STORIA Gli ebrei italiani e la Grande Guerra

grande guerraPaolo Orsucci Granata / MOISÈ VA ALLA GUERRA / Salomone Belforte

“Moisè va alla guerra” è il titolo di un imponente volume che il giornalista e studioso di ebraistica Paolo Orsucci Granata ha dedicato a “Rabbini militari, soldati ebrei e comunità israelitiche nel primo conflitto mondiale”. Edito dalla livornese Salomone Belforte, l’opera monstre – oltre ottocento le pagine elaborate da Orsucci Granata – costituisce un’accurata disamina dell’ebraismo italiano nel periodo drammatico e fatale della Grande Guerra.
“Nel 1915, allo scoppiare della prima guerra mondiale, gli ebrei italiani, la cui consistenza numerica era piuttosto esigua in quanto si aggirava intorno alle 35.000 anime, si disposero con entusiasmo a partecipare al conflitto”, scrive Rav Luciano Meir Caro, Rabbino Capo di Ferrara, nella prefazione.
Era infatti molto diffuso il patriottismo tra gli ebrei italiani che da poco avevano conquistata la parità dei diritti con l’emancipazione, e che per l’Italia unitaria sarebbero stati disposti a sacrificare – e per molti questo purtroppo avvenne – la loro stessa vita.
grande guerra 3Il volume di Orsucci Granata è corredato di un ampio e interessante apparato iconografico, e da diverse centinaia di pagine di biografie di soldati ebrei che parteciparono al primo conflitto mondiale. Un vero e proprio “libro della memoria” degli ebrei nella Grande Guerra. E colpisce leggere come diversi di loro, dopo aver partecipato al conflitto, siano poi morti nei campi di concentramento nazisti.
“Alla luce di quanto riferito nel testo, risultano ancor più brucianti i provvedimenti del 1938 emanati dal regime fascista con i quali la comunità ebraica fu dapprima emarginata dal tessuto sociale ed estromessa dal servizio militare, dalla scuola e dall’amministrazione pubblica”, è scritto ancora nella prefazione. “Fino a culminare, negli anni ’40, nella persecuzione e nella deportazione che portò alla soppressione nei campi di sterminio di 9000 ebrei italiani tutte le fasce d’età.”
Una pagina di grande ingiustizia, che vide uomini che avevano dato la vita per l’Italia vessati e perseguitati da quella stessa Nazione che avevano servito con alto senso del dovere, con patriottismo e con onore.

Marco Di Porto