società
Il mondo civile tace
Scrivo
queste parole alla vigilia del Giorno della memoria in Israele, che
commemoriamo ogni anno una settimana prima della nostra Festa
dell'Indipendenza. E una ricorrenza che mi tocca nel profondo
dell'animo. Mio padre è sopravvissuto all'Olocausto, scampato
miracolosamente dal ghetto di Budapest. Mio nonno fu ucciso nel campo
di concentramento di Mauthausen in Austria. Mia nonna fu assassinata ad
Auschwitz, in Polonia. Allo scoppio della guerra, vivevano tutti sotto
lo stesso tetto di una casa tranquilla a Novi Sad, in Serbia, finché i
nazisti, accompagnati dai fascisti ungheresi, li sparpagliarono per
l'Europa eli massacrarono. Fino all'ultimo, rimasero convinti che il
mondo ancora sano di mente, il mondo civile, sarebbe intervenuto per
liberarli; che almeno uno dei vicini di casa, i loro vecchi compagni di
scuola, si sarebbe alzato per dire: «Basta! Mi rifiuto di restare a
guardare mentre vengono trucidate persone innocenti!». Non è mai
successo. II mondo civile ha vinto la guerra, è vero, ma non facciamoci
illusioni, non è sceso in guerra per metter fine al genocidio degli
ebrei, bensì perché temeva le mire espansionistiche di Hitler.
Yair Lapid, Corriere della Sera, 12 aprile 2018
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