Palermo, premiato Lorefice
“Giornata ricca di significati”

Consegnata nelle mani di monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, la medaglia “Raoul Wallenberg” conferita dall’omonima fondazione internazionale in segno di riconoscimento “per il suo impegno nel dialogo interreligioso”. E in particolare per la donazione di un locale di proprietà della Chiesa palermitana alla neonata sezione ebraica cittadina che in futuro diventerà una sinagoga e un luogo di studio. Donazione che da molti è stata definita storica, a oltre cinque secoli dalla cacciata degli ebrei dalla Sicilia.
“Una giornata ricca di significati” ha sottolineato il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giulio Disegni, intervenuto oggi alla cerimonia tenutasi al palazzo arcivescovile insieme tra gli altri alla delegata della sezione ebraica palermitana Evelyne Aouate e al rabbino Pierpaolo Punturello in rappresentanza dell’associazione Shavei Israel. A prendere la parola anche, oltre allo stesso Lorefice, il direttore dell’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso Pietro Magro; il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il vicepresidente della Fondazione Wallenberg Guillermo Bruschtein e Silvia Costantini, vice presidente della Fondazione per l’Europa, che ha letto un messaggio inviato agli organizzatori dall’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede Oren David.
Palermo come luogo di rilancio di una cultura ebraica viva. Una sfida che sarà alimentata anche in occasione della prossima Giornata Europea della Cultura Ebraica (domenica 10 settembre) con il capoluogo siciliano designato città capofila per l’Italia.

Di seguito l’intervento tenuto dal vicepresidente UCEI Disegni:

Sua Eccellenza caro Arcivescovo di Palermo don Corrado Lorefice, caro Presidente della Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg, Autorità presenti,

A nome dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, l’organismo nazionale che rappresenta tutti gli ebrei d’Italia e le 21 Comunità ebraiche (inclusa quella di Napoli, della quale Palermo è una sezione), vorrei innanzitutto ringraziare ed elogiare la Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg per il suo gesto nobile e altamente simbolico, che porteremo per sempre nel cuore.

Come molti di voi sapranno, la Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg fu fondata da Baruch Tenenbaum in memoria del diplomatico svedese che salvò molte migliaia di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. Purtroppo, Raoul Wallenberg scomparve negli ultimi giorni della Guerra e non fu mai più visto.
La Fondazione è una ONG con sede a New York e con uffici anche a Gerusalemme, Buenos Aires, Berlino e Rio de Janeiro. Tra i suoi membri ha più di 300 capi di Stato e di governo, incluso papa Francesco, coinvolto da quando era Arcivescovo di Buenos Aires. La missione della Fondazione è di diffondere il retaggio di Raoul Wallenberg e di uomini e donne come lui, che rischiarono la vita per aiutare i perseguitati durante la Shoà, il genocidio armeno e altre tragedie che hanno segnato i nostri tempi travagliati. Gli sforzi della Fondazione si incentrano sulla ricerca e la formazione e sul tentativo di trasmettere i valori di Wallenberg alle nuove generazioni: il suo approccio è dunque fortemente proiettato verso il futuro.

A proposito di futuro, è mio desiderio rinnovare la nostra più profonda gratitudine a coloro che hanno aperto una nuova prospettiva per la vita ebraica in Sicilia: Sua Eccellenza l’Arcivescovo Corrado Lorefice e l’Arcidiocesi di Palermo.

Rivolgendo invece lo sguardo verso il passato, vediamo che la Sicilia ha una storia ebraica molto importante: dopo il saccheggio di Gerusalemme, i romani deportarono qui più di 30.000 ebrei come schiavi. Durante il medioevo, almeno 50 città e paesi siciliani avevano i loro quartieri ebraici, noti come giudecche. Sotto i normanni, le comunità ebraiche fiorirono su tutta l’isola, contribuendo grandemente allo sviluppo culturale ed economico della Sicilia; con tutta probabilità giunsero a rappresentare un decimo della popolazione dell’Isola. L’Aron haQodesh di Agira e il Mikveh di Siracusa sono solamente due delle numerose testimonianze di questa ricca storia.

Tutto ciò cominciò a cambiare sotto il dominio spagnolo; le restrizioni e le discriminazioni crebbero fino alla tragedia dell’espulsione nel 1493.

Un decimo circa della popolazione siciliana fu esiliata o convertita a forza: ciò può darci un’idea della portata di questo trauma. Una parte integrante della storia e dell’identità siciliana fu violentemente e improvvisamente amputata.

Gli ebrei che rimasero in Sicilia dovettero sopportare la distruzione della propria identità, rischiando la morte per mano dell’Inquisizione.

La storia della Sicilia ebraica venne dunque forzatamente rimossa e coperta da una coltre di oblio, silenzio e paura per circa quattro secoli.

Alla luce di ciò possiamo farci un’idea della portata del gesto di Monsignor Lorefice. Dopo circa quattro secoli di silenzio, oblio e sospetto un rappresentante della Chiesa ha compiuto un gesto esemplare, una misura concreta e sincera per guarire questa ferita secolare. Sono proprio azioni come questa che costituiscono autentici e puri passi verso la riconciliazione tra ebraismo e cristianesimo.
Gli ebrei siciliani, dopo secoli, avranno di nuovo un posto per loro. Può sembrare semplice, perfino scontato; invece è estremamente importante, addirittura rivoluzionario.

La nostra speranza è che questo gesto di generosità e fratellanza costituisca un nuovo inizio: che la futura nuova sinagoga di Palermo possa divenire un centro di vita ebraica. Ciò creerebbe un circolo virtuoso su vari livelli, in primo luogo per li ebrei palermitani e siciliani, ma anche per la cittadinanza in generale, che trarrebbe grandi benefici dalla ricchezza culturale generata da un tale luogo. Un terzo livello di beneficio sarebbe garantito grazie al turismo; la sinagoga diventerà uno spazio di accoglienza e un polo di attrazione per i turisti ebrei; costoro avranno un luogo di riferimento all’interno della città, e sarà la città stessa a trarre beneficio dalla crescita del turismo ebraico.

Ogni anno, in più di 30 paesi in tutta Europa, si celebra la Giornata Europea della Cultura Ebraica. Si aprono al grande pubblico sinagoghe e altri siti ebraici, e viene organizzato un amplissimo ventaglio di attività, da concerti a conferenze fino a degustazioni di cibo. Quest’anno, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha deciso di designare la Sicilia come regione capofila. Saremo felici di accogliere tutti voi, e tutta la cittadinanza di Palermo, ai nostri eventi, che quest’anno festeggeranno questo storico avvenimento.

Rinnoviamo il nostro grazie alla Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg e la nostra più sentita gratitudine e amicizia a Sua Eccellenza Monsignor Corrado Lorefice.

Grazie.

Giulio Disegni, vicepresidente UCEI

(Foto: Tamara Zieve/ The Jerusalem Post)

(29 giugno 2017)