Pressione internazionale su Varsavia
“Quella legge deve essere cambiata”

Schermata 2018-02-08 alle 11.53.07La Francia, dopo Israele e Stati Uniti, si aggiunge ai paesi che contestano la nuova legge sulla Shoah votata da Varsavia che punisce chi parla di responsabilità polacche nella Shoah (nell’immagine una manifestazione di cittadini polacchi contrari alla norma). “Una legge imprudente. Non si dovrebbe riscrivere la storia, non è mai una buona idea”, le parole del ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian, che in un’intervista ha condannato la norma firmata dal Presidente polacco Andrej Duda e al momento al vaglio della Corte Costituzionale. Alla domanda se l’Unione europea intende adottare misure in risposta alla controversa legge polacca, Le Drian ha auspicato che “la pressione morale sia sufficiente” per far cambiare idea a Varsavia. “Spero anche che il popolo polacco riconsidererà la questione e che alle prossime elezioni agirà in modo da eliminare la sfortunata camicia di forza politica imposta dalle fazioni nazionaliste”, le parole del ministro francese. E sul settimanale transalpino L’Obs, il giornalista Pierre Haski spiega che la legge “si inserisce nella guerra culturale avviata in Polonia dalla destra populista. Una forza politica che vuole ‘lavare’ la nazione polacca, una nazione il cui sangue è ‘puro’ – come affermavano decine di migliaia di manifestanti per le strade di Varsavia nel novembre scorso – e privo di qualunque responsabilità nei crimini compiuti nel ventesimo secolo (testo tradotto dal sito Internazionale)”.
Il governo polacco ha reso pubblico lo scorso 2 febbraio il testo della legge in inglese (clicca qui) con il capitolo 6c della norma a rappresentare la parte più problematica: quello intitolato Protezione della reputazione della Repubblica Polacca e della nazione polacca (Protection of the reputation of the Republic of Poland and the Polish Nation). “Chiunque, pubblicamente e contrariamente ai fatti, attribuisce alla nazione polacca o allo Stato polacco la responsabilità o corresponsabilità per i crimini nazisti commessi dal Terzo Reich tedesco […] o per qualsiasi altro reato che costituisca un crimine contro la pace, l’umanità o crimini di guerra, o altrimenti diminuisca gravemente la responsabilità degli effettivi autori di tali crimini, è punito con una multa o la privazione della libertà personale fino a 3 anni”.
“Questo progetto di legge – ha scritto sul New York Times Marci Shore, docente di storia a Yale – fa parte di un programma introdotto negli ultimi due anni, definito dal governo di Diritto e Giustizia ‘un buon cambiamento’. Il cambiamento ha incluso tentativi di legalizzare il controllo governativo dei media e introdurre leggi draconiane anti-aborto. Diritto e Giustizia ha anche svilito il linguaggio pubblico, suggerendo frasi che ricordano il ‘verbo’ degli anni comunisti. I liberali sono diventati ‘maiali tagliati fuori dalla mangiatoia’”. Shore spiega anche il ritorno dell’utilizzo della parola Volksdeutsch: “durante l’ occupazione nazista, si riferiva ai polacchi che tradirono la Polonia registrandosi come tedeschi etnici per assicurarsi il favore dell’occupante. Ora, ‘diventare un Volksdeutsch’ descrive i cittadini polacchi che chiedono all’ Unione europea di indagare sulle violazioni costituzionali del governo, ad esempio negando forza di legge alle decisioni del tribunale costituzionale e approvando leggi che aboliscono un sistema giudiziario indipendente”. Questo è il clima in cui è nata questa legge che in realtà era già stata proposta e bocciata anni fa dalla Corte costituzionale. Lo spirito di questa norma, spiega Shore, è quello di rimarcare la presunta assoluta innocenza del popolo polacco, esonerandoli da ogni responsabilità di fronte alla Shoah e in generale. Responsabilità però documentate dalla storia con massacri compiuti dai polacchi ai danni degli ebrei, ricordati tra gli altri dallo storico Yehuda Bauer.