Cario-Gerusalemme, l’intesa
dall’energia alla sicurezza

netanyahu al sisiL’intesa più importante tra Gerusalemme e il Cairo dalla firma degli accordi di pace del 1979. Secondo il ministro dell’Energia Yuval Steinitz, questo è il valore dell’accordo da 15 miliardi di dollari che porterà il gas israeliano nelle case egiziane. A confermarlo anche le parole del Primo ministro Benjamin Netanyahu (nell’immagine durante un incontro il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi) che ha parlato di “accordo storico” e le valutazioni degli esperti. In pratica l’israeliana Delek Drilling e il socio americano Noble Energy si sono impegnate a vendere 64 miliardi di metri cubi di gas nell’arco di dieci anni all’egiziana Dolphinus Holding, provenienti per metà dal giacimento Tamar (già in produzione) e per metà da Leviathan, scoperto nel 2010 ma che sarà avviato solo nel 2019-20. Oltre al valore economico dell’intesa, la fornitura di gas avvicina anche politicamente i due paesi, ricorda tra gli altri il Financial Times: Israele ed Egitto da tempo collaborano sul fronte della sicurezza, in particolare per quanto riguarda il Sinai, dove agiscono milizie legate all’Isis. La collaborazione è stata avviata poco dopo la salita al potere del generale al-Sisi nel 2013, dopo il colpo di Stato che lo portò al governo a scapito dei Fratelli musulmani. Da allora i due paesi, un tempo nemici, hanno iniziato non solo a parlarsi ma a cooperare e il frutto di tutto questo è un accordo sul gas che rafforza entrambe le economie. Inoltre il Cairo può avere un ruolo nello stabilizzare la difficile situazione a Gaza: secondo il quotidiano Haaretz, i diplomatici di al-Sisi hanno richiamato al Cairo rappresentanti dell’organizzazione terroristica di Hamas e dell’Autorità nazionale palestinese per portare a termine l’annunciato passaggio di consegne tra i due movimenti. L’Anp infatti avrebbe dovuto ottenere negli scorsi mesi le chiavi della Striscia di Gaza, che versa in una condizione economica tragica. In realtà Hamas non vuole lasciare il controllo militare sull’enclave e pertanto la riconciliazione tanto dichiarata nei fatti non c’è stata. L’Egitto vorrebbe, anche per la propria sicurezza interna, fare in modo che il passaggio di consegne avvenga veramente e sta facendo pressioni in questa direzione. Israele, per conto suo, guarda con interesse tutto questo movimento: una delle condizioni poste da Gerusalemme per siglare la pace con i palestinesi è infatti la demilitarizzazione di Gaza. Detto questo, gli israeliani non ripongono molta fiducia in Hamas come dimostra il fatto che il gruppo terroristico ha continuano a costruire tunnel sotterranei per attaccare Israele. Proprio lunedì il ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman ha annunciato che l’esercito ha distrutto, durante la notte, un tunnel del terrore vicino al valico di frontiera di Kerem Shalom.

d.r.