I RABBINI ITALIANI DI FRONTE ALL'EMERGENZA / 2

Studio e rispetto delle tradizioni,
un esempio ebraico di resilienza

“Uno degli strumenti di resilienza dell’ebraismo, il cuore dell’ebraicità, è lo studio: l’impegno a capire le cose senza la pretesa che una volta capite si risolvano. È un elemento che ci dà forza, ci rende consapevoli, non ci abbatte nella disperazione e nel pensiero che tutto sia assolutamente inutile ma, dall’altro lato, non ci porta nemmeno al delirio di onnipotenza e alla convinzione che alla fine se io so allora tutto sarà risolto”. Il suggerimento di rav Benedetto Carucci Viterbi in questi giorni in cui le informazioni vorticano attorno a noi e cerchiamo di capire l’emergenza che ci ha travolto, è mantenere l’approccio di chi studia, consapevole di non sapere ma impegnato a capire. “Lo studio, in particolare nell’ebraismo, ci ricorda che non possiamo sottrarci all’obbligo di tentare di capire, ma sapendo bene quale è il nostro posto. Studiare ci tiene lontano sia dai faciloni che ritengono che tutto sia risolvibile e tutto si capisca ma anche dai disperati che gettano la spugna. Ci permette di trovare un equilibrio” sottolinea il coordinatore del Collegio Rabbinico Italiano. Con l’aiuto di rav Carucci Viterbi e dei rabbini rav Roberto Della Rocca, rav Riccardo Di Segni e rav Giuseppe Momigliano, abbiamo cercato di capire se dalla tradizione ebraica si può trarre un messaggio di resilienza in questo momento di grande difficoltà.

(Nell'immagine una sessione di studio al Collegio Rabbinico Italiano prima dell'inizio dell'emergenza)

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DALLE RISORSE OTTO PER MILLE ALLA RACCOLTA FONDI PER LE RSA

Emergenza sanitaria e sociale,
la solidarietà degli ebrei italiani

Grande l’impegno dell’ebraismo italiano in queste settimane difficili. Nelle scorse settimane l’Unione delle Comunità Ebraiche ha deciso di stanziare una parte dei propri fondi Otto per Mille e avviato, in raccordo con l’Associazione Medica Ebraica, una raccolta dedicata per sostenere la lotta al Coronavirus e aiutare gli enti che in prima linea si dedicano alla solidarietà socio-sanitaria. “La più minuscola creatura minaccia la più vasta umanità in ogni dove, ma siamo convinti che il bene e la solidarietà umana siano ancora più forti” il messaggio con cui l’UCEI ha scelto di destinare una parte delle proprie risorse.
Una successiva sottoscrizione è stata lanciata assieme all’Ame, rivolta in particolare a sostenere le necessità delle strutture di assistenza, a partire dalle residenze per anziani, con l’invito a donare “perché oggi più che mai la solidarietà e l’unione si dimostrano anche attraverso piccoli gesti”. I versamenti, con causale “emergenza covid-19”, possono essere indirizzati sul conto corrente dell’AME-Associazione Medica Ebraica (Iban: IT03R0335901600100000149649).

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IL PILPUL CON LO STORICO E CRITICO MUSICALE ALESSANDRO PORTELLI 

Musica contro il virus, il grande ritorno di Bob Dylan

“Non si sa quando Dylan abbia registrato questo nuovo brano. Evidentemente sul tema dell’assassinio di Kennedy, Dylan ci riflette da molto tempo. Lo ha tirato fuori e reso pubblico ora, proprio in questo momento, quasi a chiederci una relazione tra il tempo che stiamo vivendo, il trauma del coronavirus, e l’assassinio di Kennedy”. Da qui prende il via la riflessione del professor Alessandro Portelli, accademico, critico musicale e saggista, che nel Pilpul di questa sera – l’approfondimento curato dalla redazione giornalistica UCEI – analizza insieme alla redazione il lavoro e i legami con l’ebraismo del celebre cantautore Bob Dylan, che in questi giorni ha deciso di regalare al suo pubblico un brano inedito, Murder Most Foul. L’approfondimento andrà in onda questa sera (ore 22.30) sui canali Facebook di Pagine Ebraiche e UCEI.

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IL PILPUL CON LA GIORNALISTA SCIENTIFICA DANIELA OVADIA

Informare al tempo del Covid-19

Davanti all’emergenza sanitaria ci siamo accorti di quanto sia fondamentale poter fare affidamento su un’informazione scientifica chiara, professionale e accurata. I media hanno la responsabilità di spiegare al pubblico i diversi aspetti di questa pandemia, senza generare allarmismo ma neanche sottovalutando il problema o, peggio ancora, diffondendo false notizie. Nel pilpul di ieri sera sui canali social UCEI e Pagine Ebraiche la giornalista scientifica Daniela Ovadia ha fatto un quadro sulla situazione italiana, sui suoi problemi sul fronte dell’informazione e sull’esistenza o meno di un “modello Italia”.

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LA SFIDA DELLA RIPARTENZA

Programmare la fase due: un progetto israeliano 

Mentre la curva dei contagi comincia in alcuni Paesi a stabilizzarsi, molti anche in Italia cominciano a pensare alla Fase 2, quella di un progressivo ritorno alla normalità. I problemi però sono parecchi, anche perché le incognite sono più delle certezze. Avremo in tempi non troppo lunghi una cura o un vaccino? Il virus si indebolirà e finirà per sparire, come quello della Sars e della Mers, o muterà e tornerà più forte, come successe con l’influenza del 1918?
In Israele, dove nonostante le critiche feroci al governo l’epidemia è stata finora contenuta (7mila casi, 357 guarigioni, 37 decessi a ieri), due prestigiose personalità industriali hanno presentato alla Knesset un modello di exit strategy dalla rigida quarantena alla quale Israele, come l’Italia, ha sottoposto la cittadinanza, per rientrare progressivamente alla normalità ed evitare il tracollo economico.

Viviana Kasam 

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QUI FIRENZE - LA CERIMONIA DAVANTI A PALAZZO VECCHIO 

Le religioni insieme per un messaggio di speranza

Le religioni insieme per lanciare un segnale di fratellanza e speranza. È accaduto a Firenze, sull’arengario di Palazzo Vecchio, in una piazza della Signoria deserta, dove accanto al sindaco Dario Nardella si sono ritrovati l’arcivescovo Giuseppe Betori, l’imam Izzedin Elzir e il rabbino capo Gadi Piperno. L’iniziativa, voluta dal primo cittadino “nel segno della storia e della vocazione di Firenze al dialogo interreligioso”, è stata caratterizzata da alcune riflessioni e da un momento di preghiera. Rav Piperno ha recitato in ebraico alcuni salmi e ha letto la preghiera recentemente riformulata, in queste circostanze eccezionali, dal rav Adin Steinsaltz. Parole di conforto, per un’umanità che soffre. 
Una iniziativa simile si era svolta negli scorsi giorni a Bologna, con la partecipazione anche del presidente della Comunità ebraica bolognese Daniele De Paz e del rabbino capo rav Alberto Sermoneta.

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SULLO SFONDO IL MEMORIALE DELLA SHOAH BERLINESE

Cassa Forense, l'immagine fuorviante

Due mani che si sfiorano, in segno di vicinanza e solidarietà. È l’immagine scelta dalla Cassa Forense, l’ente previdenziale italiano cui sono obbligatoriamente assicurati tutti gli avvocati iscritti agli Albi forensi, per annunciare alcune iniziative di natura straordinaria a favore dei propri iscritti.
Un’immagine che stride però con lo sfondo scelto: il Memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa, inaugurato nel 2005 a Berlino. Una scelta a dir poco fuorviante e inopportuna.

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LA STRUTTURA È DA GIORNI UN PRESIDIO COVID-19

Israelitico, pranzo a sorpresa per il personale 

Anche l’Ospedale israelitico di Roma è tra gli istituti al lavoro per sostenere il Sistema Sanitario Nazionale in questo delicato frangente. Già da diversi giorni la sede di Via Fulda 14 è diventata un presidio Covid-19 per i pazienti che non necessitano di terapia intensiva. "Il personale sanitario - riferisce l'ospedale in una nota - sta mettendo tutte le proprie energie in questa lotta per la vita, portando avanti un impegno gravoso con enormi sacrifici, come del resto stanno facendo tante altre strutture ospedaliere in Italia”. La dirigenza dell'Israelitico ha così organizzato una sorpresa per tutti coloro che lavorano al presidio. 

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IL WORKSHOP ISGAP 

L'antisemitismo e la sfida della formazione

Fondato nel 2004, l’Institute for the Study of Global Antisemitism and Policy (Isgap) è tra gli enti più attivi a livello internazionale nel contrasto all’antisemitismo.
Un tema che rischia di catalizzare anche il dopo pandemia, quando alla crisi sanitaria seguirà la crisi economica. Anche per il futuro serviranno quindi guardia alta e adozione delle misure più stringenti.
È quanto emerso nel corso di un workshop che nelle scorse ore ha chiamato a raccolta, ciascuno dalla propria abitazione, alcune tra le figure più significative impegnate su questi temi. 

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Rassegna stampa

"Col virus dovremo convivere"
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L'immaginario della catastrofe
La sfida di oggi è ripensare la scena della possibile “fine del mondo”. Niente impazzimento tecnologico, nessun despota che ha fatto un uso indiscriminato di un’arma a distruzione di massa. Niente sarà più come prima: nemmeno l’immaginario della catastrofe. I racconti di fantascienza (per non dire dei film) che abbiamo letto e visto sul mondo di domani testimoniano delle paure di ieri.
 
                                                                          David Bidussa
 
Viktor, Vittoria
Ringraziamo Viktor Orbán di averci svelato i suoi intendimenti, peraltro prevedibili da molto tempo: prima pallido ed opportunista liberale, infine mediocre despota imbolsito. Una linea di continuità, a ben pensarci: autoritarismo-falso pluralismo-dispotismo. Afferma un’oramai proverbiale autrice (anche un poco inflazionata, quanto meno nelle citazioni, ma la licenza ce la prendiamo lo stesso, in questo caso), Hannah Arendt, nel suo Verità e politica che: “Nessuno ha mai dubitato del fatto che verità e politica siano in rapporti piuttosto cattivi l’una con l’altra e nessuno, che io sappia, ha mai annoverato la sincerità tra le virtù politiche. Le menzogne sono sempre state considerate dei necessari e legittimi strumenti non solo del mestiere del politico o del demagogo, ma anche di quello dello statista”.
Claudio Vercelli
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Freud e Yochanan Ben Zaqqai
“Dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme compiuta da Tito, Rabbì Yochanan Ben Zaqqai chiese il permesso di aprire una scuola a Yavne per lo studio della Torah. Noi faremo lo stesso”. Sono le parole che Freud pronuncia all’indomani dell’Anschluss, per decretare lo scioglimento dell’Associazione psicoanalitica viennese. L’angoscia che si respirava nella Sala mentre Freud parlava era grande. Il futuro era incerto e le persone erano in balia della violenza che si stava per abbattere su tutti.
David Meghnagi
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