Oltremare – Spirito olimpico

danielafubini2Io alle mie Olimpiadi, quelle invernali di Torino nel 2006, devo la mia aliyah. Con le montagne di ore di straordinari maturate durante il lavoro alle Olimpiadi, ho potuto permettermi di partire poi, l’anno dopo, e di concentrarmi nello studio dell’ebraico invece di dover lavorare da subito. Lo dico a tutti quelli che mi raccontano in segreto di voler venire in Israele ma di non saper come fare, e rispondo: fai un piano di attacco. Il mio girava intorno alla paura di non riuscire ad imparare l’ebraico; ho rotto il salvadanaio olimpico e ho studiato. Fino ad oggi, dieci anni dopo, le Olimpiadi sono rimaste per me un periodo formativo e piacevole, di superlavoro che nessuno sentiva, di molte lingue parlate ed ascoltate, di divise unificanti, tutti noi, ed eravamo migliaia, uguali nella percezione a cinque sensi dello spirito olimpico in cui eravamo immersi, e nel bisogno incolmabile di sonno.
Quando ho sentito che la delegazione libanese ha impedito a quella israeliana di salire sullo stesso autobus per partecipare alla parata dei paesi durante la serata dell’inaugurazione a Rio, è stato come se tutti gli sportivi libanesi avessero passato unghie affilate all’unisono su di una lavagna gigante. Uno “schreeetch” con eco fino in Israele, così contrario allo spirito delle Olimpiadi riconosciuto in ogni parallelo, da fare venire i brividi lungo tutta la schiena.
Sarà anche stato un piccolo episodio dovuto a una leggerezza del comitato olimpico, mettere due delegazioni che nei paesi d’origine sono in stato di guerra una dopo l’altra sugli shuttle. Ma non è concepibile che proprio alle Olimpiadi si dia spazio ad un comportamento del genere. Hanno contraddetto nei fatti almeno tre punti dello statuto olimpico, venendo meno allo spirito di amicizia, solidarietà e fair play. E questo ancora prima di iniziare a gareggiare.
Per quanto mi concerne, la delegazione libanese dovrebbe essere reimpacchettata e rispedita in Libano sul primo volo disponibile, con richiesta di non farsi rivedere finché non avranno capito cosa ci erano andati a fare, a Rio. Suggerimento dagli spalti: sport, non politica.

Daniela Fubini, Tel Aviv twitter @d_fubini

(8 agosto 2016)