IL PAESE TORNA ALLE URNE PER LA TERZA VOLTA IN UN ANNO
Rivlin: "Israele non merita nuove elezioni ma stabilità.
Andate a votare, fate sentire la vostra voce"

Dalle 7 di questa mattina – ora locale – migliaia di seggi hanno aperto le proprie porte in Israele. Per la terza volta in un anno milioni di cittadini sono chiamati ad esprimere il loro voto e il malcontento per questa impasse politica è diffuso. Ad esprimerlo nei termini più duri, il Presidente d’Israele Reuven Rivlin in un messaggio alla nazione, pubblicato dopo aver votato. “Questo è normalmente un giorno di festa, ma la verità è che non ho voglia di festeggiare. Ho solo un senso di profonda vergogna quando mi trovo di fronte a voi, miei concittadini. Non ce lo meritiamo. Non ci meritiamo una campagna elettorale orribile e sporca come quella che finisce oggi e non ci meritiamo questa instabilità senza fine. Meritiamo un governo che lavori per noi”, le parole di Rivlin, che lancia però un appello contro l’astensionismo. “Vi chiedo: andate a votare. Ogni voto è quello giusto. Ogni voto è la vostra voce. Andate e fatela sentire. Spero vivamente che ci incontreremo di nuovo solo nel 2024, o almeno che non vedrò un’altra campagna elettorale come presidente del Paese che è così caro a tutti noi”.
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LA NUOVA RELAZIONE DELL'OSSERVATORIO DEL CDEC
Antisemitismo, la fotografia dell'Italia del 2019
C’è un aumento di episodi di antisemitismo in Italia dal 2018 al 2019 e vanno analizzati prendendo in considerazioni diversi fattori, dal malessere sociale al disagio economico. Lo spiega in modo approfondito la Relazione annuale sull'antisemitismo in Italia 2019 curata dall’Osservatorio antisemitismo del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano. “I segnali di quest’anno confermano la copresenza delle diverse tipologie di antisemitismo, che si caratterizza per la sua fluidità – spiega la sociologa Betti Guetta, responsabile dell’Osservatorio – L’antigiudaismo per esempio non è sparito ma si ripresenta come odio nei confronti di Israele, con il Gesù messo in croce che diventa il Gesù palestinese. C’è una sovrapposizione delle diverse narrazioni che si intrecciano tra loro e che si diffondono in un attimo grazie a internet. Il cospirativismo antiebraico in particolare trova online il suo megafono”. Nella Relazione – che il Cdec suggerisce di leggere assieme a tre saggi a firma di Sergio Della Pergola, di Enzo Campelli e Leone Hassan e della stessa Guetta – viene esaminato in modo approfondito il quadro sociale italiano, spiegata la metodologia della ricerca e poi presentati i diversi casi registrati di antisemitismo, che consentono di analizzare il livello di diffusione e di virulenza del linguaggio antisemita nel paese. “Preoccupa il fatto che dopo tanto tempo siano stati registrati due episodi di violenza (uno schiaffo e uno sputo in faccia) – spiega Guetta – ma dall’altro lato nella relazione ricordiamo come ci sia una importante sensibilità rispetto al tema da parte delle istituzioni e delle autorità”. Tra gli elementi negativi, continua la sociologa, il diffondersi dell’umorismo becero tra i giovani sui social network, indice di un ulteriore sdoganamento di un certo tipo di linguaggio. Nella relazione, guardando al quadro complessivo, si sottolinea poi un elemento che fotografa la situazione italiana: “È sempre in periodi di disordine sociale, politico ed economico che riemerge l’antisemitismo, segnale del malessere di una società, del degrado di forme di convivenza civile e democratica, riflesso di subculture e movimenti intolleranti. È un tempo dove i più fragili (socialmente e culturalmente) cercano di allearsi, di ‘farsi popolo’; non stupisce il diffondersi di rancore e di miti cospirativisti, anche in chiave antiebraica. Serpeggia la convinzione che se si sta male la colpa è di qualcuno che non protegge, che non dirige, o che permette ad altri di derubare, che nasconde la verità”.
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QUI WASHINGTON - LA CONVENTION DEL GRUPPO DI PRESSIONE PRO-ISRAELE
Conferenza Aipac, lavori al via
Con Sanders è scontro aperto

Le elezioni israeliane oggi. Il “super Tuesday” delle primarie democratiche americane domani. Sono i due appuntamenti cui guarda con particolare attenzione l’Aipac, l’American Israel Public Affairs Committee. Il Gruppo di pressione pro Israele, riunito in queste ore a Washington per la sua conferenza annuale, ha incentrato la propria agenda proprio su questi due eventi. A caratterizzare l’avvio dei lavori gli interventi a distanza sia del premier israeliano Benjamin Netanyahu che del suo principale sfidante Benny Gantz, ma anche l’attacco scagliato contro Bernie Sanders, il senatore ebreo del Vermont ad oggi accreditato del maggior numero di consensi tra gli elettori dem che, negli scorsi giorni, aveva accusato l’Aipac di “integralismo” e “rifiuto dei diritti elementari del popolo palestinese”. Parole cui era seguito l’annuncio di un suo rifiuto a partecipare alla conferenza, nonostante un accordo già preso in questo senso.
Le parole più dure contro Sanders, che nel recente passato aveva definito Netanyahu un “razzista reazionario”, sono arrivate dall’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite Danny Danon. “Non vogliamo Sanders all’Aipac, non lo vogliamo in Israele. Chiunque chiami il nostro Primo ministro un razzista è un bugiardo, uno sciocco ignorante, o entrambe le cose”.
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Rassegna stampa
Israele al voto
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L’innocente al posto del colpevole
 Riprendo da un suo articolo su Italia Oggi di sabato scorso una notizia che sembra esser passata inosservata. Valter Vecellio, il noto giornalista e scrittore radicale, si dimette da cittadino e si riconosce solo come suddito di questo Paese. La ragione è in un’ingiunzione di pagamento di 300 e tanti euro inviatagli dal’Agenzia delle Entrate, non perché avesse dimenticato di pagare una tassa, ma perché, dopo la sua condanna all’ergastolo, Erich Priebke lo aveva citato in tribunale insieme a Riccardo Pacifici per “sequestro di persona”. Vecellio era stato assolto nei tre regolari gradi di giudizio. Allora perché l’ingiunzione di pagamento?
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Oltremare - Gelato

Terza volta, gelato! Se un italiano che vive in Israele dovesse dire questa frase in italiano verrebbe probabilmente preso per uno che vuole fare una battuta che nessuno capisce. Ma in Israele è molto comune dire "Pa'am slishit, glida", appunto "terza volta, gelato" come se fosse una frase dotata di senso compiuto. La si dice ogni volta che una cosa avviene per la terza volta di fila, soprattutto un incontro casuale.
Daniela Fubini
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Controvento - Una sentenza storica

In Italia i media, presi dal coronavirus, se ne sono occupati in modo sbrigativo, ma in America la condanna di Harvey Weinstein è stata salutata come una sentenza storica, una pietra miliare che cambierà per sempre i costumi e le abitudini degli americani.
A prima vista, a chi non è familiare con il sistema giuridico americano, potrebbe sembrare una vittoria mutilata. L’accusato è stato infatti assolto dai reati più gravi, e ritenuto colpevole, di fronte a una marea di testimonianze, solo di due reati di molestie sessuali aggravate.
Viviana Kasam
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