Schedati, perseguitati, sterminati
Inaugurata la mostra al Vittoriano

In cinquanta pannelli contenenti immagini storiche e ricostruzioni biografiche, l’abisso di disumanità perpetrato nei confronti dei malati psichici e dei disabili durante il nazifascismo. Fotografie, disegni, documenti ufficiali e inediti esposti per la prima volta.
Presentata per la prima volta al Parlamento tedesco a Berlino e quindi portata a Londra, Vienna, Osaka, Città del Capo e Toronto, la mostra “Schedati, perseguitati, sterminati” arriva in queste ore anche a Roma, nella Sala Zanardelli del Vittoriano, arricchita da una speciale sezione dedicata a “Malati, manicomi e psichiatri” sotto il fascismo. Tra i temi più importanti trattati, le politiche di igiene razziale e l’eugenetica.
“Una mostra che ci aiuta a fare vera e propria educazione alla cittadinanza, una delle nostre missioni irrinunciabili” ha sottolineato Edith Gabrielli, direttrice del Polo Museo del Lazio, inaugurando quest’oggi un incontro dedicato alla stampa assieme agli enti che hanno organizzato e sostenuto l’iniziativa (tra cui l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che la patrocina e che era oggi rappresentata dall’assessore alla Cultura David Meghnagi).
Ideata da Frank Schneider e curata da Petra Lutz con una commissione di storici appositamente dedicata, la mostra è stata realizzata dalla Società Tedesca di Psichiatria in collaborazione con la Fondazione Memoriale per gli Ebrei assassinati d’Europa e la Fondazione Topografia del Terrore di Berlino. In Italia arriva invece grazie al Network Europeo per la psichiatria psicodinamica, la Società italiana di psichiatria, il Polo Museale del Lazio e l’Agenzia per la vita indipendente. Significativo inoltre il sostegno, oltre che dell’UCEI, dell’ambasciata tedesca in Italia e del ministero federale degli Affari Esteri di Germania e l’Alto patronato concesso dal Presidente della Repubblica.
“Nell’approfondire questi temi, è fondamentale mettere a fuoco i fatti e le premesse che portarono all’attuazione di simili pratiche. Le diverse iniziative intraprese, i passi che uno dopo l’altro finirono per legittimare un tale abominio. Sfogliando i libri per l’infanzia nella prima Germania nazista tutto appariva già chiaro, a uno sguardo attento” ha sottolineato Meghnagi nel suo intervento.
Fitto il programma di accompagnamento all’esposizione, con numerosi incontri dedicati a giovani e meno giovani previsti fino a maggio (quando l’esposizione chiuderà). Tra 2017 e 2018, annunciano gli organizzatori, la mostra verrà ospitata anche nelle città di Bolzano, Venezia, Genova e Milano.

(Nell’immagine l’Ospedale psichiatrico di Eichberg – 1941)

(9 marzo 2017)