Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui  13 Ottobre 2022 - 18 Tishrì 5783

 LE EMOZIONI DELLA SENATRICE A VITA E L'ELEZIONE DI IGNAZIO LA RUSSA

Il messaggio di Liliana Segre al Senato:
"Costituzione, ancoraggio della nostra unità"

Standing ovation dell’aula di Palazzo Madama per Liliana Segre, chiamata a presiedere la prima riunione del nuovo Senato che ha poi eletto a maggioranza Ignazio Benito Maria La Russa alla seconda carica dello Stato. Un passaggio simbolico e delicato a detta di vari osservatori. Molteplici gli episodi, anche recenti, a dimostrarlo.
“In questo mese di ottobre in cui cade l’anniversario della marcia su Roma che diede inizio alla dittatura fascista tocca proprio a me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che è il Senato della Repubblica. E il valore simbolico di questa circostanza casuale si amplifica nella mia mente perché ai miei tempi la scuola iniziava ad ottobre”, ha affermato Segre aprendo la seduta. Impossibile infatti “non provare una specie di vertigine ricordando che quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938 sconsolata e smarrita fu costretta dalle leggi razziste a lasciar vuoto il suo banco della scuola elementare oggi si trova per uno strano destino sul banco più prestigioso del Senato”. Nel suo intervento di altissimo spessore istituzionale Segre ha sottolineato come il principale ancoraggio attorno al quale debba manifestarsi l’unità del Paese sia la Costituzione: “Come disse Piero Calamandrei, non è un pezzo di carta, ma è il testamento di 100.000 morti caduti nella lunga lotta per la libertà; una lotta che non inizia nel settembre del 1943 ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti”. Il popolo italiano, la sua valutazione, “ha sempre dimostrato un grande attaccamento alla sua Costituzione, l’ha sempre sentita amica”. Le grandi nazioni, ha quindi aggiunto Segre, “dimostrano di essere tali anche riconoscendosi coralmente nelle festività civili, ritrovandosi affratellate attorno alle ricorrenze scolpite nel grande libro della storia patria”. Perché, si è chiesta allora, “non dovrebbe essere così anche per il popolo italiano? Perché mai dovrebbero essere vissute come date ‘divisive’ anziché con autentico spirito repubblicano, il 25 Aprile festa della Liberazione, il 1° Maggio festa del lavoro, il 2 Giugno festa della Repubblica?”. Con riferimento alle recenti elezioni questo il suo pensiero: “La maggioranza uscita dalle urne ha il diritto-dovere di governare; le minoranze hanno il compito altrettanto fondamentale di fare opposizione. Comune a tutti deve essere l’imperativo di preservare le istituzioni della Repubblica, che sono di tutti, che non sono proprietà di nessuno, che devono operare nell’interesse del Paese, che devono garantire tutte le parti”. Altro terreno “sul quale è auspicabile il superamento degli steccati e l’assunzione di una comune responsabilità”, ha poi aggiunto Segre, “è quello della lotta contro la diffusione del linguaggio dell’odio, contro l’imbarbarimento del dibattito pubblico, contro la violenza dei pregiudizi e delle discriminazioni”. Al riguardo ha evidenziato come nella passata legislatura i lavori della ‘Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza’ da lei promossa si siano conclusi “con l’approvazione all’unanimità di un documento di indirizzo”. Segno questo “di una consapevolezza e di una volontà trasversali agli schieramenti politici che è essenziale permangano”.

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 LA NUOVA MOSTRA DEL MUSEO DELL'EBRAISMO ITALIANO

"Sotto lo stesso cielo", il Meis racconta Sukkot

Una mostra nel segno dell’interazione con il pubblico per raccontare le molte sfaccettature di Sukkot. Da quello più gioioso e divertente con la costruzione di una Sukkah con il Lego, a quello più didattico con la spiegazione del significato della festa attraverso i suoi simboli. Fino a un passaggio che intreccia storia e tecnologia con la scoperta del presente e passato della Sukkah di Praglia: dieci pannelli lignei decorativi, prodotti in area veneziana a fine del XVIII o del XIX secolo e di proprietà dell’Abbazia di Praglia, che hanno cambiato aspetto nel corso del tempo. Sono solo alcuni dei caratteri della mostra “Sotto lo stesso cielo” curata da rav Amedeo Spagnoletto, direttore del Meis, e Sharon Reichel, inaugurata in queste ore al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara. A presentare in anteprima alla stampa l’esposizione allestita dall’architetto Giulia Gallerani, assieme ai curatori, il presidente del Meis Dario Disegni. 
"Sukkot – ricorda Disegni – è letteralmente un momento di costruzione e un’occasione per instaurare un contatto diretto con la natura e dialogare con essa”. I curatori hanno lavorato per costruire anche con il pubblico questo dialogo, in particolare lavorando sui significati e simboli di Sukkot, come ha sottolineato il direttore Spagnoletto. E così il percorso parla attraverso gli oggetti di accoglienza, di ospitalità, ma anche di difesa dell’ambiente. Valori che, hanno ricordato Spagnoletto e Reichel, sono di grande attualità: “Idee come precarietà, rispetto della natura e delle persone sono al centro del discorso contemporaneo". 

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LA RASSEGNA ORGANIZZATA A MILANO DAL CDEC

Resistenza e integrazione,
vita ebraica sul grande schermo

Nelle foreste polacche, lituane, bielorusse e ucraine oltre 25mila ebrei imbracciarono qualsiasi arma a disposizione per combattere contro i nazisti e le milizie collaborazioniste. Uomini e donne, con pochi mezzi a disposizione, protagonisti di atti di Resistenza eroica. Partigiani il cui ruolo è stato raccontato dalla regista americana Julia Mintz nel documentario Four Winters: A Story of Jewish Partisan Resistance and Bravery in WW2. La pellicola, premiata all’ultimo Toronto Jewish Film Festival, è stata scelta per aprire la quindicesima edizione della Rassegna Nuovo Cinema Ebraico e Israeliano (23-27 ottobre) organizzata a Milano dalla Fondazione CDEC. Alla Cineteca Arlecchino sarà dunque il tema della Resistenza ad inaugurare la manifestazione dedicata a cinema e mondo ebraico, con la proiezione del documentario di Mintz. 

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A ROMA UN RICORDO DI RAV VITTORIO DELLA ROCCA E ROSSANA PIATTELLI

'Educazione ebraica, impegno di amore e saggezza'

Quella tra il rav Vittorio Haim Della Rocca e Rossana Piattelli è stata un’unione straordinaria. Un sodalizio fortunato partendo “dalla loro complementarità caratteriale, dalla condivisione di ideali e valori e da una forte passione affettiva reciproca, cementata da rispetto sia personale che dei propri interessi individuali” scriveva Jonatan, uno dei figli, a poche settimane dalla scomparsa di entrambi. Rabbino, lui, insegnante, lei: protagonisti insieme di un pezzo di storia della Roma ebraica dal dopoguerra ad oggi. A ricordarli, di nuovo insieme, una targa affissa all’interno della scuola ebraica. Un messaggio alle nuove generazioni nel segno di quella continuità cui, agendo con lungimiranza, si sono dedicati assiduamente. “Fin dal nome – spiegava il rav nell'autobiografia ‘Chiedi a tuo padre e te lo dirà’ – io e Rossana abbiamo deciso insieme tutto ciò che ha riguardato i nostri figli, la loro crescita ed educazione. Abbiamo cercato di inculcare loro il valore del rispetto, dell’amicizia, il senso profondo di appartenenza a una comunità, attenti a che riconoscessero l’importanza dello studio e delle buone letture, senza rinunciare a qualche svago”. Attraverso i figli, “ha potuto ulteriormente cementarsi l’affetto, la stima e il rispetto tra me e mia moglie, insieme alla capacità di condividere tanto i momenti felici quanto quelli difficili”.

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IL SEMINARIO PER FORZE DELL'ORDINE E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Rispondere all'odio online, la sfida della formazione

Oltre 400 operatori delle forze dell’ordine, della pubblica amministrazione e altri professionisti hanno partecipato al convegno “Odio online. Caratteristiche e strumenti di risposta” organizzato all’Università Cattolica di Milano dal Centro di Ricerca sulle Relazioni Interculturali, in collaborazione con l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar), con l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad) e con la Coordinatrice Nazionale per la lotta contro l’antisemitismo. 
A caratterizzare l’iniziativa la condivisione di esperienze sulla diffusione del discorso d’odio online e le caratteristiche e problematiche correlate. Tra gli argomenti approfonditi nel corso dell’evento, promosso da Milena Santerini, la fenomenologia degli hater che agiscono sulla rete e il tema dell'antisemitismo. 

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Machshevet Israel - Pilpul sul pilpul
Riabilitiamo il pilpul, senza il quale lo studio delle fonti ebraiche è senza sapore. Un po’ di pepe ci vuole, almeno ‘quanto basta’. Partiamo dal Talmud, trattato Shabbat, pagina 31a, famosa per i diversi approcci e le diverse risposte date da Shammai e Hillel al proselito che voleva o diceva di voler convertirsi al giudaismo a patto che gli insegnassero la Torà mentre stava su un piede solo, vale a dire in forma succinta e sintetica. Ma ivi è riportata anche una riflessione escatologica, sul giudizio individuale, di un amorà babilonese di IV generazione (prima metà del IV secolo e.c.), Ravà, il quale insegnava: “Quando una persona è introdotta al cospetto del tribunale celeste, le viene chiesto: hai svolto il tuo lavoro con onestà? Hai fissato un tempo per lo studio della Torà? Hai procreato [mettendo al mondo figli e/o figlie]? Hai atteso la redenzione? Hai fatto pilpul sulla sapienza, cercando di comprendere una cosa in rapporto a un’altra? Ma, quand’anche sarà trovato perfetto in tutte queste cose, se avrà avuto timore del Signore, bene; altrimenti no!”.
 
Massimo Giuliani
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Inediti linguaggi del corpo e dell'anima
Nel gennaio 1943 i campi di transito aperti dal Reich ad Amersfoort e Westerbork (Paesi Bassi) si rivelarono inadeguati ad assorbire il flusso deportatorio dei civili olandesi; di conseguenza il Reich aprì Kamp Vught presso ‘s-Hertogenbosch [Noord-Brabant]. Al pari di Natzweiler-Struthof, Kamp Vught era un lager direttamente gestito dalle SS fuori dal territorio metropolitano del Reich; tra il 1943 e 1944 furono trasferiti 31.000 prigionieri – ebrei, prigionieri politici, combattenti della Resistenza olandese, Roma, Bibelforscher, omosessuali, criminali comuni, persone accusate di contrabbando e senzatetto. 
 
Francesco Lotoro
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Ebraismo e genitorialità 
Come anticipato la scorsa settimana da rav Roberto Della Rocca, uno dei temi che l’Area Cultura e Formazione dell’UCEI porrà al centro del dibattito al prossimo Moked è quello della genitorialità. Le questioni che ruotano attorno a questo grande tema sono molteplici: il ruolo dei genitori nei confronti dei propri figli fuori e dentro la comunità; come trasmettere l’identità ebraica in modo “emotivamente intelligente” e come costruire una relazione genitori-figli significativa proprio a partire dai valori ebraici; in che modo stringere un’alleanza tra una sana genitorialità e un sano senso di comunità, dove entrambe le dimensioni, famiglia e comunità, siano vissuti in senso positivo, come fonte di ricchezza e opportunità nel mondo di oggi, e non come limite o addirittura costrizione.
Ilana Bahbout
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