Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui        21 Gennaio 2020 - 24 Tevet 5780
QUI ROMA - I DATI DELL'OSSERVATORIO CONTRO LE DISCRIMINAZIONI DELLA POLIZIA

Crimini di odio, i numeri dell’Oscad
“Lavoriamo per un Paese inclusivo”   

La minaccia dell’odio razzista è un problema significativo, che rischia di mettere in pericolo il futuro del Paese. Lo confermano i dati dell’Oscad, l’osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori della Polizia con cui l’UCEI da tempo strettamente collabora, forniti quest’oggi nel corso dell’evento “Le vittime dell’odio” organizzato nella sala polifunzionale di Palazzo Chigi. Poco meno di un migliaio, per l’esattezza 969, gli atti discriminatori censiti nel 2019. Un dato che è segnalato in calo rispetto sia al 2018 che al 2017, ma che suscita comunque particolare allarme nel momento in cui si vanno a pesare i fatti specificamente razzisti. Nel 2016 erano 494, nel 2019 sono stati ben 726.
Per quanto riguarda i crimini di odio inseriti nella categoria “razzismo e xenofobia”, comprendente anche gli episodi di antisemitismo rilevati, la maggior parte ha riguardato incitamento alla violenza (234 episodi), profanazione di tombe (147), aggressioni fisiche (93), turbativa della quiete pubblica (91), minacce (71), danni materiali (40), furti/rapine (32), vandalismi (10). Numeri e dati al servizio delle istituzioni, cui oggi si è rivolto il vicecapo della Polizia Vittorio Rizzi che fortemente ha voluto questo evento nel decennale dalla nascita dell’osservatorio. Ad intervenire, in rappresentanza del governo, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e quella delle Pari Opportunità Elena Bonetti.
Numerose le voci poi intervenute, in rappresentanza di varie categorie. Anche il mondo dello sport cui l’Unione si è rivolta negli scorsi giorni con l’iniziativa “Un calcio al razzismo”.

IL 26 GENNAIO LA QUARTA EDIZIONE DELL'INIZIATIVA 

La Run for Mem arriva a Livorno, 
di corsa per non dimenticare 

“L’obbiettivo è di coinvolgere più persone possibile. La passione per la corsa è radicata a Livorno, quindi indirizziamo questa passione verso temi importanti come la Memoria, la solidarietà, il ricordo di quanto è stato. Anche perché la Memoria di questi temi è quotidianamente messa a rischio".
Queste le parole del Sindaco di Livorno Luca Salvetti, alla presentazione questa mattina, al palazzo comunale, della Run for Mem, la “corsa per la Memoria” organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nell’ambito delle attività per il Giorno della Memoria, quest’anno in collaborazione con la Comunità Ebraica di Livorno.
La corsa, che avrà luogo domenica 26 gennaio nella città labronica, è giunta alla quarta edizione. La partenza è prevista alle ore 10.00, da Piazza Benamozegh, di fronte alla Sinagoga. È possibile partecipare iscrivendosi gratuitamente sul sito dell’UCEI (www.ucei.it/runformem).
A presentare l’iniziativa, insieme al Sindaco, il Presidente della Comunità Ebraica di Livorno Vittorio Mosseri, che ha sottolineato come ci sia una tradizionale vicinanza tra Livorno, città in cui non c’è mai stato un ghetto, e la Comunità, e nonostante questo, a Livorno e provincia “oltre trecento cittadini furono deportati, pochi fecero ritorno. Dunque corriamo per ricordare, per una Memoria intesa come fonte di costruzione del futuro, per le giovani generazioni. Per questo”, ha continuato Mosseri, “occorre coinvolgere quanta più cittadinanza possibile, perché è importante battersi, ed essere pronti e attenti contro i rigurgiti di fascismo e antisemitismo.”
In apertura di conferenza stampa, è stato letto un messaggio di augurio della Presidente UCEI Noemi Di Segni, in cui ha dichiarato: “È da secoli un rapporto intenso e profondo, quello che lega Livorno alla sua minoranza ebraica, e sono felice che domenica prossima si correrà tutti insieme, nel segno di valori come il rispetto per ogni diversità, la necessità di contrastare razzismo e antisemitismo, la promozione dell’amicizia tra popoli e culture. Fare Memoria significa diffondere questi valori, un’idea di civiltà, e crediamo che lo sport possa esserne uno straordinario, efficacissimo veicolo".

IL PROGRAMMA PROMOSSO DA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E UCEI

Memoria viva, il calendario delle iniziative

“Il Comitato di Coordinamento per le iniziative in ricordo della Shoah della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del quale fa parte l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, prevede per i prossimi giorni una serie di iniziative volte a diffondere la conoscenza della Shoah e degli altri crimini perpetrati dal nazifascismo prima e durante la seconda guerra mondiale. Una collaborazione, quella tra UCEI e Comitato, che da molti anni – si ricorda in una nota diffusa in queste ore – “contribuisce a realizzare e promuovere alcuni eventi di alto profilo che avvengono in Italia sul tema della Memoria nel mese di gennaio”.
Tra le iniziative segnalate l’inaugurazione ieri a Lecce, presso il Complesso Ex Ospedale Spirito Santo, della mostra “1938-1945. La persecuzione degli Ebrei in Italia. Documenti per una storia”, realizzata dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura locale, in collaborazione con il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano, patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. La mostra ripercorre la storia degli ebrei italiani dall’emanazione delle leggi antiebraiche e dalla propaganda di regime fino all’internamento, al lavoro coatto e poi infine ai rastrellamenti e alle deportazioni. Presente anche un approfondimento sulle vicende degli ebrei in territorio salentino. La mostra sarà visitabile fino al nove febbraio.

QUI MILANO - LA DOPPIA ESPOSIZIONE A PALAZZO PIRELLI 

Dalla discriminazione alla libertà,
due percorsi di storia ebraica

Dalla discriminazione alla Liberazione. Due momenti diversi della storia ebraica dell'Italia post-risorgimentale e del Novecento. A raccontarli, la doppia esposizione  “Gli ebrei sotto il Regno sabaudo” - a cura dell’Associazione Figli della Shoah - e “La Brigata Ebraica nella guerra di liberazione dell’Italia” - curata dal Museo della Brigata Ebraica - inaugurate in queste ore nello Spazio eventi di Palazzo Pirelli, a Milano, e frutto della collaborazione con il Consiglio regionale della Lombardia. Un'iniziativa a cui ha preso Piero Cividalli, che fu parte della Brigata Ebraica, la compagine di ebrei partiti dalla Palestina mandataria per aiutare a liberare l'Italia dal nazifascismo. “Sono venuto in Italia da Tel Aviv, anche se ho 94 anni ed effettivamente sono un po' stanco. Ma sento la necessità di farlo per testimoniare quel che il fascismo ha portato, quel che ha distrutto. Gli italiani non studiano abbastanza la loro storia, stanno diventando indifferenti verso il fascismo che li ha portati a quella rovina che ho visto io nel' 45, quando sono venuto con la Brigata ebraica. Oggi la storia sembra tornare indietro e pochi lo sanno”, le sue parole in un'intervista oggi a Repubblica. A presenziare all'inaugurazione della mostra, che sarà aperta fino al 14 febbraio, i vertici della Regione Lombardia, tra cui il presidente Attilio Fontana.

QUI TRIESTE 

La Memoria e la scelta, un racconto a teatro

Quarta edizione per il progetto “La memoria e la scelta”, curato da Paola Pini (da un’idea del direttore Franco) Però per il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Una riflessione sul tema del ricordo che si compone quest’anno di due momenti: lo spettacolo “Un uomo banale” in scena alla Sala Bartoli dal 23 al 26 gennaio, con Andrea Germani e Romina Colbasso, e l’evento “La Risiera racconta” con i ragazzi dei licei di Trieste alla Risiera di San Sabba nel pomeriggio del 26 gennaio. Lo spettacolo “Un uomo banale” è liberamente tratto da “In quelle tenebre”, risultato dell’intervista, ampliata da molte altre testimonianze, che Gitta Sereny fece a Franz Stangl nel 1971 presso il carcere di Düsseldorf, luogo in cui l’uomo scontava la condanna all’ergastolo.Stangl poteva sembrare proprio “un uomo qualsiasi” e per questo, sarà raccontato a teatro, nel testo elaborato dalla stessa Pini, la sua storia colpisce tanto.

L'INIZIATIVA PROMOSSA DA COMUNE E COMUNITÀ EBRAICA 

Trieste, 21 pietre di Memoria 

Anche quest’anno la Comunità ebraica di Trieste ha promosso l’installazione in città di varie pietre d’inciampo, con la collaborazione del Comune.
Le ventuno nuove pietre, posizionate quest’oggi con la partecipazione del Liceo classico linguistico Petrarca, si vanno ad aggiungere alle ventinove già installate tra il 2018 e il 2019. Un percorso di Memoria che ha preso avvio in piazza Cavana, al civico 6, dove una pietra è stata posta in ricordo di Diamantina Israel Misan, nata nel 1913 e barbaramente trucidata ad Auschwitz.
Tra i presenti alla cerimonia il sindaco Roberto Dipiazza, l’assessore regionale Pierpaolo Roberti, il presidente della Comunità ebraica triestina Alessandro Salonichio, il rabbino capo Alexander Meloni.

(Foto di Giovanni Montenero)

 

QUI MILANO

Il Bund, la storia in musica 

Che cos'è il Bund? Da dove nasce l'idea di creare un'Unione generale dei lavoratori ebrei? Che nesso c'è con la religione? Sono alcune delle domande che trovano risposta nello spettacolo “Messia e rivoluzione. Storia e storie del Bund” messo in scena da Miriam Camerini (voce), Angelo Baselli (clarinetto), Gianluca Casadei (fisarmonica) e Rocco Rosignoli (violino e chitarra). La rappresentazione teatrale è stata organizzata per giovedì 30 gennaio (ore 18.00) all'Università degli Studi di Milano ed è promossa dalla cappellania dell’Università Statale, in collaborazione con il Centro “C. M. Martini” e con il patrocinio dell’Università Statale e dell’Università Bicocca.

INFORMAZIONE - INTERNATIONAL EDITION

La definizione IHRA e la scelta del Coordinatore,
l’Italia rinnova l'impegno contro l’antisemitismo

L’Italia alza il tiro nella lotta contro l’antisemitismo: nei giorni che precedono il Giorno della Memoria, il governo italiano annuncia l’adozione della definizione di antisemitismo promossa dall’International Holocaust Remembrance Alliance e nomina una coordinatrice nazionale dedicata. Come raccontato nell’ultima uscita di Pagine Ebraiche International Edition, la scelta è ricaduta su Milena Santerini, professoressa dell’Università Cattolica di Milano con una carriera spesa proprio ad approfondire queste tematiche. Soddisfazione per la nomina di Santerini è stata espressa tra l’altro anche dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che ha pure accolto positivamente anche l’annuncio dell’esecutivo di Giuseppe Conte riguardante la definizione della IHRA, una decisione che l’UCEI perseguiva da tempo.


Rassegna stampa

La scuola abbraccia Liliana
“Noi la tua scorta” 

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Non ci si salva mai da soli 
È possibile salvarsi da soli? Certo che sì: basta lasciarsi gli altri alle spalle senza voltarsi indietro a guardare che affogano.
È etico salvarsi da soli? Per qualcuno sì, per qualcuno no.
Avevo smesso da un po' di tempo di scrivere di argomenti spinosi, per evitare di leggere il mio nome nei social accostato a insulti e a calunniosi sarcasmi. Ma viene sempre il tempo del ripensamento, e il 'non separarti dal pubblico' intimato dai Maestri significa anche 'non distogliere lo sguardo dagli altri' e 'non essere indifferente al loro destino'. E al tuo.
Dario Calimani
Il ventennale di Craxi
Il ventennale della morte di Bettino Craxi, deceduto ad Hammamet (Tunisia) il 19 gennaio 2000, e anche l’uscita di un film sui suoi ultimi giorni (intitolato Hammamet), sono stati l’occasione per una disamina dei percorsi bizzarri con cui l’Italia fugge dalla verità così come Craxi fuggì dall’Italia.
Anzitutto, chi lo avversava tiene a far ricordare Craxi come un ladro. Non entriamo nel merito, semmai rimandiamo alle pronunce giudiziali in materia, ma possiamo soggiungere che Napoleone Bonaparte depredò tutti i territori che conquistava, ma a quanto ci risulta non è ricordato come ladro. Certo, Craxi non era Napoleone, nondimeno, fu un uomo politico con una grande visione, con tante luci e tante ombre, comunque, un uomo di notevole spessore.
Emanuele Calò
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Un ebreo a Moena
Vai a Moena, nel cuore della Val di Fassa, per passare qualche giorno di riposo e passeggiare ai piedi delle Dolomiti, e – chi l’avrebbe detto? – ti ritrovi nel pieno della prima guerra mondiale e poi nel vortice della Shoah. Un potente inatteso coinvolgimento causato da tre belle mostre organizzate dal Comune di Moena, dall’Institut Cultural Ladin “Majon de Fascegn” e dall’Associazione “Sul fronte dei ricordi”: “1914-1918. La Gran Vera: Galizia, Dolomiti, Richard Löwy: un ebreo a Moena” il titolo complessivo delle tre esposizioni, dedicate rispettivamente ai combattimenti sul fronte austro-russo della Galizia dove furono dislocati in massa gli italiani e i ladini del Trentino (sudditi dell’Impero asburgico) per evitare loro possibili defezioni a favore dell’Italia nemica, al conflitto nel territorio dolomitico e ai suoi pesanti effetti sulla popolazione locale, alla figura esemplare del tenente ebreo austriaco Richard Löwy che dal 1914 al 1916 fu di stanza a Moena aiutando in modo concreto gli abitanti della zona nella loro difficile lotta per la sopravvivenza.
David Sorani
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Ancona 1945, un matrimonio simbolico
Il 21 Gennaio di 75 anni fa, rav Elio Toaff, rabbino capo di Ancona, riapriva il tempio grande dopo la chiusura nel periodo dell'occupazione nazista. E lo riapriva nel modo più emblematico, cioè celebrando  un matrimonio, quello dei miei genitori Raul e Anna Ascoli Marchetti.
Marco Ascoli Marchetti
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Propaganda alla ribalta
Difficile non indignarsi e rimanere silenti dopo aver visto Dio ride. Nish Kosh di e con Moni Ovadia, spettacolo in programma alle Fonderie Limone di Moncalieri in cartellone per il Teatro Stabile di Torino. Da presunta performance artistica a comizio politico in un clima irriverente e inappropriato, senza possibilità di controbattere, ma solo di applaudire (come di fatto è accaduto).
Livia Momigliano
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