Bibi apre al Medio Oriente 2.0,
con i turchi accordo strategico

Schermata 2016-06-28 alle 14.23.23Ognuno da casa propria ma in contemporanea e soprattutto con lo stesso messaggio: l’intesa per la normalizzazione dei rapporti tra Israele e Turchia è stata firmata. Nelle scorse ore infatti è arrivata da Gerusalemme e Ankara l’ufficializzazione della firma dell’accordo che ricuce il rapporto tra i due Paesi, dopo sei anni di gelo. Il fatto che l’annuncio sia stato fatto separatamente, sottolineano i media israeliani, – ognuno a casa propria appunto –, dimostra che ancora molta è la strada da fare. “È un accordo che ha importanza strategica per Israele” e che permetterà di “creare un’isola di stabilità” nel Medio Oriente, il commento del Premier israeliano Benjamin Netanyahu da Roma, dove ha incontrato il segretario Usa John Kerry e il Premier italiano Matteo Renzi. D’accordo con lui la maggior parte della maggioranza che lo sostiene e che domani all’interno del gabinetto dei ministri voterà a favore dell’intesa. Ma non tutti. Il ministro dell’Educazione Naftali Bennett e il ministro alla Giustizia Ayelet Shaked, di HaBayt HaYehudi, così come il ministro della Difesa Avigdor Lieberman, leader di Israel Beitenu, hanno annunciato che voteranno contro. Simili le critiche mosse dai tre membri del governo, che rappresentano la destra più radicale d’Israele: non bisognava pagare il risarcimento di 20 milioni di dollari, accordato da Netanyahu alle famiglie delle vittime dell’incidente della Mavi Marmara (nove cittadini turchi morirono in uno scontro con l’esercito israeliano e da qui il gelo diplomatico tra i due paesi ), perché pagarlo “costituisce un precedente” di cui un giorno Israele si pentirà, sostiene Bennett. Inoltre, la posizione condivisa dai tre ministri, Gerusalemme avrebbe dovuto ottenere da Ankara la garanzia della restituzione delle salme dei soldati Hadar Goldin e Oron Shaul, uccisi a Gaza nel conflitto del 2014 e ancora nelle mani di Hamas.
“La Turchia non controlla Hamas né ha i corpi (di Shaul e Goldin). Se li avesse, allora sarebbe stato possibile riaverli, ma questa non è una situazione semplice”, la risposta di Netanyahu, che ha dichiarato di aver avuto rassicurazioni da parte del presidente turco Recep Tayyip Erdogan sul suo impegno per riportare i corpi dei soldati uccisi a casa. Nonostante questo Bennett ha pubblicamente espresso le sue critiche al capo del suo governo mentre diverso il profilo tenuto da Lieberman, entrato solo di recente nell’esecutivo. Parlando con il suo partito, il ministro della Difesa ha detto di non voler far campagna politica sulla questione ma che la sua posizione è chiara: è contrario come lo era per lo scambio dei prigionieri palestinesi (1027) in cambio del soldato Gilad Shalit.
La famiglia dei due soldati ha chiesto di inserire la restituzione delle salme nell’accordo, visti gli stretti rapporti tra Ankara e i terroristi di Hamas (che a Istanbul, secondo l’intesa con Israele dovrà smantellare la sua cellula operativa). Un tema, quello della restituzione dei caduti in guerra, su cui l’opinione pubblica israeliana è molto sensibile. “Due anni sono abbastanza per mostrare qualche progresso”, ha dichiarato un famigliare del soldato Shaul, parlando durante una protesta organizzata nei pressi della dimora del Premier Netanyahu.
La maggior parte dei quotidiani, tra cui anche alcuni editorialisti di Haaretz, guardano all’accordo come a una vittoria diplomatica di Netanyahu. Per Ben Caspit, di Maariv, “alla fine, l’intesa con i turchi è stata raggiunta perché così doveva essere”.

d.r.