, e il leader politico Ismail Haniyeh è stato ricevuto ieri dal successore di Soleimani”.
Repubblica racconta uno dei fronti caldi, il Sud del Libano dove operano oltre mille soldati italiani. Si dice al riguardo: “Per quasi 14 anni, a parte qualche incidente, la missione ha garantito tranquillità qui: tanto da essere diventata quasi un esercizio di routine, dimenticato da politici e media. Fino al 2 gennaio, quando l’eliminazione di Qassem Soleimani ha portato alle stelle la tensione intorno a Naqoura”. Nell’articolo, in cui un gruppo terroristico e il governo di un Paese democratico sono messi sullo stesso piano, si sostiene che sia Hezbollah che Israele sarebbero pronti a combattere una guerra. “Lo è Hezbollah – si legge – che in Siria ha acquisito non solo armi ma anche tecnica militare. E lo è Israele, dove il primo ministro Benjamin Netanyahu ha fatto della paura una delle sue armi vincenti in vista del voto del 2 marzo”.

"Europa diventi protagonista". Molti i fronti critici in queste ore, dall’Iran alla Libia. “L’Europa diventi protagonista. O di fronte alle crisi resteremo impotenti” sottolinea il commissario europeo Paolo Gentiloni in una intervista con Repubblica. Afferma l’ex premier: “Non c’è una formula magica per rafforzare il ruolo globale dell’Unione, in generale serve un mix tra diplomazia europea, uso della nostra immensa forza commerciale, rafforzamento del ruolo internazionale della moneta unica e una politica di difesa comune. Queste quattro dimensioni gradualmente devono essere potenziate per consentire alla Ue di contare nel nuovo grande gioco che si è aperto a livello globale”.

L'ex ministro e il crocifisso. Intervistato da Repubblica, l’ex ministro Lorenzo Fioramonti fa un bilancio della sua azione di governo. Tra i vari temi parla della proposta di abolizione del crocifisso nella scuola da lui avanzata. Afferma Fioramonti: “Ho detto che nella mia scuola ideale non dovrebbero esserci simboli religiosi. L’ho detto da persona che pratica da anni il dialogo interreligioso, che ha incontrato papa Francesco, che è stato in Israele più volte, che studia ebraico antico e che è un patito di don Milani. Non dovrebbero esserci”.

"Così è licenza di uccidere". Il Messaggero segnala la mobilitazione degli ebrei francesi contro la mancata incriminazione del killer di Sarah Halimi, giudicato incapace di intendere e volere. “La decisione della corte di appello di Parigi – si legge – è arrivata dopo sette perizie psichiatriche il 19 dicembre e da allora la rabbia e le proteste della comunità ebraica non si placano. Fatto rarissimo, il rabbino capo Haim Korsia ha scritto una lettera aperta alla ministra della Giustizia Nicole Belloubet per condannare una decisione che equivale ‘a una licenza di uccidere gli ebrei'”.

Pietre di Memoria. Con il mese di gennaio tornano le pietre d’inciampo. E se a Napoli la Comunità ebraica non parteciperà alla loro apposizione per via delle violente posizioni di odio contro Israele espresse dall’assessore comunale alla Cultura Eleonora de Majo, diverso è il discorso di Firenze dove Comunità ebraica e istituzioni saranno al fianco. Scrive Laura Forti sulle pagine locali di Repubblica: “Avere nella nostra città quelle pietre significa prendere una posizione chiara, considerare quella memoria, quella pagina buia e triste, parte di noi, di ciò che siamo, di quello che diventeremo”.

“Ebraismo, il valore di una cultura (oltre i pregiudizi)”. È il titolo di una articolata riflessione di Gigliola Sacerdoti Mariani, che risponde alle falsità diffuse in questo senso da Dacia Maraini in un testo, pubblicato dal Corriere Fiorentino, in cui sviluppa alcuni concetti già proposti sui nostri notiziari quotidiani assieme a Lea Campos Boralevi. Ricorda Sacerdoti Mariani: “L’ebraismo, per sua natura, segue la cultura della vita”.


Adam Smulevich
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