…informazione

Oggi non mi va di parlare dell’antisemitismo montante. Né mi sento di disquisire sul fascismo – sia quello evidente della sinistra equivocamente terzomondista sia quello pericolosamente sottovalutato di destra. E penso superfluo proporre altre valutazioni sul riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte di Trump. Credo invece che l’ebraismo italiano, se qualcosa può fare per far sentire la sua voce, è chiedere ai mezzi di informazione di dimostrare la propria credibilità e la propria onestà assumendo nei confronti di Israele una posizione più corretta e pulita. Una posizione più esaurientemente informata. Una posizione meno aprioristicamente ideologica. Qualche settimana fa ho dato un esempio di disinformazione realizzato attraverso l’incompletezza della notizia (su Israele) offerto in modo lampante di Giovanna Botteri per il TG3.
Oggi riprendo invece la nota su un servizio di Carlo Paris per RaiNews24, postata su Facebook da Angela Polacco Lazar.
Angela Polacco Lazar non è solo un’amica di lunga data, ben nota a tutta la comunità ebraica italiana, ma è anche un’osservatrice posata e credibile della realtà israeliana in cui vive e si muove da decenni.

Scrive Angela:
“Ho visto la TV e sono rimasta di stucco nel vedere una diretta – mandata in replica – poco fa su RaiNews24 realizzata da Carlo Paris.
Una manifestazione in una strada di uno dei quartieri arabi di Gerusalemme che si svolgeva a circa 200 metri dalla Porta di Damasco. Si vedono delle cariche della polizia, si intuisce che si tratta di qualche decina di giovani manifestanti, molte telecamere e tantissimi con i telefonini a riprendere. Paris tra l’altro riferisce di disordini nei Territori con feriti e 4 morti nella Striscia di Gaza “a causa dei raid aerei di questa notte della aviazione israeliana, due di questi trovati sotto le macerie dovute al bombardamento”.
Una disinformazione così non si vedeva dai tempi della infausta Lucia Goracci. Non una parola del fatto che da Gaza sono stati lanciati dei razzi su Israele che hanno fatto scattare la bellezza di 6 allarmi ieri sera, durante la cena dello Shabbat, come consuetudine da sempre per i terroristi di Hamas. L’esercito d’Israele difende la sua popolazione e se è intervenuto il motivo esiste, naturalmente non viene neanche pronunciato.
Alla TV israeliana le stesse notizie, con una differenza sostanziale: l’informazione rimane tale e i fatti sono fatti.
Proporrei a Paris di ritornare a trattare di sport e di calcio, i conflitti si trattano in altro modo e a volte una giusta informazione dimostra anche serietà professionale, come quella di girare per il resto della città mostrare il Suk colorato e vivace tutto aperto, migliaia di persone in visita in totale tranquillità e serenità. Mostrare quindi anche che questa “rabbia” in tanti settori della popolazione e città non monta proprio. Al contrario si rifiuta. E non sembra un segno da poco in una città come Gerusalemme, dove entro le mura della Città Vecchia oltre a Ebrei e Cristiani vivono circa 30.000 Musulmani.
Mi spiace ma oggi non ho fatto foto. Mi spiace davvero perché ho girato proprio tutta la città.
Angela Polacco Lazar”

Angela chiede ‘professionalità’ al giornalista Carlo Paris. È chiaro che non la riceve. Certo giornalismo si preoccupa di più di cercare l’effetto notizia, magari anche ricorrendo a primi piani che deformano la realtà, perché lasciano sfocato nella distanza il contesto in cui si svolgono. E non si rende conto, certa stampa, che così facendo si strumentalizza il reale e lo si ideologizza. Anche questo è metaforico terrorismo. Terrorismo dell’informazione, che accende gli animi dello spettatore/ascoltatore. E accende sentimenti anti-israeliani. E, negli animi semplici e ignoranti, fastidio e rancore antisemiti. Grazie Carlo Paris dell’operazione. E grazie Angela dell’informazione.

Dario Calimani, Università Ca’ Foscari Venezia

(12 dicembre 2017)