IL COLLOQUIO TRA IL MINISTRO DELLA DIASPORA ISRAELIANO E LA PRESIDENTE UCEI 

"Israele al fianco dell'Italia e delle comunità ebraiche"

Il sostegno d'Israele all'ebraismo italiano di fronte all'emergenza sanitaria. È il tema di cui hanno discusso la Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e il ministro della Diaspora israeliano Tzipi Hotovely. Un colloquio tenutosi nelle scorse ore in cui Hotovely ha rimarcato la vicinanza d'Israele all'Italia e al suo mondo ebraico, offrendo il sostegno e supporto di Gerusalemme. La presidente Di Segni ha presentato le misure intraprese dalle Comunità nel rispetto delle disposizioni adottate dal governo, dando un quadro delle criticità di questa difficile lotta contro il coronavirus e contro l'espandersi del contagio. Israele negli scorsi giorni ha iniziato ad adottare misure sempre più severe e guarda con attenzione all'evolversi della situazione italiana.
PAGINE EBRAICHE DI MARZO 

Resilienza, parità e lotta all’odio,
le sfide da vincere insieme

“Emergenza e resilienza”. Due parole chiave per descrivere la grande prova che investe tutti i cittadini italiani al tempo del Coronavirus. In questo senso, la storia e la Tradizione ebraica hanno molto da insegnare. Lo ricordiamo sul numero di Pagine Ebraiche di marzo in distribuzione, che si apre con diverse pagine dedicate a questa complessa sfida (da vincere tutti insieme). Altra sfida da vincere, al giorno d’oggi, è quella della parità tra i sessi. È il tema del dossier Donne che trovate in questo numero. Il mondo ebraico, si ricorda, è pienamente parte di questo percorso tra modelli che affondano le proprie radici nel passato a modelli che guardano al futuro. Non mancano inoltre gli interrogativi aperti sul ruolo della donna oggi all’interno dell’ebraismo ortodosso. L’intervista del mese è a Milena Santerini, da gennaio coordinatrice nazionale nella lotta contro l’antisemitismo. Il web, sottolinea Santerini, è uno dei fronti caldi dove è necessario intervenire. “Lo Stato – dice – deve agire con la collaborazione delle grandi piattaforme in modo da rimuovere i contenuti d’odio il prima possibile”. Le pagine di Eretz, dedicate alla realtà di Israele, si focalizzano naturalmente sull’esito dell’ultima consultazione elettorale e sulla sfida di arrivare al più presto a un governo solido. Un tema che, come noto, vede in queste ore l’apertura di un nuovo scenario con l’incarico assegnato da Rivlin a Gantz. Le pagine di Orizzonti guardano invece all’Europa e alla recente due giorni parigina della European Jewish Association. Al centro della conferenza internazionale il tema del contrasto all’odio e all’antisemitismo, anche attraverso un potenziamento dell’attività educativa. In Economia invece proviamo a raccontarvi cosa succede al Forward, storica testata in lingua yiddish costretta ad affrontare un momento di crisi. A firmare i due editoriali delle pagine di Economia sono Claudio Vercelli e Aviram Levy. In Cultura ebraica alcune riflessioni dei Maestri. Rav Jonathan Sachs, ex rabbino capo d’Inghilterra, prende spunto dalla festa di Purim appena trascorsa per raccontarci quale è “il nostro compito nel mondo”. Da leggere anche gli interventi di rav Gianfranco Di Segni e rav Giuseppe Momigliano. Come di consueto, stimolanti anche le pagine delle Opinioni con interventi di David Bidussa, Dario Calimani, Vittorio Ravà, Anna Segre e David Menasci. La pagina Protagonisti è dedicata a David Gerbi e alle sue recenti iniziative per valorizzare l’identità ebraica sefardita.
Mentre la Cultura si apre con un saggio di Annalisa Capristo dal volume di recente pubblicazione Bruno Zevi intellettuale di confine. Andrea Atzeni propone invece una lettura su alcune iniziative di Memoria distorta, anche a danno del mondo della scuola, Francesco Moises Bassano riflette su Israele e il mondo arabo, Massimo Giuliani recensisce l’emozionante carteggio tra Walter Benjamin e Gershom Scholem riportato in libreria da Adelphi. Su Pagine Ebraiche anche un brano del libro Vita alla Sapienza, atto d’accusa al sistema universitario dell’ex presidente dell’Ospedale israelitico (da poco scomparso) Giorgio Coen. Il mensile si conclude con la doppia Sport e Sapori. Sport e spiritualità: un rapporto da riscoprire, come attesta anche la Yeshiva University in alcune sue iniziative. In Sapori invece Claudia De Benedetti ci parla di un antico ricettario ebraico-monferrino da poco ristampato".

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AL CAPO DI KACHOL LAVAN IL COMPITO DI DARE UN ESECUTIVO A ISRAELE

Gantz: "Formerò un governo più ampio possibile,
per sconfiggere il virus corona e il virus dell'odio"

Con in tasca le raccomandazioni di 61 parlamentari israeliani (la maggioranza della Knesset), il leader di Kachol Lavan Benny Gantz ha ottenuto nelle scorse dal Presidente d'Israele Reuven Rivlin  l'incarico di formare il prossimo governo d'Israele. Un compito già di per sé complicato ma aggravato dall'emergenza coronavirus, che preoccupa profondamente anche Israele. 
Subito dopo aver ricevuto il mandato da Rivlin, Gantz ha contattato il presidente di Yisrael Beitenu Avigdor Lieberman e ha incontrato il leader di Labor-Bridge-Meretz Amir Peretz, che gli hanno confermato il sostegno. Poi ha chiamato i leader dei blocchi di destra. Naftali Bennett, di Yamina, ha detto che nessun incontro è possibile fino a che Gantz non rinuncerà al sostegno della Lista araba (15 seggi, determinanti nel far sì che Gantz ottenesse il mandato da Rivlin). Picche anche dai leader di Shas Aryeh Deri e Yahadut HaTorah Yaakov Litzman, che vedono solo in Benjamin Netanyahu il loro candidato. 
Dopo aver ricevuto l'incarico Gantz ha promesso di rendere il processo di formazione il più rapido e inclusivo possibile. “Vi do la mia parola, farò tutto ciò che è in mio potere per stabilire in pochi giorni un governo il più ampio e patriottico possibile”, le sue parole, ricordando come il paese si trovi in un momento fuori dall'ordinario. “Servirò gli elettori di tutti i partiti e tutti i cittadini di Israele. Farò uno sforzo per guarire la società dal coronavirus, così come dai virus della divisione dell'odio".

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I MESSAGGI DI VICINANZA NELLE DIVERSE CITTÀ

Da Gerusalemme a Tel Aviv,
la solidarietà israeliana all’Italia

Le mura della Città Vecchia di Gerusalemme, ma anche i municipi di Tel Aviv e Petah Tikwa. Israele in prima linea accanto all’Italia a confronto in questi giorni con una drammatica impennata di vittime per il Coronavirus. Un messaggio di fratellanza e solidarietà senza confini. L’ha ricordato in queste ore anche l’ambasciatore israeliano in Italia Dror Eydar. “Gerusalemme – ha scritto il diplomatico, condividendo su Facebook l’immagine delle antiche mura della città illuminate con il tricolore – è il cuore di Israele, e da questo cuore sgorga una grande preghiera per la guarigione dei malati del popolo italiano, per corroborare lo spirito di questo meraviglioso popolo, per incoraggiare i leader italiani, per sostenere i medici sfiniti per il lavoro che svolgono con abnegazione, le forze di sicurezza e tutti i cittadini italiani. Da Sion non uscirà soltanto la Toràh, ma anche la preghiera e la guarigione”.

LE INDICAZIONI DELL'ASSEMBLEA RABBINICA ITALIANA 

Pesach, la lista dei prodotti autorizzati

Prodotti accettabili senza una certificato Kasher le Pesach. Prodotti che richiedono un valido certificato Kasher le Pesach. Prodotti non accettabili nei giorni di Pesach. Tre le categorie in cui sono raggruppate le diverse tipologie di beni di consumo (bevande, alimentari, cosmetici e farmaci) indicati nella lista dei prodotti autorizzati per Pesach condivisa nelle scorse ore dall’Assemblea Rabbinica Italiana. “Una delle norme fondamentali che riguardano la preparazione a Pesach – si ricorda nella guida, traducendo in italiano alcune indicazioni del rav David Cohen contenute nel saggio “Which foods are chametz?” – è la rimozione di tutto il chametz dalla cucina.  

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ENTRO LE 13.00 DEL 6 APRILE È POSSIBILE INVIARE LE CANDIDATURE 

Direzione del Meis, prorogato il bando

Alla luce delle emergenze nazionali ed internazionali dovute alla pandemia del coronavirus, e delle conseguenti difficoltà di movimentazione e di servizio, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara ha annunciato di aver prorogato fino al 6 aprile 2020 il termine per l'invio delle candidature per il ruolo di nuovo direttore del Meis. La candidatura, inoltre, potrà essere inviata (entro e non oltre le ore 13.00 del 6 aprile) anche attraverso posta elettronica certificata all’indirizzo pec: fondazione.meis@pec.meisweb.it.

Clicca qui per il bando.

 

QUI MILANO - IL CORDOGLIO DEL MONDO EBRAICO

Michele Sciama (1941-2020)

“Ho lavorato con Micky per diversi anni. Era una persona splendida con cui ho costruito un rapporto di amicizia speciale. Da parte mia e di tutta la Comunità voglio esprimere il nostro cordoglio e affetto alla famiglia”. Così il presidente della Comunità ebraica di Milano Milo Hasbani nel dare l'ultimo saluto a Michele (Micky) Sciama, scomparso nelle scorse ore all'età di 79 anni. Segretario generale della Comunità di Milano per diversi anni, ha fatto parte integrante del Consiglio della Fondazione Scuola ebraica e della Fondazione del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea. Proprio il direttore del Cdec, Gadi Luzzatto Voghera, ha voluto ricordarlo con il contributo che proponiamo di seguito:

Fra le bellissime immagini che aveva donato all’archivio della Fondazione CDEC, quella che vi mostriamo è particolarmente bella. E’ stata scattata al Cairo nell’agosto del 1941 e raccoglie numerosi cugini delle famiglie Sciama e Harari. Manca lui, Michele (Micky) Sciama che era nato solo pochi mesi prima in quella città, il 18 maggio. Era una persona particolarmente legata alla famiglia e a quella della comunità ebraica egiziana. La vita lo aveva portato a studiare a Londra, dove si era laureato in ingegneria, e successivamente a Milano, dove per decenni era stato prima dirigente d’azienda e poi, dal 1993 al 2007, segretario generale della Comunità ebraica. Terminata la sua esperienza professionale aveva messo a disposizione dell’ebraismo milanese e della Fondazione CDEC le sue competenze e il suo entusiasmo. Una forza travolgente, un fuoco che lo animava e che costringeva chi gli stava accanto a condividere la sua progettualità. Micky è stato fra i principali animatori del progetto Edoth (comunità), che si occupa di raccogliere le testimonianze degli ebrei costretti nel secondo dopoguerra ad abbandonare le comunità del Mediterraneo, dalla Siria al Libano, dalla Libia all’Iran e appunto all’Egitto. Si era fatto promotore e tramite di numerosissime interviste a ebrei egiziani e la loro testimonianza, che arricchisce la collezione del CDEC, sarebbe stata impossibile senza l’indispensabile ruolo giocato da Micky Sciama. Innamorato della sua bella famiglia, della moglie Viviane e delle figlie Dalia e Stefania, è stato negli ultimi anni punto di riferimento della Fondazione Scuola Ebraica di Milano e ha dato un contributo fondamentale al reperimento di risorse e all’organizzazione dei bilanci della Fondazione CDEC. Il suo sogno, negli ultimi tempi, era stato quello di organizzare un grande evento, un concerto da offrire alla città di Milano per finanziare il CDEC. Lo avevamo incontrato in una prima riunione organizzativa proprio pochi giorni fa. Realizzeremo il concerto in suo nome e nel suo ricordo, per onorarne la memoria e per combattere quel virus che non produce solo statistiche, ma ci priva della presenza di persone, di amici, di fratelli. Micky Sciama ci mancherà, Baruch Dayan HaEmet.

Gadi Luzzatto Voghera, Direttore Fondazione CDEC


Rassegna stampa

"È il momento dei sacrifici"
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Qualcosa da ricordare
Nell’isolamento quasi totale si riscoprono legami fra le persone: si telefona ad amici perduti da tempo, si imparano i nomi dei vicini di casa, di solito sconosciuti, ci si sorride da lontano o ci si chiede come va?. Il flash mob generalizza un impulso che da qualche giorno sentiamo a guardare con affetto al mondo intorno a noi. L’odio con cui si guardava agli altri sembra scomparso, o almeno di molto attenuato. Forse perché siamo tutti nella stessa barca, forse perché lo stare bene del nostro vicino ci sembra ora non qualcosa che toglie al nostro star bene, ma invece la sua garanzia. Quando finirà (perché finirà, presto o tardi), ricordiamocelo.
Anna Foa
Oltremare - Itinerari del coronavirus
Piccola storia vera, appena successa nella Israele del pre-lockdown.
Ieri sera mio marito è ritornato a casa dal lavoro – dove lavora non esiste la possibilità di lavorare da casa, e quindi lui deve andare fisicamente in un ufficio con altri esseri umani – e ha detto una frase che nessuna moglie vuole sentire, mai, in nessuna occasione: ho una brutta notizia. Pausa. Ma aspettiamo conferme. E poi d’un fiato: la figlia di un collega nel mio gruppo di lavoro ha viaggiato in autobus con una persona risultata poi malata di coronavirus. Solo stamattina abbiamo avuto la gran bella notizia che la ragazza è risultata negativa, e possiamo ricominciare a respirare. Che poi, a razionalizzare, il virus avrebbe comunque dovuto fare non poche piroette, dal malato alla figlia del collega, dalla figlia al collega, e poi dal collega a mio marito. Possibile? Possibile. 
Daniela Fubini
Controvento - Covid 19: l’hacker del nostro sistema
La nostra vita è sospesa. I programmi rimandati a non si sa quando. La presenza dei nostri cari, figli, nonni, amici, bruscamente amputata. Galleggiamo nell’incertezza. Come in tempo di guerra, coprifuoco, negozi chiusi, ospedali sovraffollati. Solo che mentre in guerra il nemico è identificato, esterno a noi, oggi il nemico si annida ovunque, dentro la nostra cerchia più intima, nel fattorino che ci porta un pacco, nel barista che ci prepara il caffè, nella collaboratrice che assiste i genitori invalidi, nel collega che divide con noi l’ufficio. Affrontiamo l’emergenza senza corazze, a mani nude, l’unica prevenzione è quella di isolarci, come animali dentro la tana, chiedendoci ossessivamente chi abbiamo incontrato negli ultimi tempi che potrebbe averci contagiati.
Viviana Kasam
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