“Sisma, la solidarietà non si fermi”

“Hanno ancora bisogno di aiuto. Di un aiuto psicologico per confrontarsi con il trauma che continua a ripresentarsi”. A parlare Silvia Reichenbach, tra le volontarie partite diversi mesi fa con IsraAid (organizzazione no profit israeliana specializzata nel prestare soccorso nei luoghi colpiti da guerre e calamità naturali) per Amatrice. Le notizie che arrivano da quei luoghi sono, a distanza di tempo ancora terribili: la neve e nuove scosse di terremoto hanno riportato nel Centro Italia la paura e il dolore patiti con il sisma di fine agosto. Nuove vittime purtroppo si vanno ad aggiungere a quelle di solo pochi mesi e chi rimane orgogliosamente in quelle terre deve convivere con un futuro incerto, con lo spaesamento di un contesto sociale che non esiste praticamente più e deve essere ricostruito. A questo pensano Silvia e Silvana Wiener, anche lei psicologa intervenuta con IsraAid ad Amatrice, quando parlano della situazione di quei luoghi a distanza di mesi dalla loro missione. Quelle persone, spiegano, hanno ancora bisogno di supporto psicologico. L’equipe di IsraAid ha fornito loro l’aiuto in prima battuta, diverse persone sono rimaste in contatto con quei volontari creando un ponte da Israele e l’Italia. Ma dai racconti di chi vive ancora nelle tende, spiegano le psicologhe, la solitudine è ancora un sentimento molto diffuso. E pericoloso, in particolare in casi di disturbi post-traumatici. Il sostegno è importante ma deve essere un sostegno necessario e mirato.
Nelle settimane prima della tragedia di Rigopiano, IsraAid in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane aveva voluto portare una solidarietà concreta alle popolazioni colpite, ancora costrette ad affrontare nelle tende l’inverno. Termocoperte, giacche per bambini e per adulti, stufe, scarpe. Sono alcuni dei materiali che erano stati portati dalla delegazione UCEI e della no-profit israeliana. “Dopo il nostro primo intervento a settembre non abbiamo mai perso i contatti con le istituzioni locali e con le persone con cui abbiamo collaborato” raccontava a Pagine Ebraiche Ardita Kongjonaj, a capo della missione di IsraAID che ha visto coinvolto un team di esperti soccorritori e psicologi come Silvia e Silvana provenienti da Israele. “Siamo contenti di essere riusciti ad incontrare il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi che ci ha ringraziato per il materiale”, aveva sottolineato Kongjonaj, consapevole d’altra parte di quanto ancora la situazione per quelle persone fosse critica. Durante l’incontro il sindaco aveva avuto anche modo di parlare telefonicamente con la presidente UCEI Noemi Di Segni, che aveva ribadito la solidarietà dell’ebraismo italiano alla città e a tutte le famiglie colpite dal terremoto. Dopo la raccolta fondi portata avanti dall’Unione, “l’ente proseguirà nel suo impegno di assistenza ai terremotati con iniziative specifiche”, ricordava l’assessore al personale UCEI Franca Formiggini Anav, che aveva visitato in settembre Scai, frazione di Amatrice.
L’organizzazione israeliana, aveva spiegato Kongjonaj, ha fornito sia personale di soccorso sia psicologi per il trattamento di disturbi post traumatici. “Il lavoro dei nostri psicologi è stato molto apprezzato dai cittadini – sottolineava – Sono arrivati qui da Israele venti esperti e le persone hanno iniziato a rivolgersi a noi per parlare anche più di una volta al giorno. È piaciuto il nostro approccio morbido e sono state create connessioni importanti”. Connessioni che in alcuni casi, come si diceva, si sono mantenute nel tempo, segno dell’importanza di quel sostegno psicologico che però per essere efficace – spiegano le stesse psicologhe – deve continuare ad essere portato avanti.

(12 febbraio 2017)