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12 Gennaio 2020 - 15 Tevet 5780

alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di David Bidussa e di Claudio Vercelli.
 
 
Convegno sull'antisemitismo,
Liliana Segre declina l'invito
La senatrice a vita Liliana Segre ha declinato l’invito a partecipare al convegno sull’antisemitismo organizzato dal leader leghista Matteo Salvini, in programma il 16 mattina al Senato. Scrive Repubblica: “La senatrice ha ricevuto ieri mattina l’invito, tramite un messaggio personale del leader del Carroccio. Allora si è presa qualche ora di tempo per pensare al modo migliore per dare una risposta calibrata, ben sapendo che materialmente non avrebbe avuto modo di essere a Roma per l’evento”. Per il quotidiano diretto da Verdelli “il nucleo del messaggio è nella seconda parte, dove Segre non rinuncia a ricordare a Salvini che, organizzando una riflessione su un tema così importante, è bene tenere presente che ‘la lotta all’antisemitismo’ non deve e non può essere ‘disgiunta dalla ripulsa del razzismo e del pregiudizio'”. Concetti e obiettivi che, si legge nell’articolo, “non erano fra quelli messi al centro del convegno voluto da Salvini”.

La tregua libica, le proteste iraniane. Dall’Iran alla Libia, le pagine degli Esteri toccano anche quest’oggi temi incandescenti. Il sì alla tregua da parte di Haftar, nel giorno in cui Sarraj è stato ospite a Palazzo Chigi, fa tirare un parziale sospiro di sollievo. Sottolinea il Corriere: “Al termine dell’incontro con Conte il premier libico ha rivendicato il diritto di difendersi, dichiarandosi pronto ad un cessate il fuoco, a patto che ‘Haftar ritiri le sue truppe’. Il generale che controlla la Cirenaica non ha annunciato un ritiro ma l’inizio di un cessate íl fuoco e non è poco”. A Teheran monta intanto la protesta, dopo l’ammissione che è stato il regime a colpire (apparentemente per errore) il jet ucraino. “I Pasdaran – scrive La Stampa – sapevano fin dal primo minuto. E così, con tutta probabilità, la guida suprema Ali Khamenei. Poi l’ayatollah ha deciso che era più dannoso continuare a negare. E ha ordinato di rivelare tutto”.

Il cerchio intorno a Israele. Tra i punti di osservazione scelti per raccontare la crisi c’è ancora Israele. L’Espresso dà voce all’accademico Raz Zimmt, critico verso le scelte operate dal governo, che sostiene: “Dopo anni in cui gli israeliani si sono mossi impunemente nei cieli della Siria, l’Iran ha iniziato a rispondere alle incursioni aeree dell’Idf, direttamente o tramite i propri proxies”. Creando una propria presenza in Libano, Siria, Gaza, e nel cosiddetto secondo anello in Iraq e Yemen – si legge ancora sul settimanale – “l’Iran ha di fatto chiuso il cerchio intorno a Israele, a parte a ovest dove c’è il mare”.

La protesta degli urtisti. “Quello che stiamo subendo lo abbiamo subito solo nel ’38, quando furono varate le leggi razziali. Ci sembra di vedere una punta di antisemitismo verso una categoria storica della comunità ebraica”. Sono parole di Angelo Pavoncello, vicepresidente dell’associazione nazionale degli ambulanti, che ieri a Roma ha guidato la protesta degli urtisti contro l’amministrazione cittadina. “Come nel ’38 la storia si ripete” si leggeva su un banco. Al presidio anche alcune bandiere israeliane. Il Corriere parla tra gli altri di “Protesta choc degli urtisti”, segnalando l’intervento della Comunità ebraica romana che, “con uno scarno comunicato serale, sceglie la strada della diplomazia: nella nota, infatti, si ‘esprime preoccupazione per l’evoluzione della vicenda’ e si ‘chiede a tutti disponibilità al confronto e ragionevolezza’”.

"Da urtisti accuse strumentali". In una intervista a Repubblica Andrea Coia, presidente della Commissione commercio capitolina, vittima venerdì di un’aggressione, questo dice dell’accostamento col ’38: “Storicamente queste licenze appartengono alla comunità ebraica con cui la nostra amministrazione ha sempre collaborato. Mi dispiace sentire queste accuse strumentali perché le delocalizzazioni toccano tutti”.

La sinistra e gli ebrei. Sul Corriere è presentato il saggio La sinistra e gli ebrei. Socialismo, sionismo e antisemitismo dal 1892 al 1992, scritto da Alessandra Tarquini per Il Mulino. Nell’articolo si afferma che “con la guerra del Libano del 1982, mentre le reazioni a una bara davanti alla sinagoga deposta durante un corteo sindacale furono molto blande, riaffiorò nella stampa di sinistra il vecchio pregiudizio antisemita sulla contrapposizione tra il Dio dei cristiani del Nuovo Testamento, pieno di amore, e il ‘vendicativo’ e crudele Dio degli ebrei del Vecchio Testamento”.

Inciampare nel ricordo. Le pietre d’inciampo continuano a scrivere pagine di Memoria nelle strade di tutta Italia. Martedì prossimo, a Torino, tre saranno apposte in ricordo dei membri della famiglia Colombo assassinati dai nazifascisti. Sull’Espresso a scriverne è il nipote, il giornalista Fabrizio Rondolino, che racconta come è “inciampato in zio Sandro, Wanda e la piccola Elena inghiottiti dall’orrore di Auschwitz”.

Casaleggio contro L'Incontro. Davide Casaleggio querela L’Incontro, la pubblicazione fondata da Bruno Segre. Un’iniziativa che non sembra dispiacere più di tanto l’avvocato e storico paladino dei diritti civili, 102 anni, che a Repubblica dice: “Dimostra che L’Incontro, che ho fondato e diretto per 70 anni, continua la sua tradizione di rivista indipendente”.

Modigliani e l'ebraismo. A Livorno, il 22 e 23 di questo mese, è in programma una due giorni dedicata all’identità ebraica di Amedeo Modigliani. “Prima di Modigliani artista bohémien a Parigi – scrive il Corriere Fiorentino, nel presentarla – fu il giovane Amedeo, livornese, ebreo, sefardita. Indietro tutta alla ricerca della genesi culturale del futuro pittore ci stanno la sua città, l’ambiente ebraico e un nome in particolare: il rabbino Benamozegh”.

Adam Smulevich
twitter @asmulevichmoked
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