Dalla giustizia alla politica estera,
i piani del governo Netanyahu
Trentuno ministri e un programma molto ampio e radicale sono alcuni degli ingredienti del nuovo governo israeliano guidato - per la sesta volta - da Benjamin Netanyahu. Prima del giuramento il Premier aveva già illustrato, attraverso i propri profili social, gli obiettivi della sua coalizione. Al primo punto il leader del Likud ha garantito che “il governo promuoverà e svilupperà insediamenti in tutte le parti della Terra d'Israele - in Galilea, Negev, Golan, Giudea e Samaria”. Subito dopo, l'impegno a contrastare il tentativo iraniano di dotarsi della bomba atomica. Poi diverse promesse legate a temi sociali, dalla riduzione del costo della vita allo sviluppo di infrastrutture, dal contrasto alla criminalità nel settore arabo-israeliano agli investimenti nelle periferie.
Sul fronte delle riforme, uno dei punti principali in agenda - in particolare del neoministro della Giustizia Yariv Levin - è la radicale revisione del sistema giudiziario. La direzione annunciata è “ripristinare il giusto equilibrio tra i poteri”, afferma Netanyahu. In concreto, gli accordi di coalizione tra il Likud e i suoi cinque alleati della maggioranza - i partiti haredi Shas e Yahadut HaTorah, e le compagini di estrema destra Sionismo Religioso, Otzma Yehudit e Noam - prevedono l'approvazione della clausola di superamento della Corte Suprema d'Israele. Una novità che consentirà a una maggioranza semplice della Knesset (61 voti su 120, la maggioranza ne ha attualmente 64) di ripristinare qualsiasi legge venga invalidata dalla Corte Suprema.
“Gli israeliani pensano troppo
invece di passare la palla”
Simbolo di un Paese, ma anche patrimonio mondiale del calcio. Ovunque sia andato Edson Arantes do Nascimento, in arte Pelé, ha lasciato un segno indelebile. Anche in Israele, dove gli appassionati di questo sport ebbero l’occasione di vederlo in azione con la maglia del suo Santos fronteggiare in amichevole una compagine mista composta da atleti dell’Hapoel Petah Tikva e del Maccabi Tel Aviv.
Era l’11 giugno del 1961, neanche un posto libero sugli spalti dello stadio di Ramat Gan. L’occasione era d’altronde unica.
Pelè, allora 20enne, non mancò neanche in quella occasione il suo proverbiale appuntamento col goal che l’avrebbe portato a superare un giorno quota 1000. Sua infatti la firma su una delle tre marcature con cui il Santos avrebbe sconfitto la squadra israeliana. In un raro video d’epoca scorrono le immagini di quella che fu, prima di tutto, una festa dello sport. Pelè che si libera facilmente del suo avversario e, da fuori area, scaglia un tiro imparabile.
(Nelle immagini: Pelé in Israele con la maglia del Santos)
La Calabria e le istituzioni ebraiche,
un percorso condiviso
Un bilancio estremamente positivo quello che emerge dalla narrazione degli eventi tenutisi in Calabria nei giorni scorsi in occasione della festa di Chanukkah.
Positivo innanzitutto per l’impatto che l’ebraismo sembra avere su molti cittadini della Calabria e su tante istituzioni comunali e culturali del territorio. Ed è un percorso – quello che si sta compiendo in grande condivisione di intenti tra Regione Calabria e Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – che può definirsi a binari paralleli, che tendono a convergere nell’intento comune di reciproche conoscenze e valorizzazioni, ossia quanto occorre per contrastare pregiudizi e falsi stereotipi.
Ma quello che sicuramente è uno degli aspetti più positivi e significativi del percorso è la grande attenzione e il rispetto che gli amministratori locali, così come gli organizzatori delle manifestazioni tenutesi nei giorni scorsi, dimostrano di avere verso l’organismo che rappresenta l’ebraismo italiano. Non esiste situazione o evento su tematiche ebraiche in cui non venga richiesta la supervisione, prima ancora che il patrocinio, di quanto si sta organizzando.
“Non stette nessuno con lui quando Yosef si rivelò ai suoi fratelli” (Bereshit 41;1).
Nella nostra parashà assistiamo alla fine del dramma che coinvolge Yaaqov, i suoi figli e Yosef; finalmente, dopo una serie di calunnie che Yosef addossa ai fratelli, per mettere alla prova il loro ravvedimento rispetto a ciò che avevano fatto, svela loro la sua identità. C’è da notare che, prima di rivelare ai fratelli la sua vera identità, Yosef fa uscire tutta la corte – estranea alla sua famiglia – dalla stanza dove si trovavano. Fanno notare i commentatori che, in un altro passo della Torà, si trova una simile espressione. Nel terzo libro della Torà (Vaiqrà 16;17) troviamo infatti scritto: “Nessun uomo stia nella Tenda della Radunanza, quando il Sommo Sacerdote giungerà per espiare nel Qodesh, fino alla sua uscita”.
Mezzo secolo fa, il 4 gennaio 1973, andava in onda la prima puntata della rubrica di vita e cultura ebraica realizzata dalla Rai in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Sorgente di vita dedica una puntata speciale a questo importante anniversario, che andrà in onda su Rai Tre domenica 1 gennaio 2023.
Con milletrecento puntate, oltre quattromila servizi e più di seicentocinquanta ore di trasmissione, il programma ha raccontato la storia, le tradizioni e la cultura ebraica e ha rappresentato, insieme alla rubrica gemella “Protestantesimo”, il primo spazio di pluralismo religioso della televisione italiana.