Memoria – Don Cirillo, luce di umanità

Schermata 2017-01-30 alle 10.59.37L’incredibile storia di Giulio Segre – salvato dalla deportazione nel 1943 dal parroco di Courmayeur don Cirillo Perron – è abbastanza nota grazie alla pubblicazione del libro “Don Cirillo e il nipotino” e ad una serie di servizi televisivi trasmessi dalla Rai e da Tv2000. Il sacerdote valdostano riuscì a salvare il bambino ebreo facendolo passare come un nipote bisognoso di un lungo periodo di convalescenza in montagna, rimase un anno e mezzo nella canonica di Courmayeur con il rischio per don Cirillo di essere scoperto dai tedeschi. Una storia in parte a lieto fine, perché alla fine della guerra Giulio poter riabbracciare i suoi genitori. Non però i suoi nonni, arrestati nonostante l’età avanzata e uccisi dai nazisti.
Meno nota ma ugualmente meritevole di essere raccontata è l’amicizia sorta negli ultimi anni della vita di Giulio Segre con il vero nipote di don Cirillo, anche lui un sacerdote, valdostano ma per adozione romano, don Donato Perron. Un incontro di cui fu tramite un altro sacerdote della città eterna, don Maurizo Ventura.
Il 27 gennaio, presso l’Istituto Sturzo, è stato presentato un piccolo libro che racconta questa imprevista amicizia documentata da un intenso scambio epistolare fra i due sacerdoti e Giulio Segre: “Caro don Giulio”, edizione a cura dell’Istituto San Gabriele. Un’amicizia pura, senza calcoli, nel segno della gratitudine, che accompagnò e rallegrò gli ultimi anni di Giulio, resi duri da una malattia incurabile.
Alla manifestazione presso l’Istituto Sturzo hanno partecipato, oltre i due sacerdoti, anche le due figlie di Giulio, Enrica e Elena Segre, e due vivacissime nipotine. È stato un incontro semplice ma autentico, con momenti di palese commozione. Come quando Enrica ha letto una missiva della bisnonna Emma, arrestata dai tedeschi con l’amato marito Moise, lettera scritta nel maggio 1944 prima di salire sul treno che li avrebbe portati a Auschiwitz dove finirono la loro esistenza in una camera a gas.
Un modo di vivere il Giorno della Memoria senza retorica, ricordando storie drammatiche dove la piccola luce di umanità diffusa da amicizie coraggiose e gratuite permette di guardare con meno sgomento alle tenebre che avvolsero il mondo in quegli anni e che possono sempre tornare, Dio non voglia, anche nel buio dei nostri tempi.

Lucio Brunelli

(Nell’immagine le figlie e le nipotine di Giulio Segre con don Donato Perron, vero nipote di don Cirillo Perron)

(30 gennaio 2017)