Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui   29 Gennaio 2023 - 7 Shevat 5783

GLI ATTENTATI DI GERUSALEMME E L'APPELLO DEL PRESIDENTE HERZOG

"Israele sotto attacco dei terroristi:
salvaguardiamo la nostra unità"

I coniugi Eli e Natali Mizrahi, Rafael Ben Eliyahu, Asher Natan, Shaul Hai, Irina Korolova e Ilya Sosansky. Sono i nomi delle vittime dell’attacco a Neve Yaakov, nelle prime ore dello Shabbat: l’attentato più letale compiuto in Israele dal 2011. La coppia Mizrahi, ha raccontato il padre di Eli, era uscita di casa per aiutare i feriti dopo aver sentito gli spari. Nel frattempo il terrorista palestinese, residente a Gerusalemme Est, ha aperto il fuoco anche contro di loro. “Volevano solo aiutare”, il racconto ai media israeliani dell'uomo. “Hanno sentito che c’erano degli spari e, quando si sono fermati, si sono precipitati ad aiutare le vittime”. Il terrorista è stato poi eliminato dalle forze di sicurezza. Mentre in un secondo attacco padre e figlio sono stati seriamente feriti da un attentatore di tredici anni, poi neutralizzato e ora in custodia in ospedale. 
“Il cuore si spezza davanti ai terribili attentati”. A dirlo, rappresentando il sentimento di una nazione intera, il presidente israeliano Isaac Herzog. Fatti sanguinosi che, la sua ulteriore riflessione, "ci ricordano ancora una volta una semplice e dolorosa verità: a prescindere dalle differenze tra di noi, quando affrontiamo i nostri nemici, che cercano di farci del male e si mobilitano per ucciderci, dobbiamo salvaguardare la nostra unità”. Così il premier Benjamin Netanyahu: “Questo è stato uno dei peggiori attacchi che abbiamo conosciuto negli ultimi anni. I nostri cuori vanno alle famiglie dei feriti e dei morti. Abbiamo valutato la situazione e deciso alcune azioni immediate". È intanto in arrivo il segretario di Stato Usa Antony Blinken, con una visita diplomatica che prevede tappe in Israele, Cisgiordania ed Egitto. I fatti degli ultimi giorni caratterizzeranno inevitabilmente gli incontri in agenda tra gli altri con Netanyahu e il leader dell'Anp Abu Mazen, Per il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca John Kirby, le cui dichiarazioni si riferiscono a un incontro con dei giornalisti avvenuto nelle scorse ore, vi sarebbe "urgente necessità da tutte le parti di una de-escalation della violenza tra israeliani e palestinesi". 

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LA RUN FOR MEM A MILANO, INSIEME AL PRESIDENTE DEL SENATO

"Si vive, si corre, si ricorda insieme"

Dal Memoriale della Shoah alla sinagoga centrale. Oltre un migliaio di persone a percorrere i luoghi della Memoria e della persecuzione così come della vita e della rinascita ebraica.
“A Milano oggi si vive, si corre, si ricorda”, sottolinea la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni alla partenza. L’occasione è la sesta edizione della Run For Mem, la corsa non competitiva realizzata quest’anno a Milano. A organizzarla assieme all’UCEI la Comunità ebraica cittadina e il Comune. “È una corsa spensierata a cui partecipano giovani, famiglie, bambini, la cittadinanza intera. Siamo insieme per affermare che gli ebrei sono un popolo vivo, in mezzo alla città, che non corre da solo e non ricorda da solo”, le parole al via. Al suo fianco a fare da apripista alla Run for Mem il presidente del Senato Ignazio La Russa, il presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi, il vicepresidente UCEI Milo Hasbani e il presidente della Fondazione Memoriale della Shoah Roberto Jarach.


 

Sulla linea di partenza, con alle spalle i milleduecento corridori dotati di magliette e borse della Run For Mem, il presidente del Senato ha espresso l’importanza di partecipare all’iniziativa. “Non contano le dichiarazioni, l’importante è esserci. Vale più di mille parole. Noi siamo contro l’antisemitismo e anche contro l’antisionismo. Per la vita e l’esistenza d’Israele”, il suo commento. A ricordare il tragico Shabbat di attentati a Gerusalemme anche la presidente UCEI: “Anche questi sono tentativi di colpirci con l’orrore, con il terrore. Ma noi siamo vivi, non ci arrendiamo e vogliamo la pace”. Poi una menzione speciale per Shaul Ladany: il marciatore israeliano sopravvissuto ai lager nazisti e ai terroristi palestinesi di Monaco ’72 che ha sempre partecipato alla Run For Mem. “Quest’anno purtroppo ha avuto un malore e non è potuto, come avrebbe voluto, essere qui. A lui il nostro saluto affettuoso”.


Parole accompagnate da un grande applauso dei presenti. E ai partecipanti si è rivolto il presidente della Comunità ebraica di Milano Meghnagi. “La Memoria è importante per le future generazioni. Non dobbiamo mai dimenticare e voglio ringraziarvi di essere qui”, il suo messaggio. Un grazie a chi invece ha contribuito a organizzare l’evento è arrivato dal vicepresidente UCEI Hasbani: “Non era semplice, è stato un lavoro intenso. Uno sforzo collettivo” che ha portato risultati. Per l’assessore alla sicurezza di Milano Marco Granelli l’iniziativa rappresenta la testimonianza di come “la comunità ebraica sia una parte fondamentale della città: attraversare i luoghi della persecuzione è un modo anche per impegnarsi affinché quegli orrori non si ripetano”. A fare da testimonial all’iniziativa – divisa in due percorsi, uno breve di 4,8 chilometri e uno lungo 12 – Alberto Cova, ex mezzofondista e campione olimpico, e l’ex pallavolista Luigi Mastrangelo.

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DAL MEMORIALE DELLA SHOAH A PIAZZA MAGGIORE

Run for Mem, corre anche Bologna
"Importante risposta della città"

Dal Memoriale della Shoah nei pressi della stazione ferroviaria alla lapide alla Certosa in ricordo dei caduti partigiani e deportati di origine rom e sinti, da quella che porta il nome di Arpad Weisz all’esterno dello stadio Dall’Ara ai giardini di Porta Saragozza dove ad essere commemorate sono le vittime omosessuali del regime. E ancora la scoletta ebraica di via Pietralata, la sinagoga di via Finzi con sosta davanti alla lapide in memoria dei deportati ebrei, per arrivare infine a piazza Nettuno nell’area in cui, attraverso un altro segno di Memoria, si ricordano “martiri, deportati e internati”. Oltre 400 partecipanti all’edizione bolognese della Run for Mem promossa dalle istituzioni locali e dalla Comunità ebraica con realizzazione tecnica a cura della UISP – Comitato territoriale di Bologna. 

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FU INCARCERATA BAMBINA DAI NAZIFASCISTI 

Miriam Romanin Guetta (1938-2023)

L'Italia ebraica piange un’altra testimone della Shoah e dei crimini del nazifascismo.
Miriam Romanin Guetta, nata a Torino nel 1938, si nascose a Milano con i genitori, dopo la cattura e la deportazione dello zio Felice Ottolenghi. Quando aveva sei anni, dal gennaio all’aprile 1945 ha vissuto la violenza nazifascista nel carcere di San Vittore, insieme ai genitori, ai nonni, alla zia e alla cugina coetanea. Nonostante l’oscurità del momento, in cui non era possibile neppure pensare al giorno dopo, non le era mancata la luce dell’educazione. A lei e alla cugina la sua mamma, Elena Ottolenghi, faceva tutti i giorni scuola e così ha potuto continuare “quella parte della prima elementare”, come era solita dire, che le ha permesso di non perdere l’anno e di rientrare alla scuola ebraica di Milano dopo la liberazione e poi a quella di Venezia con i grandi insegnamenti del Rav Elio Toaff.

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I CONCERTI NEGLI ISTITUTI ITALIANI DI CULTURA 

Da Colonia a Copenaghen, musica per la Memoria

L’esecuzione di brani della cosiddetta musica “degenerata” in risalto nei due concerti proposti da Davide Casali e Pierpaolo Levi presso gli Istituti italiani di Cultura di Colonia e Copenaghen per il Giorno della Memoria. Nel programma Leone Sinigaglia, Alberto Gentili, Renzo Massarani e compositori “concentrazionari” come Viktor Ullmann ed Erwin Schulhoff. Personalità ancora poco note e che, è stato sottolineato, “dovrebbero entrare nelle programmazioni dei grandi teatri, quello che avveniva prima della tragedia; le loro musiche erano eseguite molto spesso”. Un tema che li impegna da anni a livello internazionale in vari Istituti italiani di Cultura. E nazionale, anche attraverso il Festival triestino dedicato alla figura di Ullmann del quale Casali è direttore artistico e Levi pianista residente.

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IL RICORDO A PESCARA DELL'EROE DELLA RESISTENZA POLACCA

"La Memoria e la lezione di Pilecki"

“Shoah, l’imperativo della Memoria, la coscienza della responsabilità”. È il titolo della tre-giorni promossa dalla Città di Pescara e dalla Presidenza del Consiglio comunale in occasione del Giorno della Memoria. Tra gli intervenuti l’ambasciatrice di Varsavia in Italia Anna Rosa Anders, figlia del Generale Anders che fu a capo delle forze polacche nella battaglia di Cassino, la rappresentante dell’American Jewish Committee in Italia e presso la Santa Sede Lisa Billig, il presidente della Federazione Amicizie Ebraico-Cristiane Marco Cassuto Morselli, il presidente della sezione italiana di Beautiful Israel Aldo Winkler. Una speciale attenzione è stata dedicata alla figura di Witold Pilecki, eroe della Resistenza: sia l’ambasciatrice Anders che Billig hanno espresso l’auspicio che possa essere inserito tra i “Giusti tra le nazioni” dello Yad Vashem.

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