Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui     16 Giugno 2021 - 6 Tamuz 5781

LE NOMINE DEL NUOVO PRIMO MINISTRO

Bennett e la squadra per guidare Israele

Comincia a prendere forma la squadra che aiuterà Naftali Bennett nel delicato compito di guidare Israele. Il nuovo Primo ministro ha infatti iniziato a scegliere i consiglieri che lo accompagneranno nei prossimi due anni di mandato, fino all'avvicendamento con Yair Lapid. Nel mentre, ha partecipato con soddisfazione al giuramento alla Knesset di una sua parlamentare, Shirley Pinto, entrata in queste ore nella storia d'Israele. Eletta tra le fila di Yamina, il partito di Bennet, Pinto è infatti diventata la prima persona sorda ad essere eletta nel parlamento israeliano. “Uno dei momenti più significativi per me, e per tutti noi”, le parole del Premier Bennett dopo il giuramento “Mia cara Shirley, sono così orgoglioso di te”.
Tornado alla questione nomine, Bennett ha scelto il suo confidente di lunga data, Tal Gan-Zvi, come suo capo dello staff. Un ruolo che lo stesso leader di Yamina aveva ricoperto anni fa brevemente per l'allora Premier Benjamin Netanyahu. Gan-Zvi, quarant'anni, ha iniziato la sua carriera politica al fianco di Bennett, lo ha seguito al ministero dell'Economia e poi dell'istruzione. Durante la fase della pandemia, ha guidato la sua campagna politica contro Netanyahu, criticando con successo, nella fase iniziale, le mancanze del governo. Gan-Zvi ha inoltre gestito il team di negoziatori di Yamina nei colloqui di coalizione con il presidente di Yesh Atid Lapid.

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PAGINE EBRAICHE DI GIUGNO

L’antica Israele e il passo falso dello storico Barbero

Nelle ultime settimane, alla luce della situazione, gira e rigira sui media un’intervista data dall’insigne storico Alessandro Barbero a Camogli nel 2018. Nell’intervista, Barbero spiega perché il passato può ancora sorprenderci e quindi come nuove scoperte ci costringono a scoprire che la nostra visione del passato “in realtà era tutta sbagliata”.
Il primo esempio che Barbero ci presenta, considerando la macro storia del popolo ebraico, gli “ebrei” per l’autore, è quello dell’antico regno di Israele, che non sarebbe mai esistito. Narra Barbero che fino a pochi anni fa, secondo vari storici che si basavano sui “racconti” dell’Antico Testamento, esisteva in “Palestina”, ben 1000 anni prima di Cristo, il grande regno di Israele. Questo raggiunse l’apice durante il regno di gloriosi re, Davide e Salomone. Inoltre, la capitale del regno, Gerusalemme, possedeva grandiosi edifici tra cui il Tempio di Salomone.
Poi, continua Barbero, gli archeologi israeliani (chi e quando?) hanno iniziato a scavare alla ricerca “di questo grande regno e di questa grande capitale”. Tuttavia, fa notare Barbero divertito, gli archeologi israeliani, una volta raggiunto lo strato pertinente al periodo di storia considerato, non hanno trovato niente, tranne qualche focolare di nomadi.
Naturalmente, a detta di Barbero, i politici israeliani (quali?) non erano contenti, né lo era l’opinione pubblica. In breve gli archeologi israeliani (ma quali?) avevano dimostrato al di là di ogni dubbio che il “grande regno di Israele” non era mai esistito né che esisteva Gerusalemme o il Tempio di Salomone, ma vi erano solamente nomadi che vagavano nella steppa. Innanzitutto, il paesaggio dell’area geografica descritta da Barbero è molto diversificato, poiché (era) ed è contraddistinto dalla presenza di fertili pianure, in cui cresce grano ed orzo, colline adibite alla coltivazione di vite ed olivo, montagne, altipiani, deserti in cui cresce la palma, il Lago di Tiberiade, il Giordano, ed il Mar Morto. Ma non vi è traccia alcuna di “steppe”.
Ma forse Barbero si è confuso con il deserto dei Tartari. Inoltre, la terminologia utilizzata è problematica. L’uso del termine “Antico Testamento” è offensivo, e per questo all’interno del mondo accademico si preferisce utilizzare il termine Bibbia Ebraica.
Un Antico Testamento implica l’esistenza di un Nuovo Testamento, che come tale squalifica e nullifica il precedente. Anche l’uso del termine Palestina è improprio. Un purista utilizzerebbe alternativamente il termine Terra di Cana’an o Terra di Israele per definire l’area geografica nel periodo considerato. Chi invece vuole riferirsi alla situazione politica attuale, dovrebbe tenere presente che convivono lo Stato di Israele e l’autonomia nazionale palestinese. Il termine Palestina per indicare la totalità dell’area è scorretto. Nel periodo considerato esisteva la Pentapoli dei Filistei, un patto di cinque città (Gaza, Ascalona, Ashdod, Gath, ed Ekron), le quali però occupavano la superficie dell’attuale Striscia di Gaza e di parte della striscia costiera meridionale dello Stato di Israele. E poi chi sono questi archeologi israeliani? O chi sono questi fantomatici politici? Uno storico per onestà ha il dovere di non lasciare nel vago le proprie fonti d’informazione, ma citarle correttamente. Vedremo di farlo per Barbero.
 

Samuele Rocca, storico dell’arte, Pagine Ebraiche Giugno 2021

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QUI ROMA - IL CANTANTE PROTAGONISTA AL FESTIVAL EBRAICA

Da Napoli a Tel Aviv: Raiz e l'esordio da scrittore

“Per me che ho scritto prevalentemente in napoletano, questa avventura narrativa è stata anche una riappropriazione dell’italiano. Per cantare ho sempre quasi usato la lingua della città: perché la sua duttilità si sposa molto bene con la musica ritmica della band di cui ho fatto parte per molti anni; perché è evocativa, sensuale e ieratica, mediterranea, semitica nella vocalizzazione e indoeuropea nell’etimologia”.
Storico leader degli Almamegretta, Gennaro Della Volpe è noto con il nome d’arte di Raiz. Il bacio di Brianna, appena pubblicato da Mondadori, è il suo primo libro. Da Napoli a Milano, da Londra a Tel Aviv: una riuscita alchimia tra autobiografia e finzione, con la forza evocativa del racconto che permette di affrontare temi importanti al centro da anni della sua attività di artista attento anche alla sua identità ebraica. “L’italiano – ha raccontato Raiz nel presentare quest’opera – non è la lingua in cui mi parlavano mia madre e mia nonna, ma è la lingua in cui mi hanno parlato i libri che mi hanno formato e i docenti di cui sono stato allievo. Scrivere mi ha dato l’occasione di immergermi in questo liquido amniotico che mi nutre dalla prima infanzia”.

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LA COMUNITÀ EBRAICA DI FIRENZE A CONFRONTO CON LE ISTITUZIONI

“Museo, la sfida del rilancio”

Dopo oltre quattro mesi di chiusura, sinagoga e museo ebraico di Firenze riapriranno domani al pubblico. Un momento di ripartenza che la Comunità ebraica fiorentina ha scelto di festeggiare con un concerto ma anche con un’occasione di confronto sul rilancio del suo spazio espositivo. 
L’appuntamento sarà, a partire dalle 19.30, nel giardino del Tempio. Lo sfondo di uno degli appuntamenti di maggior successo di questi anni, il Balagan Cafè (che ripartirà, caratterizzando la seconda parte del periodo estivo, il prossimo 22 luglio). Per il momento la sede di una conversazione di alto livello “fra città e comunità”. Con il presidente della Comunità ebraica Enrico Fink saranno infatti il presidente della Regione Eugenio Giani, l’assessore comunale alla Cultura Tommaso Sacchi, il direttore degli Uffizi Eike Schmidt. Protagonisti anche i membri del comitato direttivo del museo, composto oltre che da Fink stesso, da Dora Liscia Bemporad, Anna Di Castro e Renzo Funaro. Tra le mansioni del nuovo organismo la direzione del museo e la nomina di un comitato scientifico per definire un progetto di riallestimento degli spazi. Con l’occasione sarà anche presentato il nuovo gestore, Opera Laboratori.

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IL NUOVO CAPITANO DELLA SQUADRA DI CICLISMO ISRAELIANA

Da Ottawa a Israele, il sogno di Woods:
“Al Tour per vincere una tappa”

Nel palmares, il risultato migliore in una grande corsa a tappe è il settimo posto alla Vuelta del 2017. Al Giro d’Italia, dove ha corso due volte, è arrivato trentottesimo nel 2017 e diciannovesimo l’anno successivo. Al Tour, dove vanta un’unica partecipazione, ha chiuso trentaduesimo (2019). Risultati che non lasciano sperare in piazzamenti di classifica alla prossima Grand Boucle.
Ma alla Israel Start-Up Nation sono convinti che Michael Woods, 34 anni, canadese, possa far bene. Che sia la miglior freccia al loro arco. Il più legittimato a ottenere la qualifica di leader. 
L’annuncio è arrivato nelle scorse ore: Woods capitano e il ben più titolato Chris Froome, vincitore in passato di quattro Tour, nei panni per lui inconsueti di gregario. 
Da due anni a questa parte Froome è un po’ il fantasma di se stesso. La squadra israeliana l’aveva ingaggiato con l’obiettivo di essere ancora più protagonista. Di entrare con lui nella Storia del ciclismo, puntando a una quinta e ultima maglia gialla. 

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Ticketless - Jarre revival
Alcuni mesi fa registravo su questo portale un podcast su Marina Jarre e i suo “padri lontani”. Non potevo immaginare quanto sarebbe accaduto, a mia insaputa, nelle successive settimane. Un susseguirsi di iniziative editoriali che hanno riportato alla ribalta una scrittrice appartata, affascinante, moderna nella sua fedeltà a una narrativa ironica, disincantata, molto poco torinese, molto poco valdese, molto poco conformista.
Innanzitutto è partita la serie di ristampe dei suoi libri, per iniziativa di Bompiani e di una brava coordinatrice, Marta Barone, che firma la prefazione del primo volume uscito, appunto, Padri lontani, forse il suo capolavoro. A ruota è partita l’edizione americana, nella traduzione di Ann Goldstein, cui si deve già la traduzione dell’opera omnia di Levi. 
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Il mosaico di Pantaleone
Nel mio intervento di mercoledì scorso ho affrontato il problema della presunta influenza che potrebbe avere esercitato su Dante Immanuel Romano, il compositore ebreo autore del poema “L’inferno e il paradiso”, nel quale, proprio come nella Commedia, è immaginato un viaggio rivelatore nell’aldilà. Anche in questa composizione il viaggiatore è accompagnato da una guida, di nome Daniele, che, secondo alcuni, raffigurerebbe proprio Dante, a cui Immanuel avrebbe voluto così rendere omaggio. Si è supposto che i due si sarebbero conosciuti e frequentati, ma di ciò non c’è alcuna prova, così come del fatto che uno dei due abbia ricavato dall’altro l’idea della perlustrazione del mondo ultraterreno.
Francesco Lucrezi
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