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28 Febbraio 2020 - 3 Adar 5780


Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di rav Alberto Sermoneta, Gadi Luzzatto Voghera, Anna Segre, Francesco Moises Bassano.
 

 
Coronavirus, Israele annuncia:
"A breve il primo vaccino" 
Sull’emergenza Coronavirus una delle notizie delle ultime ore è lo stop di Israele ai cittadini non israeliani che hanno soggiornato in Italia negli ultimi 14 giorni. Per tutti gli israeliani tornati a casa è stata invece prevista la quarantena obbligatoria.
“La chiusura – racconta il Corriere – è stata ordinata nel giro di poche ore dopo che un israeliano tomato dall’Italia è risultato positivo al Covid-19 ed è stato ricoverato in ospedale a Tel Aviv. Era a bordo di un volo El Al atterrato domenica pomeriggio da Milano, il ministero della Sanità ha identificato tutti gli altri passeggeri e ha imposto la quarantena”. Il quotidiano segnala anche l’intervento dell’ambasciata israeliana a Roma, volto a smorzare qualche tensione: “Siamo uno Stato molto piccolo con un’alta densità della popolazione. Abbiamo dovuto adottare forti misure precauzionali. Vorremmo riaffermare la nostra fiducia nelle autorità italiane e l’ammirazione per la gestione di questa crisi”.
Il Corriere e altri giornali si soffermano sul disagio vissuto ieri da chi ha volato (o doveva volare) dall’Italia a Israele ed è stato respinto. Come i passeggeri del volo da Orio ad Eilat, la cui permanenza in Israele è durata 75 minuti: “Giusto il tempo di atterrare, consegnare i passaporti, scendere da un aereo e salire su un altro”.
Da Israele arriva intanto almeno una altra notizia significativa: un team di scienziati è al lavoro per completare in tempi rapidi il primo vaccino contro il virus. A dare l’annuncio è stato il ministro della Scienza e della Tecnologia Ofir Akunis.

L'intervista al leader arabo. Tra pochi giorni in Israele si andrà al voto. Sul Venerdì di Repubblica un’ampia intervista ad Ayman Odeh, leader del partito arabo, che ha l’ambizione di diventare il punto di riferimento della sinistra israeliana. Le premesse però non sembrano troppo incoraggianti. Racconta infatti Odeh: “La prima volta che sono arrivato alla Knesset, quando ho visto i ritratti del fondatore del sionismo David Ben Gurion, di Chaim Weizmann e di Golda Meir, mi è venuto un colpo. Sono i responsabili della tragedia del mio popolo, e mi sono detto: che ci faccio io qui? Fino a quando non ci sarà la pace non posso impegnarmi in ministeri in cui sento troppo il conflitto fra la mia identità nazionale e la mia cittadinanza israeliana, come gli Esteri, la Difesa o l’Assorbimento degli immigrati. Dopo, tutto sarà possibile”.
Nell’intervista Odeh attacca l’attuale premier Netanyahu, definito “il più ostile alla minoranza araba della storia del Paese”.

Una quarantena morale. Il Foglio invoca “una quarantena morale” per i cortei del Carnevale che, ad Aalst in Belgio e a Campo de Criptana in Spagna, sono stati caratterizzati da un vasto campionario antisemita. Adesso, scrive Il Foglio, “abbiamo un anno per riflettere e per capire cosa fare di questa festa, che porta con sé, da sempre, le deformità, le bassezze, le storture dell’umanità”.

Le scuse di Trento. Avvenire dedica un articolo alla recente visita della presidente UCEI Noemi Di Segni e dell’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede Oren David alla mostra sul caso Simonino allestita al Museo Diocesano di Trento. Si legge al riguardo: “Anche un mea culpa pubblico, documentato con una mostra di rigore scientifico, fa crescere il dialogo fra le fedi”.

Il Museo di Auschwitz contro Hunters. Su Amazon Video arriva l’attesa serie tv “Hunters” in cui Al Pacino interpreta un cacciatore di nazisti nella New York degli Anni Settanta. La serie è però contestata dal Museo di Auschwitz che, come segnala il Corriere, ha criticato “la rappresentazione fittizia di quanto successo nel lager”. Il Corriere, nel dare notizia di questo intervento, parla impropriamente di “associazioni ebraiche”,

Un cartoon per la Memoria. Raccontare la Shoah in un cartoon: è la sfida del regista premio Oscar Michel Hazanavicius. “È la storia – dice al Messaggero – di una coppia di taglialegna che vivevano in tempo di una foresta della Polonia e soffrivano del fatto di non avere figli. Intanto una famiglia ebrea viene arrestata a Parigi e, sul treno diretto ad Auschwitz, il padre getta dal finestrino uno dei suoi gemelli neonati, sperando di salvare almeno lui. Il piccolo viene recuperato dalla moglie del taglialegna che lo accudisce come un figlio, con grande amore”.

Adam Smulevich twitter
@asmulevichmoked
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