Torino – Da Ferramonti, note di Memoria

2017-11-12 18.27.33Dopo Milano, Borgo San Dalmazzo, Vercelli, Cosenza e Ferramonti, il concerto dedicato alla “musica perseguitata”, giunge finalmente a Torino. Nella serata di sabato infatti i locali della Comunità Ebraica di Torino hanno accolto i musicisti e i cantanti del progetto “Memorie da Ferramonti”, curato e realizzato dallo Spazio Europeo della Memoria Musicale del Conservatorio di Milano.
A questo punto è necessario fare un passo indietro per parlare della realtà del campo di concentramento situato nel cuore della Calabria: Ferramonti è stato il più grande campo per ebrei in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. Furono oltre duemila i deportati, provenienti per la maggior parte dall’Austria e dalla Germania, e molti di loro erano musicisti professionisti. Ferramonti era un campo diverso dagli altri: era sì un campo di concentramento e di internamento, ma non era paragonabile ai lager. Il comandante del campo, Paolo Salvatore, non applicò mai le regole dettate dal regime permettendo agli internati una vita dignitosa seppur faticosa e priva della libertà, ma lontana dalle violenze e dalle atrocità. Ferramonti costituisce quindi un’eccezione, gli internati avevano la possibilità di vivere con i propri familiari, di organizzare scuole per i bambini, di avere cure mediche, di fare musica non per obbligo ma per volontà, c’era addirittura una sinagoga. Un campo dove la vita rubò il posto alla morte, una vita che si nutriva prima di tutto di musica.
Il concerto a cura di Simonetta Heger del Conservatorio di Milano, rende omaggio a un compositore in particolare: Kurt Sonnenfeld, giovane ebreo viennese, internato a Ferramonti. Sonnenfeld era uno dei musicisti più attivi del campo. Allievo a Vienna del celebre compositore Edmund Eysler, appena diciottenne interrompe gli studi e fugge in Italia, giungendo a Milano nel luglio del 1939. Tuttavia come ebreo straniero viene arrestato dai fascisti e trasferito nel campo di Ferramonti nel febbraio del 1941. Liberato dalla prigionia nel 1943, torna a Milano dove lavorerà e vivrà fino alla morte avvenuta nel 1997.
Ad aprire la serata, i saluti di Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica di Torino, a cui sono seguite le parole di Simonetta Heger, curatrice del progetto ma anche di pianista durante il concerto.
“Questa serata ha radici lontane – spiega Heger – radici che si ritrovano nello spazio della Memoria Musicale, che ha una sua sezione all’interno della biblioteca del Conservatorio di Milano”. “Le musiche di Sonnenfeld in programma stasera infatti fanno tutte parte del fondo Locatelli Sonnenfeld, composto in prevalenza da manoscritti autografi donati dai familiari dopo la morte dell’autore”.
La scelta dei brani permette in qualche modo di suddividere la performance musicale in due parti: se la prima è dedicata alle memorie viennesi di metà Ottocento, con brani di Joseph Joachim, Isaac Nathan, Johannes Brahms e Edmund Eysler, la seconda parte ripropone brani composti dallo stesso Sonnenfeld per ripercorrere Ferramonti e la sua musica. Nell’opera di Sonnenfeld non mancano i riferimenti alle melodie ebraiche: in particolare durante la serata è stata eseguita la composizione che ha per testo il Kaddish, scritto in occasione di Kippur nel 1986. Il concerto si è chiuso sul Ferramonti Walzer, composizione autografa di Sonnenfeld, dove il testo richiama timidamente la realtà del campo, facendosi carico in qualche modo di un senso di gratitudine verso un luogo che per molti è diventato sinonimo di salvezza.
(Soprano Kou Le, mezzosoprano Caterina Piva, viola Daniel Ciobanu, pianoforte Lidia Maggiore e Simonetta Heger)

Alice Fubini