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 12 Febbraio 2020 - 17 Shevat 5780

alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Giuseppe Momigliano, Davide Assael, Alberto Cavaglion, Francesco Lucrezi e Francesco Lotoro.
 
 
Abbas dice no al piano Usa
“Il piano Trump non è una base per il negoziato”. Era ampiamente prevista l’opposizione di Abu Mazen, il leader palestinese ieri intervenuto al Consiglio di sicurezza dell’Onu con parole di netta chiusura. Come scrive tra gli altri La Stampa, Abu Mazen ha parlato di un rischio “apartheid”. Un tema già sollevato negli scorsi giorni con improperi rivolti sia a Israele che Stati Uniti. Abbas ha anche auspicato una mediazione più ampia, con gli Usa non più unico punto di riferimento, dicendosi disposto a riallacciare un discorso per la pace “se troverà un partner in Israele”. L’ambasciatore israeliano Danny Danon si è detto pronto a negoziati diretti, definendo però Abu Mazen “non sincero”.

I giovani e l'odio. “Forlì, i bravi ragazzi della svastica contagiati dall’odio”. Repubblica torna sull’episodio che ha avuto per protagonisti cinque tredicenni autori di scritte neonaziste e antisemite. “Tutto – si legge – accade nella quotidianità più normale, quasi banale, di uno dei tanti compleanni di classe che si celebrano ogni fine settimana. I protagonisti sono compagni di giochi non più bambini ma ancora ragazzi”.

L'invito (accolto) di Liliana. “Non c’è censura nella commissione contro l’hate speech. Io predico pace e libertà”. Così Liliana Segre, ieri ospite del Consiglio regionale della Lombardia. Nell’occasione la senatrice a vita ha rivolto un invito, al presidente Fontana e a tutto il Consiglio, a visitare gli spazi del Memoriale della Shoah milanese. L’invito, come segnala il Corriere, è stato subito accettato.

In piazza contro l'antisemitismo. Torino scende in piazza contro l’antisemitismo. È l’iniziativa della sindaca Chiara Appendino, che ha lanciato per lunedì prossimo una mobilitazione cittadina. Come riporta Repubblica, saranno presenti anche “le persone finite nel mirino delle scritte, come Maria Bigliani e Marcello Segre”. L’invito, si legge, è stato esteso anche al presidente della Comunità ebraica torinese Dario Disegni.

"Schlein con Bds". Il Giornale attacca Elly Schlein, neo vicepresidente dell’Emilia-Romagna, menzionando la sua partecipazione al “16esimo convegno dei palestinesi in Europa, celebrato il 29 aprile 2018 ad Assago (Milano)”. Tra i partecipanti, si legge, “un referente del movimento Bds, quello che propone il boicottaggio dello Stato ebraico”. E l’ex terrorista Francesco Giordano, tra i killer di Tobagi, “che in questi anni si è messo in evidenza per gli appelli alla contestazione della Brigata ebraica al corteo del 25 aprile”.

La settimana dell'albero. Avvenire torna su la “Settimana dell’albero”, itinerario milanese alla scoperta della cultura ebraica promosso promosso dall’associazione Per il Refettorio Ambrosiano, nato da un’idea di don Giuliano Savina e con la direzione artistica di Miriam Camerini. Il via quest’oggi. Tra gli ospiti dell’edizione 2020 anche la presidente UCEI Noemi Di Segni.

Tra Memoria e Ricordo. Rispondendo a un lettore sul tema delle foibe, Aldo Cazzullo (Corriere) scrive: “Per troppo tempo si è parlato poco delle foibe e dell’esodo di istriani e dalmati. Ora è il momento di farlo. Il giorno del ricordo non è una ‘cosa di destra’, così come la giornata della memoria non è una ‘cosa di sinistra’”.

L'Italia e il caso Zaki. “Sicuramente l’Egitto è un Paese cruciale per la stabilità del Mediterraneo. Se si vogliono difendere i diritti umani e si vuole la verità su Giulio Regeni non si può prescindere da una relazione con l’Egitto”. È quanto afferma il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a proposito dell’arresto di Patrick George Zaki, lo studente dell’Università di Bologna in carcere al Cairo da alcuni giorni. “Il ragazzo – dice Di Maio al Corriere – è egiziano. Comunque, al di là della nazionalità, l’Italia è sempre impegnata per il rispetto dei diritti umani”.

La falla nella app. Sul Fatto Quotidiano si parla della denuncia presentata in Israele contro il Likud, il partito di Netanyahu, accusato di aver violato le leggi sulla privacy attraverso Elector, “una app messa a punto in vista del voto”. Una falla nel sistema di sicurezza avrebbe infatti permesso di poter accedere pubblicamente “a nomi, documenti di identità, telefoni cellulari e gli indirizzi dell’intero registro elettorale con oltre sei milioni di israeliani schedati”.

Adam Smulevich
twitter @asmulevichmoked
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