IL GIORNO DELLE ELEZIONI E L'INVITO A VOTARE DEL PRESIDENTE ISAAC HERZOG
“Israele, ogni voto è importante”

Sono oltre 6,7 milioni i cittadini israeliani chiamati ad esercitare il proprio diritto di voto in queste ore e decidere che volto avrà la 25a Knesset, il parlamento d'Israele. A loro si è rivolto, dopo aver votato, il Presidente del paese Isaac Herzog ricordando come non sia scontato poter partecipare ad elezioni libere e democratiche. “Miliardi di persone nel mondo non hanno questo diritto. - le parole di Herzog -. Dovremmo essere grati, come nazione, di avere un sistema democratico in cui ogni cittadino può avere un impatto. Voglio ribadire che il voto ha un impatto, senza ombra di dubbio. Chiunque pensi che la propria voce non sia importante si sbaglia. Pertanto, invito tutti i cittadini del Paese: esercitate il vostro diritto democratico e andate a votare”. Segnale positivo in questo senso l'affluenza registrata alle 10 di questa mattina: 15,9 per cento (1.076.076 elettori), la più alta dal 1981 a oggi. “Questi dati - il commento di Herzog - riflettono la fiducia del pubblico nel processo elettorale: un processo democratico, corretto, equo e rispettoso”.
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LA NOTA DELL'ASSEMBLEA DEI RABBINI D'ITALIA
“Catania, iniziativa sconcertante”
L’Assemblea dei Rabbini d’Italia ha diffuso la seguente nota:
La costituzione di una sedicente comunità ebraica a Catania, nella forma in cui è stata in questi giorni realizzata, costituisce a parere dell’Ari una grave violazione della normativa ebraica, in quanto effettuata senza alcuna autorizzazione e senza alcun coordinamento con il Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Napoli, competente per circoscrizione su ogni questione di ambito religioso nelle Regioni dell’Italia meridionale e in Sicilia. Riteniamo necessario in questa circostanza ricordare alcuni criteri essenziali per la costituzione di una nuova comunità ebraica. Un gruppo di ebrei residenti in una località ha effettivamente il dovere di costituirsi in Comunità ebraica ma questa può nascere solo a condizione che sussistano alcune imprescindibili condizioni; in particolare occorre che sia residente in modo stabile in loco un nucleo ebraico numericamente in grado di assicurare il regolare svolgimento delle preghiere e delle funzioni religiose aventi carattere pubblico, nonché disponibile a dar luogo a eventi concreti e continuativi di vita ebraica; è necessaria la presenza di un rabbino, in grado di insegnare la Torà e di provvedere a tutte le necessità religiose che la vita ebraica comporta; è necessario che sia garantito il regolare approvvigionamento di carne e cibi kasher, è necessaria la presenza del bagno rituale – Mikve – per le circostanze in cui il suo uso è prescritto dalla normativa ebraica.
Non ci risulta che tali condizioni sussistano nel caso della città di Catania, quindi la costituzione di una Comunità Ebraica in quella città non ha, allo stato attuale, alcun significato e non poteva in ogni caso essere consentita, così come non potrebbe essere prevista altrove senza le condizioni sopra ricordate. A queste considerazioni di ordine halakhico, in relazione alla normativa ebraica, si deve aggiungere il fatto che l’arbitraria dichiarazione di costituzione di comunità ebraica a Catania costituisce palese violazione dello Statuto dell’Ucei, nel cui ambito operano le Comunità Ebraiche in Italia, che contempla precise procedure per l’eventuale costituzione di nuove Comunità.
Spiace che sia coinvolta in questa sconcertante iniziativa anche un’autorevole figura del rabbinato italiano.
A margine di questo evento, ci giunge inquietante, fondata notizia che alcune delle persone che vi hanno partecipato stanno operando attivamente sul territorio italiano, svolgendo procedure di conversione all’ebraismo. Riteniamo tutto ciò estremamente grave, quelle conversioni sono ingannevoli, discutibili, affrettate e illusorie, non potranno essere riconosciute, né dalle organizzazioni dell’ebraismo ortodosso in Europa – e conseguentemente da tutte le comunità e sinagoghe che ad esse aderiscono – né dalla Rabbanut Harashit – Rabbinato Centrale d’Israele.
Ribadiamo quindi la necessità che l’argomento delle conversioni all’ebraismo venga seguito con la serietà, lo scrupolo e il rispetto per le persone che la normativa ebraica rigorosamente prescrive.
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VERSO GLI STATI GENERALI
Un movimento giovanile nazionale
L’età dell’obbligo scolastico costituisce la premessa – dopo la scuola dell’infanzia – per la costruzione di un’identità culturale che definisca le forme di appartenenza a una comunità. È un momento straordinario di acquisizione delle conoscenze. È una fase temporale nella quale si costruisce il proprio rapporto con gli altri, al di fuori di quelli della famiglia, dei fratelli, di chi è più vicino.
Il processo che accompagna tale fase della crescita della persona non è facile: si impara a conoscere sé stessi, a comportarsi nelle situazioni più diverse, a rispondere adeguatamente agli adulti, a misurarsi con i propri pari, i coetanei di diverso genere, di maggiore o minore maturità, a volte di diversa origine sociale, economica, culturale. Il rispetto dell’altro è, per questo, uno dei valori fondanti di questo periodo formativo: non è ancora compiuta la formazione del pensiero astratto e la pratica concreta di un riferimento etico è di inequivocabile importanza.
La scuola può fare molto, in alcuni casi dovendo correggere forme dell’agire che feriscono sensibilità (come quelle, delicate, rispetto a disabilità), che stabiliscono gerarchie stupide (come quelle sull’abbigliamento), che fanno della violenza il modo di essere (come espressioni di razzismo o fenomeni di bullismo). La scuola stessa, peraltro, ha il compito di affiancare elementi di conoscenza a quelli educativi in senso lato, del modo di essere e di pensare. Per questo, l’ambito esterno alla scuola, l’associazione, lo scoutismo, le sedi comunitarie di formazione sono un complemento ineludibile.
Saul Meghnagi, pedagogista e Consigliere UCEI
(Nell’immagine: un’attività giovanile a Roma in ricordo di Alisa Coen)
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LA RICHIESTA DELLA FEDERCALCIO UCRAINA
“Sostiene la Russia, via l’Iran dal Mondiale”

Condannato con forza da Israele, che ha ricordato come la minaccia posta da Teheran rappresenti un tema globale e non soltanto regionale, il coinvolgimento iraniano nell’aggressione russa all’Ucraina ha portato a una richiesta ufficiale di esclusione del Paese dai prossimi Mondiali di calcio. Motivata, anche, dalla spietata repressione in corso sul fronte interno.
A fare un passo in questa direzione, in un messaggio inviato alla Fifa nelle scorse ore, è stata la Federcalcio ucraina. Un’iniziativa intrapresa in base alle “informazioni dei media sulle violazioni sistematiche dei diritti umani in Iran, che potrebbero violare principi e norme degli statuti Fifa, e tenendo in considerazione la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che riguarda l’imposizione di sanzioni all’Iran e il possibile coinvolgimento dell’Iran nella aggressione militare della Russia”.
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