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 29 Gennaio 2020 - 3 Shevat 5780

alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Giuseppe Momigliano, Davide Assael, Alberto Cavaglion, Francesco Lucrezi e Francesco Lotoro.
 
 
Piano di pace, strada in salita
Il piano di pace Usa, presentato ieri da Trump e Netanyahu, incontra già da queste ore una totale opposizione palestinese (insieme alla minaccia, anche da parte di Abu Mazen, di azioni violente). Una strada in salita evidenziata da tutti i quotidiani.
“Per Benjamin Netanyahu il ‘piano di pace’ di Donald Trump sarà destinato a essere ricordato ‘negli anni, se non nei secoli’. Ma – scrive il Corriere – sono bastati pochi minuti per azzopparlo, se non per affossarlo completamente”.
“Trump ridisegna Israele e Palestina”, titola Repubblica. In un’analisi critica del piano si mette comunque in evidenza un fatto rilevante: “Non è insignificante che tra coloro che applaudivano la coppia Trump-Netanyahu, ieri, alla Casa Bianca, vi fossero degli ambasciatori arabi. Israele non è più isolata in Medio Oriente”.
La Stampa racconta come Hamas e Abu Mazen stiano facendo fronte comune contro Washington. “A Ramallah – viene spiegato – il presidente palestinese si è presentato con al fianco rappresentanti di Hamas e della Jihad islamica”. Un tema su cui si concentra tra gli altri anche Avvenire: “Il primo risultato della presentazione del piano di pace in Medio Oriente – si legge – è stato il compattamento delle fazioni palestinesi”.
Guardando invece alla realtà israeliana, Il Foglio sottolinea: “L’accordo gode di un vasto consenso tra gli israeliani, a opporsi sono gli abitanti degli insediamenti e i partiti di estrema destra che rifiutano il riconoscimento di uno Stato palestinese”. Sul Sole 24 si parla di mancata equidistanza degli Usa. Per l’opinionista “le richieste israeliane contano sempre più di quelle palestinesi”. Anche altri quotidiani si occupano dell’argomento. “Il piano del secolo di Trump è un ‘passo a due’ con Bibi”, titola Il Fatto Quotidiano.

"Aiutare il prossimo, impegno ebraico". Anche Avvenire e Il Giorno parlano dell’iniziativa di solidarietà verso una famiglia di profughi siriani promossa da UCEI e Comunità ebraica di Milano nell’ambito dei corridoi umanitari. “La famiglia arrivata all’aeroporto di Fiumicino è originaria di Aleppo, città della convivenza tra religioni diverse che da nove anni soffre la tragedia della guerra, e ha trascorso un periodo nei campi profughi in Libano. A Milano – scrive Avvenire – sarà ospitata in un appartamento nella zona sud della città”. Sottolinea il vicepresidente UCEI Giorgio Mortara: “L’iniziativa è pensata quale ideale prosecuzione del lavoro svolto già da anni dalle comunità ebraiche di Firenze, Torino e Milano e di incentivare la nascita di nuove iniziative”. Afferma Milo Hasbani, presidente della Comunità ebraica di Milano: “Siamo sempre pronti a metterci in gioco quando si tratta di aiutare attivamente il prossimo”.

Sky Sport e la sfida di Memoria vinta. La sfida della Memoria viva e consapevole sul piccolo schermo. Un obiettivo centrato ancora una volta da Sky Sport, che in questi anni ha realizzato numerose iniziative di successo. L’ultima, la testimonianza a Federico Buffa di Susanna Egri Erbstein, figlia del leggendario allenatore ungherese che fu vittima dell’odio antiebraico e morì a Superga, conquista il plauso di Aldo Grasso sul Corriere. Scrive il noto critico: “Federico Buffa l’ha intervistata per il Giorno della Memoria e lei, a 94 anni, ha raccontato le sue vicissitudini con una lucidità e una partecipazione davvero invidiabili”.

Elly ricorda Ethel. Elly Schlein, la più votata alle elezioni regionali in Emilia-Romagna, racconta a Repubblica la sua idea di politica ma parla anche delle sue origini familiari. Il nome completo è in realtà Elena Ethel, in ricordo anche di nonna Ethel, “emigrata in America dalla Lituania, ebrea”. Il marito veniva da Leopoli, si era salvato dai pogrom ma perse il resto della famiglia durante la Shoah. “A Ellis Island gli cambiarono nome, da Schleyen a Schlein”.

"Quella scritta un segno". Maria Bigliani, la donna torinese minacciata con una scritta antisemita non ha intenzione, almeno per il momento, di cancellarla. A Repubblica, ricordando anche la madre Ines Ghiron, staffetta partigiana ebrea, dice: “È un atto di intolleranza nei confronti dei diversi in genere e nei confronti degli ebrei. Per ora però non la cancello, la voglio lasciare come un segno, mi sembra sia il motivo di quanto scatenato”.

L'allarme dell'odio. Su questo episodio e su altri che hanno colpito l’opinione pubblica interviene anche Fabio Levi, direttore del Centro Internazionale di Studi Primo Levi. Per Levi, che ne parla con La Stampa, si tratta di “fatti allarmanti, che sono il frutto di rapporti umani deteriorati”.
Così invece Gad Lerner (Repubblica): “C’è una componente sadica nella parodia di caccia all’uomo orchestrata intorno alla Giornata della Memoria. Confida nel piacere che può suscitare nell’animo degli incarogniti. Li lusinga con l’umiliazione dei malcapitati presi a bersaglio, vivi o morti che siano”.

Legge sulla Memoria, il Veneto dice sì. Consenso unanime, nell’aula del Consiglio regionale del Veneto, per la Legge sulla Memoria e contro l’odio recentemente approvata dalla Commissione cultura. Si tratta, ricorda il Corriere del Veneto, “della prima legge regionale in Italia dedicata alla Memoria della Shoah”. Significativo in particolare l’investimento per le scuole e le nuove generazioni.

Svastiche e slogan antisemiti sui muri di una scuola elementare romana. Come racconta il Messaggero, solo l'ultimo di una serie di episodi inquietanti.

Adam Smulevich
twitter @asmulevichmoked
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