Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui     12 Marzo 2021 - 28 Adar 5781
ANTISEMITISMO - IL REPORT DELL'OSSERVATORIO DEL CDEC 

"In un paese disorientato e in difficoltà,
attenzione al fascino dell'odio"

Contro l'odio e l'antisemitismo serve una strategia, non bastano interventi sporadici. Come negli scacchi, bisogna avere chiaro l'obiettivo, sottolinea Natan Sharansky, a lungo presidente dell'Agenzia ebraica. “Serve un lavoro che coinvolga più livelli della società ed è necessario, per quanto riguarda l'antisemitismo, averne chiari i contorni. Se non sai chi hai davanti, non sai come combatterlo. Per questo è importante la definizione di antisemitismo dell'Ihra (International Holocaust Remembrance Alliance)”, spiega Sharansky a Pagine Ebraiche. Muovere dunque da quella definizione per decostruire le tante forme dell'odio antisemita. Un'odio, il timore di Sharansky condiviso da molti, che in questa crisi sociosanitaria rischia di riaffacciarsi con preoccupante forza grazie soprattutto alle diverse piattaforme social. Lo evidenzia, per quanto riguarda il nostro paese, l'ultima Relazione annuale sull’antisemitismo in Italia a cura dell’Osservatorio antisemitismo della Fondazione Cdec.
Guardando soprattutto ai social network, il tema del complottismo, in particolare del potere economico degli ebrei, è riemerso in modo significativo - spiega la sociologa Betti Guetta, responsabile dell'Osservatorio del Cdec - e si è agganciato al tema del covid. Nell'emergenza, si sono ripresentati stereotipi antichi: un po' come nella peste del Trecento e Quattrocento, ritorna la menzogna degli ebrei che diffondono il virus per poterci guadagnare”. Bugie che trovano terreno fertile, aggiunge la sociologa, in un'Italia in cui da tempo si registra un disagio crescente, in cui la crisi economica aveva già lasciato segni evidenti e dove l'ascensore sociale è bloccato.
“Secondo il Censis – si legge nella relazione dell'Osservatorio del Cdec - quando sarà superato il problema del virus, la pandemia lascerà dietro di sé una società più incerta e spaventata, più povera e con problemi occupazionali. Il 90,2% degli italiani è convinto che l’emergenza coronavirus abbia danneggiato in maggior misura le persone più vulnerabili, ampliando così le disuguaglianze sociali”. In questo quadro, lo spaesamento diffuso ha portato alcuni a cercare dei capri espiatori verso cui concentrare la propria frustrazione: i medici, i politici, gli organismi internazionali, le minoranze, le donne. Lo raccontava di recente un'inchiesta del programma Rai Presadiretta, dal titolo “Le strade dell'odio”, in cui si presenta un quadro inquietante di come l'odio online si stia diffondendo in maniera esponenziale ed eroda le fondamenta del nostro sistema democratico. Il problema, evidenzia Guetta riferendosi all'antisemitismo, è che “ci troviamo di fronte ad un fenomeno sempre più liquido, non necessariamente riconducibile a fazioni politiche o ambienti culturali, ma più trasversale” che trova un potente veicolo di diffusione attraverso il web. Si va dall'antisemitismo dell'estrema destra all'odio contro Israele dell'estrema sinistra. Ma per Guetta l'accento è da porre “sul pregiudizio diffuso. Non solo su quelli che possiamo definire militanti antisemiti, ma su tutto quel mondo che rilancia teorie del complotto e cospirativiste”.

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L'ANNUNCIO DELLA REGIONE 

Meis, l'Emilia-Romagna entra in Fondazione

La Regione Emilia-Romagna entrerà come ente partecipante nella Fondazione del Museo nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara (Meis). È quanto ha deciso la Giunta regionale - definendo, già a partire da quest’anno, risorse per 200mila euro - in un provvedimento normativo che ora attende solo la conferma da parte dell'Assemblea regionale. Un ingresso che, scrivono il presidente della Fondazione Meis Dario Disegni e il direttore del Museo Amedeo Spagnoletto in una nota congiunta, contribuirà a rafforzare il futuro dell'istituzione. “Ringraziamo sentitamente il Presidente Stefano Bonaccini, l'Assessore alla Cultura Mauro Felicori, l'Assessore al Bilancio Paolo Calvano e l'intera Giunta regionale per questa significativa manifestazione di profonda fiducia nel MEIS, nei valori dei quali il Museo è portatore e nella sua funzione educativa. - affermano Disegni e Spagnoletto - Ci sarà da ulteriore stimolo nella prosecuzione del nostro lavoro con consapevolezza e senso di responsabilità, per programmare nuove mostre, iniziative culturali, progetti educativi indirizzati alle scuole di ogni ordine e grado, nonché per intensificare la collaborazione con tutte le realtà che condividono con noi i valori della memoria, del rispetto e della fratellanza fra i popoli”.
La Regione andrà così ad affiancare all'interno della Fondazione Meis, il Ministero della Cultura, il Comune di Ferrara, l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, la Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea.
“Oggi più che mai abbiamo ritenuto necessario, entrando nella Fondazione, esercitare un maggior e concreto impegno – le parole del presidente Bonaccini e dell’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori - per un luogo come il Meis che non vuole essere, fin dai presupposti, solo un museo ma spazio per favorire il dialogo, il confronto e per investire sulla pace. Un luogo da vivere, dove incontrarsi, per stimolare confronti, dialoghi e proporre esposizioni. Quando le generazioni passano e i superstiti si estinguono sono le comunità civili nella loro interezza a dover divenire testimoni del tempo: diffondere la cultura della memoria è un grande investimento per la pace e la tolleranza nel futuro”. 

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SORGENTE DI VITA 

Nella terra di Abramo

Si apre con un servizio su Ur dei Caldei e sui luoghi del patriarca Abramo, la puntata di Sorgente di Vita in onda su Rai Due domenica 14 marzo.
Tra le varie tappe della visita di papa Bergoglio in Iraq anche Ur, culla delle tre religioni monoteistiche, che si riconoscono tutte nel patriarca Abramo. Una scelta simbolica, volta a portare solidarietà ai cristiani perseguitati in una terra martoriata da anni di sanguinosi conflitti, e a incoraggiare il dialogo tra le religioni. Ma all’incontro gli ebrei non erano presenti. Un’assenza inspiegabile, come sottolinea il rabbino Benedetto Carucci Viterbi, nella sua riflessione che approfondisce il ruolo di Abramo nell’ebraismo e nelle religioni che ne discendono. 

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Giusti, storia e strumentalizzazioni
Da un punto di vista pedagogico il concetto di "giusto" ha un importante potenziale. L'idea di individuare un comportamento eroico e indicarlo agli studenti come esempio su cui ragionare ha un effetto certo, ed è utile da diversi punti di vista. Utilizza l'etica per connettere un determinato evento storico all'immediata percezione del tempo presente. Lo studente che affronta la storia della Shoah, oppure quella di altri genocidi come quello degli armeni, o i massacri in Ruanda o in Bosnia, potrà includere un sentimento di empatia che fisserà la conoscenza dei fatti a vicende personali.
Gadi Luzzatto Voghera
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Nissan
E una nube copriva la Tenda della Radunanza e la Gloria di D-o riempiva il Santuario" (Shemòt 40; 34) È con queste parole che si descrive la conclusione della costruzione del Mishkan - il Tabernacolo mobile del deserto. Secondo quanto scritto nella Torah, il Mishkan viene completato nel primo giorno del primo mese del secondo anno di permanenza nel deserto. (Shemòt 40;1)
La coincidenza delle date fa pensare che tutto si muova su questo mondo soltanto per volontà di D-o.
Rav Alberto Sermoneta
Nel mare delle mail
Per me la principale fonte di stress dovuta alla didattica a distanza è data dal numero spropositato di messaggi e mail che bisogna scambiarsi per qualunque cosa: dall’organizzazione di attività interdisciplinari all’assegnazione e correzione di compiti, dalle trattative sulle date di verifiche e interrogazioni alle comunicazioni sugli scioperi, è tutto un continuo scrivere e leggere in un’infinità di occasioni in cui se si fosse a scuola basterebbe una semplice battuta (tipo “domani ti interrogo”, “giovedì facciamo letteratura”), o consegnare a qualcuno un foglio di carta. Può capitare che restituire un compito corretto (cioè mandare 20-30 mail personalizzate) richieda più tempo che correggerlo. 
Anna Segre
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Complottismo turco
“Sul Bosforo circolano centinaia di teorie del complotto, secondo le quali sarebbero proprio i dönmeh a governare la Turchia. Tutti sono sospettati: Ataturk, perché veniva da Salonicco, la città in cui visse Sabbatai Zevi dopo essere stato allontano da Smirne. Nazim Hikmet, perché sempre a Salonicco suo nonno era stato governatore. Il premier Erdogan, perché vuole rinforzare l’Islam, e una Turchia islamica è una Turchia debole, e una Turchia debole è quello che vogliono tutti gli ebrei del mondo. Alcuni opinionisti turchi non finiscono di stupirsi del fatto, che in un Paese dove quasi non ci sono più ebrei, i cittadini possano fiutare complotti ebraici a ogni passo”. (Da "L'assassino dalla città delle albicocche" di Witold Szablowski).
Francesco Moises Bassano
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