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3 Febbraio 2020 - 8 Shevat 5780

alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di Anna Foa, Daniela Fubini e Viviana Kasam.
 
 
Partito Popolare Europeo,
Fidesz di Orban in bilico
Nelle prossime ore i vertici del Partito Popolare Europeo decideranno se escludere dalla loro famiglia (la più numerosa a Bruxelles) l’ungherese Fidesz del premier Viktor Orbán, spesso portatore in questi anni di istanze nazionaliste, sovraniste e ultraconservatrici. “La linea della spaccatura – racconta il Corriere – passa grosso modo sull’asse Nord-Sud, con i partiti delle democrazie nordiche decisi a sbarazzarsi di una presenza così ingombrante”. Anche se, si legge ancora, “a guidare il fronte di quelli che vorrebbero cacciare Orbán è il nuovo presidente del Ppe, il polacco Donald Tusk, il quale però gioca nella vicenda anche una partita personale in vista delle elezioni in Polonia, dove il suo nemico di sempre, il leader del PIS Jaroslaw Kaczynski, è il principale interlocutore di Orbán nella galassia sovranista”.

Giuristi espulsi nel '38, a Roma tutto fermo. Memoria per i giuristi romani espulsi con l’entrata in vigore leggi razziste. A chiedere che anche la Capitale si allinei al percorso intrapreso in altre città, dove targhe con tutti i nomi degli allontanati sono state poste nei diversi tribunali di riferimento, è l’avvocato Roberto Coen. Socio fondatore e consigliere dell’Associazione Avvocati e Giuristi Ebrei, Coen esterna al Corriere la propria amarezza: “È più di un anno – afferma – che cerchiamo, senza successo, di ottenere un tavolo tecnico per le autorizzazioni anche a Roma. Ma al di là di generiche approvazioni, non siamo riusciti nell’intento per l’ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi, come avremmo voluto”. La ferita di quelle espulsioni, sottolinea Coen, è ancora aperta. “Così come riteniamo grave che negli ambienti della Corte Costituzionale sia ancora eretta la statua dell’ex presidente della Corte, Gaetano Azzariti, che fu presidente del Tribunale della razza. Su quella collocazione sarebbe tempo di aprire una approfondita riflessione”.

Un pomeriggio di terrore. Con gli accoltellamenti a Londra e Gend, in Belgio, torna l’incubo del terrorismo islamico nelle strade d’Europa. “La polizia – spiega La Stampa a proposito dell’attacco londinese – ci ha messo un’ora per dichiarare ufficialmente l’incidente un attentato di matrice terroristica, meno tempo del solito”. Qualche ora più tardi Scotland Yard ha infatti parlato di “matrice islamica” e ha identificato l’attentatore. Sudesh Amman, sottolinea La Stampa, “era uscito di prigione una settimana fa e aveva scontato la metà dei tre anni di carcere che gli erano stati inflitti per reati legati al terrorismo”.

I detenuti scrivono a Liliana. Nuova emozionante visita di Liliana Segre al Memoriale della Shoah di Milano. Nell’occasione è stata letta una missiva inviatale dai detenuti del carcere di San Vittore, riportata tra gli altri da Repubblica. “Liliana cara – si legge – le parole che ci ha detto nella sua recente visita ci hanno segnati profondamente: vorremmo parteciparle tutta la cascata di pensieri che lei ci sta suscitando, in questo carcere capace di essere il cuore di Milano per la sua umanità, capacità che ci sentiamo impegnati a tenere viva e a trasmettere, nello spirito della Costituzione nata fra queste mura, frutto di scelte di vita pagate spesso con la vita”.
La professoressa della scuola media fiorentina che ha parlato della senatrice a vita come di un personaggio “in cerca di visibilità” si avvia intanto ad essere sospesa. Numerose, riporta Repubblica, le reazioni del mondo della scuola a queste ignobili parole.

L'ultimo inganno. Aldo Grasso, sul Corriere, parla del documentario “Kinderblock. L’ultimo inganno” scritto da Marcello Pezzetti e diretto da Ruggero Gabbai. Al centro del documentario, prodotto dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma e andato in onda su Rai 1, la vicenda delle sorelle Andra e Tatiana Bucci e del loro cugino Sergio De Simone barbaramente ucciso dai nazisti. “La testimonianza di Andra e Tatiana – spiega Grasso – è di quelle che ti lasciano senza fiato, come se non ci fossero parole per descrivere l’orrore”.

“Professor Mengele”. È il titolo di un pessimo articolo pubblicato sul Foglio sabato scorso, che ricordava (pur condannandone i crimini) i meriti scientifici del boia nazista. Il Giornale esprime solidarietà alla redazione del quotidiano, che ha ricevuto varie contestazioni.


Adam Smulevich
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