Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui       27 Gennaio 2020 - 23 Tevet 5780
GIORNO DELLA MEMORIA AL QUIRINALE  

"Memoria, giovani raccolgano il testimone"

Alberto Sed, Piero Terracina e Franco Schoenheit. I loro nomi sono stati più volte ricordati in occasione della cerimonia al Quirinale per il Giorno della Memoria. Sia il Capo dello Stato Sergio Mattarella sia la presidente UCEI Noemi Di Segni hanno infatti voluto ricordare i tre sopravvissuti alla Shoah, scomparsi negli scorsi mesi, che con le loro Testimonianze hanno trasmesso a migliaia di giovani il valore di una Memoria viva. “Come i pochi altri che sono tornati dai campi della morte, hanno testimoniato, in vita, il dovere doloroso della memoria. Hanno dimostrato che i nazisti potevano distruggere le loro vite e quelle dei loro cari, ma non sono riusciti a cancellare quanto c’era nel loro animo. – le parole del Presidente Mattarella – Desidero riferirmi a loro con un’espressione ebraica molto intensa, che si utilizza quando scompare una persona cara: ‘Che il loro ricordo sia di benedizione’. Il loro ricordo, il ricordo delle sofferenze indicibili patite da una moltitudine di persone, impegna, ancor di più, a tramandare la memoria della Shoah; e a riflettere sulle sue origini e sulle sue devastanti conseguenze”. Proprio alla trasmissione della Memoria era dedicato l’appuntamento al Quirinale – mandato in onda in diretta da Rai 1 – con la proiezione in apertura del filmato “Shoah: figli del dopo”, realizzato da RaiStoria e una riflessione sul tema del medico e psichiatra Alberto Sonnino. Nel corso dell’iniziativa la musicista Ludovica Valori ha eseguito i brani musicali “A Zemer”, “Oyfn Pripetchik” e “Hava Nagila”. A intervenire, oltre la Presidente UCEI e il Capo dello Stato, il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina; l’attrice Valentina Bellè che ha letto una poesia di Anna Segre e alcuni brani del testo di Helga Schneider; a portare la testimonianza di chi in modo diametralmente opposto è un figlio della Shoah, Rosanna Bauer, la cui madre Goti fu deportata ad Auschwitz, e Federica Wallbrecher, che in famiglia ebbe chi sposò l’ideologia nazista. Alcuni studenti, che hanno partecipato al Concorso “I giovani ricordano la Shoah”, hanno raccontato inoltre la loro esperienza. A loro e alle istituzioni si è rivolta la presidente Di Segni sottolineando come sia necessario fare oggi proprio il monito dei Testimoni: “se agiremo anche noi istituzioni dell’Italia qui rappresentate ai massimi vertici, con coerenza e rigore tenendo sempre stretto nelle nostre mani unite quel filo che lega verità storica e dignità della vita, con il testo costituzionale, allora sì che voi ragazzi sarete una generazione capace di amare e maturare, capace di viaggiare, sognare, partecipare; allora sì che non sarete una nuova ‘prima generazione’ e sarete invece una generazione capace di generare figli e nipoti che non vivranno i vostri silenzi e tormenti ma affronteranno le loro sfide di maturazione con coraggio e serenità”.
Intervenendo alla cerimonia di premiazione del concorso “I Giovani ricordano la Shoah” – promosso dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con l’UCEI -, il ministro Azzolina ha tenuto a ringraziare il “Presidente della Repubblica per averci ospitato e aver lanciato un messaggio importante: la scuola è l’arma più potente da porre ad ogni possibile rigurgito di odio”. “Per me – ha poi spiegato il ministro nella seconda parte della cerimonia – è stato un onore iniziare il mio mandato andando ad Auschwitz: insegnavo storia e filosofia ed ho sempre fatto leggere tanto ai miei studenti, ho fatto loro vedere i documentari. Negli occhi degli studenti durante questo viaggio ho visto una consapevolezza in più: studiare è importantissimo ma ascoltare la voce dei sopravvissuti e guardare i luoghi dell’orrore è stato un momento altissimo di scuola per gli studenti, per me e per tutto il personale scolastico. I nostri studenti devono avere ben chiaro quel periodo, conoscere le leggi razziali, l’orrore che è stato perpetrato nei confronti di vittime innocenti”.
La Memoria però non può essere confinata al passato, ha ricordato il Presidente Mattarella, ma deve essere il punto di partenza per combattere l’odio e l’antisemitismo oggi. “La settimana scorsa sono stato a Gerusalemme, insieme a molti altri capi di Stato, per il 75° anniversario della liberazione del campo di Auschwitz. È stata una occasione preziosa, un’occasione storica, per ribadire, una volta per tutte, l’impegno della comunità internazionale contro il razzismo, l’odio, la guerra e la sopraffazione. – ha sottolineato il Presidente – Contro l’antisemitismo, di vecchio e di nuovo conio, che talvolta si traveste da antisionismo, negando il diritto all’esistenza dello Stato di Israele”. Nuovi e vecchi antisemitismi che saranno al centro della sfida posta davanti alla nuova coordinatrice contro l’antisemitismo Milena Santerini, a cui il Capo dello Stato ha fatto i suoi auguri di buon lavoro. Un incarico che per il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte dimostra l’impegno concreto dell’attuale esecutivo nel contrastare il veleno antisemita.
“I recenti episodi, in Italia e nel mondo, confermano la necessità di un lavoro intenso e congiunto per promuovere la divulgazione della ‘Memoria’ e una forte consapevolezza storica che aiuti a orientare scelte e decisioni, in particolare tra le nuove generazioni, dentro e fuori le scuole, negli stadi e in altri luoghi pubblici dove si intensificano gli episodi di violenza. – le parole di Conte in un messaggio per il Giorno della Memoria – È una strada irrinunciabile per difendere valori messi a rischio da parole e comportamenti intollerabili”.
Temi affrontati anche in un successivo incontro, svoltosi nella sede UCEI. Ospiti della presidenza e della Giunta dell’Unione sono stati Elena Bonetti, ministra per le pari opportunità e la famiglia, accompagnata in UCEI da una delegazione del ministero, e il direttore dell’Unar Triantafillos Loukarelis.
GIORNO DELLA MEMORIA AL QUIRINALE - IL DISCORSO DEL CAPO DELLO STATO

"Per fare davvero i conti con la Shoah
dobbiamo sconfiggere l'odio di oggi"

Rivolgo un saluto ai sopravvissuti ai campi di sterminio qui presenti, ai Presidenti del Senato, della Camera, del Consiglio e della Corte Costituzionale, a tutti i partecipanti a questo evento e a quanti lo seguono in tv o attraverso altro mezzo.
Desidero anzitutto associarmi, con commozione, al dolore per la recente scomparsa di tre dei sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti: Alberto Sed, Piero Terracina e Franco Schoenheit.
Come i pochi altri che sono tornati dai campi della morte, hanno testimoniato, in vita, il dovere doloroso della memoria. Hanno dimostrato che i nazisti potevano distruggere le loro vite e quelle dei loro cari, ma non sono riusciti a cancellare quanto c’era nel loro animo.
Desidero riferirmi a loro con un’espressione ebraica molto intensa, che si utilizza quando scompare una persona cara: “Che il loro ricordo sia di benedizione”.
Il loro ricordo, il ricordo delle sofferenze indicibili patite da una moltitudine di persone, impegna, ancor di più, a tramandare la memoria della Shoah; e a riflettere sulle sue origini e sulle sue devastanti conseguenze.
Ringrazio tutti coloro che sono intervenuti e hanno contribuito a rendere questo momento del Giorno della Memoria efficace e coinvolgente.
La bravissima conduttrice Stefania Battistini, il dottor Sonnino, con la sua interessante relazione, la ministra della scuola, Lucia Azzolina, la presidente dell’Ucei Noemi di Segni, due “Figlie del Dopo” Rosanna Bauer e Federica Wallbrecher, che ci hanno recato la loro toccante testimonianza insieme ai ragazzi delle scuole, Eden e Giulio. Grazie a Valentina Bellé; a Ludovica Valori e al suo gruppo che, con le parole e la musica, ci hanno introdotto emotivamente nel mondo buio della Shoah.
Un saluto particolare, insieme ai sopravvissuti presenti qui, va a quelli che si trovano nelle scuole, nelle piazze, nei convegni per recare la loro testimonianza, così importante e preziosa, di umanità e di rifiuto dell’odio.
Rivolgo un pensiero riconoscente alla memoria tutti i militari italiani deportati nei lager nazisti, per il loro netto e coraggioso rifiuto di servire, dopo l’8 settembre, gli aguzzini di Hitler.
Esprimo gli auguri più intensi di buon lavoro alla professoressa Milena Santerini, designata coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo. Una nomina che pone l’Italia all’avanguardia nel contrasto a un fenomeno odioso. Purtroppo non scomparso, come abbiamo visto anche di recente, con l’ignobile scritta sul muro di una casa di Mondovì.
Il giorno della Memoria - che si celebra ogni anno anche qui, al Quirinale - non può e non deve esaurire la riflessione su quello che accadde, nella prima metà del secolo scorso, nel cuore del nostro Continente.
La Shoah, per il suo carattere unico e terribile, trascende la dimensione storica del suo tempo e diventa monito perenne e lezione universale.

Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica
 
GIORNO DELLA MEMORIA AL QUIRINALE - IL DISCORSO DELLA PRESIDENTE UCEI

“Alberto, Piero e Franco: vostra Testimonianza 
una lezione da custodire per sempre”

Di generazione in generazione si trasmette l’ebraismo e si è fede e tradizione attraverso riferimenti a un testo – la bibbia - che ha una narrazione scritta e orale. Con accadimenti che hanno travolto esistenze o generata libertà, con lo studio e la cultura nei secoli, si è tessuto quel filo identitario che lega figli e genitori, che li rende comunità e popolo ebraico. 
Questo filo, con la Shoah, è anche un filo spinato che si è attorcigliato intorno ai nostri padri, nonni e bisnonni; che dopo il 27 gennaio ‘45 non ha cessato di incidere la nostra pelle e le nostre anime. Un filo che intreccia ancora oggi le vite delle seconde generazioni che hanno vissuto indirettamente la Shoah; che avvolgerà quelle dei nostri nipoti, che ancora ne sono ignari. 
Nei primi decenni del “dopo” ci fu un patto del silenzio. Si pensava che soffocando il ricordo, l’orrore avrebbe fatto parte solo del passato; non parlandone, il futuro dei propri figli sarebbe stato più protetto. Per loro, per molti di noi, il patto del silenzio si è trasformato nel sapere senza sapere. Il racconto si è delineato attraverso sensi di colpa e incubi, attraverso lo sviluppo di un atteggiamento protettivo delle fragili esistenze e aspettative dei genitori sopravvissuti. E su quel silenzio regnava già allora, e ancor più oggi, quello degli assenti, mai tornati, mai nati, mai divenuti parte di un legame.
In un mondo parallelo i figli e i nipoti dei nazisti affrontavano il loro dramma di un’eredità marchiata dal genocidio.

Voi ragazzi avete zii, nonni, cugini, con i loro nomi, soprannomi e luoghi di calda dimora. Non è stato così per i figli della Shoah. Esisteva solo un futuro da costruirsi quasi soli o da cui ripararsi per timore che si replicassero le ombre del passato. 
Una generazione formata da individui raccolti nel loro destino in Israele e sparsi in tutto il mondo, esiliati con un cuore che giaceva nella terra nativa, ma uniti da quel filo del tormento. Negli anni, attraverso il supporto di istituzioni ed esperti, è venuto maturando un percorso di partecipazione ad iniziative esterne al proprio nucleo famigliare per trasmettere la conoscenza della Shoah in ogni sede. Candele della memoria, rappresentate nel collettivo dalla fiamma che arde perennemente a Yad Vashem.
Allora, cosa significa oggi il “giorno della memoria”, una data fissata con legge 20 anni fa? una generazione di memoria istituzionalizzata? Cosa significa oggi ricordare il 75° anniversario dalla liberazione di Auschwitz? Ci siamo recati a Gerusalemme con altre 50 delegazioni. Il Presidente Mattarella, i capi di stato presenti hanno dato un significato a questa celebrazione con l’impegno a rendere la memoria un atto di consapevole responsabilità. Di concreto agire con percorsi educativi, con l’adozione della definizione articolata di antisemitismo dell’IHRA e nomina di un commissario. A lavorare con determinazione per un’Italia, un’Europa che sia legata da un filo che si chiama speranza.

Noemi Di Segni, Presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

27 GENNAIO - QUI ROMA, LA CERIMONIA IN CAMPIDOGLIO

"Segnali di odio anche in Italia"

Le parole dell’odio e gli anticorpi necessari per contrastarle al centro dell’iniziativa per il Giorno della Memoria organizzata al Campidoglio. “Quella di Mondovì – ha detto Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma – è una scritta infame, una spina che purtroppo è ancora insinuata nella società. Sono 75 anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz ma non è una liberazione eterna. Non vuol dire che l’orrore non si può ripetere, magari in altre forme. Ma i segnali di odio e intolleranza sono in tutta Europa e stanno arrivando anche in Italia”.
Dureghello ha poi aggiunto: “Il focus di questo Giorno della Memoria sono i bambini. Da Roma ne partirono 250 e non tornò nessuno. Non dimentichiamoci chi si è voltato dall’altra parte e chi è stato complice di questo orrore. A chi mi chiede se ho fiducia nelle nuove generazioni rispondo di sì”. Così invece la sindaca Virginia Raggi, che si è rivolta ai tanti giovani presenti, anche per assistere al documentario “Kinderblock – l’ultimo inganno” di Marcello Pezzetti con regia Ruggero Gabbai, prodotto tra gli altri dalla Fondazione Museo della Shoah: “È importante vedervi qui in una giornata fondamentale come questa. Il 27 gennaio è la giornata della Memoria che dobbiamo preservare e vedervi qui ci aiuta a capire quanto sia importante non dimenticare e tramandare”.
A testimoniare la propria vicinanza anche il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che si è raccolto in commemorazione davanti al Tempio Maggiore. Ad accoglierlo una delegazione guidata dal vicepresidente della Comunità ebraica Ruben Della Rocca. 
27 GENNAIO - QUI MILANO

La ferita aperta dell'occupazione nazista

Una breve cerimonia davanti l'ex albergo Regina, sede milanese del comando nazista dall'11 settembre 1943 al 30 aprile 1945. Qui, tra le centralissime vie Silvio Pellico e Santa Margherita, venivano interrogati e trattenuti oppositori politici ed ebrei, prima di essere mandati in treno nei campi di sterminio. Oggi l'ex albergo è sede della Bank of China e a ricordare gli anni terribili dell'occupazione nazista c'è una targa commemorativa, apposta nel 2010. L'iniziativa di questa mattina è stata promossa dal Comune di Milano, Aned, Comitato Permanente Antifascista, Comunità ebraica di Milano, Fondazione Centro Documentazione Ebraica Contemporanea, Memoriale della Shoah di Milano e Milano è Memoria, per celebrare il 75 anniversario della vittoria sul nazifascismo. 
Nell'occasione, tra gli altri, sono intervenuti Alessandro Fermi, presidente del Consiglio regionale; Roberto Tasca, assessore Comune di Milano; Roberto Cenati, presidente Comitato Antifascista; Giuliano Banfi, vicepresidente Aned; Pia Jarach, per la Comunità ebraica di Milano. 
27 GENNAIO - QUI FIRENZE

Settimila studenti per la Memoria

Settimila studenti da tutta la Toscana hanno partecipato al tradizionale incontro biennale con i Testimoni al Mandela Forum di Firenze. Un appuntamento che è un fiore all’occhiello dell’impegno su questi temi della Regione Toscana, che ha oggi coinvolto 86 scuole medie superiori di tutte e dieci le province: 22 quelle della Città metropolitana (quattordici nella sola città di Firenze), cinque da Grosseto, sei da Livorno, nove da Lucca, otto da Massa Carrara, nove da Pisa, sette da Pistoia, sei da Prato e otto da Siena. Con loro anche circa 150 studenti universitari e 350 ragazzi e ragazze di scuole medie inferiori fiorentine.
Internati militari, deportazione politica, persecuzione antiebraica, il razzismo e le guerre nel presente: questi i temi toccati nel meeting, che si è aperto con i saluti della vice presidente della Regione Monica Barni e del sindaco di Firenze Dario Nardella.
Sul palco tre testimoni della persecuzione antiebraica – Vera Vigevani Jarach, Kitty Braun e Tatiana Bucci. Un racconto di orrore e dolore, ma anche di impegno incessante per promuovere diritti, libertà, consapevolezza.
Ad alternarsi nella conduzione Ugo Caffaz, ideatore nel 2002 del Treno della memoria toscano; il giornalista Adam Smulevich, lo storico Luca Bravi, con l’introduzione storica di Giovanni Gozzini. L’appuntamento è stato dedicato a quattro testimoni delle atrocità nazifasciste recentemente scomparsi, spesso ospiti delle iniziative della Regione Toscana: Piero Terracina, Vera Michelin Salomon, Marcello Martini e Antonio Ceseri.
27 GENNAIO -  QUI TORINO, LE INIZIATIVE E L'INTERVENTO DELL'AVVOCATO SEGRE

"Il pericolo del nazismo esiste sempre"

A Torino il 27 gennaio prende il via dall’Aula Magna del Campus universitario Luigi Einaudi che ospita l’assemblea di partenza di “Promemoria_Auschwitz”, il treno della memoria di Deina. Sono stati oltre 200 gli studenti dell’Università di Torino, del Piemonte Orientale e delle scuole superiori della città ad essersi incontrati per poi partire per Cracovia. Una scelta che lascia un segno marcato e deciso: i soggetti principali sono le giovani generazioni e sono le istituzioni i soggetti principali a dover tenere il passo ed aprire le proprie porte alla Memoria. Una scelta portata avanti da molti altri soggetti ed enti sul territorio, tra cui Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale che ha fatto sua l’iniziativa “Il Palazzo della Memoria”, organizzando incontri, proiezioni, testimonianze per le scuole. “Il dovere della memoria della Shoah, il non dimenticare mai quanto accadde allora, è parte integrante dell’impegno permanente contro l’indifferenza, contro il torpore della memoria”, commenta Stefano Allasia, Presidente del Consiglio regionale.
La mattina è stata scandita dalle Cerimonie Istituzionali: alla Commemorazione ufficiale e omaggio alle lapidi dei Caduti presso il Cimitero Monumentale, è seguita In tarda mattina la consueta Cerimonia preso la Sala Rossa di Palazzo Civico. Alla presenza della Sindaca Chiara Appendino e delle Autorità, ha tenuto il suo discorso l’oratore ufficiale di questo 27 gennaio, l’Avvocato Bruno Segre.
27 GENNAIO - QUI VENEZIA, LA CERIMONIA CON IL SINDACO

"Coltiviamo insieme il ricordo"

“Liliana Segre è, per tutti noi, la testimonianza vivente che Auschwitz è esistito, che Auschwitz non deve essere dimenticato e, soprattutto, che Auschwitz e il Giorno della Memoria servono per ricordarci che la nostra ‘civiltà’ è stata capace dello sterminio. Si tratta di una consapevolezza enorme e terribile. Una di quelle che forse preferiremmo rimuovere. Invece no. Tocca alla mia generazione, nata dopo la Seconda Guerra Mondiale, fare tesoro delle testimonianze dei sopravvissuti, difendere la verità storica e, soprattutto, educare i giovani a non rimanere mai più indifferenti”. Così il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, intervenuto con queste parole nel corso della cerimonia ufficiale per il Giorno della Memoria tenutasi al Teatro Goldoni. Al suo fianco il presidente della Comunità ebraica veneziana Paolo Gnignati. Tra il pubblico numerose autorità civili e militari, tra cui la presidente del Consiglio comunale di Venezia Ermelinda Damiano e il prefetto Vittorio Zappalorto.
 
27 GENNAIO - QUI NAPOLI, LA VISITA DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE

“Ebraismo partenopeo, identità fondamentale”

In occasione del Giorno della Memoria il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca è stato ospite della Comunità ebraica di Napoli per un incontro, svoltosi in un clima di grande cordialità e amicizia, che ha messo al centro il tema del ricordo, della cultura e della promozione di valori condivisi.
Accolto dal rabbino Ariel Finzi, De Luca ha visitato sinagoga e spazi comunitari dove a dargli il benvenuto sono stati la presidente Lydia Schapirer e il Consiglio al completo. Sandro Temin, Consigliere UCEI di Napoli, ha illustrato a De Luca la storia della Comunità ebraica e ricordato i nomi delle vittime napoletane della Shoah, tutte catturate e deportate nel resto d’Italia..
 
27 GENNAIO - QUI TRIESTE

Risiera di San Sabba, luogo di Memoria e dolore

Con la deposizione di una corona da parte del Prefetto di Trieste, Valerio Valenti, del presidente della Regione Fvg, Massimiliano Fedriga, del sindaco, Roberto Dipiazza è iniziata la cerimonia per il Giorno della Memoria alla Risiera di San Sabba, monumento nazionale. Prima della deposizione della corona, hanno fatto il loro ingresso il gonfalone della città di Trieste e quelli dei Comuni di Duino Aurisina, San Dorligo della Valle e Sgonico. Presenti autorità civili, militari e religiose, e associazioni combattentistiche di ex deportati, caduti e Anpi, la Comunità ebraica di Trieste, così come rappresentanti della Comunità greca-ortodossa e serba-ortodossa. Presenti anche le parlamentari dem, Serracchiani e Rojc. "Durante quegli anni atroci, il nazismo ed il fascismo hanno calpestato quei principi inalienabili che sono il rispetto della vita e delle libertà e la democrazia" ha affermato il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, intervenuto in Risiera assieme alla sindaca di Monrupino/Repentabor Tanja Kosmina, ai rappresentanti della comunità ebraica, il rabbino Alexander Meloni e il presidente Alessandro Salonichio, e ai rappresentanti delle altre comunità religiose della città. Il Comune nelle scorse ore ha inoltre conferito la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre. "Sono estremamente felice che la città di Trieste abbia votato all'unanimità il conferimento della cittadinanza onoraria alla senatrice a vita, Liliana Segre, ma è altrettanto drammatico dover passare attraverso questo tipo di voto per ribadire che la senatrice è una cittadina italiana come gli altri", il commento di rav Meloni, a margine della cerimonia alla Risiera. "Se si fa questo - ha aggiunto - è perché subisce degli attacchi ed è quello che mi preoccupa"
 
27 GENNAIO - QUI BOLOGNA

Nel nome di Arpad Weisz

Si è corso e marciato per la Memoria consapevole anche a Bologna, dove l’esperienza della Run for Mem (già ospitata nel 2018) è stata ieri replicata in città per volontà di Comune e Uisp e con il sostegno della Comunità ebraica locale. Oltre 600 i partecipanti alla corsa, che si è sviluppata lungo i percorsi della Memoria cittadina con partenza dal Memoriale della Shoah che sorge nei pressi della stazione ferroviaria e con una tappa anche allo stadio Dall’Ara in ricordo di Arpad Weisz, il grande allenatore ungherese che fece grandi Inter e Bologna e fu poi deportato ad Auschwitz. “Passo dopo passo – afferma Daniele De Paz, presidente della Comunità ebraica – per un futuro migliore, di tolleranza e conoscenza”.

 


Rassegna stampa

Una tregua fragile 
Leggi

 
Lidia e l’esile filo della memoria
Sulla porta di casa Rolfi, a Mondovì è stata disegnata una stella di David con una scritta in tedesco “Qui ebrei”. Era la casa, prima che morisse nel 1996, ora vi abita il figlio, di Lidia Beccaria Rolfi, giovane maestra, partigiana, deportata nel 1944 nel lager di Ravensbrück, sopravvissuta, autrice di libri importanti sulla deportazione su cui tutti gli storici si sono formati, che tutti hanno letto e conoscono. Ma non così chi ha scritto quella cosa sulla porta. Perché Lidia Beccaria Rolfi non era un’ebrea, ma una deportata politica.
Anna Foa
Oltremare – La Virginia
È uscito qualche giorno fa su Vanity Fair un articolo su Virginia Gattegno, con tanto di foto un po’ sognante in bianco e nero: “Quando il mondo perse i colori”.
La Virginia, cugina di mio zio, numero sul braccio e salute sempre altalenante, non mi ha mai raccontato nulla direttamente, fino a che non sono stata io a chiedere. E io ho osato “chiedere” solo dopo che lei, già anziana, aveva cominciato di sua iniziativa ad andare a parlare nelle scuole, negli anni Novanta. La memoria viva della Shoah, mi accorgo oggi, è una lunghissima shivà, il lutto dopo la morte di un congiunto, quando è uso non fare domande, e si lascia che sia la persona in lutto a prendere l’iniziativa, se se la sente.
Daniela Fubini
Controvento – Oltre il lutto, guardando al futuro
Giovedì 23 gennaio c’erano nella sola Roma 170 iniziative per la Memoria, molte di ottimo livello. E mancavano quattro giorni alla ricorrenza ufficiale. Sarebbe fantastico se servisse a qualcosa. Invece l’impressione è che l’antisemitismo sia in aumento e che, stando ai sondaggi, soprattutto tra i millennials vi sia una scarsissima conoscenza, quando non un rifiuto, della Shoah.
Viviana Kasam
Memorie d’infanzia
Da vent’anni per legge, troppe volte solo per obbligo, spesso con stanchezza o fastidio dai tanti e purtroppo sempre più numerosi politici e cittadini che continuano a girare la testa dall’altra parte e a dire che la vita va avanti e sul passato è meglio stendere un velo pietoso. Da vent’anni con tenacia da parte di chi ebrei e non ebrei ha ben chiaro di cosa si parli e di che problemi ci siano.
Bruno Carmi
Leggi
Twitter
Facebook
Website