Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Il
raffronto speculare tra Noè e Abramo, evidenziato da moti esegeti,
è il paradigma di due modalità diverse di rapportarsi agli altri.
Noè, con la sua arca, richiama quella inopinabile necessità di mettere
al riparo se stessi e i propri figli dal rischio di restare sommersi
dal diluvio e dalla degenerazione di una società. Abramo,
viceversa, con la sua tenda aperta, costituisce l'archetipo
dell'altruismo mettendo a rischio la sua stessa salute e armonia
familiare, con il "sacrificio" di entrambi i suoi due figli. Abramo è
colui che si mette in gioco, rischiando in prima persona, per andare a
salvare un nipote che lo aveva abbandonato, Lot il primo "ebreo
lontano".
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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Oggi
non voglio pensare. La scelta di non commemorare istituzionalmente
l'assassinio di Rabin, condannandolo senza equivoci, toglie il fiato e
annebbia il pensiero. Rimane solo una domanda lancinante: dov'è Israele?
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Di Canio e le scuse virali
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Molto
in evidenza in rete e sui giornali il messaggio inviato dall’ex
calciatore Paolo Di Canio alla presidente dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Noemi Di Segni in cui le Leggi Razziste promulgate da
Mussolini vengono definite “un’infamia”. Una posizione che lo stesso
definisce “convinta e determinata”.
“I tempi che viviamo – la riflessione della presidente UCEI – impongono
grande attenzione alle parole che usiamo, ai gesti che compiamo e ai
simboli che accompagnano la nostra vita privata e in pubblico. Un senso
di responsabilità, nell’arginare ogni forma di odio, che grava ancor
più a chi si rivolge al grande pubblico e che ricoprendo un preciso
ruolo ha una chiara riconoscibilità mediatica”.
“Ho sempre avuto la sensazione che la bellezza di questi canti fosse
imbrigliata dall’assenza di strumenti e che il patrimonio musicale
della liturgia ebraica dovesse essere presentato a un pubblico più
vasto”. Così il rabbino capo di Padova Adolfo Locci presenta a La
Stampa “Shirè Miqdash”, la sua recente iniziativa dedicata alla
valorizzazione dei canti e delle melodie della Tradizione.
Sul futuro del Museo della Shoah di Roma, ieri è così intervenuta la
sindaca Virginia Raggi in occasione del Viaggio della Memoria
organizzato insieme alla Comunità ebraica capitolina: “È intenzione di
questa amministrazione sbloccare quanto prima questa situazione, che
per anni è rimasta ferma”. A riportare le sue dichiarazioni è il
Messaggero.
Ricorso al Tar. Con un doppio obbiettivo, scrive il Corriere:
contestare la revoca del bando sui luoghi di culto decisa dalla nuova
amministrazione del sindaco Beppe Sala e rimettere in discussione la
costituzionalità della legge regionale sui luoghi di culto. La nuova
iniziativa del Caim, il controverso coordinamento delle associazioni
islamiche noto per alcune sue posizioni estreme, al centro delle
cronache milanesi.
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elezioni usa - milioni di americani al voto
Trump-Clinton, Israele si divide
Gli
ebrei israeliani preferiscono la Clinton, gli ebrei americani d'Israele
Trump. È quanto emerge dai sondaggi pubblicati nelle scorse settimane
da diversi istituti di ricerca, israeliani ed esteri, in merito alle
preferenze dell'opinione pubblica israeliana sui due candidati alla
Casa Bianca. Da Haifa a Eilat, si guarda con grande interesse e
attenzione a quanto accade Oltreoceano, dove in queste ore sono state
aperte le urne per decidere se a sedere alla Casa Bianca sarà la
democratica Hillary Clinton (avanti nei sondaggi) o il repubblicano
Donald Trump. In un sondaggio pubblicato ieri da Galei Zahal (e
condotto da Shiluv Millward Brown), la radio dell'esercito israeliano,
emerge una certa predilezione per l'ex segretario di Stato di Obama: il
41 per cento degli intervistati ha infatti dichiarato di preferire
Clinton rispetto a Trump, che ha invece ottenuto il 31 per cento di
preferenze. Si tratta di dati che rispecchiano sondaggi già emersi
nelle settimane passate, che in generale sembrano rilevare un certo
pragmatismo dell'opinione pubblica israeliana: generalizzando, non
amano la Clinton ma si fidano di più della sua capacità politica e
della sua conoscenza del Medio Oriente. A testimoniarlo, quanto emerso
nel sondaggio del Rafi Smith Institute, che conferma il maggior
gradimento verso la candidata democratica (49 per cento contro il 32 di
Trump). Leggi
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il grande convegno fiorentino per bassani
Tra letteratura e testimonianza
L'eredità da lasciare ai giovani
“I
giovani vengono prima di tutto. E non voglio siano numerosi solo tra il
pubblico. Per me è importantissimo, a ogni nuova iniziativa, partire
dal coinvolgimento dei giovani studiosi, dei ricercatori di valore che
nonostante quello che normalmente parrebbe ci sono, esistono, lavorano
e pubblicano. Sono tanti e sono validissimi, ma per vari motivi che mi
è difficile comprendere e accettare raramente vengono valorizzati come
meriterebbero”. Così la professoressa Anna Dolfi, responsabile
scientifico e organizzatrice del convegno internazionale di
studi “Gli intellettuali/scrittori ebrei e il dovere della
testimonianza” in corso in queste ore a Firenze spiega la notevolissima
presenza di giovani in una sala che sia ieri, nella giornata di
apertura, che oggi si presenta affollatissima. Sono studenti del suo
corso di laurea, certamente, ma anche moltissimi altri ragazzi
coinvolti direttamente: “abbiamo oramai una rete consolidata, e fra
colleghi diffondiamo sempre con grande forza le notizie relative a
iniziative portatrici di valori non solo accademici. Quelli presenti in
sala, così, sono in maggioranza universitari, ma anche molti ragazzi
che vediamo oramai frequentemente ai convegni, che partecipano, che si
interessano, si informano. E che poi tornano e fanno domande, si
pongono problemi. Usano la testa e il cuore. E sanno studiare”. Leggi
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qui roma - le pietre d'inciampo al senato
Grasso: "Memoria non è retorica
ma strumento a difesa dei valori"
"Il
ricordo non può essere solo un esercizio retorico, ma un pungolo per la
società, per interrogarsi, per riflettere. Affinché voi ragazzi, a cui
guardiamo con speranza nell’affrontare le sfide che abbiamo
davanti, non assistiate mai più all’umiliazione della dignità
dell’uomo”. Così il Presidente del Senato Pietro Grasso
nell’intervenire all’appuntamento che ha avuto luogo nelle scorse ore a
Roma a Palazzo Giustiniani, una delle sedi di rappresentanza del
Senato, per celebrare il traguardo delle cinquecento pietre d’inciampo
apposte in Italia dal 2010 ad oggi.
L’evento, promosso dalla Senatrice Silvana Amati, in collaborazione con
la storica animatrice del progetto delle stolpersteine in Italia
Adachiara Zevi, ha visto intervenire un folto pubblico, fatto anche di
studenti di istituti superiori di Roma, coinvolti in questi anni in
iniziative di Memoria.
“Un percorso importante, fatto anche con le scuole, con i licei”, ha
sottolineato la Amati, prima firmataria del disegno di legge sul
negazionismo approvato nel maggio scorso. “Ed è proprio agli studenti
che è rivolto il messaggio più significativo, quello di non
dimenticare”. Leggi
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DOPO L'intervento della redazione ucei
Le leggi razziste? "Un’infamia"
Virali le scuse di Paolo Di Canio
Dal Corriere a Repubblica, dalla Gazzetta dello Sport al Corriere dello Sport. Tutte le agenzie di stampa. Molti network di informazione televisiva.
Il messaggio che l’ex calciatore Paolo Di Canio ha inviato alla
Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni,
pubblicato ieri sul portale dell’ebraismo italiano www.moked.it e sul
nostro notiziario quotidiano, ha avuto un enorme impatto mediatico.
“Sento di dover tornare su un argomento che pensavo di avere già
chiarito in passato: non ho e non voglio avere niente a che spartire
con idee antisemite, razziste, discriminatorie, violente. Ritengo,
senza se e senza ma, che le leggi razziali volute da Mussolini siano
state una terribile infamia per la storia del nostro Paese. Un’infamia
che causò un’immane tragedia per migliaia di ebrei in Italia. Questa è
la mia posizione convinta e determinata” scrive l’ex calciatore.
Una presa di posizione che arriva a un mese e mezzo dalla pubblicazione
di un articolo, sul nostro portale, in cui veniva denunciata la sua
partecipazione come opinionista a un programma di approfondimento
dedicato al calcio inglese su Sky Sport dopo che sui social era
circolata una sua foto con tanto di vistoso tatuaggio Dux esibito sul
braccio destro. “Opinioni a fior di pelle” scrivevamo allora, aprendo
il caso nel mondo dell’informazione. Leggi
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qui milano - l'evento all'ambrosiana
Testi biblici e chiavi di lettura
“Siamo
qui per rendere omaggio a Luisella Mortara Ottolenghi, presidente
onorario a vita della nostra Fondazione, accademico fondatore della
classe di Studi sull’Estremo Oriente nel 2009, benemerita degli studi
sui manoscritti e le miniature ebraiche ambrosiane”. Così il vice
prefetto della Biblioteca Ambrosiana Pier Francesco Fumagalli ha
introdotto ieri l'inaugurazione della mostra di codici biblici miniati
e decorati dell’Ambrosiana e della Comunità ebraica di Venezia, esposta
nella biblioteca milanese e realizzata in onore di Luisella Mortara
Ottolenghi. A lungo presidente del Centro di Documentazione Ebraica
Contemporanea di Milano (Cdec) – ente tra i promotori dell'iniziativa
all'Ambrosiana – Mortara Ottolenghi, come hanno spiegato gli
intervenuti, ha dato un contributo fondamentale allo studio dei testi
ebraici e più in generale allo studio della cultura ebraica. “Una donna
straordinaria e instancabile”, ha sottolineato la figlia Raffaella
Mortara, vicepresidente del Cdec. “Grazie per questa occasione”, le
parole invece della studiosa che ha voluto ricordare tra gli altri il
grande lavoro della storica Liliana Picciotto, che proprio sotto la sua
presidenza al Cdec, portò a termine il volume fondamentale sulla Shoah
italiana, Il libro della Memoria.
All'evento, inserito nel quadro del programma del VII Dies
Academicus Classis Orientalis – dedicato alla “Circolazione di testi e
superamento delle barriere linguistiche e culturali nelle tradizioni
orientali" e organizzato in memoria dell'archeologo Khaled al-Asaad –
hanno partecipato tra gli altri il vicepresidente dell'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Giorgio Mortara e il vicepresidente della
Fondazione del Memoriale della Shoah di Milano Roberto Jarach. Leggi
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qui vercelli - l'esposizione presso la sinagoga
L'arte nel campo del vicino
Attraversiamo
un’epoca storica di grandi cambiamenti, repentini e sorprendenti, che
mettono a rischio la stabilità, l’identità dei popoli e dei territori,
la nostra capacità di accoglienza della diversità, di condivisione
delle culture altre e di restituzione pacifica del nostro disagio.
“Nel campo del vicino”, allestimento di arte contemporanea che tocca lo
spazio esterno della sinagoga di Vercelli, nasce da un progetto di
collaborazione tra diversi enti cittadini: la Comunità ebraica, nella
persona in particolare della presidente Rossella Bottini Treves;
l’arcidiocesi e Studio Dieci, un’associazione culturale per la
promozione dell’arte contemporanea, e dal sodalizio tra due artiste:
Carla Crosio e Margherita Levo Rosenberg. Leggi
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IN COLLABORAZIONE CON LA REDAZIONE UCEI Gino il Giusto, la pellicola Rai
punta al Mondiale della tv
Tra
i cinque finalisti intanto c’è. Ma le sorprese potrebbero non finire
qua. “Gino Bartali, il campione e l’eroe”, documentario di Raidue
prodotto in occasione dell’ultimo Giorno della Memoria, è infatti in
lizza per aggiudicarsi la vittoria della ‘Guirlande d’Honneur’ al
prossimo campionato mondiale della Televisione, del Cinema, della
Cultura e della Comunicazione sportiva che si svolgerà dal 16 al 21
novembre a Milano, con serata conclusiva all’Auditorium della Regione
Lombardia.
Realizzato in stretta collaborazione con la redazione dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane, il documentario passa in rassegna le molte
prove di coraggio del ciclista fiorentino nei mesi più bui. Tra i
protagonisti anche il giornalista UCEI Adam Smulevich, che negli scorsi
anni ha contribuito a portare alla luce numerose testimonianze inedite
sul suo eroismo assieme alla psicologa Sara Funaro, oggi assessore del
Comune di Firenze. Leggi
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Trasformazioni pericolose |
Nei
giorni scorsi abbiamo letto due notizie sugli ebrei della Diaspora:
secondo la prima, molti correligionari inglesi di origine germanica, in
seguito alla Brexit, avrebbero iniziato le pratiche per ottenere la
cittadinanza tedesca; d’altra parte sembra che parecchi ebrei
americani, tradizionalmente democratici, abbiano intenzione di votare
quest’oggi per Donald Trump. I due fatti andranno naturalmente
verificati con attenzione alla luce dei dati, sebbene l’ambasciata
tedesca a Londra abbia effettivamente confermato un’impennata nelle
richieste.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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La fuga silenziosa
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"In
tempi bui che confondono il giudizio – scriveva Freud in una lettera a
Thomas Mann del 1935– le parole del poeta sono azioni". Quei tempi sono
per fortuna alle spalle. L’ammonimento resta valido. Il mondo odierno è
sovraccarico di pericoli. Non si può abbassare la guardia di fronte
alle parole "malate" in cui è avviluppato il dibattito sul conflitto
arabo-israeliano. Le parole malate hanno bisogno di cure, come le
persone. Sono nato e cresciuto in un paese arabo, che ho lasciato da
ragazzo dopo un sanguinoso pogrom: il terzo nella storia della mia
famiglia in poco più di vent’anni.
Lungo l’arco di due decenni centinaia di migliaia di ebrei hanno
forzatamente abbandonato le loro case e i loro averi in ogni area del
mondo arabo e islamico. Le minoranze ebraiche non avevano partecipato
alla guerra scatenata dagli eserciti della Lega araba per distruggere
Israele sul nascere. Non costituivano un pericolo per nessuno. Erano
ostaggi. La loro fu una fuga silenziosa, ignorata dalla stampa
internazionale.
David Meghnagi, Università Roma Tre
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Storie - Costituzione e "razze" |
Altro
che "pura razza italiana", come recitavano le leggi razziste del 1938.
Il nostro popolo è frutto dell'incrocio fra mille etnie. Ne parla
l'interessante libro "Italiani. Come il DNA ci aiuta a capire chi
siamo", di Giovanni Destro Bisol e Marco Capocasa, pubblicato nella
collana di Carocci “Città della Scienza”. Basti pensare nel nostro
Paese ci sono due milioni e mezzo di cittadini italiani che da
generazioni parlano una lingua diversa dall'italiano: albanese,
catalana, croata, francese, franco-provenzale, friulana, tedesca,
greca, ladina, occitana, slovena e sarda. Più che in ogni altro Paese
d'Europa.
L'Italia è quindi la Nazione principe delle diversità. Dagli studi
degli antropologi Giovanni Fiorito e Alberto Piazza risulta ad esempio
che nel nostro Paese si parlano 35 lingue diverse, esclusi i contributi
delle migrazioni più recenti; più che in Germania (27), Francia (23),
Spagna (15) e Regno Unito (13).
Mario Avagliano
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